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Autore: _ Arya _    14/09/2015    9 recensioni
Sequel di "Rescuing The Jolly Roger Helmsman - Storybrooke Hospital"
La specializzanda Emma Swan, sta vivendo la sua nuova vita col paziente a cui tre mesi prima ha salvato la vita. Lo stesso vale per la sua collega e migliore amica Regina Mills.
Frequentarsi al di fuori dell'ospedale è fantastico, quanto diverso. Ci si inizia a conoscere più a fondo, ed è a qual punto che una relazione può rafforzarsi o distruggersi.
Soprattutto quando si è davvero innamorati, non è facile essere il fidanzato di un chirurgo la cui vocazione è salvare vite, non a Storybrooke quando non sai mai cosa ti aspetta dietro l'angolo.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Promise














REGINA POV

Avevamo messo Roland a letto per il suo pisolino pomeridiano, ma non avendo sonno io e Robin, avevamo deciso di rilassarci un po' sullo spazioso terrazzo della nostra suite.
Tuttavia ero piuttosto nervosa, e stavolta non per via della bambina che mi prendeva a calci: avevo deciso che quello era il momento per fargli la proposta, solo che le mie certezze stavano vacillando sempre di più, ogni secondo che passava. E se per lui fosse stato troppo presto? Forse avrei dovuto portare in qualche modo più rispetto alla sua defunta moglie, ed aspettare almeno un altro anno o due. Se mi avesse detto di no, sapevo che ci sarei rimasta male per quanto cercassi di convincermi del contrario.
Eppure tra noi andava tutto a gonfie vele, e soprattutto stavamo per avere una figlia! Una figlia tutta nostra, che ci avrebbe resi definitivamente una famiglia. Se questo gli andava bene, era possibile che prendesse male l'idea di sposarci?
-Regina, stai bene?- mi domandò il mio uomo, ed alzai lo sguardo su di lui confusa; che aveva lasciato il posto sulla sua sdraio ed era chino su di me.
-Sì scusa...
-Sicura? C'è una cosa importante di cui vorrei parlarti, ma credo sia meglio se sei in forma...
-Sto bene. Stavo solo pensando, perché anch'io voglio dirti qualcosa.- dissi d'un fiato, per non poter più tornare sui miei passi.
-Oh... ok, vai prima tu.
-No Robin, fidati di me. Prima tu.- dissi; se avessi parlato prima io probabilmente si sarebbe dimenticato ciò che aveva da dirmi. Anzi, sicuramente, qualsiasi fosse stata la sua reazione: che fosse stato felice o meno era sempre qualcosa di grosso, qualcosa che avrebbe occupato la mente di chiunque al cento per cento.
Non sembrò tanto convinto, ma io continuai a guardarlo in attesa: oltre al fattore shock, avevo bisogno di qualche minuto per prendere forza e riuscire a chiedergli di sposarmi, quindi doveva collaborare, pur inconsapevolmente.
Quando però mi prese le mani per farmi sollevare e mettere seduta iniziai a preoccuparmi un po': cos'aveva intenzione di dirmi? Forse qualche brutta notizia? Sembrava così serio che non potei escludere quest'eventualità.
-Robin...- sussurrai, accarezzandogli la mano incerta.
-Regina... ti amo.- iniziò, e poi prese un gran respiro -E non lo dico tanto per dire. È vero, quando Marian è morta io non l'amavo più ma... era la madre di mio figlio, era ancora importante per me. Io ero distrutto, non sapevo come andare avanti, soprattutto non sapevo se ci sarei riuscito. Ero solo con un bambino ancora piccolo, e non ero certo di poter essere un buon padre padre, non ero affatto sicuro di farcela. Invece mi è capitata questa dottoressa che sembrava incutere paura a tutti da ciò che avevo sentito... invece ciò che ho visto io era una donna forte e determinata ma anche dolce e splendida. Mi sei subito stata vicino come un'amica, e non solo come medico... ti sei presa cura di me, ma contemporaneamente hai abbassato le difese lasciando che anch'io potessi prendermi cura di te. Ti sei aperta, e mi hai dato modo di conoscere i motivi delle tue ferite ancora aperte, anche se nascoste... e mi hai dato modo di ricucirle.
Pausa. Io ero muta, la mia mente era bloccata, e anche il mio respiro. Solo il mio cuore batteva all'impazzata, così forte che sembrava volermi uscire dal petto.
-E poi- riprese -il nostro primo appuntamento all'infuori delle mura dell'ospedale, il fatto di entrare l'uno nella vita nell'altro in maniera così travolgente e veloce... non credevo sarebbe stato mai possibile. Non credevo di poter tornare ad amare così in fretta, invece è stato così... ti amo più di quanto tu possa immaginare, più di quanto io stesso riesca a rendermi conto. Sei una persona speciale, così speciale che hai deciso di voler dare un occasione a nostra figlia, nonostante per te non sia il periodo migliore. Quando mi hai detto di essere incinta eri spaventata, e avevi paura anche della mia reazione... io invece ho provato una gioia immensa, perché... lo so che non ci conoscevamo da molto, lo so che visto dall'esterno avrebbe potuto sembrare tutto molto affrettato... ma io ero già certo che tu fossi la donna della mia vita, e questa bambina è il frutto del nostro amore... mi era impossibile non esserne felice. E più passano i giorni, più io continuo ad amarti sempre di più, e neanche lo credevo possibile. Se anche per te è così, Regina...
