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Autore: _ Arya _    17/09/2015    15 recensioni
Sequel di "Rescuing The Jolly Roger Helmsman - Storybrooke Hospital"
La specializzanda Emma Swan, sta vivendo la sua nuova vita col paziente a cui tre mesi prima ha salvato la vita. Lo stesso vale per la sua collega e migliore amica Regina Mills.
Frequentarsi al di fuori dell'ospedale è fantastico, quanto diverso. Ci si inizia a conoscere più a fondo, ed è a qual punto che una relazione può rafforzarsi o distruggersi.
Soprattutto quando si è davvero innamorati, non è facile essere il fidanzato di un chirurgo la cui vocazione è salvare vite, non a Storybrooke quando non sai mai cosa ti aspetta dietro l'angolo.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO

(6 anni dopo)












 

EMMA POV

Io e Regina fummo le ultime a salire sulla Jolly Roger, la nave che ormai da 4 anni apparteneva ufficialmente a mio marito.
La nave della prima vacanza insieme, che aveva deciso di comprare quando col nuovo lavoro al porto era riuscito a mettere da parte abbastanza soldi; anch'io avevo contribuito ovviamente, dato che i primi due anni a bordo dell'imbarcazione, erano state le estati più belle che riuscissi a ricordare.
Era passato tanto tempo dalla prima volta, quando avevo deciso di partire con Killian, Henry e Lily, nonostante in quel periodo fossi decisamente fuori forma. Eppure, ripensandoci ora, non avrei potuto fare scelta migliore: quel viaggio era stato un toccasana, e al ritorno a casa i miei cari avevano stentato a credere che fossi davvero io. Niente più attacchi di panico, niente più fasi depressive, niente più incubi, niente di niente: erano bastate quelle sole tre settimane a farmi tornare la persona che ero sempre stata, solo cresciuta: cresciuta, perché avevo capito che nonostante tutto avrei sempre avuto bisogno di un sostegno, come qualsiasi essere umano. In più, ero tornata ufficialmente fidanzata con Killian Jones, pur senza ancora un anello al dito, anche se una volta a casa aveva rimediato.
Anche Regina era tornata fidanzata, con tanto di anello, ma ora entrambe portavamo altro all'anulare: le fedi che i nostri uomini ci avevano messo al dito il giorno del matrimonio.
Ci eravamo sposati in un unico grande giorno, un anno dopo il fidanzamento, quando Regina era tornata completamente in forma dopo aver dato alla luce la piccola Cora Rose ed entrambe avevamo finito il nostro ultimo anno di specializzazione in medicina.
Tutto era stato perfetto, ed era stato bello condividere il nostro giorno speciale: un giorno che molti non avrebbero diviso con nessun altro per nulla al mondo, ma che noi avevamo fatto con gioia grazie alla profonda amicizia che ci legava.
In camera avevo ancora appesa la nostra foto tutti e quattro insieme, con Killian e Robin nei loro completi scuri elegantissimi, ed io e Regina nei nostri abiti da sposa.
Il suo era classico, un bellissimo vestito lungo e sontuoso con maniche a tre quarti in pizzo, mentre il mio era più semplice: corsetto stretto con scollatura a cuore ed un'ampia gonna in tulle fin poco sotto il ginocchio. Lily lo adorava, ogni volta che lo vedeva diceva che l'avrebbe indossato anche al suo matrimonio, affermazione che a suo padre faceva venire i brividi ovviamente.
Eppure, nonostante fosse ancora presto perché avesse un fidanzatino, era cresciuta molto ed aveva ormai sei anni: a Settembre avrebbe iniziato la scuola elementare... ed Henry era un vero ometto ormai, ad Ottobre avrebbe compiuto 17 anni. Ancora un anno e sarebbe andato al college, ma per fortuna non molto lontano: aveva deciso di seguire le mie orme e studiare medicina ad Harvard, ed ero sicura che l'avrebbero preso, brillante com'era negli studi.
-Amore, Liz dorme?- mi domandò Killian una volta che mi ebbe raggiunta dopo aver posato i bagagli, e baciò prima me, poi la bambina tra le mie braccia.
Elizabeth Jones aveva quasi un anno, ed era nostra figlia, il motivo per cui il precedente Agosto l' avevamo trascorso a casa, col mio pancione all'ormai nono mese.
