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Autore: Phoenix Mars Lander    17/09/2015    4 recensioni
Da quando si è trasferito nel suo Bilocale A Prova Di Studente Universitario, Harry Styles non ha dato molto peso al muro decisamente poco spesso che separa il proprio appartamento da quello accanto.
Comincia a rendersene conto in modo alquanto brusco quando la sua vicina di casa muore, portandosi via con sé i pettegolezzi del tè delle cinque e lasciando al proprio posto la presenza ingombrante di Louis Tomlinson, un ragazzo che organizza troppe feste con tanto di musica troppo alta, canta a squarciagola sotto la doccia, si sveglia troppo tardi e ha il pessimo vizio di fumare sui gerani di Harry.
(Ovviamente Larry.
Il rating potrebbe cambiare nei prossimi capitoli.)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Secondo capitolo
The first blue I've found




 

 
Harry Styles era entrato nella sua vita con una minaccia abbastanza triste, una frecciatina su Twitter parecchio irritante e una fetta di Apple Pie inaspettatamente soffice.
Louis era quasi pronto a ignorare i primi due avvenimenti disastrosi in favore di quella pasta frolla, decise mentre addentava di nuovo la torta.
«Se avessi saputo che bastava così poco per farti tenere la bocca chiusa ti avrei offerto un dolce molto prima.»
Quasi, appunto.
Louis alzò gli occhi al cielo, guardando con un pizzico di divertimento il sorriso un po' titubante dell'altro, che gli sedeva di fronte coi gomiti appoggiati al tavolo.
«I dolci fono fempre la sfelta giufta» biascicò ingoiando l'ultimo pezzo di fetta, le parole distorte dai dolcissimi frammenti di mela che gli rotolavano sulla lingua.
Quella frase ebbe un'effetto strano nella stanza: la tensione che aleggiava nell'aria fra i due s'infranse in un istante, portandosi con sé anche quella punta d'imbarazzo scaturita dal fatto che per la prima volta si stavano parlando sforzandosi di non insultarsi in qualche modo.
«È... tutto a posto?»
Louis rabbrividì a quella domanda, perché per un attimo gli parve che Harry fosse davvero interessato a conoscerne la risposta, ma poi si diede dello stupido e annuì soltanto.
Harry si morse il labbro inferiore e prese un respiro profondo, come per darsi coraggio.
«Vuoi restare qui stasera?»
Louis ringraziò la propria golosità infinita per avergli fatto divorare la torta prima di ascoltare quella richiesta, perché altrimenti sarebbe morto soffocato lì in cucina.
Harry strabuzzò gli occhi, rendendosi conto di ciò che aveva appena detto.
«Intendo, immagino non ti vada di restare solo dopo quello che è successo... qualunque cosa sia successa. E stasera danno il terzo episodio della saga di Star Wars, no? Quindi si potrebbe vedere. Insieme. Sì.»
Louis si lasciò scappare un piccolo sorriso.
«Probabilmente non sai neanche cos'è» aggiunse Harry abbassando lo sguardo.
«Styles» cominciò Louis, divertito. «Non ti sembra un miracolo?»
Harry tornò a guardarlo, le sopracciglia aggrottate e negli occhi un'ombra di confusione.
«Cosa?»
«Il fatto che tu sia stato gentile con me due volte nel giro di venti minuti e l'universo non sia ancora esploso» rispose tranquillamente.
Harry inarcò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto.
«Hai ragione» acconsentì. «Forse è meglio se ricomincio a trattarti male, non voglio che qualche stupida calamità naturale rovini i miei piani per la laurea.»
Il sorriso sul viso di Louis si allargò.
«Secchione» lo apostrofò. «Comunque stasera non posso, devo uscire con-»
«Louis? Ci apri oppure no?» tuonò la voce di Liam dal pianerottolo.
L'interpellato si alzò, indicando la porta con un dito.
«...loro» aggiunse.
Harry annuì, alzandosi in piedi a sua volta.
«Allora a presto.»
Harry sbuffò divertito. «A domattina» lo corresse. «Quando tirerai su le tapparelle in ritardo come sempre.»
Louis si fece scappare una risata, aprendo la porta e fermandosi per un attimo, un secondo in cui si voltò verso l'altro e disse soltanto «So cos'è Star Wars, sai?»
Poi scivolò via, andando incontro a Zayn e Liam, entrambi sconvolti per averlo visto uscire da quell'appartamento.
«Louis?»
«Zayn, Liam» li salutò.
«Non mi ha drogato né ha abusato di me mentre ero incosciente, non vi preoccupate.» li rassicurò infilando le chiavi nella toppa. «Anche se secondo me in mezzo a quelle piantine che coltiva sul balcone ce n'è qualcuna sospetta e se devo essere sincero il BDSM mi ha sempre affascinato parec-»
Si bloccò a metà frase, la maniglia fredda stretta fra le dita e il caos che suo padre aveva combinato sbattutogli in faccia per l'ennesima volta.
«Cos'è successo?» sussurrò Zayn a pochi centimetri dal suo orecchio.
Louis si fece scappare una smorfia.
«Mamma e papà sono venuti a trovare il loro piccolo prodigio» rispose, sarcastico.
All'improvviso sentì due paia di braccia stringerlo e chiuse gli occhi, lasciando che i suoi migliori amici lo trascinassero lontano da quell'appartamento verso qualcosa che lo facesse dimenticare, verso un ragazzo che non sarebbe diventato importante o, ancora meglio, verso una bottiglia colma di liquido alcolico trasparente.



