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Autore: KH4    20/09/2015    3 recensioni
Nuova raccolta di One-shot con protagoniste la Sharkbaitshipping e la Negativeshipping.
Romanticismo, dramma e situazioni al limite della decenza umana si mescoleranno a ironia e umorismo, con giusto un pizzico di perversione e sadismo che non guastano mai. Ogni capitolo conterrà due One-shot, una Sharkbait e una Negative, per un totale di otto One-shot in quattro capitoli (se decidessi di non aggiungerne altre). Come per Bonds, il quinto capitolo sarà dedicato alla coppia che più avrà riscosso voti, quindi, nuovamente, a voi l’ultima parola!
 
1) Neko (Sharkbaitshipping)/ Ombrello (Negativeshipping).
2) Hand (Sharkbaitshipping) / White Day (Negativeshipping).
3) Foto (Sharkbaitshipping) / Demons (Negativeshipping).
4) Bite (Sharkbaitshipping / Responsabilità (Negativeshipping).
5) Gift (Sharkbaitshippig).
Note: OOC, Triangolo, Gender Bender.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bekuta/Vector, Rio, Ryoga/Shark, Yuma/Yuma
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Triangolo
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Regalo.
 
“Cosa dovrebbe essere?”
“Un regalo?”
“No. Quello che intendevo, è cosa ci dovrei fare esattamente.”
Ryoga Kamishiro fissava l’oggetto con la speranza che questo potesse in qualche modo rispondergli, ma rigirarlo più e più volte fra le mani metteva in evidenza soltanto la disarmante quanto proverbiale infantilità di Yuna Tsukumo nello scegliere sempre la prima cosa che le passava per quella testolina arruffata. Tutto del suo “regalo” rievocava quella lastra di complessata cristallinità che era la sua anima, in realtà così semplice da comprendere che, proprio per tale ragione, non si riusciva mai a prevedere completamente. La consistenza soffice nascosta sotto la carta colorata gli aveva strappato un flebile sospiro, un primo giudizio che, con la linea della bocca storta verso l’alto, fu completato una volta che gli occhi diedero conferma ai suoi sospetti. Un paio di bottoncini neri inespressivi lo sfidavano con un muso tozzo quanto il corpo, dall’imbottitura pressata e tenuta chiusa da grossolane cuciture che tiravano la stoffa in alcune parti, per poi lasciarla molle in altre. Non c’era un senso da seguire, in quel sorriso dai denti aguzzi e nei colori marini del tessuto, solo la certezza che tutto fosse nato da un banalissimo gesto d’affetto pensato per strappargli uno scampolo di felicità – o una qualunque reazione che non liquidasse la fatica fatta con uno sbuffo -, perché era evidente che Yuna avesse attinto a ogni suo sforzo mentale per non presentarsi con qualcosa che avrebbe potuto urtarne i sensi, ma per quanto il “l’ho visto e mi sei subito venuto in mente” potesse passare per un complimento , un peluche a forma di squalo non rientrava fra le sue prime preferenze. Ne fra le terze. O le ultime.
“Ho solo pensato che sarebbe stato carino fare un regalo a Ryoga-kun in vista del suo compleanno. E per ringraziarlo delle volte che mi ha accompagnato a casa in moto”, si giustificò la corvina, chiudendosi fra le spalle. L’evidenza sulla difficoltà nello scegliere qualcosa che fosse adatto alla sua personalità fiorì nella coscienza del ragazzo con la consapevolezza di dover dare voce a quel granello di minuta riconoscenza ingigantitosi contro le razionali aspettative. Yuna Tsukumo era una matricola dotata dell’inconscio potere di non passare inosservata, una creaturina variopinta e caotica da cui avrebbe ben mantenuto le distanze se soltanto le circostanze fossero state a suo favore. Ma a una casualità se ne era aggiunta un’altra, a un invito si era succeduta una manifestazione di gentilezza, sino al sopraggiungere di una catena di modesti momenti tutti contenenti quella stessa premura che ora voleva contraccambiare a parole, seppur i fatti – precedenti e attuali – testimoniassero il suo essere una persona poco propensa alla comune carineria umana. E sfortunatamente per lui, c’era chi provava sempre a trarne vantaggio…
“Mi sa tanto che non gli piace, Yuni-chan.” Cinguettò il suo male primario, onnipresente con la sua maschera di angelica infamità “Ma non fartene una colpa: è risaputo che i ragazzi scorbutici come il caro Shark siano troppo seri per accettare con condiscendenza regali opposti al loro carattere.”
Se alla meschinità fosse stato offerto un volto umano, una gigantografia non sarebbe stata sufficiente a ritrarre Vector in tutta la sua detestabilità. Non c’era gioco che gli aggradasse più del manipolare le emozioni della gente, le loro menti e il loro cuori così volubili da essere ridimensionati a semplici scatole piene di colori. Una volta esaurita la curiosità o l’intento che fosse, finivano per ammassarsi senza avere più niente a rivitalizzarli. Difficile trovare qualcosa che lo impegnasse più del suo dissanguante bisogno di curare e viziare la propria persona; il suo realizzarsi ruotava attorno a interessi a breve termine, ricollegati dal solo piacere di sentirsi librare al di sopra di qualunque testa umana ed era uno stile di vita che si agghindava del disprezzo altrui soltanto per lucidare l’ego smisurato. Tutto ciò aveva sempre suscitato in Ryoga un quantitativo di indifferenza tale dal proibirgli una qualsiasi forma di contatto, ma la malleabilità dei gusti di Vector, pari alla sua mimica facciale nel rasentare l’innocenza e la follia allo stesso tempo, non era qualcosa che si potesse sottovalutare una volta che decideva di focalizzarsi su un obiettivo.
Yuna donava, troppo, incondizionatamente, ed era probabile che un giorno il suo altruismo ne avrebbe lasciato l’animo ingenuo cicatrizzato di scottature indelebili. Alle sue iridi colorate degli abissi più gelidi, Vector si presentava come possibile artefice di quella realtà realizzabile con un semplice schiocco di dita, e forse il maggiore avrebbe preferito così anziché constatare l’esistenza di una versione più pericolosa per lui che per la ragazza.
“Intendi che avrei dovuto dargli qualcosa che piace ai ragazzi come Ryoga-kun?”
Riuscì a liberarsi dal suo rimuginare giusto in tempo per farsi animare dal disgusto e stringere in una sola mano il pupazzetto nel constatare quanto insopportabile fosse il contatto visivo che univa i due al momento, la sconcertante sincerità che intrecciava quell’amicizia scaturita a cui Vector sembrava tenere molto più di quanto avesse mai fatto per sé stesso. Il suo giocare celava colpi sibillini, frecciate al suo carattere difettoso che non poteva nulla contro la sua naturale spontaneità nel reclamare Yuna con una possessività sempre pronta a rimarcare su quell’intesa invidiata per lo stare alla luce del sole senza veli o fraintendimenti. Gli bastò osservare il concentrarsi della corvina sulle parole dette, l’adorabile gonfiarsi delle guance assieme alle braccia incrociate e agli occhi corrucciati, perché l’amaro gli colasse giù in gola e una vocina maligna prendesse in giro la sua ridicola convinzione che quel pupazzetto potesse essere qualcosa di più.
“Ho trovato!” Sopraggiunse infine la sua vocina, elettrizzata e dal volto sorridente rizzato in aria “So cosa potrebbe farlo felice!”
Bastò un attimo e l’intero castello di dubbi dentro cui era solito soggiornare perennemente  si sgretolò di colpo dalle sue stesse fondamenta. Niente gradualità, solo un dissolversi silente e dall’dirompenza inaspettata quanto il bacio che andò a posarsi sulla sua guancia, leggero più dell’elegante oscillare di un petalo cullato dal vento. Tempo di muovere la testa e il sorriso sbarazzino di Yuna era già lì pronto per lui.
“Un dono speciale per una ricorrenza speciale! Buon compleanno, Ryoga-kun!”
E se ne andò via, tranquilla nella sua felicità infantile troppo acerba per comprendere il reale significato di quel gesto donato col cuore, ma forse non tanto quanto si poteva pensare, se aveva indotto Ryoga a sperare nell’esatto contrario mentre Vector, al suo fianco, rodeva dal desiderio di vendicarsi. Perché a ben ricordare, Yuna non aveva mai regalato lo splendore dei suoi sorrisi più radiosi a Vector, ne gli aveva mai dato un bacio nel giorno del suo compleanno. Con lui, invece, non si era mai risparmiata.