Quando avevo scoperto di essere incinta avevo stentato a crederci, e non avevo fatto la minima obiezione quando la ginecologa mi aveva consigliato di ridurre il lavoro ad un massimo di 6-7 ore al giorno, e poi gli ultimi tre mesi stare a casa per non correre rischi.
Il 2 Settembre, 5 giorni dopo il compleanno di suo padre, la piccola era nata portando nuova gioia in famiglia, e avevamo deciso di chiamarla Elizabeth come la madre di lui.
Tutti erano stati felicissimi per noi, ma mai quanto io e Killian che contro ogni previsione eravamo riusciti a concepire una meravigliosa bambina bionda con gli occhi identici a quelli del padre.
-Non ancora... ma è assonnata, appena partiamo la metto a letto...
-Mamma, posso starci io in camera con Liz?- mi domandò Lily, accarezzando il piedino di sua sorella.
-Meglio di no tesoro, lo sai che si sveglia presto... non riusciresti a dormire. Ma con Rose starai bene, no? Fatevi accompagnare in camera da Henry... oh Henry, eccoti. Prendi Lily e Rose e aiutale a sistemarsi in cabina, ok?
-Certo mamma... vieni piccola peste!- esclamò e le prese la mano, poi li guardai andare a recuperare la figlia di Regina.
Non potei fare a meno di sorridere a quella scena: avevo una famiglia bellissima, e perfino Henry, nonostante fosse cresciuto, non aveva ancora rinunciato all'abituale vacanza con noi. Certo, aveva trascorso due settimane in California offertegli dal padre e Trilli con la sua ragazza, Grace, che trovavo davvero adorabile. Era dolce ed intelligente, ed aspirava come lui ad entrare ad Harvard.
-Beh, è la prima volta che viaggiamo in 9, eh? E pensare che la prima eravamo in quattro...- commentò Killian, cingendomi le spalle mentre lo accompagnavo al timone perché potessimo iniziare ad andare: negli anni precedenti aveva dato lezioni a Robin, in modo che i due potessero alternarsi alla guida della nave e fare meno pause. Non che non avessimo mai usato il pilota automatico, ma non era qualcosa che apprezzava molto.
-Sì! Poi in 8... e ora 9! Chissà non arrotondiamo presto a 10...
-Cosa? Swan, hai qualcosa da dirmi?
Lo guardai negli occhi confusa, e quando capii li strabuzzai: -No! Non sono di nuovo incinta. Prendo la pillola, lo sai. E siamo a posto così, non ne avevamo parlato? Dammi tregua, ho partorito neanche un anno fa e...- non ebbi modo di terminare la frase, perché le labbra di lui incollate alle mie me lo impedirono, impegnandomi in un tenero bacio.
-Tranquilla tesoro, scherzavo. Stiamo bene così, lo so. Meglio di quanto avrei mai potuto immaginare... e guardala, è la nostra copia! Oltre ad essere la prima bionda in famiglia, dopo di te...
-Vero! E guarda quanti capelli a proposito...
-Sì, dovevamo chiamarla Raperonzolo.
-Ehi! Non chiamerei mai mia figlia Raperonzolo! Non ci tengo a rovinarle infanzia e adolescenza!
-Non ti scaldare, lo so!- esclamò scoppiando a ridere, e prese la piccola manina paffutella di sua figlia che lo guardava adorante anche da mezza addormentata: non l'avrei ammesso ad alta voce, ma aveva proprio preso da me in questo.
-Mammaa...- borbottò la piccola, tirandomi la maglia con la manina libera; erano un paio di mesi che aveva iniziato a dire “mamma” e “papà”, eppure il mio cuore continuava a perdere un battito ogni volta che pronunciava quelle paroline. Erano passati anni dalle prime parole di Lily, ed avevo quasi dimenticato il calore che si provava in quelle occasioni piccole quanto importanti.
-Andate dai, vuole dormire... mi raggiungerai dopo, tanto non scappo.
-Va bene, hai ragione... poi mi fai guidare un po'?
-Guidare?
-Governare.- mi corressi infastidita fulminandolo con lo sguardo, e dopo avergli dato una gomitata – per quanto riuscii con la bambina in braccio – mi diressi verso le cabine.
Tuttavia quando fui certa che non potesse più vedermi sorrisi, pensando che nonostante fossero passati anni e noi fossimo cresciuti, certe cose non sarebbero mai cambiate.

