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Autore: cricrifanficlover01    17/09/2015    3 recensioni
A Berk ci sono i vichinghi...ognuno è simile all'altro, per un certo senso, anche solo per un dettaglio. Due ragazzi però sono diversi; sono estremamente intelligenti e hanno doti eccezionali, come la lettura delle menti e la previsione del futuro, che gli altri non hanno.
Questi due ragazzi hanno sempre vissuto l'uno lontano dall'altro, si sono visti poche volte e non si conoscono bene. Il nome del primo è Hiccup, quello della seconda è Astrid. Hanno entrambi 15 anni, sono molto simili tra loro.
Stoick, con altri anziani del villaggio, ha deciso di farli conoscere e vedere la loro reazione, anche perché Hiccup è il suo figlio adottivo. Cosa succederà quando si parleranno per la prima volta in vita loro?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7.

Hiccup spalancò gli occhi. Tutto ciò non aveva senso.

“Vuol dire che state fuggendo da qualcuno di non conosciuto? State scappando da chissà chi?” chiese.

Jacob annuì, lasciando cadere lo sguardo sulle foglie, cadute dai rami di alberi una volta ricchi di foglie verdi. Era vero, non aveva senso...ma sembrava davvero spaventato. Inoltre non sembrava un tipo facilmente spaventabile. Chiunque li stesse cercando, era pericoloso.

“Sono sicuro che chiunque ci stia cercando...porterà dei guai. Quindi dobbiamo tenerci alla larga da quelle persone.” disse il capo del gruppetto.

I ragazzi dietro di lui diventarono improvvisamente silenziosi, ciò fece dedurre a Hiccup che era un discorso piuttosto delicato, oltre che complicato. Tutti fissavano Hiccup e Astrid. I due non ne capirono il perché, ma si limitarono a ignorarli.

“Perché se ci cercano non hanno mai trovato me e Astrid? Non siamo difficili da individuare, tutti sanno delle nostre doti al villaggio.” disse Hiccup.

Attese una risposta, la quale giunse poco dopo. “Non amano troppo la gente, sono piuttosto...asociali.” disse poi sempre Jacob, portando con le sue parole i pensieri di tutti.

“Allora vuoi dire che stando al villaggio saremo al sicuro?” chiese Astrid, stavolta.

“No. Stando con noi sarete al sicuro. Al villaggio, prima o poi, faranno un'irruzione.”

Hiccup lo guardò negli occhi. Più sincero di così non poteva essere. “Cosa dovremmo fare? Continuare a scappare finché non moriamo? Non credi che un giorno quelli ci troveranno?”

Jacob si portò un mano alla tempia. “Non possiamo far altro che rimanere il vita il più possibile.” disse.

Forse aveva ragione...ma in un certo senso anche no. “Non sarebbe meglio combatterli e sconfiggerli?”

Jacob alzò la testa, fissandolo. Poi si avvicinò a lui. “Credi che in tutto questo tempo non ci abbia pensato?”

Allora se ci aveva pensato perché si era tirato indietro? Chi li stava cercando? Forse lo sapeva ma non glielo voleva dire. Perché? Cosa nascondeva?

“Non possiamo andarcene da Berk così, di punto in bianco.” disse lui.

“Però i nostri genitori adottivi ci hanno fatti incontrare per scoprire da dove veniamo.” disse Astrid, guardandolo.

“Non c'è una provenienza, non c'è via di ritorno.” disse Jacob. Tutti i presenti lo fissarono, confusi. Probabilmente era la prima volta che lo diceva anche ai ragazzi del suo gruppo. Ma cosa significava anche tutto ciò?

“Cosa vuoi dire?” chiese Hiccup, aspettandosi una risposta dettagliata e piena di nuovi indizi.

“Esattamente ciò che ho detto, non c'è via d'uscita. Ormai dobbiamo vivere qui, siamo obbligati. Ho cercato per tantissimo tempo il nostro posto natale, senza mai trovarlo; nonostante anni di ricerca.”

