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Autore: Atra    13/09/2015    4 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata la storia di Final Fantasy VIII se Seifer avesse avuto una sorella?
Beh, io sì e questo è il risultato:
Il sangue è un vincolo.
E dai vincoli non ci si può liberare.
E non si può nemmeno scegliere senza farsi male.
O senza subire perdite.
Cosa scelsi io? Perché scelsi?
Quando avrei potuto cambiare qualcosa, feci tutto ciò che era in mio potere?
Il sangue è un vincolo.
Lo rimane anche quando è versato.
Potrai perdonarmi adesso, Seifer?

Buona lettura e spero che vi piaccia!
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Seifer Almasy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami'
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Nel Centro Disciplinare non c'è nessuno.
Mi sfugge un gemito di sorpresa, che mi affretto a soffocare coprendo la bocca con l'elsa del pugnale, mentre scendo dall'ascensore e mi guardo intorno.
Mi trovo in mezzo a un lungo corridoio che si sviluppa quasi all'infinito lungo entrambi gli estremi. Davanti a me, leggermente a destra, una scala sale fino al piano superiore, mentre a sinistra un'altra scende perdendosi nel buio.
Sulle pareti metalliche sono appese delle deboli lampade al neon circolari, che riflettono una luce verdognola sul pavimento e sulle lamiere stesse dei muri, mentre i lampadari oblunghi che sono appesi al soffitto sono stranamente spenti.
A sinistra il corridoio sembra poi piegare verso nord, mentre a destra verso sud.
Magnifico, questo cavolo di posto è un labirinto e nessuno è venuto a darmi il benvenuto! Sono anche piuttosto offesa...
...ma che balla madornale: questa situazione non me la aspettavo e devo dire che mi inquieta parecchio!
-Bene, adesso dove vado?- sbotto infastidita, affidandomi all'unico oggetto familiare che ho, cioè il mio coltello, e stringendolo con la mano sudata.
Devo trovare le celle, ammesso che abbiano davvero portato lì Seifer...beh, rappresenta comunque l’unico punto di partenza che ho, quindi meglio che niente.
-Ok, andiamo di qua- borbotto inquieta, gettando un Fire sulla lama del pugnale per farmi luce e avventurandomi per le scale che portano verso il basso.
Questo posto è altamente tecnologico: le pareti metalliche sembrano insonorizzate e di tanto in tanto sui muri intravedo con la coda nell’occhio lo sfarfallio degli schermi di alcuni computer, rigorosamente in stand-by.
Quando arrivo in fondo alla scalinata, sono costretta a svoltare a destra e mi trovo davanti a una piantina del Centro Disciplinare proiettata sulla parete e affiancata da due porte metalliche scorrevoli, dotate al centro di uno stretto spioncino rettangolare che rivela solo buio dietro di sé.
I battenti hanno la scritta "Chiuso" lampeggiante in rosso sopra un display rettangolare appena sotto la finestrella centrale e allora non provo nemmeno ad aprirli.
Mi avvicino invece alla mappa, attraversando il raggio polveroso della proiezione e coprendo per un breve istante la mappa con la mia ombra scura e confusa con il resto delle tenebre che mi circondano.
A quanto pare qui nei piani bassi tengono l'archivio della scuola: superata la porta a sinistra si giunge nel reparto A-M, mentre varcando la porta a destra si arriva al reparto N-Z.
I piani superiori ospitano gli uffici e alcune stanze di cui ignoro la funzione, ma che ora come ora non mi interessano.
Invece nel piano mediano dove sono arrivata con l'ascensore si trovano le prime celle, affacciate su entrambe le ali dei corridoi. Quindi devo tornare lì per cercare Seifer.
Ma chissà perché qui non c'è nessuno. La situazione non mi piace, soprattutto perché ho a che fare con SeeD, che non devono tutti essere come gli incapaci che ho incontrato finora. Ciò vuol dire che mi devo aspettare di tutto e l’ignoto è il più grande nemico dei nervi saldi.
Mentre faccio queste considerazioni con un nervosismo sempre crescente, torno indietro e salgo le scale, lieta dopotutto di non dover rimanere in questo posto così buio per tanto tempo.
