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Autore: auaura    14/09/2015    3 recensioni
[Disney Crossover ]
Cinque storie, cinque finali modificati...e forse, mai più felici e contenti. Le cose cambieranno? I protagonisti potranno riavere i loro finali? E perchè sono cambiati? Quali sono le storie cambiate? Scopritelo!
Indizi:
"Solo un atto di vero amore può sciogliere un cuore di ghiaccio, ma più il tempo passa e più è difficile sciogliere quel cuore."
"Lei, con i suoi capelli, poteva dare o togliere la vita, ferire o guarire, a sua scelta."
"Quella cicatrice faceva male. Non era dolore fisico, ma interiore; perchè era stata la persona a cui teneva di più, a fargliela."
"Ogni volta che si guardava allo specchio si odiava; non era più un cartone, ma animatronico, ed aveva perso tutto."
"Nel buio si avvicina singhiozzando al mostro, a quella specie di scarafaggio, che ormai è la nuova forma del suo migliore amico."
Curiosi? Leggete!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~Alzo il volto dalla corazza dura Scarafoide solo dopo un po'. Tante piccole lame mi stanno trafiggendo il petto e la testa è pesante. Mi osservo il corpo per vedere dove sono quelle armi che mi stanno ferendo e mi rendo conto che è solo una sensazione. Ralph sfreccia veloce, rapidissimo. Anche troppo forse. Stringo i denti per non gridare. Voglio solo piangere. Moriranno. Moriranno tutti. Per me. Mi ci vuole tutta la mia forza d'animo per andare avanti, per convincermi che l'hanno fatto perchè io devo salvarli.
Io.
Ed è solo adesso che capisco.
Non ero la prima scelta; era ovvio. Probabilmente ho fatto un enorme disastro.
Per questo devo farcela.
Per loro. Per quello che hanno fatto per me, per tutti noi. Non qui. Prima. Per quello che hanno fatto grazie ai loro film. Sono certa di non essere l'unica che ha superato un brutto momento grazie a loro, non solo loro, certo. Ma anche loro. Io me lo ricordo, tutte le volte che vedo il finale di Ralph Spaccatutto, e mi vengono i brividi alla frase "Non vorrei essere nessun altro a parte me." Me la ripetevo sempre quando vedevo le mie compagne di classe fissarmi e ridacchiare e io mi domandavo che c'era di male in me. O come ho abbracciato mio fratello stretto stretto alla scena in cui Anna diventa una statua di ghiaccio, perchè, anche se non lo sopporto, non potrei vivere senza di lui. Ma non solo in Frozen, in tante scene di tanti Disney mi riconosco. Come mi rivedo in Nani quando litiga con Lilo. Come vedo me e lui con Merida e i suoi fratellini, perchè mio fratello fa per tre. O in Koda e Kenai, Ralph e Vanellope, Sulley e Mike, Violetta e Flash. Come sento la disperazione assalirmi quando vedo Rapunzel riabbracciare i suoi genitori, quando la credevano morta. Ho capito grazie ad Ariel e Melody, e Merida ed Elinor, che per quanto io possa litigare con mia madre non potrei vivere senza di lei; così come mio padre. E questi sono solo i primi esempi che mi vengono in mente.
Ralph frena di botto, quasi scivolo a terra, persa nei miei pensieri. Prende la sua forma da mezzo-scarafoide.  Con una mano, come una cintura, mi tiene attaccata alla sua schiena, o corazza, sinceramente non so come chiamarla; e ruota. Sottosopra, si appiattisce contro il soffitto, e io mi schiaccio contro di lui.
Sotto di noi passa una Rapunzel con un corpetto strettissimo, rosa. Sta canticchiando. Avanza e non ci nota. Deglutisco con forza. Sta per sparire dal tunnel, quando indietreggia. Si ferma esattamente sotto di noi, si guarda intorno.