Ormai ero in apnea, con gli occhi offuscati da delle lacrime che non ricordavo neanche in quale momento preciso mi avessero bagnato gli occhi; ma quando lo vidi inginocchiarsi davanti a me gli ultimi dubbi sulle sue intenzioni sparirono, e mi venne da ridere e piangere a dirotto allo stesso tempo: decisi di dare mentalmente la colpa agli ormoni, perché io non ero così emotiva, non lo ero mai stata. Eppure in questo momento ero in totale balia delle emozioni.
-Vorresti rendermi l'uomo più felice del mondo concedendomi l'onore diventare mia moglie?
-Oh Robin...- sussurrai solamente, facendo passare lo sguardo dall'anello a lui e viceversa. Poi gli presi la mano libera e lo tirai su, scoppiando a ridere mentre le lacrime non riuscivano a fermarsi, e lo strinsi a me con forza.
Quando aveva iniziato quel discorso mi ero fatta mille idee, e ovviamente mi era balenata anche l'ipotesi che volesse chiedermi di sposarlo, ma era sembrato troppo assurdo: insomma, quante possibilità c'erano che due persone decidessero di chiedersi di sposarsi nello stesso preciso momento?
-Regina... stai... stai bene? Io... ho sbagliato qualcosa?
-No- dissi sciogliendo l'abbraccio e guardandolo negli occhi -Non hai sbagliato niente. Certo che voglio diventare tua moglie ma...
-Ma cosa?- mi interruppe preoccupato, e dovetti posargli una mano davanti alla bocca perché non mi interrompesse.
-Zitto e lasciami parlare. Quando ti ho detto che dovevo dirti qualcosa di importante, intendevo anch'io la stessa cosa. Intendevo chiederti di sposarmi, e... rido, perché la situazione è... incredibile.
-Sul serio?!- spalancò gli occhi incredulo, e io annuii: finalmente si unì alla mia risata, e mi prese il volto per baciarmi le labbra con foga; io ricambiai felice, e strinsi le mani nelle sue braccia vigorose, che da sei mesi a questa parte mi avevano sempre sostenuta.
Mentre lo baciavo pensai che fosse stato meglio così, alla fine: il suo discorso era stato bellissimo, era riuscito a farmi piangere, ed io a parole non avrei di certo potuto competere con lui. Ci avevo provato a formulare delle frasi di senso compiuto, mentalmente, ma il romantico della coppia era lui, e aveva reso tutto perfetto.
-Beh... ora puoi mettermelo l'anello al dito.- dissi, tornando a sedermi e porgendogli la mano.
Si ridestò anche lui, e me la prese per poi infilare una delicata fedina d'argento, con una piccola pietruzza bianca in mezzo: semplice ma stupendo, come sapeva piaceva a me.
Perché lui mi conosceva, conosceva i miei gusti, ed ogni piccolo dettaglio di me: non era come gli altri uomini. Lui aveva detto a me che ero speciale, ma la verità era che lui lo era. Non era mai stato solo sesso, non aveva mai voluto solo quello: fin dal primo istante era stato tenero, gentile, e mi aveva fatto capire di essere importante per lui.
-Per me sei tu quello speciale, Robin.- decisi di confessargli mentre mi guardavo la mano con un sorriso, poi alzai lo sguardo su di lui; -Lo sai che non sono molto brava con le parole, non so esprimere i miei sentimenti come sai fare tu... ma ci tengo che tu lo sappia. Neanch'io credevo di poter più amare, ma con te è stato tutto così naturale che... neanche me ne sono resa conto. Mi sono ritrovata ad amarti senza neanche capire come ci sono arrivata.
-Forse non saprai fare discorsi lunghi e dettagliati come...- sorrise -Ma ciò che hai detto vale più di mille altre parole. Di cui tra l'altro non ho bisogno, tu ogni giorno mi dimostri quanto tieni a me solo coi gesti, e questo vale più di ogni altra cosa al mondo.
-A proposito di gesti... stanotte potremmo fingere che io non sia incinta, e non so... festeggiare?- proposi incastrando le dite delle mani nelle sue; era da un po' che pur concedendoci delle tenerezze aveva cercato di andarci molto cauto con me, e lo apprezzavo, ma ora avevo bisogno di lui ed ero sicura che alla bambina non sarebbe successo nulla di male.
-Certo, si può senz'altro fare. Basta che tu stia bene.
-Sto bene, Robin Hood. Per una volta smettila di preoccuparti, pensi di potercela fare?
-Sì, credo di sì milady!- rise, e si sedette sulla sdraio dietro di me, lasciandomi poggiare sul suo petto.
-E comunque, anche se ti ho preceduta... sono lusingato del fatto che volessi chiedermi di sposarti. Anch'io di avrei detto di sì.
-Lo so- risi ancora, e mi voltai a baciarlo.
D'accordo, potevo ufficialmente smettere di dare la colpa agli ormoni: sicuramente svolgevano la loro parte, ma era lui a farmi sorridere più del solito.
E l'aveva fatto fin dall'inizio, solo che non me ne ero mai resa conto davvero.
Non avevo più paura di essere felice, ed il merito era di Robin Hood, il mio futuro marito.

