Kara passeggiava per la prima volta sulla superficie del pianeta su cui era nata e cresciuta, ma che non aveva mai veduto. Non era mai stata oltre la porta dell’ascensore che varcava per portare il cibo ai selvaggi. Pareva decisamente spaesata e anche impaurita.Inalò profondamente l’aria, poi arricciò il naso infastidita.
”Questo odore...”
”E’ aria non filtrata ,anche io sull’enterprise respiro atmosfera artificiale, ma l’aria naturale ,quella di campagna, ha tutto un altro odore. “Le spiegò Kirk mentre l’accompagnava nella sua prima esplorazione del territorio. A Kara pareva addirittura difficile mantenere l’equilibrio su una strada che non fosse il pavimento d’acciaio della loro abitazione sotterranea. Con l’aiuto di Kirk raggiunse l’accampamento dei selvaggi. Alla sua vista tutti sparirono per andarsi a nascondere tra le rovine. Anche Kara era spaventata dai selvaggi e preferì riparasi dietro Kirk .
”Helud esci non c’è nulla da tememere”Gridò il capitano.
Dopo qualche secondo il capo dei selvaggi spuntò timidamente da dietro un muro diroccato. Guardava Kara come se una divinità fosse scesa dal cielo. Ed era così che doveva apparigli la donna che giornalmente dispensava loro il cibo.
”Provate a darvi la mano .“Suggerì Kirk .
I due allungarono il braccio timidamente. Erano chiaramente uno più a disagio dell’altro.Alla fine ,quando le loro mani si toccarono , poterono costatare che erano entrambi persone in carne e ossa , non divinità ne illusioni.
”Siete la stessa razza anche se ora questo vi sembra strano. Col tempo imparerete di nuovo a conoscervi e forse a vivere insieme.”li rassicurò Kirk.
I due lo fissarono entrambi come se avesse detto chissà quale eresia.
”So che ora vi sembra strano , ci vorrà tempo e noi vi aiuteremo in ogni modo possibile .Ma credetemi aiutarvi l’un l’altro è l’unico modo per far ripartire il motore della vostra civiltà che è ormai fermo da un migliaio d’anni.”
I due alieni si scambiarono uno sguardo dubbioso, non riconoscendo niente di familiare l’uno nell’altro. Kirk sospiro, l’intesa in cui sperava era molto lontana.
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“Diario del capitano , dopo una settimana di permanenza in orbita a Sigma Draconis Vi ci apprestiamo a lasciare il pianeta. Il comando centrale della flotta astrale ha inviato una squadra di psicologi , antropologi e medici che da ora in poi si occuperanno della salute sia fisica che mentale degli altri e dei selvaggi. Se sono ottimista per il loro futuro? Francamente no. Vedo davvero lontana la possibilità che due popoli così distanti tra loro riescano a trovare un punto di contatto. Ricordare che un tempo erano la stessa gente è troppo vago visto che entrambi non hanno memoria del loro passato.Confido nel futuro , anche se forse quando le due civiltà torneranno una sola io non sarò più qui a vederle........”