Una volta tornata al piano mediano, scelgo il corridoio alla sinistra dell'ascensore e lo percorro correndo silenziosamente, gli stivali che battono leggermente sulle lamiere di metallo. Una volta arrivata al punto in cui devo curvare a destra mi appiattisco contro la parete fredda e spengo la fiamma del coltello, infilandolo poi nella cintura e incoccando una freccia. Un respiro profondo e...svolto l’angolo.
Tutto inutile: questo posto è più deserto della testa di Raijin.
Mi avvicino cauta alla porta della prima cella, che riporta anch'essa la scritta "Chiuso", ma ha anche una finestrella attraverso cui spiare: dentro è buio, ma accostando al vetro il coltello che ho di nuovo illuminato riesco a fare un po' di luce, constatando che la cella è vuota.
Passo di porta in porta, non trovando anima viva in nessuna delle stanze che si trovano dietro i battenti. Quando arrivo alla fine del corridoio, torno indietro con una strana ansia che inizia a mordermi lo stomaco.
Dove hanno portato mio fratello?
Sto perdendo troppo tempo, maledizione. Potrebbe arrivare chiunque in qualunque momento.
Sfreccio davanti all'ascensore e prendo l’altro corridoio a destra, esaminando freneticamente tutte le celle.
Non credevo che il Centro Disciplinare fosse un posto così tetro. A quanto ne so il Garden non l’ha mai usato, ma ogni struttura come la nostra deve averne uno, in cui internare prigionieri speciali che hanno bisogno di massima sorveglianza oppure insubordinati ostinati (come qualcuno). A questo proposito, vorrei poter dire che con me e Seifer non è bastato, ma non ho ancora trovato mio fratello e sto iniziando seriamente a disperare di poterlo tirare fuori di qui.
Nel momento più pessimista dei miei pensieri arrivo all'ultima cella con il fiato in gola e ripeto l'operazione che ho compiuto per le altre: sollevo il coltello e guardo dentro.
Un paio di occhi in basso a sinistra restituiscono il mio sguardo e il mio cuore ha un tuffo.
Batto un pugno sulla cella, che ovviamente è chiusa come tutte le altre.
Ma chi c'è dentro si alza in piedi e si avvicina, sfiorando il vetro rigato dal tempo con la punta dell’indice, a cui manca una falange.
Non è Seifer.
-Ehi, mi senti?- grido, mentre la mia voce risuona in modo scomposto e invadente nel silenzio del Centro.
-Sì, l'isolamento alle celle non funziona quando non c'è corrente - mi risponde un ragazzo, il lampo di un sorriso che illumina il suo volto incorniciato da lunghi capelli che sembrano biondi e completamente immerso nella luce rossastra proveniente dal mio coltello - Tu devi essere la ragazza che stanno cercando tutti quanti-.
La sua voce sconfina in un certo tono canzonatorio che mi fa irrigidire di colpo e mi spinge alla difensiva:
-Sì, sono io - annuisco con uno sbuffo nervoso - E visto che sei così ben informato, saprai anche chi cerco e dove posso trovarlo- concludo, guardandomi rapidamente intorno.
Il ragazzo scoppia a ridere e mi fa l'occhiolino, il volto metà immerso nell’ombra e metà inciso dalla luce danzante della fiamma:
-Tranquilla, qui siamo solo io e te. Ma di sotto...-.
-Di sotto sono già andata e non c'è nessuno- lo interrompo seccata dal fatto che non possa aiutarmi. Il ragazzo fa "no" con l'indice monco:
-Non certo solo scendendo le scale! - ridacchia con una smorfia - Se giri la chiave al contrario quando la infili nell'ascensore, arrivi al cuore del Centro Disciplinare. I SeeD ti stanno aspettando lì. Hanno tolto la corrente solo al generatore del Centro, separato da quello che apre le porte e fa funzionare l'ascensore, giusto per farti una bella festa a sorpresa- ammicca alla fine con un risolino, come se stia dalla loro parte. Peccato che sia loro prigioniero qui, anche se non so perché.
-L'ascensore sarà ormai stato bloccato- sospiro sconsolata, realizzando anche che, se così fosse, non potrei più uscire da qui.