 

 

***

 

 

 

EMMA POV

Forse non era il momento. Avevamo appena fatto l'amore, ed eravamo nudi poggiati contro il legno freddo della nave, eppure sentivo di non poter più aspettare.
Trovare di nuovo il coraggio non sarebbe stato facile, e dovevo approfittare del momento sperando di non fare brutte figure balbettando o qualcosa del genere.
-Dimmi... che c'è?- sussurrò, prendendo le mie mani e incrociando le nostre dita.
E allora decisi di buttarmi.
Avrei potuto fare le cose in grande, cercare di rendere tutto perfetto, ma cos'era la perfezione? I palloncini, i fuochi d'artificio, una pioggia di coriandoli?
No, quelli non erano altro che dei contorni... bellissimi contorni, ma pur sempre contorni. L'unica perfezione che avrebbe potuto esserci eravamo noi, nella nostra semplicità e nella nostra gioia.
Più lo guardavo negli occhi e più me ne convincevo, perché era bellissimo: e non solo esteriormente, Killian Jones era bello dentro. Splendido. Aveva un'anima meravigliosa, un'anima che si era legata alla mia fin dal nostro primo incontro, anche se ci era voluto un po' per rendercene conto. Ora però eravamo una famiglia, innamorati e legati più che mai, ed era questo che contava.
-Killian...- iniziai, accarezzandogli la guancia con la mano libera -Lo so che non è stato facile stare con me. Forse uno dei motivi per cui non ho ceduto subito, è stato perché la tua perseveranza mi ha fatto sentire in qualche modo lusingata... è un po' egoistico immagino. Ma erano anni che un uomo non mi dedicava tutte quelle attenzioni così speciali. Con August è stato diverso, non ha dovuto conquistarmi... ma non è delle mie vecchie storie che voglio parlare. Tu però mi hai fatta sentire speciale, e nonostante fossi tu il paziente, in momenti di grande bisogno sei stato lì per me a confortarmi, senza aspettarti nulla in cambio. E mi hai sostenuta, in tutto quello che facevo... pur lottando in più occasioni tra la vita e la morte, sei stato la mia roccia, anche se non è stato facile ammetterlo. Poi ti ho baciato, e in cuor mio sapevo già che quello era soltanto l'inizio della fine...
Mi fermai un attimo a riprendere fiato; lui stava in silenzio e continuava a guardarmi negli occhi, con le sue bellissime iridi più blu del mare sotto di noi. In altre occasioni sarei rimasta paralizzata, ma ora il suo sguardo mi infondeva forza.
-Poi... poi si è evoluto tutto, insomma... ho iniziato a passare da te sempre più spesso, e mi piacevano i tuoi baci, le tue coccole... tutto. In qualche modo, in poche settimane hai saputo darmi più certezze di quante qualsiasi altro uomo me ne abbia mai potute dare in anni e anni... e così, quando ho deciso di adottare Lily, nella mia mente tu eri già suo padre. Tu eri già parte della mia famiglia. La prima volta che abbiamo fatto l'amore è stata magica, perché non è stata solo passione... era già amore. Tu avevi paura di sfiorarmi, avevi paura di farmi del male... e forse per me era presto, ma non ci ho neanche pensato, perché eri tu. Eri tu, e io ti desideravo dal profondo del mio cuore. Poi sei stato dimesso, e le cose non hanno fatto altro che andare di bene in meglio. Eri presente, mi supportavi e sopportavi, nonostante i miei orari, la mia vita caotica... c'è stato un “noi” fin da subito, un equilibrio che non si può creare se non esiste di per sé, e per me quella quasi convivenza è stata naturale. Io, tu, Henry, Lily... era tutto naturale. L'unico motivo per cui non ti ho chiesto di trasferirti da me, è che avevo paura... non so neanch'io di cosa avessi paura in realtà, ma ne avevo.
