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Autore: BrokenArrows    19/09/2015    1 recensioni
Dimenticate vampiri, licantropi e ibridi. Ma non le streghe.
Catapultati nel mondo di Harry Potter, i protagonisti di The Vampire Diaries e The Originals, vedranno le loro azioni svolgersi nell'insidioso castello di Hogwarts.
Preparatevi a incantesimi, pozioni, filtri d'amore e intrighi oscuri!
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Originari, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Per porre fine a quel momento idilliaco, un rumore di passi catturò la loro attenzione, facendo sì che Danielle si scostasse dal volto di Damon, che, infastidito, cercò di riportare l'attenzione della Corvonero su di lui. 
-Ho sentito dei passi, Damon- lo avvisò a bassa voce, posandogli una mano sul petto per allontanarlo. 
Mentre il ragazzo stava per replicare dicendo che era stata la sua immaginazione, quel rumore si senti più chiaramente. 
-C'è qualcuno qui?- chiese una voce, probabilmente quella di uno dei custodi. 
Gli occhi di Danielle si raggelarono e Damon non aspettò un istante a prenderla per il polso e trascinarla via dalla sezione proibita. 
-Che idea stupida!- esclamò la ragazza quando furono nella sezione dedicata agli studenti. 
-Shh! Continua a correre- le ordinò tra un corridoio e l'altro. 
-Aspetta...- disse, fermandosi un secondo e togliendosi gli scomodi sandali -Ok, adesso possiamo andare!-
Damon la guardò perplesso, alzando gli occhi al cielo -Almeno, se mai dovessero scoprirci, questa volta non stavo leggendo qualche stupido incantesimo oscuro...-
Danielle raccolse velocemente le scarpe -Lo prendo come un complimento-
Arrivati al grande corridoio vicino alle classi del primo piano, finalmente si fermarono e presero fiato. 
-Ricordami di non assecondare più le tue strane fantasie...-
-Di che diavolo state parlando?- sbottò la voce di Edith a pochi metri di distanza dai due - Si può sapere cosa state facendo?- domandò questa volta, vedendo in che condizioni erano. 
-Probabilmente si tratta di qualche fantasia...intima, tesoro- intervenne Klaus, dietro alla ragazza, con un sorriso serafico. 
-Non fare l'idiota, Klaus- lo riprese Damon -Eravamo nella sezione proibita della biblioteca e abbiamo sentito qualcuno-
-Siamo corsi via- spiegò Danielle, infilandosi nuovamente le scarpe. 
A quel punto erano arrivati anche Kol e Davina, mano nella mano e sorridenti. 
-Ho avuto un'idea- irruppe il compagno della Corvonero -Andiamo nella Torre di Astronomia-
-E a fare cosa, di grazia?- domandò Damon al posto di ognuno dei presenti -Ho già corso abbastanza stasera-
Kol sembrò deluso -A quanto pare dovrò rimandare questa sfida...-
Edith si illuminò -Quale sfida?-
Quando si parlava di mettersi alla prova in qualsiasi campo, lei era presente e non si tirava mai indietro.
-Di incantesimi. Ma vista la vostra riluttanza, troverò altri studenti con cui dilettarmi-


-Ripetimi ancora perché sono qui?- chiese ironicamente il Salvatore, rivolgendosi a un Klaus disinteressato, che in risposta scrollò le spalle.
-Semplicemente perché un Serpeverde non si tira mai indietro!- esclamò Edith, raggiante ed elettrizzata per la sfida.
-Io credo che solo tu e Kol abbiate questa strana idea...- intervenne Davina, scuotendo la testa e rassegnandosi. Il suo ragazzo era, per così dire, un caso perso quando si parlava di orgoglio.
Raggiunsero le strette e anguste scale a chiocciola che portavano dirette alla Torre di Astronomia, la più alta dell'intero castello. Davanti ai loro occhi si stagliò immediatamente l'enorme telescopio che molte volte, negli anni precedenti, era stato il centro di numerose lezioni.
-È un peccato che quest'anno la classe di Astronomia sia stata cancellata- si lamentò Davina, posando leggermente una mano sul grande strumento -Era une delle mie materie preferite-
-Davina, non iniziare a parlare di scuola!- l'ammonì Danielle, andando ad appoggiarsi al parapetto che circondava tutta la circonferenza della torre.
La Serpeverde alzò un sopracciglio -Una Corvonero che si rifiuta di parlare di scuola? Non mi starai cambiando la ragazza, vero, Damon?- domandò rivolgendosi al ragazzo, che esplose in una fragorosa risata.