Per un momento mi chiedo se riesca ad udire i nostri respiri. Così, quasi involontariamente, trattengo il fiato.  Si fissa ancora intorno, per un minuto buono. Sento il maledettissimo bisogno di starnutire. Chiudo il naso con le dita, spero di non starnutire, non starnutire.
Forse, per voi, non è una cosa così grave. Per voi che fate quel delicato "Atchiù" da principessa. Quasi non udibile. Ma per me, lo è. Perchè io non starnutisco, grido.
Grido un enorme "At..tchaaaaaaaaff!" che sembra il grido di guerra di una strana tribù africana. O, come preferisce dire mio fratello, grido "Whaaaaatsaaaaaap!". Allora mi ha registrato  (piccolo odioso ragnetto putrido) e lo ha inviato, con il mio cellulare, a tre mie amiche, che lo usano come suoneria quando c'è un mio messaggio, simpatiche anche loro. Oh, come è bello avere fratelli.
Sono sarcastica ovviamente.
Mi premo le mani sul viso e trattengo il fiato.
Rapunzel si spolvera il vestito. Sbuffa qualcosa e riprocede a camminare. Sospiro.
Mi esce un rapido, e, stranamente, delicato "Etciù". Così piano da non essere notato. Wow, dovrei trattenere gli starnuti morendo di paura più spesso. Ralph riparte rapido, ho appena il tempo di aggrapparmi di nuovo a lui.
-Come facciamo a riconoscere la Sala dei Portali?- bisbiglio.
-Beh.- mormora -Suppongo non ci sarà un cartello con enormi freccie luminose con scritto "Sala dei Portali", quindi, dobbiamo farci aiutare. Magari da qualche Bozzetto. Se quel design di Vanellope aveva ragione, che alcuni di questi Bozzetti sono buoni, qualcuno lo farà.-
Tiro fuori il Pennello dalla tasca, della Pittura mi scivola sulle mani. Ma certo!
-Sì, lo faranno...specialmente se gli lanciamo un po' di questa.-


Dobbiamo attraversare ancora sei corridoi prima di trovare qualcuno. Voliamo sopra di lei. E' un bozzetto di Anna. Non è difficile capirlo. Il viso è molto simile al suo. I capelli rossicci sono raccolti in due code lunghe fino ai fianchi, ha un abito verde acqua con un berretto di una tonalità più scura. Ha gli occhi neri e le labbra sottili. Sia la gonna che il berretto hanno dei ricami arancioni. Cammina guardandosi intorno con aria spaesata, mangiucchiandosi le unghie. Potrebbe essere perfetta. Do una pacchetta sulla corazza di Ralph e lui si gira sottosopra.
Prendo il pennello e lascio scivolare una goccia di pittura fra le dita. E' azzurra. Scivolosa. Ma non sporca. Respiro profondamente. Lascio scivolare la goccia sotto di me. La centra in testa. Smette di mordersi le unghie e rimane bloccata. La schizzo con il pennello, e piccole bollicine azzurre iniziano a fluttuarle sopra la testa.
Ralph atterra davanti a lei, e diventa mezzo-scarafoide. Io mi avvicino a lei.
-Ehm...-esordisco -Potresti aiutarci? Dobbiamo andare alla Sala dei Portali.-
Lei annuisce:-Certo! Tutto per degli amici! Seguitemi!- ed inizia a saltellare lungo il corridoio davanti a noi. Ralph mi lancia un'occhiata, io mi stringo nelle spalle e seguo il bozzetto. Percorriamo tre corridoi in silenzio, Ralph, dietro di me, è rigido ed ascolta con attenzione ogni suono. Osserva ogni angolo, ha i muscoli tesi, pronto ad attaccare. Io ho le dita strette intorno al manico del pennello, le mani tremanti, cerco di copiare il Bozzetto di Anna e rilassarmi, ma non cambia molto. Anna si ferma davanti ad una porta. E' identica alle altre, però. Non so perchè, mi aspettavo, ecco, non so...una porta diversa. La indica, sorridendo:-Siamo arrivati.-
Annuisco:-Grazie mille.-
-Ora,- comincia, giocando con una coda -Dovrei andare, mi staranno cercando.-
-Va bene.-
-Allora...ciao.- e riprende a saltellare lungo il corridoio.