-Non ne hai più, vero?- sussurrò, accarezzandomi la guancia a sua volta, mentre mi fissava con uno sguardo così intenso che se non fossi stata poggiata tra le sue braccia non ero certa che le mie gambe avrebbero retto.
-No, affatto.- sorrisi -Ho passato settimane a chiedermi cosa ci trovassi in me, in una donna incasinata, che non può darti figli e... poi c'è stato quest'incidente, e allora ho avuto paura che fossi io in qualche modo a portare disgrazia alle persone. E credevo mi avesse cambiata troppo perché tu potessi ancora amarmi come prima. Invece mi hai fatto capire che era un'idea stupida, tu e Regina... e avevate ragione. Nonostante io ti abbia mandavo via, non mi hai dato retta e sei stato paziente e perseverante. In più, tre mesi di lontananza mi hanno fatto capire ancora di più quanto ti amo. Quanto sei importante per me. Mi hanno chiesto di prolungare la mia permanenza, sai? E sarebbe stata una bellissima esperienza, mi piaceva aiutare... ma la sola idea di stare ancora lontana dalla mia famiglia mi dava la nausea, e non ho avuto il minimo dubbio quando ho rifiutato. Te l'ho detto quando ero ubriaca, lo so, ma lo penso anche adesso... da quando ti ho conosciuto, le mie priorità sono cambiate. Ma non è un male. Sono semplicemente diventata più umana, do' più importanza alle emozioni, alle sensazioni, all'amore... il mio lavoro mi piace ancora, lo adoro, ma amo più te. Voi. La mia famiglia. E so che per nessun motivo al mondo mi allontanerò più, perché è stata dura... e ho capito. Tu mi ami per quella che sono, non cerchi una Emma Swan diversa, presente 24 ore su 24, una donna che dipenda da te. Non sono mai stata dipendente da nessuno, sono sempre stata forte, e nonostante ultimamente mi sia convinta di non poterlo più essere... so che non è così. Sono sempre io, questa è una... chiamiamola crisi, o fase di passaggio, quello che vuoi... ma sarò di nuovo quella che ero, perché in realtà non sono mai cambiata. E ciò che ho e ho avuto intorno ad avermi destabilizzata, ma mai distrutta. E questo soprattutto grazie a te, che non hai mollato e non mi hai dato la possibilità di crollare... Non avrei mai potuto sperare di incontrare un uomo speciale come te, un uomo da amare con tutte le mie forze, con tutto il mio cuore...
Più mi avvicinavo al fatidico momento, e più sentivo bruciare gli occhi: ero in balia delle emozioni e non me ne vergognavo, perché erano belle, perfette, e mi riempivano in cuore di gioia e speranza. Le parole che solitamente faticavano tanto a venir fuori in queste occasioni, stavano uscendo spontanee come un fiume in piena: avevo completamente dimenticato il discorso che mi ero preparata, e avevo lasciato che venisse da sé in maniera naturale.
-So che sembra assurdo, perché non stiamo insieme che da qualche mese... ma so anche che sei l'uomo della mia vita. So che questo non cambierà mai, ciò che provo per te è troppo profondo perché possa mutare... e quindi... quindi... ora io non so, forse mi prenderai per pazza o... beh, poco convenzionale di sicuro. Ma sai che io sono così. Quindi... vuoi sposarmi, Killian?
A quel punto non riuscii più a controllare le lacrime, ed iniziai a fare fatica a distinguere i suoi occhi; potei però giurare che anch'essi si stessero riempiendo di lacrime, e mi prese nuovamente le mani con la sua, portandosele alle labbra per baciarle.
