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Autore: Evil_Regal    13/09/2015    8 recensioni
Ho deciso di fare una serie di oneshot SwanQueen,tutte indipendenti l'una dall'altra.
Saranno per la maggior parte fluff.
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano passati 4 anni da quando Regina ed Emma avevano perso Lexie.

Il mondo aveva ricominciato a girare e loro due avevano ricominciato a vivere.
Le cose andavano alla grande.
Erano felici.
Si erano riprese.
Stavano bene.

Ed ora eccole lì. Nervose come non mai. Erano sedute entrambe sulle sedie scomode di quell’ufficio squallido. Aspettavano il loro futuro.

Regina era nervosa. Aveva paura. Paura fisica. In momenti così speciali aveva paura di essere felice,perché l’ultima volte quella felicità le era stata spazzata via come delle foglie in autunno. E non voleva che accadesse di nuovo. Non poteva sopportarlo.

Ma questa volta sarebbe stato diverso.

Emma avvertì il nervosismo della moglie e le prese la mano. Regina si morse il labbro,le sorrise e strinse la sua mano come se la sua vita dipendesse da quella stretta.

Poco dopo sentirono delle voci dal corridoio. Stavano arrivando. Regina ed Emma si voltarono di scatto e la videro. L’assistente sociale teneva per mano una bambina spaventata. Una bambina che aveva negli occhi la paura.

La paura di andare di nuovo in una casa dove per ogni cosa c’era una punizione .
La paura di affezionarsi a qualcuno per poi perderli. Di nuovo.
La paura di trovare qualcuno che la maltrattasse di nuovo.
La paura di soffrire ancora.

Prima di entrare l’assistente sociale si fermò e si inginocchil di fronte alla bambina e le disse qualcosa. Non capirono cosa ma la bambina la stava ascoltando attentamente mente stringeva il suo pupazzo vecchio e sporco sotto il braccio. La bambina aveva le lacrime agli occhi e a Regina si spezzò il cuore. La donna le asciugò le guance paffute e si alzò,per poi entrre nell’ufficio e sorridere ad Emma e Regina.

“Signora Mills,Signora Swan…lei è Carrie” sorrise tenendola per mano. Emma e Regina le sorrisero amorevolmente e la bambina le guardò con la testa chinata.

Regina si avvicinò e si chinò di fronte alla piccola di appena tre anni e mezzo .La guardò e le sorrise ancora

“Ciao” disse semplicemente e la piccola fece giusto un gesto con la mano,senza scomporsi troppo. Regina le sorrise di nuovo.  “Io sono Regina” disse molto dolcemente “E lei-“ indicò Emma che intanto si era avvicinata “E’ mia moglie Emma”

Carrie guardò Emma. Emma sorrise e salutò. Carrie salutò di nuovo con la mano.

“Vuoi saperlo un segreto?” Carrie guardò Regina a lungo poi annuì. Regina sorrise. Sapeva del passato di Carrie. Così piccola eppure aveva sofferto così tanto. Sapeva che doveva farle sentire e capire che poteva fidarsi di lei.

“Emma va pazza per i gelati e scommetto che ne vuole uno proprio ora” si voltò verso Emma “Vero tesoro?” Emma rise e annuì “Verissimo”

“Che ne dici? Lo vuoi un gelato?”

Carrie abbassò il pupazzo che le nascondeva parte del viso e annuì sorridendo. Regina ricambiò il sorriso e tese la mano perché Carrie la prendesse. “Okay allora,andiamo”

Regina guardò Emma come per dirle di finire tutto ciò che c’era da finire e che lei avrebbe aspettato fuori con Carrie. Regina voleva portarla via di lì il prima possibile. Voleva portarla a casa il prima possibile.

“Come si chiama il tuo pupazzo,Carrie?” chiese Regina guardando l’orsacchiotto verde acqua tra le braccia di Carrie. Era un orsacchiotto con il sorriso ma non sembrava affatto felice.