Ralph mi indica la porta con un cenno della testa:-Avanti. Non abbiamo tutto il giorno.-
-Sì, giusto.- confermo. Quando poggio la mano sul pomello, le dita iniziano a temare tantissimo. Il tremore si diffonde lungo il braccio e arriva alla spalla, trasformandosi in una scossa di calore. Istintivamente, ritraggo la mano, saltando all'indietro.
-Che succede?- domanda Ralph.
-Io...non lo so. Avverto una forza potentissima all'interno.- rispondo. -Non credo sia un bene entrare.-
Ralph mi studia, con le sopracciglia aggrottate, non credo stia guardando un punto preciso del mio viso. Registra ogni particolare della mia espressione, spostando lo sguardo , in modo lento. Probabilmente sta decidendo se prendermi a schiaffi o no. Probabilmente starà pensando chi è l'idiota che mi ha spedito qui, a salvarli tutti. Probabilmente dovrei essere offesa, invece sono perfettamente d'accordo con lui.
-Ralph.- lo richiamo, quando mi accorgo che la sua ala sinistra sta facendo degli scatti.
Lui si ferma, vola verso di me e mi spinge contro il muro. Mi tira su, ci nascondiamo nel buio, tra il muro e il soffitto. Se non sbaglio, l'ala sinistra di Ralph riusciva ad avvertire l'arrivo di Turbo. Ma lui non può essere qui. Sento il ronzio delle sue ali dentro l'orecchio e il suo respiro sulla mia nuca. Okaaaay, diciamo che, in un momento "normale", ritrovarmi schiacciata contro il mio mito vivente mi farebbe fangirlare per ore, specialmente dato che ho scritto così tante storie su di lui, ma date le circostanze, mi limito a serrare le labbra e gridare dentro la mia testa. Sento i passi dell'intruso. Sono rapidi e leggeri. Verso di noi. Ho il terrrore che possa avvertire anche solo la paura che si sta divorando tutti i miei organi interni. Sento i passi sempre più vicini. Sepre più forti e rapidi.
E' qui, è qui.
Lo vedo da lontano, sulla pelle grigiastra risalta il sorriso giallo.
Corre, verso di noi.
Ci ha visto!? No, ti prego..
-Friuilì frulì, fruuuuuiilàààààààà!-
Ci è passato davanti in pochi secondi, saltellando e dondolando le braccia. Era un Design di Turbo. Pelato, senza naso e casco, con gli occhi gialli e la tuta sgualcita.
Stava canticchiando. Cioè, è passato e non si è accorto di nulla? Mi state prendendo in giro? Sospirò di sollievo, aspettiamo ancora qualche secondo, poi Ralph atterra.
-Andiamo, la prossima volta non saremo così fortunati.- mormora.
-D'accordo.-
Stavolta lui prende la maniglia, e anche il suo braccio inizia a tremare, ma lui lo ignora ed apre la porta. Resto senza fiato. Come può una stanza così enorme e meravigliosa essere in un luogo così macabro?
La stanza è copletamente in marmo rosato, con un corridoio. Da un lato, c'è ringhiera, dall'altro si apre una sala semi-circolare. Con cinque archi, enormi. Incastonate nella parte superiore di essi, ci sono cinque pietre enormi e colorate. I colori sono giallo, viola, verde, rosso e azzurro. All'interno degli archi scorrono delle scene, come un enorme televisore. Si vedono Rapunzel e Flynn che osservano le lanterne, Alice che cade nella tana del coniglio, Mulan in battaglia, i tre alieni del Pizza Planet che sollevano con l'artiglio gli altri giocattoli, salvandoli e gli Incredibili che combattono con Sindrome. Le scene durano poco, vengono poi sostituite con altre, che risvegliano in me alcuni ricordi, che per il momento scaccio. Non ho tempo per questo, ora.