Lui sembra notare il mio disagio e i pensieri che lo suscitano, perché mi fa un altro occhiolino:
-Non sarebbe una cattiva idea rimanere qui con me, sai? - sorride ridacchiando ancora - Dovresti solo aprirmi la porta- mi dice, sollevando le sopracciglia in un arco che disegna una profonda ruga orizzontale sulla sua fronte.
Mi allontano immediatamente dal vetro della cella, sollevando il coltello e stringendolo così forte da farmi schioccare le nocche.
-Tranquilla bellezza, c'è un modo per arrivarci anche senza ascensore! - esclama il tipo, lo sguardo leggermente contrariato - Scendi le scale che sai e poi segui la strada che trovi dietro alla mappa. Non fidarsi mai delle proiezioni: non ve lo insegnano a scuola?- mi spiega, ridendo della mia faccia stupita.
Maledizione, se ci avessi pensato prima non avrei girato a vuoto perdendo così tanto tempo! Non dubito nemmeno per un secondo che questo qui non stia dicendo la verità: è l’unica strada che ho, tanto vale provarci.
Borbotto un ringraziamento forzato e mi volto per correre via.
Un colpo risuona alla porta della cella, che trema con un cigolio persistente:
-E adesso che ti ho aiutato...mi libereresti? Devi solo premere il pulsante che c'è alla destra della porta!- mi chiede il tipo, leccandosi le labbra alla luce debole del mio coltello.
Un sorriso di scherno mi incurva la bocca, anche nel momento peggiore:
-Non ci penso nemmeno- rispondo melliflua, incominciando a correre per allontanarmi da questo pervertito prima di fargli la pelle a suon di pugnalate, inseguita dal suo ruggito di frustrazione che, purtroppo per lui, corre meno veloce di me e si perde in fretta dietro le mie spalle. Ma gente di questo tipo deve venire a scocciare proprio me? Dico, hanno proprio voglia di farsi male!
Scacciando i soliti propositi omicidi in una lotta per rimanere lucida, scendo le scale di fronte all'ascensore e oltrepasso la proiezione della mappa coprendomi gli occhi con il braccio. Mi ritrovo in un corridoio buio e stretto, che però riesco a vedere svoltare a destra verso il fondo, anche grazie alla debolissima luce che proviene da lì.
Potrebbe sembrare uno svantaggio il fatto che dovrò combattere nella penombra, se non nell'oscurità assoluta...ma sono stata addestrata anche io a essere un SeeD, quindi so bene come muovermi.
Mentre avanzo spengo il fuoco sul pugnale e preparo i soliti incantesimi. Con questa penombra le frecce mi serviranno a poco...
Arrivo in fretta alla fine del corridoio e faccio appena in tempo ad appiattirmi contro la parete prima che mi becchino.
Anche alla luce fioca riesco a distinguere cinque SeeD schierati l'uno al fianco dell'altro che guardano nella mia direzione. I due agli estremi della fila, che sbarra completamente il passaggio, e quello centrale sono muniti di pistola, mentre gli altri due sono armati di spade.
Ok, devo per forza abbatterli per passare, ma come? Attirare l'attenzione a questo punto è inevitabile. Quindi devo usare la magia più devastante che ho, giusto per combinare un bel casino ed evitare che mi prendano tutti insieme. Se li sorprenderò, non sarà la stessa cosa che combatterli contemporaneamente.
Mi abbasso sulle ginocchia, posando una mano sul pavimento. Funzionerà anche qui? Non mi resta che provare.
-Quake- mormoro, battendo con forza la mano sulle lamiere sotto ai miei piedi e poi usando immediatamente un Levita per sollevarmi in aria.
Il metallo si spacca con un violento clangore e viene immediatamente scosso da un vero e proprio terremoto, che coglie di sorpresa i SeeD e li costringe a sciogliere i ranghi: i cinque soldati crollano infatti a terra finendo pericolosamente sull'orlo delle lamiere, accavallate le une sulle altre.
Mentre sotto di me si scatena l'inferno, colgo l'occasione per aprirmi la strada il più in fretta possibile: ancora sospesa in aria, lancio il pugnale contro il SeeD più vicino alla parete alla mia destra; la lama gli trapassa la spalla e lo inchioda al metallo dietro di lui.
Nel frattempo un altro SeeD, riuscito a rimettersi miracolosamente in piedi, impugna la pistola e mi spara qualche colpo impreciso, prima di cadere rovinosamente a un nuovo sussulto del terreno.