“Fluffy” rispose la bambina

“Flully? Come mai?”

Carrie fece spallucce “Me lo ha regalato una bambina all’orfanotrofio.Glielo aveva dato lei il nome”

Regina annuì “E’ davvero bello” sorrise e Carrie nascose un sorriso.

“Signora Regina?”

“Chiamami solamente Regina,tesoro”

“Regina?”

“Dimmi”

“Dopo il gelato mi porterai di nuovo qui?” chiese sul punto di piangere. Le piaceva Regina.

Regina si fermò e si chinò di nuovo di fronte a Carrie “No piccola” sussurrò con un sorriso “Verrai a casa con noi. Avrai una cameretta tua e tanti giocattoli e lo so che tante persone te l’hanno già detto ma ti prometto,Carrie,che io ed Emma non siamo come gli altri. Okay? Ti prometto che siamo diverse e che qualsiasi cosa accada,ti proteggeremo sempre” disse Regina e Carrie annuì. Regina le accarezzò la guancia

“Okay belle bimbe!” sentirono Emma arrivare Si girarono e Emma aveva uno zainetto rosa con un unicorno sopra.

“Ho le tue cose piccola pulce” sorrise Emma guardando Carrie

“Carrie,tesoro,quelle sono tutte le tue cose?” chiese Regina guardando lo zainetto. Lo prese e vide che dentro c’era una copertina e due magliette. Carrie annuì.

“Emma,dobbiamo andare a comprarle delle cose nuove”

“Si ma prima il gelato,vero bimba?” chiese entusiasta,guardando Carrie. La bambina rise e annuì.

Andarono a prendere il gelato e si sedettero ad uno dei tavolini. Carrie leccava il suo gelato mentre colava sulle sue manine paffute. Regina ed Emma mangiavano il loro guardando Carrie.

“Carrie ti sei sporcata la maglia” disse Regina prendendo un fazzolettino. Ma prima che potesse farlo,Carrie spalancò gli occhi e fece cadere il gelato,che le finì sui pantaloni. Si era sporcata. Aveva fatto un disastro.

Significava che doveva essere punita

“Scusa scusa!” esclamò Carrie piangendo “Scusa! Non lo faccio più ti prego. Mi dispiace”

Emma e Regina si guardarono con la fronte aggrottata prima che Regina intervenisse “Ehy,ehy” sussurrò accarezzandole i capelli. Nonle sfuggì il modo in cui la bambina tremò e si allontanò

“Carrie,non voglio farti del male. Non fa niente che hai sporcato i vestiti. Li laveremo. Anzi,ne compreremo tanti altri. Ne hai bisogno comunque. Tranquilla” sussurrò accarezzandola.

Ma Carrie non si calmava. Continuò a piangere e a pregare Emma e Regina di non arrabbiarsi,di non farle del male e perdonarla. Così Regina la prese in braccio. All’inizio Carrie fece di tutto per scansarsi e evitare il contatto ma quando si rese conto che Regina voleva abbracciarla e stringerla e non farle del male,la lasciò fare. Si lasciò stringere e avvolgere e si calmò. E da lì in poi Carrie non volle più lasciare Regina. Si spostò tra le sue braccia e non ne voleva sapere di scendere o muoversi.

Alla fine prese sonno mentre tornavano a casa. Ovviamente Regina l’aveva tenuta in  braccio per tutto il tragitto.

“Pesa? Vuoi che la prenda io?” chiese Emma quando scesero.

“Emma…non pesa affatto” disse Regina preoccupata. Carrie era una piuma e le due donne sapevano che doveva essere malnutrita.Le famiglie precedenti non l’avevano dovuta sfamare abbastanza.

Entrarono e Regina fece stendere Carrie sul divano,coprendola con una coperta calda.

Non appena Regina si staccò,la bambina avvertì l’assenza di calore e si svegliò. In panico e spaventata.