-Devono essere i portali.- da voce ai miei pensieri Ralph, dietro di me.
Ho i piedi incollati al centro della sala dei portali e li osservo uno per uno. Bene, siamo qui. Ma cosa dobbiamo fare?
Noto una scalinata alla fine della ringhiera, che si rivela essere una balconata. Infatti, se si scende la scala in marmo e pietre preziose blu, si arriva in un'altro pezzo di stanza, sempre semicircolare. Scendo la scala. Sotto alla parte precedente di stanza c'è un muro biancastro, e un enorme portone di legno. Nella parete davanti ad essa si estende un'enorme libreria, che ricopre tutta la parete. E' colma di volumi di tutti le grandezze e i colori, disposti in modo ordinatissimo. Leggo qualche titolo. Sono favole, fiabe, cartoni Disney e altre opere. Ci potrebbe essere di tutto.
-Che facciamo ora?- esordisce Ralph.
Sospiro. Salgo di nuovo la scalinata, e osservo gli archi. Cioè i portali. Sono qui, ma cosa devo fare? Affondo una mano nel primo portale. Scivolo fino al gomito. E' come mettere un braccio nella gelatina. Non accade nulla. Forse devo entrare?
Lancio uno sguardo interrogativo allo Spaccatutto, che si limita a sollevare le spalle, scuotendo la testa. Provo ad entrare solo con il viso, ma non si vede nulla. E' tutto completamente bianco, e faccio fatica a respirare. Tiro di scatto la testa all'indietro, ritornando completamente nella sala dei portali e cado in ginocchio. Rimango davanti al portale, respirando profondamente.  Solo ora avverto un dolore lancinante alle gambe. Adesso che ci penso, sono ore che corro e cammino e vengo sballottata da un posto ad un altro. Sarà stata l'adrenalina a non farmi cadere a terra, ma ora che mi sono calmata, faccio anche fatica a pensare. Quasi non mi vorrei più alzare. Ma devo. Non so cosa devo fare, però...Scuoto la testa.
-Hai qualche idea?- domando.
-No, e non abbiamo molto tempo.- risponde, guardadosi intorno.
-Lo so!- esclamo grattandomi il retro del collo. -Deve esserci un modo per capire che fare!-
Quando mi rimetto in piedi, sono sicura che crollerò di nuovo a terra, ho tutti i muscoli doloranti. Mi appoggio al muro e faccio di tutto per rimanere in piedi.
-Ancora niente?- chiede lui.
Scuoto la testa.
-Forse..-esordisco -Non è qui, che dobbiamo guardare.-
-E dove?-
Scendo di nuovo la scalinata, e rimango davanti al portone di legno, mordendomi il labbro. Ralph mi guarda:-Devo buttarla giù?- lancia uno sguardo alla porta -Potrebbe attivare qualche allarme, lo sai?-
-Dobbiamo rischiare.-
Annuisce e stringe il pugno. Colpisce il portone che cade in frantumi ai miei piedi.
All'interno si estende un'enorme stanza buia, riesco a vedere solo una piattaforma circolare in fondo, da cui esce uno strano liquido verde fluorescente. Il liquido crea delle bollicine che si gonfiano, per poi scoppiare. Non riesco a capire cosa sia, ma se era chiusa qua dentro, deve essere qualcosa di importante.
-Prima le signore.- dichiara lo Spaccattuto, con un tono a metà tra l'affermazione e la domanda.
-Ehm...va bene.-  dico, estraendo il pennello.
Lui mi segue, le sue ali da mezzo-scarafoide emettono una lieve luce. Più ci avviciniamo a quell'affare verde, più il mio pennello sembra pesante. La pittura rimasta sulle setole inizia a diventare luminosa. Molto luminosa.