Poi si staccò, e continuò a guardarmi paralizzato ed incredulo, e per un attimo ebbi il timore che fosse lui a sentirsi male stavolta. L'idea però mi fece quasi ridere, perché era davvero ora che fossi io a causargli un infarto e non il contrario, ma mi trattenni per non rovinare il momento.
-Certo che voglio sposarti. Sei l'unica donna che sia mai riuscita a farmi piangere per la felicità! E mi hai fatto venire un infarto... Dio Swan, non mi sarei mai aspettato una cosa del genere, tu sei pazza! Poco convenzionale, l'ho sempre saputo... ma... sei pazza! Però la mia risposta non può che essere sì, lo sai!- disse tra le lacrime, ed entrambi, come uscendo da una sorta di apnea, respirammo l'uno sulle labbra dell'altra, e ci baciammo come non ci eravamo mai baciati. Fu uno di quei baci da film, colmi di passione, dolcezza, amore, felicità, speranza, ma ancora più bello: ancora più bello, perché era reale.
-Scusami, non ho fatto in tempo a comprare degli anelli- sussurrai tra un bacio e l'altro, e scoppiammo a ridere all'unisono, scambiandoci uno sguardo bagnato e felice.
-Non credo ci servano degli anelli... ma provvederò io a prendertelo quando torneremo a casa, perché voglio farlo. Mi piace l'idea di te con un anello di fidanzamento al dito...
-Va bene, ma prendine una coppia. Anche tu devi portarlo, così che magari quelle oche che ogni volta ti lanciano occhiatine seducenti capiscano che sei off-limits. Sei solo mio, Jones.
-Non l'ho mai messo in dubbio. Anche tu sei solo mia però... l'unico uomo con cui posso condividerti è Henry.
-E mio padre. Altrimenti ti ucciderà!- gli ricordai divertita abbracciandolo forte, ancora ridendo.
-Giusto, giusto. Ma adesso, io penso che sia il caso di festeggiare questa grande novità... se non sei stanca.
-Abbiamo un po' di fretta, sai... ma non credo ci saranno problemi se festeggiassimo direttamente in doccia. Risparmiamo tempo, acqua e...
Quello annuì alla mia proposta, e raccolse i nostri pochi vestiti da terra per poi seguirmi nel bagno di una delle cabine vuote essendo la nostra non adatta per via dei bambini.
-Aspetta...- mi fermò prima che potessi far partire il getto d'acqua, prendendomi i fianchi -Quando ci sposiamo?
-Oh... beh, ecco, non ci ho pensato alla data. Ne parliamo dopo dai, l'importante è che tu mi abbia detto di sì!- feci scuotendo le spalle, e l'uomo si mostrò d'accordo con una risata.
-Potevo dirti di no? Beh, al massimo avrei potuto non rispondere... se mi fosse venuto un infarto, e credimi, stavolta ci è mancato meno del solito. La mia ragazza che mi fa la proposta... e chi l'avrebbe mai detto!
-Sei sempre tu a far venire i colpi a me, era decisamente il mio turno! Sono contenta che abbia funzionato...- sorrisi, per poi baciargli la spalla e far partire finalmente il getto, mentre quello mi stringeva nuovamente tra le sue braccia.
Ero felice della mia decisione, e del tutto convinta; avevamo l'amore, una famiglia, e una casa in cui condividere tutto ciò: il matrimonio non era necessario, in realtà fin da ragazzina non avevo mai creduto di volermi mai sposare, ma tanto per cambiare, Killian Jones aveva stravolto tutte le mie convinzioni.
Per come la vedevo ora, sarebbe stato un sigillo. Come la stella sulla cima dell'albero di natale, o la ciliegina sulla torta: una promessa, piccola ma importante, dolce e splendente.