Klaus sorrise sotto i baffi, contento di aver deciso di trascorrere la serata insieme a Edith. Gli sembrava che dopo quel poco tempo passato insieme, la conoscesse meglio e fosse molto simile a lui.
Davina, dal canto suo, si imbronciò per un secondo, facendo una smorfia offesa all'amica -Allora facciamo quello per cui siamo venuti qui!-
Sfoderò la bacchetta nascosta nella borsetta e la puntò contro un piccolo sasso ai piedi di Kol.
-Hey, cosa stai cercando di fare?- domandò questo con tono impaurito.
La sua ragazza gli sorrise enigmatica e pronunciò una sola parola -Avifors-
All'improvviso il sassolino si mosse per qualche istante, finché, con un ultimo tremolio, si trasformò in un elegante assiolo, poco più grande di un comune merlo. L'uccellino svolazzò disorientato per qualche metro, finché non trovò la sua via d'uscita e si librò nel cielo nero.
-Dove hai imparato questo incantesimo?- le chiese Danielle stupita.
-La professoressa di Trasfigurazione mi ha consigliato un libro con più incantesimi-
I ragazzi stavano ancora seguendo il piccolo rapace con lo sguardo, quando Edith ruppe il silenzio -Sì sì, certo! Incantesimo adorabile...- prese in giro, estraendo la sua bacchetta di legno di corniolo -Forza, Payne. Fammi vedere se te la cavi solo sui libri-
Provocata dall'allusione della Serpeverde, la ragazza prese la bacchetta di ontano e, come stava facendo la sua rivale, gliela puntò contro.
-Apprezzo il vostro entusiasmo- intervenne Damon -ma preferirei non passare la notte in infermeria...-
-Stai tranquillo, Damon- lo rassicurò Danielle -So difendermi benissimo -
-Incendio- esclamò la bionda, agitando la bacchetta e provocando un'intensa fiamma arancione.
Esattamente un istante dopo, la Corvonero pronunciò il suo incantesimo -Aguamenti- e una forte corrente di acqua cristallina andò a fronteggiare la scia di fiamme, presto estinguendole e inzuppando dalla testa ai piedi la fautrice dell'incantesimo 'Incendio', lasciandola con un'espressione allibita e infuriata.
-Proprio quando iniziavi a piacermi- sentenziò con odio Edith, strizzando la gonna del suo vestito.
Gli altri studenti cercarono di trattenere le risate, sapendo quanto la ragazza si sarebbe offesa, ma ad un certo punto non ce la fecero più.
-Mi dispiace, Edith!- esclamò Kol tra un sospiro e l'altro -Ma è troppo comica la situazione-
-Ok, ok meglio proseguire- propose Damon, dopo aver recuperato il fiato e cambiando situazione.
Mosse decisamente la bacchetta ed esclamò -Protego- creando per qualche istante una barriera di luce intorno a tutti loro, che andò svanendo pian piano.
-Sei pazzo?!- sbottò Davina, irrigidendosi e guardandosi intorno -Avrebbero potuto vederti-
-Oh, suvvia- la tranquillizzò Klaus -Nessuno noterà un po' di luce-
Mentre pronunciava quelle parole, dalla punta della sua bacchetta fuoriuscì un altro fiotto di luce che si trasformò in un agile e possente lupo, correndo qua e là per la torre e scemando proprio quando stava per uscire nel buio.
-Un Patronum?- domandò Kol, applaudendo -Niente male... ma aspetta di vedere questo!-
Puntò la sua becchetta verso il tetto della torre e con un sorriso furbo e serafico disse -Lumos Solem!-
Istantaneamente una luce intensa e talmente forte da coprirsi gli occhi pervase la Torre di Astronomia e sparì solo dopo qualche lungo secondo.
-Beh, se non ci avevano visti prima, adesso sanno che siamo qui- disse Danielle, rassegnata ad essere scoperta fuori dal letto.
-Sei un cretino, Kol!- lo riprese Davina, dandogli un pugno su un braccio e facendo più male a se stessa che a lei.
-Forse è davvero il caso di andare- intervenne Klaus -Siamo ancora in tempo a tornare nei nostri dormitori.



-Sono davvero stupita che questa serata si sia conclusa senza nessun problema!- si congratulò la professoressa di Incantesimi, Liz Forbes, mentre concludeva con il collega di Difesa l'ultima ronda di controllo.
-Ero sicuro che sarebbe andato tutto per il verso giusto. D'altra parte se fossi nata nel mondo dei Babbani, saresti stata un ottimo poliziotto!- si complimentò Elijah, scherzando su quello che dicevano tutti gli altri colleghi sulla professoressa Forbes.