Mi inclino velocemente in avanti con uno slancio così potente da fare una capriola che mi permette di allontanarmi dalla traiettoria dei proiettili (lo ammetto, tutta fortuna) e che mi porta a sfiorare con i piedi la parete metallica alla mia destra. Allungo la mano per afferrare il coltello e lo strappo dal corpo del SeeD che avevo colpito, facendo leva sul muro con il piede.
In questo momento il terremoto si quieta e allora annullo velocemente l'effetto del Levita mentre sono a mezz'aria, piombando come una furia sui quattro SeeD rimasti senza dare loro il tempo di rialzarsi.
Atterro sulla schiena di un SeeD e sfrutto lo slancio della caduta per conficcargli il pugnale nella carne. Strappo via la lama e rotolo a terra, cogliendo con la coda nell'occhio il movimento di qualcuno con una pistola.
I proiettili mi raggiungono subito, schiantandosi sul Protect che ho appena sollevato, da dietro il quale scaglio immediatamente il coltello che avevo recuperato in armeria. Non mi fermo ad aspettare il tonfo del corpo che cade: non appena la raffica di colpi si è fermata, mi slancio in avanti, pronta a colpire.
In questo momento un dolore lancinante al braccio destro mi coglie di sorpresa e quando mi volto troppo velocemente devo stringere i denti per non urlare quando la lama di una spada mi penetra ancora più profondamente nella carne.
Stringendo i denti, mi passo il coltello nella mano sinistra e mi abbasso velocemente, ignorando lo squarcio al braccio, per evitare che la spada mi sfregi la faccia. Rotolo in avanti per schivare un fendente che arriva puntuale e mi volto nel momento in cui la mano armata del SeeD mi sfila davanti al viso.
Il mio coltello ha un guizzo e conficco istintivamente la lama nella carne dell'uomo, fino a incontrare il duro dell'osso. L'uomo lascia andare la spada con un urlo e a questo punto, strappato il pugnale dalla sua mano, mi volto per abbatterlo con un colpo di taglio diretto al fianco.
Faccio per rialzarmi, quando una doppia raffica di proiettili mi inchioda a terra, costringendomi a sollevare l'ennesimo Protect, anche se leggermente in ritardo. Osservo con un moto di disperazione il proiettile che si è conficcato nel muro dopo avermi trapassato la spalla sinistra e sento una lacrima di dolore scendermi lungo la guancia.
Io non mi arrendo.
Maledizione, devo farlo per Seifer. Devo andare fino in fondo.
Le mie dita tremanti scivolano con prudenza sulla ferita al braccio destro, mentre evoco un'Energira che la guarisca. Poi, mentre lo squarcio si sta ancora rimarginando, passo il pugnale nella mano destra e scatto in piedi per attaccare, sfruttando il momento in cui i due SeeD rimasti stanno ricaricando.
Lancio un Fira sul pugnale e lo scaglio, ma l'uomo più vicino riesce a evitarlo con uno scarto repentino. Alla luce del fuoco riesco a vedere meglio i due uomini, studiandoli già come dei bersagli.
Eh sì, è arrivata l'ora di usare l'arco.
Uno dei due riprende a spararmi e io mi riparo dietro a un altro Protect, cogliendo l'occasione per rimarginare anche la ferita alla spalla.
Quando la raffica di proiettili del primo termina, il secondo SeeD lo sostituisce per non darmi tregua.
Il Protect sta per rompersi, ma non posso permettermi di erigerne un altro: non ho tutto il tempo del mondo e sento già altri passi in avvicinamento. Piuttosto che farmi sorprendere mentre combatto, preferisco andare incontro ai miei nemici.
In questo momento la mia barriera va in frantumi e io non mi faccio cogliere impreparata: una freccia infuocata è già pronta contro la corda del mio arco e non mi resta altro da fare se non mirare e scagliarla.
Mentre è in aria, il Fira con cui l'ho incendiata esplode, facendo scoppiare i proiettili prima che raggiungano il mio corpo.
I due SeeD abbassano la pistola e allora colgo il momento: altre due frecce partono dalla mia corda e raggiungono entrambi al cuore, ancora prima che la prima si sia conficcata nel muro, accanto al pugnale.