“Tranquilla. Tranquilla Carrie. Sono qui” disse Regina sedendosi e prendendola di nuovo tra le sue braccia “E’ tutto okay” e così Regina trascorse il resto della giornata con Carrie incollata addosso.

Quando non poteva tenerla lei,tipo quando dovette farsi la doccia,si spostò addosso ad Emma.
Non volle nemmeno vedere la sua cameretta. Regina non glielo proprose nemmeno. La portarono direttamente in camera da letto con loro.

Erano felici che Carrie si fosse affezionata a loro in appena una giornata. Erano felici che Carrie si fidasse di loro. Ma allo testo tempo faceva male sapere che era stata la prima volta che ad una bambina così adorabile e tranquilla,fosse stato mostrato affetto e gentilezza. Ecco perché si era affezionata così in fretta. Ecco perché si fidava di loro. Perché loro erano gentili,erano dolci. A loro importava di lei.

Dormì spiaccicata tra Emma e Regina. Le due le lessero una storia. Carrie aveva detto che nessuno le aveva mai letto una storia prima d’ora. Ed Emma le promise che da quel giorno in poi avrebbe potuto avere quante storie voleva ogni volta che voleva. E Regina sorrise,sapendo che Carrie all’inizio non le avrebbe chieste ma che poi,appena presa un po’ di confidenza in più,ne avrebbe chieste a centinaia.

Era tardi quando Regina si svegliò al rumore di lamenti soffocati. Era un pianto soffocato. Aveva il sonno leggero e anche il più piccolo rumore la svegliava.

Ci mise un attimo a rendersi conto della stiuazione. Era nel suo letto. Con Emma. E Carrie.

Carrie.

Alzò lo sguardo e vide che la bambina era seduta e piangeva,cercando di non farsi sentire.

“Carrie” Regina le mise una mano sul braccio e lei saltò spaventata “Ehy,ehy,tranquilla. Sono io” disse Regina con un tono pacato “Che cosa è successo?” chiese “Hai avuto un incubo?”

E a quel punto la bambina perse il controllo. Cominciò a singhiozzare “Non volevo farlo. E’ stato un incidente. Mi dispiace. Ti prego non mandarmi via”

Regina le asciugò le lacrime “Ehy,tranquilla. Era soltanto un brutto sogno. E non ti manderemo mai via,Carrie-“

Ma i singhiozzi aumentarono e Emma si svegliò “Che succede?”

Regina guardò Carri e vide che aveva i pigiama bagnato. Regina sorrise e le diede un bacio sulla fronte

“Va tutto bene. Andiamo a toglierci il pigiama e a lavarci e poi torniamo a letto okay?”

“Non voglio andare via! Non voglio tornare lì” pianse Carrie quando Regina la prese in braccio.

“Carrie,non andrai da nessuna parte. Non ti manderemo via solo perché hai fatto la pipì a letto. Non ti manderemo via per nessuna ragione al mondo. Ti ho fatto una promessa e io mantengo le mie promesse. Ti ho detto che non siamo come tutti gli altri,e ti assicuro che è così”

“Cambio le lenzuola” disse Emma con la voce impastata dal sonno. Regina le sorrise e  andò in bagno con Carrie sul fianco.

Le tolse il pigiama “Mi è venuta un’idea” disse e Carrie la guardò. Non piangeva più ma aveva ancora gli occhi rossi e il singhiozzo.

“Che ne dici di fare un bel bagno con tanta schiuma?”

“Ora?”

“Si,ora” sorrise entusiata Regina.

Carrie rise e annuì. Regina aprì l’acqua e riempì la vasca per poi dare a Carrie la bottiglia di bagnoschiuma.

“Mettine quanto ne vuoi” .

Carrie rise e con le sue manine piccole ma forzute fece forza sulla bottiglia. Regina rise quando vide che versò molto più sapone del dovuto. Probabilmente era più sapone di quanto ne avessero mai usato per lavarla.