 

 

***

 

 

-Un altro giro, capitano!- incitai Killian, alzando il mio bicchiere di rum ormai vuoto.
Era mezzanotte passata, ma al porto di Atlantic City c'era ancora abbastanza luce per poter festeggiare a dovere il primo giorno di navigazione andato alla grande.
-Vuoi ubriacarti tesoro?
-A me sembra già ubriaca- commentò Regina, ed io scoppiai in una risata: forse aveva ragione, ero già ubriaca ma felice di esserlo. Nell'ultimo anno non avevo avuto molte occasioni per darci dentro con l'alcol avendo non una, ma due bambine piccole in casa.
-Avanti, è solo il terzo giro!- insistetti vedendo l'uomo esitare, e gli tirai la bottiglia di mano per versarmi il liquido ambrato da sola.
-Veramente è il sesto. Per te.- mi fece notare la mia amica, ma decisi di ignorarla e riempii di nuovo i bicchieri a tutti: dopotutto nessuno protestò, quindi avevano poco da dire a me.
-Niente di personale Emma, ma quando bevi sei pericolosa... ricordo bene!- intervenne anche Robin ridendo, per poi prendere un sorso di rum.
Regina arrossì, ed io scoppiai a ridere con Killian solo perché ero troppo brilla per potermi vergognare in quel momento.
La prima volta che ci eravamo ubriacati tutti insieme era stato il delirio: avevamo giocato a Obbligo o Verità finendo per degenerare, e oltre ad averci dato dentro coi baci con Regina, per poco non eravamo finiti a letto tutti e quattro insieme, e non di certo per dormire.
Sembrava passata una vita da allora, ma la nostra amicizia era rimasta immutata: anzi, se possibile era cresciuta ancora di più. Oltre a passare sempre almeno parte delle vacanze insieme, anche durante le feste ci organizzavamo a casa nostra o a casa loro, come una grande famiglia.
L'ultimo Natale l'avevamo trascorso da noi, e ricordavo che avevamo dovuto comprare un altro tavolo per poter accogliere tutti gli invitati: grazie al cielo Regina, Trilli e mia madre mi avevano aiutata in cucina, altrimenti ero piuttosto certa che avrei finito per ordinare cibo da asporto per disperazione.
-Ora basta Swan, Liz si sveglia alle 6 lo sai...- mi ridestò dai miei pensieri Killian, togliendomi la bottiglia dal goffo e tremolante tentativo di riempire il bicchiere per la settima volta.
-Ma tanto ti alzi tu... lo sai che non allatto più. Il latte glielo sai preparare...- lo supplicai facendogli gli occhi dolci, e per essere ancora più convincente mi sedetti sulle sue gambe e dopo avergli cinto il collo lo baciai lentamente ma intensamente, sperando di fargli perdere la testa.
-Non è giusto così... mi corrompi troppo facilmente...
-Lo so, ma è un sì, vero? Tu sembri meno ubriaco di me...
-E' un sì signora Jones- sospirò e mi posò un leggero bacio sul collo -Quando ti ho sposata sapevo a cosa andavo incontro... ovvero al fatto che l'avresti sempre avuta vinta.
-Dai, non è vero... ehii, voi due, andatevi a chiudere in camera!- esclamai notando solo in quel momento che Robin e Regina si stavano dando da fare con le effusioni più di noi.
-Potremmo dire lo stesso di voi, Swan. Oppure preferisci la fantomatica cosa a quattro che rimandiamo da anni?- mi prese in giro la donna, separandosi temporaneamente dalle labbra di suo marito.
-Io ci sto se tu ci stai. Credi abbia paura?
-Ok amico, è tempo di portare via le ragazze prima che la situazione ci sfugga di mano...- suggerì Robin alzandosi in piedi, e nonostante le mie proteste Killian lo imitò e mi prese in braccio, cercando di ignorare i pugni sulla spalla. L'anno precedente aveva dovuto comprare addirittura una pomata per i lividi che gli avevo procurato, a sua detta, ma ero piuttosto certa che si fosse fatto male da solo sul posto di lavoro in qualche modo.
-Notte Regina e Robin! Fatemi sapere se devo diventare zia di nuovo, ok?
-Va bene, altrettanto però! In caso vogliate equilibrare la famiglia e avere un altro maschietto!
Le feci un cenno di saluto con la mano e continuai a sogghignare fino a che Killian non mi posò sul letto della nostra cabina.
-Bene... devo metterti il pigiama o dormi così?
-Che tenero, pensi davvero che ora ci metteremo a dormire!- esclamai e lo tirai per un braccio facendolo cadere addosso a me; non ebbe il tempo di reggersi, ma il suo peso era qualcosa che potevo sopportare senza alcun problema.
Lo guardai negli occhi, così vicini ai miei, e gli accarezzai la guancia, lasciando che la barbetta incolta mi pungesse piacevolmente le mani. Il tempo per lui non sembrava passare mai, era bello come il primo giorno nonostante avesse superato i 40 anni. Anzi, più passavano gli anni e più cresceva il suo fascino, come per alcuni attori di Hollywood: ero estremamente fortunata che fosse solo mio.
-Va bene, forse possiamo dormire dopo...- acconsentì col suo solito sorriso sghembo, e con le labbra si gettò sul mio collo per iniziare una delle mie torture preferite.