 

 

***

 

 

Dopo mezza giornata di shopping e passeggiate per New York, ci eravamo decisi a sederci da Starbucks per mangiare e bere qualcosa di fresco – nel caso mio e di Henry un frappuccino allo zucchero filato, per il quale Killian non sembrava voler smettere di prendermi in giro chiamandomi “bambina” o con sinonimi simili.
Da mangiare, nonostante ci fosse una vasta gamma di panini, non avevo potuto fare a meno di prenderne un paio con il mio adorato formaggio grigliato: era un piatto semplice di cui non mi sarei mai stancata! E lo sapeva anche Killian, era stato lui a ordinarlo per me senza neanche chiedermi cosa volessi. Era impressionante il modo in cui conoscesse tutto di me, ma anche bello.
-Sei sporca di rosa Swan- mi fece notare -Ti rendi conto che sembri una ragazzina, vero?
-Ma sta' zitto e puliscimi allora!- esclamai offesa e alzai gli occhi al cielo, e quello decise di pulirmi con la lingua, lasciandomi piuttosto stravolta e presa alla sprovvista.
-Ci sono i bambini!- gli ricordai dandogli una botta sulla sulla gamba, e voltandomi verso Henry: era ancora piccolo, ma abbastanza grande da capire certe cose.
-Non ti preoccupare mamma, quando vi baciate non guardo... non ci tengo, davvero- mi tranquillizzò il ragazzino, ma diedi comunque un altro pugno sul ginocchio all'uomo. Doveva imparare a tenere a bada gli ormoni... e poi chiamava ragazzina me!
-Violenta. E io ho detto di sì a una donna violenta.
-Mi dispiace, ormai sei incastrato. E credimi, non sarei violenta se tu non te la cercassi!- gli feci notare, per poi addentare il panino e controllare il cellulare: ovviamente avevo scritto a Regina di aver seguito la sua idea, e avevo chiesto aggiornamenti anche da parte sua.
Quando notai il nuovo messaggio ricevuto, l'aprii subito: “Complimenti Swan! Siamo felici per voi, quando saremo tutti a casa potremo festeggiare in grande allora... tra l'altro Robin mi ha preceduta! Chiamami quando vuoi!”.
Mi scusai subito con gli altri e mi alzai per mettermi in disparte e chiamare con calma la mia amica: avrei potuto anche aspettare di finire di mangiare, ma ero davvero impaziente di sentirla.
-Swan, allora?- esordì, senza neanche salutare; sorrisi, era proprio da lei.
-Ciao anche a te Regina, come va?
-Sì ciao, scusa. Dai, racconta e non fare la precisina!
-D'accordo, d'accordo! Quanto sei impaziente...
Partii dal principio, raccontandole anche della notte che era andata com'era andata, ma sentendola preoccupata la rassicurai dicendo che ero certa non sarebbe più accaduto: in realtà non ne ero proprio sicura, non sapevo se sarei riuscita a controllare un altro eventuale attacco di panico... ma non vedevo il motivo per cui avrei dovuto averne ancora. Erano successe tante cose brutte, avevo perso qualcuno che non avrei mai dimenticato, ma nonostante ciò ero felice. Ero in viaggio con la mia famiglia, per mari, belle città e belle spiagge, e una promessa di matrimonio: ero così allegra ed euforica che probabilmente nulla avrebbe potuto rovinare il mio umore, neanche un'altra tempesta. Il passato era passato: sarebbe sempre stato importante e avrebbe sempre fatto parte di me, ma era giusto che mi godessi il presente ora. Che mi godessi al massimo ciò che avevo, perché avevo capito che la vita era troppo breve per essere sprecata.
