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Autore: martinapedrazzini8    11/09/2015    1 recensioni
Storia camren, crossover grey's anatomy da come si può intuire dal titolo. Si tratta della mia prima ff. Beh, buona lettura.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pov. Camila
È passata una settimana dal quasi bacio con Lauren e ancora non riesco a pensare ad altro.                  
Le sue labbra vicinissime alle mie, il suo profumo tutto intorno a me.      
Ho cercato di evitarla in questi giorni per chiarirmi bene le idee, ma so benissimo cosa voglio.      
Voglio lei.                                                                                                                                                                            
E ho deciso che le parlerò, il prima possibile, le dirò tutto.

Mentre penso al discorso da fare alla ragazza occhi smeraldo, vengo chiamata in pronto soccorso.
Arrivo contemporaneamente ad un paziente.
-Uomo, trent’anni, sbranato sulla guancia sinistra e al collo. Parametri vitali stabili.- ci informa un’infermiera.
-Che animale l’ha attaccato?- chiedo a David che si trova li con me.
Il ragazzo non fa in tempo a rispondermi che il paziente parla.
-Nessun animale, è stato un uomo. Un pazzo mi ha aggredito. Mi ha morso, gli hanno sparato, ma non è morto.- mi dice lui in preda al panico.
-Cabello, è lui l’aggressore.- sento la voce di Normani e allora mi giro verso la sua direzione. È appena entrata in ospedale con un altro paziente sulla barella.
-Ferite da arma da fuoco al torace. Pressione 90 su 60. Polso 120. Ha preso diverse droghe, è impazzito ed ha aggredito l’uomo.- dice un ragazzo del pronto soccorso che sta portando la barella insieme a me e Mani.
-Sedatelo immediatamente e Camila visitalo subito.- mi ordina la dottoressa di colore.
-Dovrebbe essere morto.- dico facendo dei controlli. -Sento a malapena il cuore.- appena finisco di pronunciare quelle parole vedo l’uomo sotto di me alzarsi di colpo, non faccio in tempo a realizzare che la sua bocca si trova sul mio collo e l’unica cosa che riesco a percepire è un dolore lancinante arrivare proprio da quel punto.
Quando finalmente riesco a staccarmi mi rendo conto del sangue che cola proprio dal punto dove sono stata morsa. Tutto intorno a me diventa nero e l’ultima cosa che sento sono delle voci, poi il nulla.


Appena apro gli occhi mi rendo conto di trovarmi sopra a un letto del pronto soccorso.
-Il pazzo ti ha morso, hai perso molto sangue e sei svenuta.- mi informa Alex, uno del terzo anno, mentre mi sta medicando.
-Ahi, mi fai male.- rispondo io facendo una smorfia dal dolore.
-Lo so, scusa. Ah mi hanno detto di dirti che dovresti fare gli esami e un emocromo incluso su HIV sul paziente e sul sangue che aveva in bocca.- mi dice il ragazzo.

Questo significa che sono a rischio HIV.

Potrei essere infetta.

Potrei morire.

Mi si forma un nodo in gola, ma cerco di scacciarlo schiarendomi la gola.
-Come mai non è morto? Voglio dire, gli hanno sparato al cuore, due volte.- chiedo debolmente.
-Ha un situs inversus.- risponde lui semplicemente.
-Tutti gli organi sono al contrario, rispecchiati alla loro usuale posizione.- ora tutto ha un senso.
-Gli hanno sparato due volte al torace e non è morto, tu sentivi a malapena il battito e viene fuori che il cuore è dall’altra parte.- conclude lui per me.
-Devo assistere assolutamente all’operazione, è rarissimo che questa condizione si manifesti.- esclamo io.
-No, non esiste. Non puoi entrare in sala operatoria con una ferita aperta e lo sai bene anche tu.- dice lo specializzando che intanto ha finito di pulirmi il morso.
-Ma..- cerco di protestare, ma vengo fermata subito.
-Na-ah niente ma Cabello, ora vai a fare quegli esami e non so, riposati mentre aspetti i risultati. Mi dispiace, ma non puoi fare altro. Ora devo andare, ci vediamo.- mi dice prima di sorridermi e andarsene.

Scendo dal lettino e mi dirigo a fare quegli stupidi esami che decideranno del mio futuro.
Se dovessero essere positivi non saprei davvero che farei.
Dovrei lasciare la chirurgia che in questi mesi è diventata la mia vita.
Con questi pensieri finisco i vari controlli e mi dirigo in una stanzetta del medico di guardia.
Chiudo la porta e mi sdraio sul letto tenendo la luce spenta.
Appena tocco il materasso i pensieri mi offuscano la mente.
La prima cosa che mi appare davanti sono quegli occhi, quel colore verde che ormai conosco a memoria con le sue varie sfumature che li rendono di un colore incredibile, come la ragazza alla quale appartengono.
Successivamente quello spettacolo viene sostituito da un solo e terrificante pensiero. Gli esami del sangue.
Fra un paio di ore dovrò andare a ritirarli e finalmente saprò la verità, ma sinceramente ho paura e non poca.
Non me ne rendo nemmeno conto, ma le lacrime iniziano a scorrermi incontrollate sulle mie guance.

Mentre cerco di asciugarmi la faccia sento la porta aprirsi e successivamente una luce accendersi.
Appena mi giro, restando ancora sdraiata, mi accorgo di Lauren sullo stipite che mi osserva.
-Ehi, che succede?- mi chiede dolcemente chiudendo la porta dietro di se e avvicinandosi piano piano a me.
-N-niente.- rispondo io mettendomi seduta e cercando di essere credibile.
-Non è vero, stai piangendo.- mi dice sedendosi di fianco a me e pulendo con la sua mano una mia guancia dalle lacrime. Quel gesto mi fa causa un brivido lungo tutta la schiena.
-Sono stata morsa da un pazzo drogato e sto aspettando il risultato del suo test HIV.- riesco a rispondere debolmente guardando verso il basso.
-Perché non me lo hai detto?- mi domanda.
-Perché avrei dovuto? Insomma cosa siamo? Non siamo nemmeno amiche in fin dei conti.- dico io alzandomi di scatto dal letto.
-Io non voglio essere tua amica.- dice lei alzandosi a sua volta e mettendosi davanti a me.
Siamo a pochi centimetri di distanza e già fatico a ragionare.
-Allora cosa ci fai qui?- le sussurro debolmente.
Lei mi guarda negli occhi per un tempo che mi sembra interminabile e poi appoggia le sue labbra dolcemente sulle mie.
È un contatto appena accennato, ma ha scatenato in me una miriade di emozioni e non posso fare altro che sorridere.
Dopo poco si stacca.
-Ora lo sai.- mi dice semplicemente prima di sorridermi un’ultima volta dirigendosi fuori dalla stanza.

Ora lo so.  




Oh ehi genteeee. 
Scusate il ritardo, è stato un parto sto capitolo, ma ce l'ho fatta e boh, niente, tutto qui ahah. 
Come sempre fatemi sapere che ne pensate e robe varie.
Amacabanane a tutti e al prossimo capitolo.
Bye narvali del mio cuoreeeeeee.
   
 
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