Stavano ancora percorrendo il lungo corridoio che costeggiava le ampie vetrate che davano sul giardino interno della scuola, quando Liz si fermò improvvisamente, sussultando. 
-Cosa c’è?- chiese Elijah, voltandosi verso di lei. 
La professoressa scosse la testa –Mi sembrava di aver visto qualcosa- tornò sui suoi passi –Ma mi sarò sbagliata- 
Proprio mentre pronunciava quella frase, entrambi videro un lampo che catturò la loro attenzione. 
Senza dir nulla si precipitarono verso la fonte di quella luce. 
-Cos’è successo? Viene dalla torre di Astronomia- puntualizzò Elijah, prendendo una scorciatoia.
-Credo siano tuoi studenti- scherzò amichevolmente. 
Dopo pochi minuti intercettarono degli studenti che stavano scappando, correndo di giù per le scale. 
-Eccoli qua i ricercati. Come sospettavo sono Serpeverde- esclamò Liz divertita ma con tono di rimprovero. 
Elijah guardò con disappunto i suoi ragazzi, scuotendo la testa –Credo che dovremo portarvi dal preside Mikael- passò lo sguardo sulle due ragazze che non appartenevano alla sua Casa –Danielle Payne e…?- 
-Davina Claire- pronunciò quella, intimorita dalla presenza dell’uomo -Corvonero- 
-Lo so- rispose gentilmente. Guardò la collega Liz che scuoteva la testa delusa –Vedi, non sono solo i miei a trasgredire le regole- 
-Tornatevene alle vostre camere all’istante. Domani mattina informerò Esther delle vostre attività extracurricolari- spiegò facendo un piccolo cenno che indicava le scale.


Quella mattina faceva particolarmente freddo quando Elijah li venne a prendere. A passo spedito, e in silenzio, percorsero i lunghi corridoi che portavano all’ufficio del preside. 
Elijah non aveva per niente un’espressione soddisfatta, anzi, prima di uscire dalla Sala Comune aveva lanciato un’occhiata torva, soffermandosi a lungo su Klaus. 
-Mi aspettavo che foste più furbi- affermò, riprendendoli più per il fatto di essere stati beccati che per aver infranto il coprifuoco -Soprattutto voi tre. Da te, Niklaus, in particolar modo- si era poi girato, voltando loro le spalle e facendo svolazzare il lungo mantello che portava, per dirigersi verso l’uscita della Sala. 
Edith non poté non trattenere uno sbadiglio. Quella notte non aveva dormito molto e doveva ancora recuperare del tutto il sonno che aveva perso la sera prima. 
Elijah la rimproverò, sebbene la ragazza fosse dietro di lui -Signorina Grant, ti consiglierei di non assumere un atteggiamento così disinteressato- si fermò in mezzo al corridoio, guardandoli nuovamente uno ad uno -Voglio che mostriate al signor Mikaelson di essere pentiti del vostro… comportamento immaturo- 
-Abbiamo capito, Elijah. Edith è solamente stanca, non ha fatto apposta- la difese Niklaus, quasi imponendosi sul fratello maggiore, che non fece che annuire per poi tornare a marciare verso l’ufficio.
Non appena furono arrivati trovarono davanti alla porta Esther con Davina e Danielle, con un’espressione estremamente nervosa. Entrambe erano preoccupate per ciò che avrebbe detto Mikael. Forse avrebbe avuto pietà di due Corvonero. 
-Esther- salutò aspramente Klaus, guardandola con occhi pieni d’odio. Gli sguardi attenti e curiosi di tutti furono puntati sui due. 
-Niklaus- rispose lei sorridendo, facendo finta di nulla -Come stai, figlio mio?- si avvicinò a lui e fece per abbracciarlo, ma lui si scansò. A quel punto la donna alzò gli occhi al cielo -Vedo che sei ancora riluttante verso tua madre-
-E non solo- ammise lui, facendo riferimento al padre. Kol, dietro a Nik, sorrise mentre vedeva la madre incassare il duro e aspro colpo. Persino Elijah fu deliziato nel vederla in difficoltà.
-È un peccato. Dovresti sotterrare l’ascia di guerra come ha fatto tuo fratello Elijah. Almeno lui non mi guarda in quel modo- affermò, facendo trasparire una nota di dolore dalla sua voce. 