Note di fine capitolo.
E ritorna, sì, al limite delle possibilità umane e delle aspettative di chiunque! E’ probabile che qualcuno avesse anche smesso di sperarci e lo comprendo, ma ero veramente bloccata su questo capitoletto. Iniziavo a scrivere e appena vicina a raggiungere la metà smettevo, perché colta da un’altra trama che puntualmente finiva come la prima. Ad aggiungersi, ci sono stati impegni, pigrizia e un corollario che risparmio alle povere anime che mi seguono. Passando al capitoletto, ho scelto di concludere con una Sharkbait sicchè nello scorso contest l’ultimo capitolo se lo era aggiudicato la negative. Vi dirò, non mi soddisfa pienamente come gli altri, non saprei bene descrivere la sensazione, ma il fatto che sia riuscito a finirlo a differenza di molti altri deve pur significare qualcosa e quindi, piuttosto che far aspettare altri secoli, ho deciso di pubblicarlo. La dolce Yuna qui oscilla fra ingenuità e atteggiamenti inconsapevoli – chi può saperlo – dei propri sentimenti, ma alla fine predilige Shark a dispetto di un povero imperatore psicopatico che osserva la scena da una distanza ravvicinata quanto basta per fargli desiderare che Shark esploda sul colpo e che Yuni-chan dia un bacino anche a lui (insomma, un po’ per uno non fa male a nessuno). A differenza dei capitolo precedenti, qui ho usato il nome originale di Shark, Ryoga anziché Reginald, per il fatto che la scena è stata pensata per farlo apparire come uno studente di grado maggiore rispetto a Yuna, classica matricola che si rivolge ai grandi con i rispettivi appellativi (c’è mancato poco che nominassi Kaito Sempai…Ok, basta, sto divagando). Prima di lasciarvi, e sempre sperando che non ci siano errori, voglio ringraziarvi tutti quanti, recensori e lettori, per l’avermi seguito, il vostro sostegno è stato preziosissimo. Tornerò, quando non lo so, ma giusto per non lasciarvi il vuoto, per chi fosse amante di Yu-gi-oh GX, è già online una nuova raccolta: The Meanings of the Raimbow (cos’è e come è strutturata ve lo lascio scoprire). Dovrei anche proseguire Hell’s Road, abbandonata da secoli e che nel frattempo ha sviluppato una sua coscienza che mi rimprovera per i maltrattamenti subiti…Pian pianino arriverò da tutte le parti, ma intanto grazie ancora e  presto! UN MEGA BACIONE!!!

 
 
  
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