Passai quindi a raccontarle della mattina successiva, e di come avevo chiesto a Killian di sposarlo quando eravamo ancora nudi dopo aver fatto l'amore; sembrò divertita, commentando che fosse molto da me e che avrebbe dovuto aspettarselo. Potei quasi immaginarla alzare gli occhi al cielo.
Dopo averle descritto per filo e per segno la reazione del mio uomo però, avevo incitato lei a parlare, dato che la situazione doveva essere stata comica coi due entrambi pronti a farsi la proposta.
Risi un sacco quando mi disse che nel preciso istante in cui aveva deciso di parlargli, lui aveva fatto lo stesso, e ignara delle sue intenzioni aveva lasciato che lo precedesse. Era bello però il fatto che entrambi avessero le idee così chiare, anche con Robin che aveva perso la moglie da pochi mesi. E Regina era rinata, non ricordavo di averla mai sentita così felice da quando ci eravamo conosciute: Regina Mills con una figlia in arrivo e sposata – probabilmente – prima dei 30 anni... chi l'avrebbe mai detto!
-Bene, quando tornate si festeggia eh! Così possiamo parlare del matrimonio condiviso... o gliel'hai già detto?
-No, ne parleremo insieme. Non abbiamo discusso dei dettagli, non è che abbiamo fretta...
-Bene, noi invece pensavamo la prossima estate... ma non voglio parlarne ora al telefono, ok?
-Hai ragione... comunque decisamente meglio quando avremo finito quest'anno, sì. Senti io ora ti lascio, stiamo pranzando da Starbucks a New York... sì alle tre e mezza, non giudicarmi. Erano almeno due anni che non venivo qui in città!
-Bene, godetevi New York e il resto del viaggio allora... fatti sentire ogni tanto, d'accordo? E cerca di star bene!
-Grazie! Ma credo proprio starò bene... ci sentiamo presto Regina, salutami Robin e Roland e divertitevi anche voi!
-Salutami tutti anche tu... a presto!
Misi giù con con un sorriso e riposi il telefono in tasca; tuttavia prima di raggiungere il mio tavolo mi fermai a guardare la scenetta che si presentava.
Lily era seduta in braccio a Killian, ed Henry la imboccava mentre l'altro la teneva pulita col bavaglino. Cercai di trattenere le lacrime di commozione, ma era dura perché era tutto meraviglioso: ed era una scena che non sarebbe durata quei pochi attimi, ma tutta la mia vita. Forse Regina non era l'unica a non essere mai stata così felice, probabilmente lo stesso valeva per me: avevo avuto tanto dalla vita, non potevo lamentarmi, ma era la prima volta che avevo tutto.
-Emma, ti sei incantata?
-Scusa, arrivo!- esclamai e tornai a sedermi con loro, per unirmi a quel quadretto di gioia e risate che la vita mi aveva donato.
Elsa era diventata specializzando capo, e allora? Invece di esserne invidiosa ero felice per lei, perché ero certa avrebbe fatto un ottimo lavoro. Risposi al suo messaggio con gioia facendole i complimenti e assicurandole che per me non ci fossero problemi; forse era meglio così, perché sarebbe stato stressante e il lavoro mi avrebbe tolto ancora più tempo di quanto non ne facesse già. Né per Regina né per me era il momento di assumere tale incarico, ero sicura che neanche lei se la sarebbe presa.
Tornai alla mia famiglia, e tra una risata e l'altra incontrai una volta lo sguardo di Killian, e vi lessi un amore incondizionato che riempì il mio cuore ulteriormente di gioia.
E speranza.
Speranza per una vita meravigliosa, con tutte le sorprese che il futuro avrebbe avuto in serbo per noi.
Sorprese belle, gioie inaspettate.