Ma non poteva essere. Dovevano pur provenire da qualche parte. “Ora andiamo. Pensateci fino a domani. Ciao.” Si dileguò all'istante, sparendo dalla vista dei due in un secondo, con al suo fianco il gruppo e i loro draghi.

Hiccup camminò verso Sdentato, mettendogli la protesi prima di andare via. In effetti il sole stava calando, come il giorno precedente. Si sentiva strano, scombussolato da tutto ciò che stava scoprendo ultimamente, ma non ci voleva far troppo caso. Voleva cominciare a comportarsi come prima, vivere come prima...sicuramente non poteva farlo, ma voleva soltanto provarci. In parte magari ci sarebbe riuscito.

Rimase ancora un po' di tempo con Astrid, camminando per le varie stradine del villaggio.

“E' piuttosto strano, eh?” chiese Hiccup.

Lei sapeva esattamente a cosa si riferisse. Certo non riusciva a rispondergli con le parole. Si, direi di si.

Hiccup si bloccò, prendendo un respiro profondo. “Ok, era la verità quando hai detto che ti piacevo?”

Astrid spalancò gli occhi, sorpresa. Hiccup non doveva sapere quella frase dei suoi pensieri.

Come fai a saperlo? Non avevi la barriera?

“Si, ma l'ho tolta prima che lo pensassi.”

rimasero in silenzio, senza nemmeno guardarsi.

Il silenzio venne spezzato all'improvviso da un pensiero di Astrid, dopo molto.

Si, allora.

Hiccup non seppe cosa dire. Era rimasto paralizzato da quel pensiero, nonostante quel ''destinati a stare insieme'' di ore prima. Era strano, in ogni modo.

“E....?” chiese Astrid, ad alta voce.

“E cosa?!” chiese Hiccup, preso alla sprovvista da quel momento puramente casuale; non avrebbe nemmeno dovuto essere lì.

Nulla, assolutamente nulla. Sei tu che mi hai fatto quella domanda.

Hiccup annuì, aumentando la velocità del passo e camminando velocemente verso casa sua. Perché le aveva posto quella stupida domanda? Prima o poi sarebbero stati insieme, lo sapeva bene. Ma com'era possibile, dopo tutta quella pressione la quale li assillava?

Astrid continuava a camminare, lasciando stare la conversazione e avviandosi anche lei verso casa.

Il giorno seguente fu come i precedenti; Hiccup andava da Sdentato e Astrid rimaneva a casa fino alla sera, quando si dovevano ritrovare con gli altri differenti.

Quel giorno Hiccup aveva provato per la prima volta in vita sua a cavalcare il Furia Buia, ed era andata alla grande. Amava volare con quel drago. Diventò all'istante consapevole del legame formatasi tra loro, non erano diventati soltanto cavaliere e drago, ma anche migliori amici. Dopotutto Hiccup, il quale prima era un asociale per gran parte del tempo, aveva iniziato a passare sempre più tempo con lui, solo con lui. Erano stati i ragazzi a colpirlo, a trasformarlo...ma si sentiva come se fosse stato destino, il loro incontro. Sapeva che non era così, ma voleva crederci. A costo di mentire a se stesso. A lui non importavano i fatti reali, lui voleva sognare, vedere le cose in modo diverso rispetto a come le vedevano gli altri. Non si sentiva diverso, ma probabilmente le altre persone lo consideravano tale. In fondo, era un differente.

La sera si incontrarono; durante le ore passate Hiccup e Astrid avevano deciso entrambi, separatamente, di unirsi al gruppo dei differenti, salutare per un'ultima volta i loro genitori adottivi e andarsene. Sarebbe stato duro, molto probabilmente. Ma volevano giungere alla fine di questo mistero.

“Trovo davvero strano che non abbiano voglia di contrattaccare.” disse Hiccup a Astrid, il quale era seduto su un masso nel bosco. I due stavano attendendo l'arrivo del gruppetto, fermi a parlare. Avevano in gran parte dimenticato il discorso del giorno precedente. O perlomeno, più che averlo dimenticato..non ci pensavano.