Mi alzo e mi precipito a recuperare il coltello ancora infuocato, rimettendomi l'arco a tracolla mentre riprendo a correre come una forsennata.
Non faccio pochi passi che subito mi imbatto in un nuovo gruppo di SeeD: Hyne, ma hanno radunato qui tutto il reparto difesa? Manco fossi un pericolo pubblico! (nota dell' "autrice": forse perché lo sei, magari?!).
-È lei: prendiamola!- esclama una donna rossa di capelli, sguainando le sue doppie lame. In risposta, io rinsaldo la presa sul mio pugnale e stringo gli occhi per vedere meglio nella penombra.
Questi sono in quattro e mi si avventano contro tutti contemporaneamente:
schivo abbassandomi le due lame della donna, che si chiudono a forbice appena sopra mia testa, e mentre mi rialzo devo scansarmi velocemente a sinistra per evitare di essere colpita dal grosso coltello della sua collega bionda.
In questo momento un pugno mi raggiunge al fianco e sento gli spuntoni di un tirapugni conficcarmisi nella carne. Mi libero con uno strattone e, stringendo i denti, arretro contro il SeeD che mi ha colpito fino a sbatterlo contro la parete, cercando di trafiggerlo con il pugnale nell'altra mano.
Il quarto SeeD spazza il terreno sotto i miei piedi, facendomi cadere e io afferro il colletto della divisa dell'uomo davanti a me e lo trascino a terra. Ad aspettarlo c'è la lama del mio pugnale, con cui gli disegno un lungo taglio sul torace, prima di scrollarmelo di dosso con una ginocchiata al ventre.
Mi rimetto velocemente in piedi e nel mentre paro un doppio fendente della SeeD con le daghe, mettendo il pugnale di traverso e, aiutata dallo slancio che mi sono data nel rialzarmi, deviando la prima daga, che cozza contro l'altra, e approfittandone per allontanare con forza la prima SeeD, arretrando poi per evitare il colpo di taglio dell'uomo con il coltello.
Lui però cambia velocemente strategia e la lama guizza per compiere un affondo dritto al mio torace. Il mio pugnale si interpone a un soffio dal mio corpo, ma l'altro fa scivolare la sua lama sulla mia e mi ferisce superficialmente, prima che io impugni più saldamente il coltello e lo affondi nel suo polso fino a quando non emerge dalla parte opposta.
Il SeeD si tira violentemente indietro per liberarsi e a questo punto la mano si stacca nettamente dal braccio con uno schiocco secco. Il suo urlo è soffocato solo dal Morfeo che gli lancio per pietà, prima di essere assalita dalle due SeeD rimaste.
-Questo ti costerà la galera, Almasy- sogghigna la bionda, mentre sferra una pugnalata per sfregiarmi il viso. Arretro velocemente, non riuscendo a evitare che la punta della sua lama mi graffi il sopracciglio destro.
-Questo invece una bella medaglia, vero lurida?- ringhio, tentando un affondo che l'altra para senza difficoltà. Mi guardo intorno per cercare la rossa con lo sguardo, ma non la trovo...dove diavolo sarà finita?
-La medaglia arriverà quando ti porteremo dalla Trepe- mi corregge intanto la bionda, facendo un segnale a qualcuno dietro alle mie spalle.
Le lame della rossa sibilano in aria, prima di conficcarsi profondamente nel mio fianco e nella base della mia schiena.
Ecco dov’era! Perfetto, mi sono fatta giocare come un’idiota.
Crollo in ginocchio senza fiato, trattenendo un gemito di dolore mentre le lame escono dal mio corpo con la stessa violenza con cui sono entrate.
Davanti a me vedo danzare le scarpe delle due SeeD, prima che una di esse si sollevi a colpirmi il viso con un calcio, che mi spedisce con forza contro il muro.
Oltre al rimbombo tremendo del mio corpo che colpisce il metallo, sento lo scalpiccio di molti altri piedi di SeeD che stanno accorrendo in tutte le direzioni.
Riesco a malapena a evocare uno Shell, contro cui si schiantano il Morfeo e il Novox con cui le due SeeD cercano di rendermi inoffensiva.
Beh, non serve: il dolore, la stanchezza, lo sconforto fanno già la loro parte e mi accascio contro il muro mezza svenuta.