-Ma che diavolo.....?-
-Già.- gli faccio eco. -Non ho la più pallida idea di cosa stia succedendo.-
Quando arrivo davanti alla piattaforma, un grido agghiacciante mi perfora le orecchie. Mi volto di scatto, io e Ralph ci scambiamo un sguardo.
-Pensi che...?- comincia, lo vedo, sente il disperato bisogno di aiutarli, lo capisco.
-Vai.- dico soltanto. -Vorrei venire anche io ma..devo capire. Devo completare la mia missione.- guardo la piattaforma dalla quale il liquido verdastro sta iniziando a scivolare a terra.
Annuisce:-A presto.-
Corre fuori, e, quando sono certa che non potrà sentirmi, dico:-Lo spero.-
Mi volto e, stringendo fortissimo il Pennello, fisso il liquido. Dev'esserci qualche collegamento tra la pittura e questa roba. Forse....forse è Solvente? Mi concentro, e la Pittura gocciolante sul Pennello viene sostituita dal Solvente, che se ne rimane ben incollato fra le setole.
No, non è Solvente. Questa roba è troppo liquida e scivolosa. Mi mordicchio il labbro, mentre quella roba scivola a terra. Allora se ne rimane incollata al pavimento, e non si muove più.
-Che cosa diavolo sei?- domando all'aria. -A che diavolo servi?!-
La poltiglia ha un colore magnetico. Però fanno male gli occhi dopo un po'. Ha un colore troppo acceso. Inspiro, punto il pennello verso questa roba, espiro e della Pittura schizza. La poltiglia diventa nera. Il tutto inizia a tremare.
Corro fuori dalla stanza, mentre la macchia nera corre e riempe la stanza e poi esce, mi arriva fino alla punta delle scarpe. Si ferma di colpo. E inizia ad alzarsi, fino al soffitto. Rimango a bocca aperta. Sono morta. Sono morta. Sepolta.
L'enorme montagna di gelatina nera si piega, come per inchinarsi, davanti a me. Sollevo una mano tremante e la tocco. Sorrido, un brivido d'eccitazione che mi corre lungo la schiena. Si formano due buchi paralleli, e un taglio sotto di loro. Si riempono di Pittura blu. Oddio, è una faccia. Senza fiato, lo guardo mentre gli spuntano due braccia, è un'enorme fantasma nero dai riflessi blu notte. Si inchina davanti a me:-Liiiibeeeerato. Graaaazie. Aaa.Teeee.- le parole sono soffi, dalle vocali prolungate.
-Chi ti ha rinchiuso qui?- domando.
-Iiiiiiiil. Caaaaaaaapoooo.-
-Perchè?- gli accarezzo la testa melmosa.
-Sooooonoooo lo scaaaaartoooo.- soffia, spingendomi i vestiti all'indietro.
-Scarto?- sono perplessa.
-Leeeeei haaaa mischiatooooo le cooopieee che nooon leee obbediiiivano. Le haaaa sciiiiolte con il Sooooolvente e pochiiissima pittuuura. E sooono naaato iooo. Peròòòòò. Mi haaa sciooolto e chiuuuuso lì deeeentrooo.-  risponde.
-Dobbiamo vendicarci...non credi?- dico.
Il Mostro sorride con la sua bocca blu. Sorrido anche io.
 Gli monto in groppa:-Portami dal Capo, la costringeremo a cambiare tutto.-


Fluttuiamo rapidissimi nei tunnel. Sembra piuttosto sicuro, il Mostro, anzi lo è. E a me non resta che fidarmi. Mi dispiace per lui, la sua storia è triste. La domanda che mi tormenta è che fine farà lui, quando tutto questo sarà finito?