Carrie guardò Regina per cerare di capire se era arrabbiata per ciò che aveva fatto e Regina capì quindi sorrise ancora una volta e disse “Sai Carrie…penso che tu sia veramente brava a preparare i bagni”

Carrie capì che non era arrabbiata e saltò nella vasca.

Emma le raggiunse con la maglia più piccola che aveva. Entrò nel momento in cui Regina si protese per legare i capelli di Carrie. Erano le due di notte e stavano facendo il bagno.

La maglietta,anche se era la più piccola che avevano,era comunque larga e le due madri pensarono che fosse la cosa più adorabile di tutte.

Alla fine riuscirono a tornare a dormire. Carrie dormì fino a tardi.

Non ci volle molto perché Carrie si abituasse ma era ancora insicura,aveva ancora paura che da un momento all’altro Regina ed Emma la mandassero via.

Ma si era avvicinata così tanto che aveva cominciato a chiamarle “mamma” e “ma’” che qualche volta dimentivano mammina o diminutivi del genere. Di solito Regina era mammina.

Erano passati mesi,e nonostante tutto Carrie era terrorizzata dallo stare troppo lontana dalle sue madri.

Erano all’asilo per una giornata madri e figlie. Carrie non sapeva ancora che quella sarebbe dovuta essere la sua scuola e che la prossima volta Regina non sarebbe potuta essere con lei tutto il tempo.

Stavano giocando con delle costruzioni quando Regina guardò Carrie “Amore,devi fare la pipì?” aveva notato che la piccola avevva cominciato a fare il balletto della pipì.


Carrie scosse la testa. Regina rise “Ne sei proprio sicura?” disse e Carrie annuì. Qualche secondo dopo la bambina chiamò Regina “Mamma?”

Regina sapeva cosa stava per dirle “Pipì” Regina sorrise e le indicò una porta in fondo “E’ lì il bagno”

“Vieni con me”

“Non c’è bisogno tesoro. A casa vai sempre sola”

“No! Vieni con me!”

“Carrie..”

Regina voleva cercare di abituarla all’idea che non sampre lei sarebbe potuta essere lì.

“MAMMAAAA!” stava per scoppiare a piangere così Regina si arrese “Okay,okay” andiamo. La prese per la mano e l’accompagnò.

Nel bagno c’erano dei lavandini all’altezza di bambino con quattro porte separate. Regina e Carrie si guardarono mentre Carrie continuava a ballare.

“Carrie,ti farai sotto se non vai ora”

“Vieni con me”

“Tesoro sono venuta con te. Ti prometto che non me ne vado,però tu va’ a fare la pipì”

“Prometti?”

“Prometto”

Carrie annuì e entrò in una delle porte.

“Mamma? Sei lì?”

“Si amore”

Circa cinque secondi dopo

“Mamma?”

“Si?”

“Mi racconti una storia?”

Regina sorrise. Carrie aveva il bisogno di sentire la sua voce per essere sicura che fosse lì. Che non se ne fosse andata come tutti gli altri avevano sempre fatto.

Regina non fece nemmeno in tempo a dire “c’era una volta” che Carrie uscì si lavò le manine e saltò in braccio alla madre

“Sei quiiiii” esclamò e Regina le diede un bacio sulla fronte stringendola a sé “Sono sempre qui” sussurrò.

Tornarono a giocare e dopo una mezz’oretta la maestra di Carrie fece cenno a Regina di parlare un attimo con lei fuori. Regina lo disse a Carrie e Carrie annuì,stranamente. Ma la verità era che la bambina era troppo presa dai giochi e non ascoltò ciò che la madre le disse.

Regina uscì dalla classe. La maestra sapeva della storia difficile di Carrie e voleva dei confronti con Regina.

 Non ci volle molto perché Carrie si accorgesse dell’assenza della madre. Non la vide al suo fianco e non ci volle niente perché i suoi occhi si riempissero di lacrime.