-È perché non ti considera più. Sappiamo bene entrambi che Elijah è più equilibrato di me- asserì, guardandola dall’alto al basso -Ma io non riesco ad essere neutrale con le persone che odio e che hanno rovinato la mia vita, riempendomi di menzogne e false verità-
-Ti ricordo che nell’odio si nasconde sempre l’amore- affermò, con tono saggio ma quasi insicuro. 
Klaus le rise in faccia -Ti assicuro, madre, che l’amore nel mio odio è bel celato-
-Basta, voi due- Elijah li interruppe con voce ferma, guardando solamente Niklaus e facendo un piccolo cenno con la testa -Il preside Mikaelson ci attende- 


L'ufficio del preside era immenso. Danielle non c'era mai entrata, aveva solamente visto alcune immagini in un libro che aveva preso in prestito dalla biblioteca molto tempo prima. Aveva letto che era la parte più antica del castello e  lo si poteva notare dai numerosi antichi stili con cui la stanza era decorata. Era stata una donna, Honoria Fell, a fondare la scuola, posando così la prima pietra di una delle scuole di magia che solo cent'anni dopo era già diventata una delle più importanti. Ma presto perse il suo prestigio. L'avvento del Signore Oscuro, formatosi ad Hogwarts, aveva fatto perdere prestigio alla scuola. Molti erano i genitori che avevano paura di mandare i figli a studiare nella maledetta Hogwarts. Le battaglie si consumarono per lunghi anni, molti furono i maghi e i babbani che morirono. Ma una volta che egli fu sconfitto e la normalità cominciò a riapparire, Hogwarts ritornò ad essere una delle scuole più frequentate e popolari di tutte le altre presenti nel mondo. 
Persa nei suoi pensieri, non si accorse di come stava fissando intensamente il mobilio antico intorno a lei. Fu Davina a risvegliarla con una gomitata. Danielle sobbalzò, per poi concentrarsi più sulla situazione che sulla stanza. 
Mikael era seduto su una poltrona posta dietro la scrivania, intento a firmare alcune carte. Continuò alcuni attimi, facendo quasi finta di nulla, ma poi Esther tossì, per far sentire la loro presenza, e Mikael posò la piuma. Li guardò uno ad uno, squadrandoli dall'alto al basso.
-Bene, cos'abbiamo qui? Quattro Serpeverde e... Due Corvonero?- guardò in direzione della moglie, per chiedere spiegazione.
-Le mie studentesse sono state coinvolte dai ragazzi Serpeverde, non c'è altra spiegazione- dichiarò fredda.
Danielle guardò Davina, non capiva se doveva interferire o no, ma lo fece lo stesso -In verità... siamo state noi a decidere di andare. Loro non ci hanno costretto a far nulla- si beccò un'occhiata storta da Esther. 
Elijah, dietro di loro, sorrise, per poi prendere la parola -Padre, sono solo ragazzi che volevano festeggiare... l'inizio della scuola- affermò, non troppo sicuro delle sue parole.
-Facendo incantesimi? Lanciandoseli amichevolmente contro?- domandò sarcastica Esther.
Mikael rise dall'altra parte della scrivania -Non credo le loro intenzioni fossero quelle di uccidersi o farsi del male. Sbaglio?- guardò verso i Serpeverde. 
Fu Kol a rispondere -Esattamente. Era solo un'innocente sfida-
Lo interruppe Niklaus, che ne aveva abbastanza di quella predica -Alla quale noi abbiamo stupidamente accettato di andare, ma-
-Ma ovviamente, da buoni Serpeverde, non potevamo tirarci indietro davanti ad una sfida- finì Edith per lui, voltandosi verso Elijah che, soddisfatto dalla risposta pronta della ragazza, non poté trattenere un sorriso di scherno verso la madre e il padre.
Il preside Mikaelson si astenne dal rispondere e fece finta di non aver sentito –Nonostante tutto, non posso far finta di nulla. Toglierò 10 punti a persona ad ogni Casa. Meno venti punti a Corvonero dunque, per essersi fatti sedurre dai giovani Serpeverde ed essere uscite durante le tarde ore della notte- Esther guardò severamente le due ragazze, che abbassarono la testa in segno di rimorso –Invece ai Serpeverde verranno sottratti quaranta punti, per l’insolenza e per aver infranto una delle regole di Hogwarts- sentenziò, affrontando lo sguardo alto e fiero dei figli –Ora potete andare tutti. Fate attenzione. La prossima volta non sarò così clemente-
Gli studenti fecero un piccolo cenno, per poi voltare le spalle a Mikael e andarsene da dove erano venuti. L’ultima che uscì fu Esther che venne fermata dalla voce profonda del marito. 