Harry raggiunse il letto e vi si lasciò cadere sopra con un sospiro incredulo.
Aveva sul serio invitato Tomlinson a passare la serata a casa sua.
A guardare Star Wars con lui.
Erano passate tre ore e mezza e Harry ancora non aveva processato del tutto quella richiesta che era uscita dalla sua stessa bocca, porca miseria.
Si rigirò sulle coperte e s'impose di non pensarci.
Sarebbe stato facile.
Sì.
Aveva mille altre cose interessanti con cui occupare la propria mente.
Dopotutto perché mai avrebbe dovuto far perdere tempo ai suoi adorati neuroni con stupidi pensieri riguardanti quel ragazzo vanitoso ed egocentrico e-
«Uhuh! Questo non è il cielo!»
...ubriaco?
Harry si tirò su di scatto, fissando la porta di legno con la testa inclinata.
Qualcuno diede un colpo da fuori, facendo seguire il tutto da una risatina molto poco sobria.
E quella voce era decisamente di Louis.
Harry corse ad aprire, senza neanche realizzare di essere senza maglia.
«Oh!» esclamò il ragazzo quando lo vide, le iridi lucide e l'equilibrio alquanto precario.
Poi il suo sguardo scese più in basso, contemplando il petto di Harry muscolo per muscolo e fermandosi sul cavallo dei pantaloni del pigiama.
«Oh» ripeté con un ghigno.
«I miei occhi sono quassù» sbottò Harry.
«Lo so» rispose Louis, senza spostare lo sguardo di un millimetro.
«Possibile che non ci sia un attimo di pace in questo condominio?»
I due ragazzi si voltarono simultaneamente verso l'uomo che li osservava scocciato dall'altra parte del pianerottolo, un'espressione più che stizzita in volto e un tono che non faceva sperare nella sua candidatura a Migliore Amico di Louis Dell'Anno.
Harry aprì la bocca per dire qualcosa, ma l'altro lo precedette, alzando le braccia al cielo e urlando emozionato «Reginald! Da quanto tempo!»
Harry combatté fra l'impulso di stenderlo con un pugno e quello di scoppiare a ridere come un pazzo.
Alla fine optò per agguantarlo per un gomito e tirarlo dentro, rivolgendo un'occhiata di scuse al vicino, che sembrava in procinto di tirare fuori la sua attrezzatura da supereroe della Marvel e liberare il mondo dalla Piaga Tomlinson.
Chiudendosi la porta di casa alle spalle, Harry si scusò mentalmente col mondo per aver ritardato ancora un po' il momento della sua salvezza.
«Hei» mormorò suadente Louis, avvicinandoglisi pericolosamente.
Harry effettivamente non aveva pensato alla sicurezza personale.
«Heilà» rispose allontanandosi di qualche passo.
«È ottobre e tu te ne vai in giro con solo i pantaloni addosso?» biascicò, incespicando sull'ultima parola.
«Non sono in giro» precisò Harry. «Sono a casa mia, quindi faccio quel che mi pare.»
«Ahw!» esclamò l'altro, piombandogli addosso in un secondo e portando il proprio viso a un paio di centimetri di distanza da quello del ragazzo. «Sei ribelle. Mi piace.»
Harry non ebbe il tempo di ribattere né di fare alcunché, perché Louis si stava già allontanando dal suo corpo sfoggiando un'espressione ch'era un misto fra la delusione e il disgusto.
«Tu non sei il cielo» decretò infine, lasciando Harry completamente spiazzato.
«Eh?!»
«Tu sei terraferma» aggiunse, come se la cosa fosse ovvia. «Sei verde» lo accusò alzando un braccio e indicando i suoi occhi. «E io stavo cercando il cielo.»
«Ah» disse Harry, rinunciando a tentare di capire i vaneggiamenti di uno che probabilmente in quel momento nel corpo aveva più alcool che sangue. «E perché cercavi il cielo?»
«Perché sono un cavalluccio marino» annunciò Louis alzando la testa, apparentemente molto orgoglioso di ciò.
Harry represse una risata e allungò una mano, afferrando il ragazzo per un fianco e guidandolo in camera sua.
«I cavallucci marini stanno nel mare, sai?»
Louis sbuffò, barcollando verso il letto.
«Certo che lo so» affermò. «Solo che il mare è troppo lontano da qui. Perciò prima del secondo giro di shots ho deciso che il cielo era... casa. Casa mia.»
Si fermò per un attimo, le sopracciglia aggrottate, come se stesse rimuginando su quell'ultima frase.
«Perché il cielo somiglia al mare?» azzardò Harry, spingendolo delicatamente sulle coperte.
Louis scrollò le spalle, lasciandosi cadere.
«Mi sono buttato nel primo blu che ho trovato» rispose soltanto.
Harry gli sfilò le scarpe, chiedendosi come diamine fosse finito in camera all'una di notte con Louis Tomlinson ubriaco nel suo letto.
Era convinto che l'altro si fosse già addormentato, quando uscì dalla stanza per dirigersi verso il divano, ma mentre stava oltrepassando la soglia sentì la voce di Louis giungere strascicata alle sue orecchie.
«Però poi è diventato nero.»
Harry s'irrigidì sul posto per un secondo, Louis che crollava finalmente sul cuscino e il suo stomaco che si contorceva sotto il peso di un pessimo presentimento.