L’aveva abbandonata.

Scoppiò a piangere e corse via. Mente parlavano Regina vide una bambina correre via nel corridoio

“Carrie?” mormorò. Era Carrie. “Carrie!” esclamò terrorrizzata correndo verso di lei. La maestra rimase pietrificata,come tutti gli altri.

“Carrie!” riuscì ad afferrarla e fermarla “Amore che è successo?”

“LASCIAMI!” gridò arrabbiata

“Carrie che succede?”

“LASCIAMI STARE!” Regina capì che era meglio lasciarla ma continuò ad insistere

“Amore che è successo?” sussurrò asciugandole le lacrime

“Te ne sei andata” singhiozzò Carrie.

“Cosa?” Regina era confusa

“Te ne sei andata e mi hai lasciata sola”

Regina capì “Oh no tesoro!” la tirò a sé e la strinse,consolando  i suoi singhiozzi “Non me ne sono andata. Ero andata a parlare con la maestra” la strinse ancora più forte. Si sentì così in colpa. Non avrebbe mai voluto ferire la sua bambina così.

“Carrie” disse dolcemente quando vide che Carrie stava ancora singhiozzando “Carrie,amore,guardami” le prese il viso tra le mani “Ti ho fatto una promessa. Io e la mamma ti abbiamo fatto una promessa. E la manterremo per sempre. Ti voglio bene piccoletta” sorrise e Carrie si rigettò tra le sue braccia nascondendo il viso nel collo di Regina.

La bruna la prese in braccio e sussurrò “Vuoi andare a casa?” Carrie la strinse un po’ più forte e poi Regina la sentì annuire.

“Va bene” sussurrò dandole un bacio e poi camminando verso la maestra.

La maestra accarezzò la schiena di Carrie dopo che Regina le disse che sarebbero tornate a casa.

“Amore,non posso guidare tenendoti in braccio” disse Regina. Carrie si rifiutava di lasciarla andare,di scendere dal suo fianco,di sciogliere le braccia dal suo collo.

“Carrie,ascoltami” Regina la strinse “La mamma non va da nessuna parte,e nemmeno tu.Appena torniamo a casa preparo una bella cioccolata calda,così ci mettiamo sul divano e guardiamo il tuo cartone preferito. Va bene?”

Carrie ci mise un po’,ma annuì.

“Okay,quindi ora vuoi scendere?”

Carrie annuì. Regina la fece sedere e le allacciò la cintura.

Quando tornarono a casa Carrie non si staccò da dosso a Regina.Incollata a lei tutto il tempo. Guardarono dei cartoni insieme sul divano,poi Carrie prese sonno e Regina la portò di sopra nel loro letto. Le avrebbe risparmiato un incubo così.

Le diede un bacio sulla fronte e le accarezzò i capelli. La guardò e capì che non avrebbe più potuto vivere senza di lei. Aveva portato tanta di quella luce dopo così tanto dolore e oscurità,che Regina aveva cominciato a dipendere da quella luce. La guardava e sentiva il suo cuore esplodere dalla gioia.

Voleva insegnare a quella bambina,alla SUA bambina,che c’era qualcuno che l’amava e che l’avrebbe sempre amata.
Voleva farle capire che loro ci sarebbero sempre state e che non sarebbero mai andate via.
Voleva darle una bella vita,un’infanzia felice e una famiglia che l’amasse con tutto il cuore.
Voleva stringerla a sé e non lasciarla mai andare.

Perché lei era lì,in carne ed ossa. Respirava tra le sue braccia e Regina ne era grata ogni giorno,ogni mattina quando si svegliava e ogni sera quando andava a dormire.

La guardò e si commosse. Non riuscì a frenare la lacrima. Si incamminò verso il suo armadio e,dal fondo,prese quella scatola.

Tutto ciò che le rimaneva della sua bambina.

La tirò fuori e sorrise,anche se stava piangendo.