Destra. Sinistra. Centro. Destra. Destra. Sinistra. Non ce la faccio a ricordarmi tutte le volte che abbiamo svoltato, per cui rinuncio; mi concentro solo sul Pennello che ho fra le mani. Sospiro.Mi concentro sulla Pittura e inizio a spennelare, cercando di disegnare una spada. All'inizio ho solo una spada blu gelatinosa, però dopo viene avvolta da una luce bianca. Sono costretta a chiudere gli occhi per qualche secondo per la troppa luce. Quando li riapro, ho una spada argentata fra le mani. La osservo. Sembra una spada vera! Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta! Non ci credo!
Potrei piangere dalla gioia. Ma devo trattenermi, non è ancora tempo per le lacrime felici. Sfioro i fianchi con il pennello, e mi trovo un cinturone di pelle intorno alla vita. Così vi metto la spada, respiro profondamente. Non avevo mai sentito il cuore battere così forte. Devo calmarmi. Sono certa che il cuore salterà fuori. Premo le mani sul petto, ma tremano anche loro. Il mio corpo viene scosso da un brivido freddo. Devo calmarmi. Inspiro ed espiro. Non mi sono mai sentita così agitata. Quasi scivolo all'indietro, quando l'essere d'inchiostro si blocca.
Mi indica con un dito gocciolante una porta rossiccia. Provo ad aprirla, ma è chiusa a chiave.
-E' chiusa!- dico.
Lo Scarto mi sorride, rivelando la bocca azzurra senza denti. Avvicina il dito indice alla serratura, esso si deforma e diventa una chiave, e come se fosse la cosa più facile del mondo, apre la porta. Il pennello torna piccolo, lo metto in tasca e impugno la spada, che si svela essere molto leggera. C'è un angolo che ci nasconde ai suoi occhi, ma subito dopo si trova lei, seduta alla scrivania. Sento il Bozzetto di Elsa. Sta sbraitando ad una scatoletta (forse una radiolina) che stringe fra le mani:-Siete solo degli idioti!- si pizzica la radice del naso -Come potete farvi sfuggire un coniglio e una ragazzina armata di padella?! Voi siete una cinquantina e loro due! Perdete anche gli altri e vi decapito!- quando smette, sbatte quell'aggeggio sul tavolo, con forza.
Non posso nascondere un sorriso. Rapunzel ed Oswald sono liberi. Almeno loro. Ma gli altri? "Perdete anche gli altri e vi decapito!"
Quindi sono vivi...chissà in quale condizioni però...E dove saranno ora Oswald e Rapunzel? Insieme? Nascosti? O sono proprio riusciti a fuggire?
Mi mordo il labbro. Non posso rovinare tutto. Stringo la spada e lo Scarto ranncchiato accanto a me. Ci scambiamo un'occhiata. Scivolo fuori dal nascondiglio puntando la spada verso Elsa, che sussulta. Non fa in tempo a registrare le mia presenza che lo Scarto le è addosso e la schianta contro il muro. Lei boccheggia, forse più per lo spavento che per altro.
-Dicci come facciamo a riprestinare i destini, o ti faccio ammazzare.- dico, nel modo più duro che mi riesce.