Harry rigirò l'omelette nella padella e udì Louis stiracchiarsi in camera sua, emettendo suoni che parevano per metà di puro piacere – sentirsi di nuovo tutte le vertebre dopo una nottata del genere doveva essere parecchio piacevole – e per metà di puro terrore – sentirsi di nuovo un cervello dopo una nottata del genere non doveva essere piacevole.
Il ragazzo spense il fuoco e attese.
«Oh mio dio»
Harry non riuscì a trattenere un sorriso, mentre faceva scivolare l'omelette nel piatto e lo poggiava sul tavolo.
Gettò un'occhiata all'ombra che si stava avvicinando al pavimento della cucina e in men che non si dica si ritrovò davanti un Louis Tomlinson in condizioni terribili, con tanto di occhi spalancati e capelli arruffati e occhiaie che sembravano due pozzi neri.
Louis, a scoppio ritardato, lanciò un urlo molto poco virile.
Harry inarcò un sopracciglio, infilzando un pezzo di frittata e portandoselo alla bocca.
«Non che tu sia la bellezza in persona, di prima mattina» assicurò pigramente.
Louis parve sempre più oltraggiato.
«Io... tu!» esclamò gesticolando in direzione della sua camera da letto.
«Fai spesso sesso con gente a caso quando non sei nel pieno delle tue facoltà mentali?» domandò Harry masticando.
L'altro si coprì il viso con una mano, gemendo.
«Tendo ad essere un po' molesto quando sono ubriaco» confessò, la voce attutita dalle dita premute contro le guance.
«Tu sei sempre molesto» lo corresse Harry.
Poi, prima che il ragazzo potesse ribattere, lo rassicurò. «Non siamo andati a letto insieme.»
Louis sospirò di sollievo, la mano che si spostava dal volto e gli ricadeva lungo il fianco.
«Bene» decretò. «Mi sento di merda.»
«Ci credo.» Harry accavallò le gambe sotto al tavolo, continuando a fissarlo. «Anzi, sono piuttosto stupito dal fatto che tu non abbia vomitato.»
Louis fece una smorfia. «Sono quasi sicuro di averlo fatto. Però ero ancora al locale con Liam e Zayn... hei, com'è che sono finito qui?»
Harry sorrise, tagliandosi un altro pezzo di omelette.
«Hai presente i nomi che avevi controllato sulla buca delle lettere?» chiese. «Finalmente hai conosciuto Reginald Parsons.»
Louis rimase immobile per un istante e poi scoppiò a ridere, così, semplicemente, una reazione che gli fece scaldare il cuore.
«Oddio seriamente?»
Harry annuì.
«Non mi ricordo niente» si lamentò Louis.
«Penso sia meglio così.»
La risposta di Harry ebbe l'unico effetto di far aumentare le sue risate.
Quando si fu calmato, Louis prese un respiro profondo, occhieggiando la porta d'ingresso.
«Forse è meglio se vado a farmi una doccia e... che ore sono?»
«Mezzogiorno meno un quarto.»
Louis spalancò la bocca, sorpreso.
«Non sei andato alle lezioni per badare a me?»
Harry alzò gli occhi al cielo.
«Non ci sono andato per difendere i miei gerani da te nel caso in cui ti fossi svegliato prima del mio ritorno.»
«Ah» disse Louis con un sorrisino. «Certo.»
Harry scrollò le spalle, ricominciando a mangiare, e fu allora che Louis lo chiese.
«Quando ho finito di rendermi presentabile ci guardiamo qualcosa insieme?»
Harry non ebbe la stessa fortuna che l'altro aveva avuto il giorno precedente e il cibo gli andò di traverso, facendolo tossire per la mancanza di ossigeno.
Si riprese e alzò lo sguardo, il viso paonazzo e gli occhi lucidi, e riuscì ad articolare un misero Cosa?
«Sto dicendo sì alla tua proposta di ieri sera» precisò.
«Ehm» cominciò Harry, la gola ancora bruciante. «In realtà c'è una cosa che danno in televisione fra un'ora e che vorrei vedere e che non penso proprio ti piacerebbe, quindi teniamo la proposta per un'altra volta?»
«Ah sì?» chiese Louis incrociando le braccia. «E che film sarebbe?»
Harry avvampò, grattandosi la nuca con fare indifferente.
«Harry Potter» rispose.
Louis inarcò un sopracciglio, alzando il capo in una posizione che lo faceva sembrare incredibilmente elegante e arrogante e insopportabile.
«Comincia a portare quel culo che dev'essere sicuramente Grifondoro sul divano, ché tra un'ora torno.»
E con questo uscì dall'appartamento, lasciando Harry con un'espressione di puro stupore stampata in viso.