Si sedette lentamente sul letto,per non svegliare Carrie e la aprì.

Sfiorò quel pigiama e una marea di ricordi le tornarono alla mente.

La sensazione del tessuto impregnato di sangue appiccicato e freddo alla sua pelle.
L’odore del sangue.
Il dolore nel petto e nelle ossa.
Il bruciore delle lacrime e delle grida che rimbombavano nella gola.

Era tornato tutto.

Toccò quel pigiama lindo. Ma lei continuava a vederlo sporco. Non riusciva a vederlo come era realmente. Ai suoi occhi era ricoperto di sangue,ricoperto del suo dolore.

Lo strinse tra le sue mani e andò in bagno,per metterlo nella cesta dei vestiti sporchi.

Poi si guardò le mani. Strizzò gli occhi. Ma il sangue era ancora lì.

Si precipitò al lavandino per lavarsele ma il sangue non andava via. Cominciò a piangere. A singhiozzare e voleva urlare.

“Regina?” sentì Emma entrare in camera da letto. Non aveva idea di ciò che stava succedendo.

Regina continuò a sfregarsi le mani e a singhiozzare. Emma la sentì. Sgranò gli occhi. Vide la scatola sul letto. E capì.

Corse in bagno “Regina?!” la vide e si precipitò da lei. Chiuse l’acqua e la strinse a sé. Le baciò ripetutamente la fronte “E’ tutto okay” sussurrò.

Ma Regina era rigida e tremante. Il suo corpo era sotto shock. Aveva lo sguardo perso.

“Regina guardami” Emma le prese il viso tra le mani e le asciugò le lacrime “E’ tutto finito. E’ tutto okay. Non c’è sangue. Ti assicuro che non c’è sangue”

Regina chiuse gli occhi per un secondo. Poi tornò alla realtà. Le sue mani erano pulite.

Guardò Emma per qualche attimo e poi si spezzò tra le sue braccia. Si accasciò sul pavimento e si sfogò tra le braccia di Emma.

“Mamma?” sentirono una vocina sulla soglia. Regina scattòla testa in alto e guardò Carrie. Oh no! Pensò.

“Ehy Carrie” si asciugò le lacrime in fretta e le corse vicino. Si chinò davanti a lei e le sorrise,accarezzandole i capelli.

“Perché sei triste?”

Regina pensò di mentire. Pensò di dirle che non era triste. Pensò di inventare qualche scusa.

Ma non riusciva a mentire su Lexie.

“La mamma ha ricordato una brutta cosa che è successa. Tutto qui”

“Come succede a me quando ho i brutti sogni?”

Regina stava per piangere ancora,perché quella bambina di fronte a lei era un miracolo,una seconda possibilità,ma si trattenne.

Annuì perché non si fidava della sua voce.

Carrie sorrise e poi l’abbracciò “Ogni volta che ho dei brutti sogni i tuoi abbracci e quelli della mamma mi fanno sentire meglio”

Regina singhiozzò e rise allo stesso tempo,poi strinse Carrie a sé “Grazie piccola” la prese in braccio e si alzò. Carrie si mise comoda sul suo fianco e strinse Regina “Anche tu mamma!”

Anche Emma aveva le lacrime agli occhi e non esitò un attimo per abbracciarle entrambe. Strinse Regina e Carrie tra le sue braccia e baciò entrambe.

Tornarono in camera da letto e Carrie vide la scatola.

“Che cos’è?” disse quando Regina la fece sedere sul letto.

“E’ una foto” rispose Emma.

“Una foto di che cosa? Non si capisce niente”

“Una foto della pancia della mamma” disse Emma guardando Regina,commossa di nuovo.

“E perché hai fatto una foto alla tua pancia mamma? LA VOGLIO ANCHE IOOO!”

Regina ed Emma risero “Ragazzina,minimo trent’anni prima che tu possa perfino trovare qualcuno che ti faccia fare la foto alla pancia” Emma era già gelosa di Carrie.