 

 

***

 

 

KILLIAN POV

-Buongiorno. Anche tu già in piedi?
Mi voltai confuso, preso com'ero dal guardare la bambina tra le mie braccia che sorrideva e faceva facce buffe, non senza tirarmi i peli del petto, proprio come sua sorella a suo tempo.
-'Giorno Robin... sì beh, dopo aver mangiato non ha voluto rimettersi a dormire. Al contrario di sua madre che dorme come un sasso...
-Sì, anche Regina è nella stessa situazione. A volte sembrano proprio delle bambine, vero?
-Già. Sono tenere...
-Pappààà!
Io e Robin ci guardammo, poi scoppiammo a ridere: non era passato neanche un minuto da quando avevo distolto lo sguardo, che Liz richiamava già la mia attenzione. Tale e quale a sua madre anche in questo!
Le diedi un dito che afferrò felice, e tornai a guardarla; era bellissima, e la consideravo un piccolo miracolo.
La gravidanza di Emma era stata imprevista, perché dopo 4 anni che non era mai successo nulla, avevamo abbandonato le speranze. Avevo fatto di tutto per non farglielo pesare, ed in parte ci ero riuscito, ma una parte di lei aveva sempre continuato a volere un altro bambino. Ovviamente amavamo Lily, e nonostante sapesse di essere stata adottata anche lei ci considerava suoi genitori in tutto e per tutto. Di comune accordo avevamo deciso di iniziare a raccontarle la sua storia fin da piccola, in modo da non doverle dare uno shock una volta cresciuta. Solo superati i 4 anni aveva iniziato a farci domande più specifiche a riguardo, ma ricordavo ancora come ci aveva fatti piangere quando alla fine del discorso aveva detto “Voi siete la mia mamma e il mio papà e io vi voglio taaaanto bene anche se prima avevo altri mamma e papà”. Poi ci aveva abbracciati entrambi, e tra le lacrime avevamo ricambiato stringendola forte a noi.
Poi Emma aveva iniziato a star male, avere qualche nausea, e lei si era preoccupata così tanto che aveva passato varie notti nel nostro lettone a dormire avvinghiata a lei. E quando le avevamo comunicato, ancora sconvolti anche noi, che avrebbe avuto una sorellina era stata così contenta che aveva proposto di condividere la cameretta quando sarebbe nata.
Non era mai stata gelosa di Elizabeth neanche dopo la sua nascita, e come Henry aveva fatto il possibile nel suo piccolo per darci una mano: tuttavia sapeva far addormentare la sorellina cantandole delle ninne nanne, e non era affatto una cosa da poco.
Emma invece, nonostante fosse tornata a casa dopo sole 48 ore, aveva avuto bisogno di una decina di giorni per recuperare le forze: la gravidanza non era stata molto difficile come ci aveva preannunciato la ginecologa visti i problemi avuti, ma il travaglio era stato piuttosto lungo e le aveva tolto giustamente le energie.
Anche il dopo era stato più stancante rispetto ai primi mesi con Lily, avendo deciso di allattare il più possibile impedendomi di fare i turni per darle del latte in polvere. Nonostante fosse tornata al lavoro e la sua vita era diventata molto frenetica, tuttavia, non si era mai lamentata, ed aveva continuato fino agli 8 mesi, quando il latte aveva iniziato a scarseggiare e si era concessa una tregua.
Oltre ad un grande amore, provavo per la mia donna una grandissima stima per tutto ciò che aveva fatto e continuava a fare nel corso degli anni: io le ero stato d'aiuto il più possibile, avevo un lavoro ben pagato che le permetteva di non fare turni extra se non per necessità gravi, ma era innegabile che il più l'avesse fatto lei.