E' ciò che penso anch'io! Se vogliono vivere normalmente, allora dovrebbero sconfiggerli!

“E se davvero non possono farlo?” chiese Hiccup, guardando l'acqua del ruscello il quale scorreva lì vicino.

Astrid non rispose.

Quando i differenti arrivarono, Jacob accettò la loro scelta, accogliendoli tra loro.

Hiccup si avvicinò agli altri ragazzi; Astrid lo seguì, ma Jacob le prese il braccio destro con una mano. “Ti servirà un drago, se vuoi essere tra noi.”

Poi guardò verso l'alto, dove un Uncinato Mortale volava indisturbato, lentamente. Tirò fuori da una tasca dei pantaloni un cerbottana, puntandola verso il drago. Poi fece scagliare l'arma al suo interno, la quale andò a colpire il drago, facendolo precipitare verso il basso. Lo raggiunse, poi prese in mano una siringa di dimensioni un po' maggiori rispetto a quelle usate per gli umani. La piantò subito sulla pelle del drago, in un punto in cui le squame non erano molto forti e resistenti. Esso cadde in un sonno profondo, o forse svenì.

Astrid diede uno sguardo ai residui del liquido all'interno della siringa..era sangue, molto probabilmente sangue di drago. Sangue di un drago dalle doti eccezionali.



ANGOLO AUTRICE :

Nanananan...niente canzoni, oggi. La mia amica Nikol mi ha fottuto le cuffie. * facepalm *

E...lo so, lo so, lo so che non ho aggiornato per tantissimo tempo. Voi penserete...avbbé, ha cominciato il liceo, avrà dei compiti, dovrà studiare...no, non è fottutamente vero! Quando sempre Nikol che fa il turistico ha 70 pagine da studiare per sabato...io non devo studiare nemmeno una pagina...beh, in realtà si...ma non per sabato, per lunedì. Il fatto è che, arrivando a casa alle due e partendo da casa alle 7 di mattina...mi viene un po' di voglia di buttarmi sul letto e non fare un beeeel niente. No, non sono pigra...provate voi a correre, correre, correre per tutto il giorno e poi bloccarvi ad aspettare per anni alle fermate delle corriere...se sapete cosa intendo, mi dispiace per voi. >-<

Si, il capitolo è davvero davvero noioso, lo riconosco in pieno. E' che mi irrita tornare a casa e vedere il mio gatto che dorme indisturbato sul MIO letto quando io poco prima son dovuta andare a scuola e ho dovuto camminare per trooooppa strada. Mi irrita, ok?!? Voglio scambiare la mia vita con quella del mio gatto!

E...nonostante io stia sempre da sola in corriera, faccia tutta la strada dalla scuola alla stazione da sola...che vi ripeto, non è affatto breve, in una cittadina che non conosco bene, dove chiunque potrebbe uscire all'improvviso e accoltellarmi...ok, forse è troppo...nonostante tutto, io sono cresciuta come un'ascociale, e sono sicura che mano a mano che il tempo passerà...forse mi ritroverò un po' meglio nella mia classe..dove praticamente quasi tutte si conoscevano a vicenda già da prima...e io lì da sola...la nuova. Ecco...non è una bella sensazione...che disagio...in ogni modo ora...forse vi saluto.

Ho una cosa importantissima da dirvi...forse lascerò Efp. Fermo/a lì. Butta nel fuoco quel biglietto per il treno o che ne so per il Friuli Venezia Giulia e, in particolare, per il mio paese, per la mia via, per la mia residenza. Che voi non conoscete. Fortunatamente. Togli dalla mia vista quell'ascia! NO! COSA AVETE CAPITO??!?!? Certo che no, non lascerò per sempre Efp! MA forse per un periodo più o meno lungo...giusto per riprendermi da questa velocità dei miei giorni...non so quando tornerò, perché quando una volta d'estate non sapevo che fare...beh, ora ho voglia solo di dormire, nient'altro...ora ho male alla schiena, voglio riposarmi un po'...quindi vi saluto definitivamente.

Alla prossima!

By cricrina01.

   
 
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