Regina abbracciò Carrie al suo petto e poi prese l’ecografia. “Lo vedi questo puntino qui?” fece Regina. Carrie annuì.

“Questo era il bimbo che avevo nella pancia”

“HAI MANGIATO UN BAMBINO?!?!” Emma e Regina risero

“No Carrie” rise Regina “Era lì perché doveva crescere e aveva bisogno di un posto sicuro per farlo” Regina si rattristò per un attimo. Quel posto non era stato poi così sicuro.

Emma le prese la mano e la strinse.

“Oh” disse Carrie “E ora dov’è?”

Regina rimase paralizzata. Che dirle? Come faceva a dirle che una mattina si era svegliata in un lago di sangue che significava che il suo bambino era morto? Che il suo posto sicuro si era trasfomato in un posto letale? Come glielo diceva?

“E’ un angioletto ora” intervenne Emma. Regina,con gli occhi spalancati e pieni di lacrime guardò Emma. Si guardarono negli occhi.

“E’ un angioletto che ci guarda e ci protegge da lassù e che ci ha fatto trovare te,pulce”
Regina strinse la mano di Emma e annuì,mordendosi il labbro,per impedirsi di scoppiare a piangere di nuovo.

“Si chiama Lexie”  Regina si schiarì la voce e le diede un bacio tra i capelli.

Carrie non distolse mai lo sguardo dal puntino sull’ecografia. Emma si avvicinò a Regina e le avvolse le spalle con un braccio. Regina non esitò ad appoggiarsi a lei e trarre conforto dal suo abbraccio.

Emma le baciò la tempia e dopo aver risposto a qualche altra domanda di Carrie su Lexie,decisero di guardare un po’ di tv.

Presero sonno insieme.
Carrie stringeva nella mano l’ecografia di Regina.

Regina si commosse quando,qualche giorno dopo,mettendo a posto le cose di Carrie,trovò un disegno .

“Il disordine che riesce a mettere questa bambina in così poco tempo è imp-” mormorò piegata per raccogliere i giocattoli.Ma le parole le morirono in gola quando vide quel disegno.

Si alzò e lo fissò e si rese conto che stava piangendo solo quando notò che il foglio era impregnato da una lacrima.

Carrie aveva disegnato la loro famiglia. Lei,Emma e Regina. E su di loro c’era un’altra piccola figura. Un angelo.

Era Lexie.

Regina lasciò tutto e corse in cucina per appendere il disegno al frigorifero. Quando Emma e Carrie tornarono dal parco Carrie fu felicissima di vedere il disegno appeso al frigorifero.

Regina sorrise ad Emma si avvicinò a lei e la strinse “Abbiamo fatto bene a parlargliene” Regina annuì

“Hey piccola!” esclamò Emma staccanddo il foglio “Che ne dici se ti aiuto a scrivere i nomi di tutti?” Carrie annuì entusiasta e Regina si sedette al tavolo con loro,ma non seguì ciò che fecero.

Aveva la sguardo perso e un sorriso sul viso.

Si portò la mano al petto e capì che forse era destino.
Forse le cose dovevano andare così.

Capì che dopo una tempesta..esce sempre il sole.



ANGOLO AUTRICE: Nel caso in cui ve lo steste chiedendo: E' un AU senza la parte della foresta incantata. Storybrooke è sempre esistita. Loro hanno la magia. Emma non è mai stata nel sistema. E' cresciuta con i suoi genitori così come Regina. Regina ha comunque dovuto affrontare ciò che ha affrontato. Come la madre super stronza e la perdita del suo primo amore ecc ecc. Non c'è Henry(mi sono accorta troppo tardi che non c'era e non potevo più aggiungercelo) eee nulla. Questo. 
Abbiate pietà. Torno da un matrimonio di 13 ore, sono ancora sconvolta,stanca e dolorante. Non so cosa ho scritto e come. love you all xoxo
  
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