«Ma adesso stai bene?»
Harry sprofondò un po' di più nel divano.
«Sì, davvero, non fare la mamma apprensiva.»
«Non faccio la mamma apprensiva» ribatté l'altro e Harry sorrise perché sapeva che Niall probabilmente aveva appena messo su il broncio.
«Posso fare un salto da te?» chiese infine il biondo.
Harry strinse l'angolo di un cuscino fra le dita, schiarendosi la voce.
«InrealtàtrapocovieneLouisTomlinsonperguardareHarryPotterinsiemeame.»
«Eh?»
Il riccio fece un respiro profondo.
«In realtà tra poco viene Louis Tomlinson per guardare Harry Potter insieme a me» ripeté con le guance in fiamme.
«...quel Tomlinson?»
«Ne conosci altri? Perché, sai, potrebbero esserci utili per il giorno in cui faremo sparire questo Tomlinson e ci serviranno degli omonimi o potenziali parenti per far sparire i suoi documenti senza che l'FBI possa risali-»
«Harry» lo interruppe Niall. «Stai davvero per guardare Harry Potter insieme a Tomlinson? E sei nel pieno delle tue facoltà mentali?»
«Ehm. Sì.»
Ci furono alcuni secondi di assoluto silenzio, poi Niall scoppiò a ridere e Harry in qualche modo seppe cosa l'altro stava per dire e seppe anche cos'avrebbe fatto lui dopo quell'affermazione.
«Già v'immagino mentre vi ba-»
Harry attaccò prima che potesse finire la frase.