Lei scoppia in una risata roca:-Credi davvero che lo farei?! Preferisco MORIRE, piuttosto che dirtelo.-
Lo Scarto ringhia. Io punto la spada verso di lei, cercando di non tremare; non posso sembrare debole. Mi schiarisco la gola:-Anche a me va bene, preferisci una morte rapida o lunga e dolorosa? Io opterei per la seconda. Chissà, magari ti viene voglia di dire qualcosa.-
Non batte ciglio; risponde:-So sacrificarmi per un bene superiore!-
Ed è allora che scoppio. Che la rabbia, la stanchezza, la paura si mescolano ed esplodono in un fiume di parole che non so controllare, scivolano fuori con una grinta che non ho mai avuto:-BENE SUPERIORE?! Quale bene superiore? IL tuo? Vuoi governare tutto il mondo dei cartoni? E lo farai da sola, credi che tutte le brutte copie che ti hanno aiutato non batteranno ciglio? Credi che il resto del Mondo dei Cartoni te la darà vinta?! Sei solo ridicola! Meglio arrendersi ora, che puoi; piuttosto che fare una orrenda fine dopo, non credi??!!-
Mi fissa con gli occhi color ghiaccio incendiati dalla rabbia:-Tu! Tu, piccola creatura umana! Credi che non lo sappia? Ma cosa dovrei fare? Cosa avrei dovuto fare??! Restare nell'ombra per tutta la mia vita? Dimenticata? Inutile? Nessuno sapeva nemmeno della mia esistenza! Lo sai, questo?! Lo sai che si prova ad essere praticamente niente? A sentirsi inutile? NO, tu non puoi saperlo, rivoltante umana!-
-Come credi che si sentano i Cartoni Dimenticati? Tutti quelli che stanno qui, a Rifiutolandia?- allora la mia voce si addolcisce -Non potevi capitare in un posto migliore per essere capita e sentirti accettata.-
La vedo stringere i denti, il suo sguardo perde la rabbia per qualche secondo, sostituita da un'amara malinconia:-NO! No! Io...io prenderò, conquisterò, il potere.-
Non deve essere attaccata, è solo debole, lo comprendo ora che si è tolta quella maschera fatta di crudeltà e sarcasmo davanti ai miei occhi. E' talmente debole che mi sembra si stia per spezzare davanti ai miei occhi. Forse, con le parole giuste....
-Io posso aiutarti.- dichiarò, tutt'insieme, velocemente.
-Come?!- mi abbaia.
Lo Scarto guarda prima me, poi il bozzetto che tiene con una manona contro il muro.
-Ehm,- deglutisco -Noi umani, possiamo creare storie su di voi, aiuta a non dimenticarvi. Vengono pubblicate su internet, sai cos'è, no? E chiunque può ricordarvi. In qualunque momento. E' un modo per farvi rivivere nel nostro piccolo.-
Mi guarda, aggrottando le sopracciglia scure.
Mi sento un po' ridicola, ma non esito a continuare:-Si chiamano fanfiction. E io...le scrivo, io posso farti rivivere, per un po'. E, chissà, magari piacerai a qualcun'altro, che scriverà su di te. Magari si scatenerà una reazione a catena, e potrai tornare famosa. Anche se poco. E' sempre meglio che tentare quest'impresa assurda, non trovi?- inspiro -Se ti fidi di me, di certo, anche se poco, guadagnerai. Ma che cosa riuscirai a conquistare così? Nulla. Sfiorerai il potere con la punta delle dita, per poi perderlo. Vuoi davvero questo?-
Serra le labbra e, sorprendentemente, esita a ribattere. Forse...
Possibile? L'ho..l'ho convinta?
-Ci sai fare con le parole, lo ammetto.- poi sputa -Ma non ti credo!-
Una lampo di luce azzurra le scappa dal petto, colpisce lo Scarto e me, e ci fa crollare a terra. Mi bruciano gli occhi. Dopo qualche minuto riesco ad aprirli e, come immaginavo, lei non c'è più.
-Vuoi la guerra, e guerra sia.- affermo -Scarto, andiamo a cercare i miei amici.-

 

 

 

 





Angolo Autrice (sì, con la "A" maiuscola, gelosi? U.U) XD:

Ehy! Come vaaa?! Sì, sono tornata. Lo so, lo so. E' passato molto tempo, ma comprendete, sta per iniziare la scuola e sono un po' terrorizzata. Questa storia ha compiuto un anno ad Agosto! E, infatti, volevo terminarla il mese scorso, ma ho notato che se aggiorni d'estate, hai meno recensioni XD, in più l'ispirazione se ne andava e veniva. Ma sono piuttosto soddisfatta del risultato, spero anche voi! :D    
Siamo verso la fine, giàààà.
Ricordate:
Vi amo!


Ciaooooooooooooooo!!!!!!!!!!
 
  
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