 

La vita non si misura attraverso il numero di respiri che facciamo,
ma attraverso i momenti che ci lasciano senza respiro.
(cit. Maya Angelou)




















 

Angolo dell'autrice;
Ciao a tutti! Eccoci giunti all'ultimo capitolo, anche se manca l'epilogo...
Ho voluto dedicarlo interamente alle due proposte di matrimonio: questa ff è iniziata con Emma e Regina, e loro due che hanno salvato i rispettivi uomini... quindi penso fosse giusto così. 
Regina non sapendo cosa avesse lui da dire ha lasciato che la precedesse, e ne è stata forse ancora più felice... il fatto che sia stato lui a chiederle di sposarla le ha tolto ogni dubbio sul fatto che forse potesse essere presto per lui. Anche se ha deciso di confessargli che anche lei stava per dirgli la stessa cosa, per spiegargli la sua reazione insolita alla proposta xD
E anche Emma si è fatta coraggio... ed è riuscita a vendicarsi facendo venire un colpo lei a Killian questa volta :') Ma ovviamente dopo lo shock iniziale è stato felice e non ha potuto che dirle di sì, ed essere orgoglioso di avere una ragazza che gli fa proposte di matrimonio!
E per chiudere, ho voluto dedicare un pezzettino di quotidianità, con una chiacchierata tra le due amiche... un finale abbastanza aperto, perché penso di chiudere come si deve nell'epilogo!
Posterò Mercoledì perché Giovedì parto per qualche giorno... (ma nel frattempo ho pronto il prologo del sequel dell'altra ff, quindi me lo salverò da qualche parte e posterò prima di tornare dato che avrò comunque internet a disposizione... e poi, una volta tornata, alternerò le due ff che ho in corso).
Grazie davvero a tutti per aver seguito questa ff per un anno (è davvero passato un anno, o almeno quasi...) e siete sempre stati gentili con le parole nelle recensioni :) Grazie anche ai lettori silenziosi e a quelli che hanno inserito questa storia nelle varie categorie...
E ora a presto con l'epilogo!
Un abbraccio :*
 
   
 
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