Il pomeriggio insieme a quel Tomlinson stava procedendo incredibilmente bene.
Louis aveva portato popcorn e patatine e insomma, non è che la vita possa andare veramente male mentre stai guardando Harry Potter.
«Oh, ma dai!» esclamò Louis affondando una mano nel sacchetto in bilico fra i loro corpi, sfiorando casualmente le dita di Harry e afferrando una manciata di popcorn. «Ti ha bullizzato per anni e tu torni indietro a salvarlo rischiando anche di morire? Seriamente, Potter?»
«Spero tu stia scherzando» commentò Harry mentre, nello schermo, Potter salvava Malfoy dalle fiamme.
«Cosa?» ribatté l'altro. «Meritava di morire!»
«Come puoi dire una cosa del genere?!»
«È un Mangiamorte!» sbraitò Louis, come se fosse stato punto sul personale. «Voleva uccidere Silente!»
«Non aveva scelta! E poi al Malfoy Manor li ha aiutati, ricordi? Non è colpa sua se il padre si è scelto una fazione di merda.»
Louis rimase in silenzio per un po', poi guardò Harry con la coda dell'occhio e aggrottò le sopracciglia.
I suoi occhi rimbalzarono un paio di volte da Harry allo schermo e infine il ragazzo s'irrigidì di colpo.
«Oddio» sussurrò. «Tu li vedi bene insieme! Malfoy e Potter!»
Harry avvampò.
«Eh... n-sì. È solo che... sono belli insieme? Hanno delle dinamiche interessanti.»
Louis strabuzzò gli occhi, indicando il televisore con un movimento del braccio che il cervello di Harry definì melodrammatico.
«È una relazione abusiva
«Non è abusiva!» protestò l'altro. «Loro... si picchiano a vicenda, no? Quindi in teoria è una cosa equa, sì.»
Louis lo guardò senza dire nulla per un minuto intero, poi si alzò con decisione e si diresse verso il balcone.
«Cosa stai facendo?» chiese il riccio, seguendo i suoi movimenti con lo sguardo.
«Cerco i cadaveri» proclamò Louis piegandosi in avanti e rovistando tra i vasi.
«Come, scusa?»
Il ragazzo si raddrizzò e assunse una posa che pareva gridare Ho scoperto il tuo segreto! da ogni muscolo e Harry si disse che quel tipo era tutto melodrammatico.
«Sei bravo come serial killer, te lo concedo» annunciò Louis. «Con quella cosa dei gerani e della musica alta che ti dà fastidio alle nove e mezza di sera e del sesso che ti turba. Certo, hai da lavorare ancora un po' sulla gentilezza – Harry soffocò una risata – ma non sei affatto male a fingere di essere il dolce, gentile e pudico ragazzo della porta accanto. Beh, con me non lo sei, ovviamente, ma questo è comprensibile.»
«Ah sì?» domandò Harry, incuriosito e divertito allo stesso tempo. «E come mai?»
«Perché io sono la tua vittima, ovviamente.»
Il riccio alzò le sopracciglia.
«Ovviamente.»
Louis annuì, rientrando in casa.
«Ma non preoccuparti, amico serial killer, non voglio denunciarti» affermò. «Voglio solo sapere dove tieni i cadaveri.»
Harry si schiarì la gola e decise di mettere in atto per la prima volta in vita propria le abilità recitative che la sua prof di teatro del liceo tanto decantava.
«In realtà non li tengo da nessuna parte» disse, la voce profonda e una maschera di terrificante serietà a coprirgli la faccia. «Li cucino.»
Louis si bloccò accanto al divano, gli occhi spalancati e l'incarnato sempre più pallido.
Harry non ce la fece più e scoppiò a ridere, ringraziando mentalmente tutte quelle lezioni di recitazione che erano assolutamente valse la pena.
Louis s'imbronciò e si rituffò sul divano, rubando il sacchetto di popcorn, borbottando qualcosa come stupidi Grifondoro e rifiutandosi di parlare con Harry... beh, finché non ebbe un'altra scena da commentare.
Fu bello.
Harry si stupì a pensarlo, ma era la verità.
Louis se ne andò poco dopo i titoli di coda, con Zayn e Liam che lo chiamavano da fuori per «-riordinare tutto quello schifo che c'è nel tuo appartamento!»
Louis scrollò le spalle mentre usciva dalla cucina, dicendo a Harry che a loro piaceva mettergli a posto tutto quanto, vita compresa.
Non sembrava gli dispiacesse, mentre sorrideva e lo salutava chiudendo la porta.
Harry si ritrovò a sorridere a sua volta, nella stanza ormai vuota.
All'improvviso, il suo cellulare vibrò e lui corse a controllare lo schermo.
Louis_Tomlinson ha twittato:
il mio vicino paranoico si sta rivelando più interessante del previsto
Il sorriso di Harry si allargò e, per qualche strano motivo, si disse che lo sfondo azzurro del social network non era quello che stava cercando.
Strinse il telefono in mano e rivide gli occhi di Louis proiettati nel proprio cervello e pensò che forse ora era un po' fottuto, perché anche lui si era buttato nel primo blu che aveva trovato.

 










Author's corner ~
MY DRARRY FEELS.
Sì, ehm, scusate. È che sono stati la mia primissima otp, capitemi cwc
In questo capitolo ci sarebbero dovute essere altre mille cose, maaa sta diventando tutto più lungo del previsto D:
Spero vi sia piaciuto e niente, ci vediamo sabato con l'aggiornamento di Twenty eight past ten.
Un bacione a tutti quelli che continuano a leggermi <3
  
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