Ora con la piccola cresciuta era tornata ad esserci una sorta di equilibrio, ma dopo un anno di pausa, avevo deciso ugualmente di regalarle l'annuale viaggio per mare che tanto amava. Dividendoci il comando con Robin, non era molto pesante, ma comunque mi piaceva navigare. Lei lo sapeva, e quando i bambini erano a fare altro mi raggiungeva al timone e mi faceva compagnia, a volte in silenzio, a volte chiacchierando o massaggiandomi la schiena.
-Anch'io e Regina stiamo provando ad avere un altro bambino, sai? Il vostro entusiasmo e la dolcezza di Liz ci ha contagiati...- confessò il mio amico riemergendo dai suoi pensieri, e io mi voltai a guardarlo con stupore.
-Da quando?
-Non da molto. Ma siamo andati per un consulto... e secondo la ginecologa abbiamo ancora ottime probabilità di poter avere un altro figlio. Regina è molto in forma, e stavolta è anche consapevole...
-Dai, Emma non me l'aveva detto! Sono contentissimo per voi!
-Oh, Regina non gliene ha parlato perché sai come reagirebbe...- sorrise, e io lo imitai; aveva ragione, avrebbe tormentato Regina col suo entusiasmo fino allo sfinimento, era proprio da lei e la sua amica lo sapeva bene.
-Glielo dirà quando sarà incinta, dato che sarà ormai fatta... quindi sai, se non ti dispiace tenertelo per te...
-No, va bene! Capisco, Emma quando si fa prendere dall'entusiasmo è tremenda! Meglio alleviare il periodo di sofferenza a Regina...- lo rassicurai divertito, tornando a Liz che stava nuovamente attirando la mia attenzione con dei versetti molto dolci ma anche molto squillanti. Stava iniziando a dire le prime paroline ovviamente, ma Emma era più brava di me a capire se fossero effettivamente tentativi di parlare o nuovi suoni che sperimentava con la sua vocina.
-Bibbi...- fece poi, e allungò le mani verso Robin, che spalancò la bocca.
-Bene bene... da oggi in poi immagino tu sia zio Bibbi!- esclamai tra le risate, e lasciai che la prendesse in braccio anche lui dato che non voleva saperne di calmarsi.
Gli tastò per bene tutta la faccia con le manine, e alla fine gli tirò il naso gridando “Bibbi!”.
-Ma che succede qua...
Mi voltai per trovarmi davanti una Emma ancora assonnata, con solo una mia lunga maglia addosso, che si strofinava gli occhi. La attirai per un braccio e la baciai per il buongiorno, lasciando che si accoccolasse sulla mia spalla mentre chiudeva nuovamente le palpebre.
-C'è Liz che tira il naso a Bibbi... che sarebbe Robin. Stavo giusto per rimproverarla...
-Lascia stare Jones, è divertente. Non rimproverarla.- intervenne Regina, e mi accorsi solo ora che ci aveva raggiunti sul ponte anche lei, vestita proprio come Emma: una maglia e basta. Era chiaro che anche quella notte avessero provato ad avere un altro bambino.
Ero felice per loro e gli auguravo di riuscirci: trovavo il tre un numero perfetto in fatto di figli, almeno noi stavamo a meraviglia, soprattutto avendo tutti età lontane l'un dall'altro.
Emma sorrise e lasciò che Robin le posasse sua figlia in braccio, e Regina ne approfittò per dargli il buongiorno con un bacio piuttosto appassionato.
Erano quasi le 8 ormai, l'alba era passata da molto, ma non ne avevamo bisogno per creare l'atmosfera perfetta.
Eravamo sufficienti noi col nostro amore a rendere tutto magico, e quando un raggio di sole che uscì dalla nuvola illuminò il volto di Emma costringendola a chiudere nuovamente gli occhi, la baciai dolcemente lasciandole il tempo di ricambiare con calma.
Davanti a tutti noi c'era un'orizzonte infinito, quell'infinito ed ignoto che rappresentava il nostro futuro, illuminato dalle prime luci del mattino.