-Tu stai pure qui- le annunciò –Devo parlarti-
Lei lasciò andare le ragazze, poi chiuse la porta dell’ufficio. A passo lento e stanco si indirizzò verso una delle sedie davanti alla scrivania in mogano del preside, e vi si lasciò cadere con grazia. 
-Cosa devi dirmi, Mikael?- gli domandò, alzando la testa e guardando le numerose carte che stava firmando –Devi parlarmi di questo?- ne prese in mano e lesse “Uscita didattica ad Hogsmade” –È già quel periodo dell’anno? Passa così velocemente il tempo-
-No cara, non è di Hogsmade che devo parlarti- rispose, anche lui stanco come la moglie –Ma di una notizia che è trapelata dal Ministero- 
Esther sbuffò, disinteressata –Sai bene che non mi occupo di politica da ormai dieci anni- 
Mikael annuì –Lo so bene. Ma quello che devo dirti è… di estrema importanza- prese un candeliere spento posto accanto a sé e, con un minimo gesto della mano, lo accese –I tempi stanno per tornare bui, mia cara-
-Cosa intendi dire?- si mise composta, interessata da quello che aveva da dire. Aggrottò le sopracciglia in segno di preoccupazione. 
-Non ne sono certo- fece un cenno con la testa, fissando il vuoto tra lui e la candela –Sembra però che nuove forze oscure si siano infiltrate nel Ministero. Sono solo voci di corridoio, gli Auror stanno dirigendo un’indagine, ma non si sa nemmeno se possiamo fidarci di loro-
-Oddio- Esther era preoccupata. Sembrava di rivivere il periodo in cui il Signore Oscuro era al potere. Le venne un lampo improvviso –E se fosse…?-
-Il Signore Oscuro?- la anticipò, quasi leggendole ciò che le passava per la testa –No, non può essere lui. È stato ucciso alla fine della Guerra. Giustiziato davanti ai principali capi del Ministero-
La donna annuì, non troppo sicura. Circolavano leggende che non fosse morto veramente, ma che con quel poco di potere che gli era rimasto avesse soggiogato i ministri e che lui se ne fosse andato. Ma dopotutto erano solamente leggende che avevano lo scopo di terrorizzare e creare disordini nella popolazione –Sicuramente non è lui- disse, più a sé stessa che al marito.
-Tranquilla cara, si risolverà tutto. Scopriranno sicuramente chi è stato. Il ministro della Magia Carol Lockwood mi ha mandato una lettera e-
-No, Mikael. Tu non partirai, resterai qui a fare il tuo dovere- con voce ferma Esther si impose sul marito.
-Non posso rifiutare questo incarico, lo sai bene- sbuffò, stropicciandosi gli occhi –Sono il migliore sul campo. Con un’adeguata squadra di ricerca potrei stanare gli infiltrati in poco tempo. Carol mi ha detto che non appena saranno terminate le vacanze natalizie lascerò Hogwarts, così da potermi concentrare sull’incarico- 
-Come puoi lasciare tua moglie e i nostri figli? Siamo noi la tua famiglia- domandò, quasi disperata, cercando una valida ragione per cui farlo restare.
-I nostri figli…- ripeté sussurrando, guardò la moglie in segno di disapprovazione –Usarli come scusa per farmi restare non funzionerà, lo sai bene. Non siamo una famiglia ormai da troppo tempo- sentenziò, mentre un velo di silenzio calò su di loro.
Erano passati anni da quando non avevano più avuto una discussione pacifica con i figli. 
Da quando Finn aveva lasciato la casa inseguendo le sue idee politiche rivoluzionare, disgustato dal conservatorismo dei genitori, non era stato più lo stesso. Si diceva che fosse entrato a far parte di una corrente di pensiero estremista, che giudicava inadeguato il modo in cui l’attuale Repubblica giudicava i cittadini e che lottasse contro i reazionari in maniera brutale. 
Dopo il suo allontanamento, alla sola età di 18 anni, Elijah, che era particolarmente legato a Finn, aveva cominciato a maturare un odio profondo verso i genitori, colpevoli della partenza del fratello maggiore. E quasi fosse una reazione a catena tutti i figli erano stati colpiti da questo tremendo odio verso chi li aveva concepiti. Ormai non vivevano nemmeno più con loro da 10 anni, quando si erano trasferiti da Finn, proprietario di una residenza nei quartieri più alti di Londra. I contatti con i genitori erano minimi, ridotti al periodo scolastico.
-Partirò, Esther- asserì, con voce profonda –Niente e nessuno potrà fermarmi-
  
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