-Fermati Roxanne, è già incosciente- sento dire confusamente alla bionda, nel momento in cui la sua collega rossa sta per riprovare ad addormentarmi.
-Prof. Trepe? L'abbiamo fermata- dice intanto in un apparecchio uno dei SeeD appena arrivati.
Io ormai non riesco più a tenere gli occhi aperti e sento le forze abbandonarmi il corpo.
In questo momento Leviathan mi manda un leggero impulso e la mia mente, che sta per sprofondare nell'incoscienza, reagisce subito ritornando vigile.
La mia miglior arma è la sottovalutazione.
Accidenti, ho un'occasione grande come una casa e non la sto cogliendo?!
Ma finché non rimargino le ferite non potrò fare niente...
Mi muovo lentamente e in silenzio, gli occhi semichiusi e le dita nascoste per celare il freddo bagliore degli Energira che lavorano per rimettermi in sesto.
Ci vuole qualche minuto, durante il quale questi idioti di SeeD esultano per le loro future  medaglie "alla brillantissima cattura di una semplice studentessa imbecille", ma alla fine il dolore scompare, lasciando solo il muscolo un po' indolenzito, tuttavia funzionante.
E adesso sono pronta alla contromossa!
-Intanto che aspettiamo la Trepe, possiamo sempre fare un po' d'aria...non credete che ci sia odore di chiuso, qui? - domando ironicamente, ottenendo nuovamente la loro attenzione - Tornado!- evoco poi, proteggendomi dalla magia con uno Shell e appiattendomi contro il muro.
In uno spazio così ristretto il ciclone d'aria assume proporzioni devastanti, scagliando in tutte le direzioni i SeeD e aprendomi la via per superare anche il secondo schieramento.
Ma con la Trepe in arrivo e senza aver ancora trovato Seifer...credo che il peggio debba ancora arrivare, contando anche sulla mia generosissima fortuna.
Supero una macchia argentea sulla parete che deve essere l'ascensore e mi prendo un attimo per valutare che se fossi arrivata da lì non avrei avuto scampo con una decina di SeeD che mi avrebbero assalito da entrambi i lati.
Continuo la mia corsa guardandomi intorno freneticamente, mentre le urla di uomini e donne dietro di me mi avvisano che la mia presenza è nuovamente richiesta. Certo che potrebbero essere più gentili, eh... e anche un po' meno coriacei, grazie; anche perché non credo che sarò in grado di combattere ancora per molto.
Se qualcosa andasse per il verso giusto, almeno...
Improvvisamente la voce che stavo cercando mi chiama, un po' roca ma chiara e forte come speravo.
-Atra, sorellina?-.
Sia ringraziato Hyne, l'ho trovato.


Weeee, Atra è riuscita nel primo dei suoi intenti: trovare Seifer! Adesso però deve portarlo fuori dal Garden e i guai non sembrano essere finiti...anzi, sono appena iniziati!
Se avete visto bene qui Atra fa tanto la spavalda ma i SeeD le danno molto filo da torcere...insomma, non è infallibile e credo l'abbia capito anche lei.
Per quanto riguarda il prigioniero che dà due dritte ad Atra (e le dice anche qualcos'altro, ma fortunatamente c'era di mezzo la porta se no non so come sarebbe andata a finire, ahah!)...non è un personaggio infilato a caso e nel gioco non esiste (come praticamente il Centro Disciplinare...è stato menzionato ma mai esplorato, il che è un gran peccato perché sarebbe stato un bel posto...tranne per chi ci sarebbe finito dentro, ovviamente!).

Piccola nota: gli aggiornamenti diventeranno settimanali e saranno ogni domenica. Questo perché domani ricomincio la scuola (con mia somma gioia) e quindi il tempo libero sarà ridotto (con mia somma gioia)... e di conseguenza avrò meno tempo per scrivere (con mia som...ehm, sì insomma, avete capito).
Mi prendo un'altra riga per ringraziare tutti coloro che leggono la mia storia e coloro che la recensiscono. Per me è davvero importante: grazie di cuore.

Ok, momento-tenerezza finito: appuntamento a domenica prossima con una nuova Odissea dei due Almasy (almeno sono in due, adesso...)! Stay turned, mi raccomando! Ciao!

   
 
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