 

La vita può essere capita solo all’indietro ma va vissuta in avanti.
(cit. Soren Kierkegaard)

















 

Angolo dell'autrice;
Ciao! E niente, alla fine sono arrivata al capolinea di questa storia... doveva finire, perché era inutile tirarla per le lunghe, ma avendola portata avanti per circa un anno non potrà che mancarmi scriverla...
Ho deciso di dedicare l'ultimo capitolo direttamente al futuro, a 6 anni dal momento dei fidanzamenti... entrambe le coppie sono sposate, Regina e Robin vogliono un altro bambino, mentre Emma e Killian nonostante sembrasse impossibile sono riusciti ad avere una figlia, e ad allargare ulteriormente la loro famiglia.
Ho voluto dedicare questo epilogo a tutti loro insieme, mentre si godono quella pace che si sono guadagnati dopo tante peripezie... e ora guardano al futuro, pur senza rinnegare il passato che gli ha dato ciò che ora hanno.
E ho voluto finirla così, più o meno aperta ma comunque chiusa.
Ah, la frase che ho usato è corta... ma quando l'ho letta ho pensato che fosse perfetta per racchiudere il senso di questo epilogo.
Che dire, GRAZIE a tutti quelli che hanno seguito la storia dall'inizio alla fine, siete tantissimi ed è stato bello leggere i vostri pareri e suggerimenti che sono sempre stati molto utili :) Grazie a chi ha inserito nelle categorie o letto in silenzio... grazie a tutti insomma!
Nonostante mi dispiaccia dover concludere... nonostante starò via per qualche giorno, Sabato pubblicherò il Prologo di "On Adventure With The Pirate 2" di cui devo ancora definire il titolo... e quando tornerò mi dedicherò sia a quella che alla storia nuova di cui ho postato il prologo un paio di settimane fa :)
Mancano soltanto una decina di giorni al ritorno di OUAT, e io sono felicissima *-* Questa nuova stagione sarà una bomba, spero solo che gli autori non siano troppo troppo crudeli!
Un abbraccio, e grazie ancora a tutti per essere arrivati alla fine! :*
   
 
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