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Autore: Meramadia94    20/09/2015    1 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la veritą su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Nicoląs reagiva bene alle cure.
I primi due giorni furono ovviamente i pił terribili.
Incubi, la febbre che gli dava il tormento, delirava...
I deliri riguardavano in particolar modo la notte in cui, da bambino, aveva assistito all'omicidio dei genitori e delirava fino al punto che chi lo vegliava aveva l'impressione di rivivivere quella scena orribile in prima persona.
Come se stesse accadendo in quel momento in quella stanza.
Lunette, malgrado gli sforzi del capitano, non ne volle sapere di staccarsi dal capezzale del conte nemmeno per cinque minuti.
Ad un certo punto il militare aveva sbuffato, ma poi aveva anche sorriso guardando il cielo.
'' Jean... come si vede che č figlia tua.''

Passarono circa sette giorni dal giorno in cui Pizzarro aveva quasi assassinato Nicoląs che si era messo in mezzo per proteggere Aramis da un colpo letale.
In quei sette giorni era successo di tutto.
Tanto per cominciare, Aramis aveva consegnato il trattato alla regina madre, la quale aveva immediatamente bruciato il documento, in modo che nessuno potesse mai pił trovarlo o usarlo come arma.
Maria De Medici disse ad Aramis che intendeva esprimere la sua gratitudine a lei e alla ragazza che era andata con lei in Svizzera, ma Aramis disse che non ve n'era bisogno.
In fin dei conti, era stato solo ed esclusivamente grazie a quella missione, se avevano ritrovato la madre di Jean e il piccolo aveva finalmente realizzato il suo sogno.
'' Perņ posso chiedervi una cosa. Non per me. Ma per Lunette.''
'' Dite pure. Sarņ felice di accontentarvi.''
'' Pizzarro era un infilitrato per recuperare il trattato.''- spiegņ Aramis -'' al termine della missione, ha tentato di uccidermi per ripicca.
Ed č solo grazie al coraggio e alla prontezza di spirito del conte Monmercy se sono qui a parlarle. E quel giovane, č la persona a cui Lunette tiene di pił al mondo.''
'' Capisco.''- annuģ l'ex reggente -'' non preoccupatevi. Anzi, dite alla vostra amica di stare tranquilla. Vi assicuro che Pizzarro trascorrerą quello che gli rimane da vivere in prigione.''
Aramis aveva sorriso soddisfatta.
Pizzarro sarebbe morto in prigione.
Farlo giustiziare sarebbe stato come offrirgli di farla franca.
Troppo comodo.
Inoltre, Lucille era arrivata a casa Bonacieux con il figlio e subito Martha, Costance e Monseiur Bonacieux l'avevano accolta come una lontana parente che non vedevano da anni, felice come non mai di poter ringraziare di persona colore che per molto tempo erano stati la famiglia di suo figlio.
Ma Lucille non avrebbe mai accettato l'ospitalitą di monseiur Bonacieux senza fare qualcosa in cambio.
Quindi, grazie anche all'intervento della bella Costance, la donna iniziņ a lavorare come cuoca nelle cucine reali.
Tutto si era messo per il meglio, insomma.

'' Ho sentito che Nicoląs si č perfettamente ristabilito.''- fece Costance mentre, aiutata dall'amica sistemava le ultime guarnizioni per l'abito nuovo della regina.
A breve ci sarebbe stato un ballo molto importante a corte, pił precisamente fra tre giorni.
Era una ricorrenza molto particolare da festeggiare.
L'anniversario di matrimonio dei sovrani di Francia e di conseguenza l'alleanza con la Spagna.
Chissą come l'avrebbero presa i sovrani se avessero saputo che tempo prima, per fare un dispetto al figlio, la regina madre aveva firmato un trattato di cessione con gli spagnoli.
Meglio non pensarci, per il bene di tutti.
'' Sģ...''- fece Lunette appuntando l'ultimo fiocco  sul petto del vestito -'' stamattina era in piedi, ma di pessimo umore quando il medico gli ha detto che deve stare a riposo ancora per un paio di giorni.''
Nicoląs aveva reagito in modo tale che Lunette si era messa a ridere.
Sembrava un bambino a cui era stato impedito di uscire a giocare malgrado ormai la pioggia fosse cessata.
Costance rise, immaginandosi la scena.
'' Gli ho promesso che avremmo fatto assieme un giro a cavallo, quando il medico sarą dell'avviso di lasciarlo andare.''- aggiunse Lunette.
'' Sai che sono felice per te?''- le confidņ Costance -'' era da un pezzo che non ti vedevo sorridere cosģ... nessuno di noi era felice nel vederti con il cuore a pezzi per causa sua.''
Lunette annuģ, per non deludere l'amica, ma dentro di sč aveva paura.
Prima di essere colpito, Nicoląs stava per dirle qualcosa riguardo alla sua permanenza a Parigi.
Temeva la sua risposta.
Ovvero... che era lģ solo di passaggio ed era stato per un caso fortuito che aveva saputo che la ragazza si trovava nei guai.
Per ora preferiva non pensarci e godersi la sua presenza.

'' Lunette, io e gli altri andiamo all'osteria per mangiare qualcosa...''- la avvertģ Aramis poco dopo aver finito alla caserma -'' vieni con noi?''
'' Io passo.''- fece Lunette -'' devo portare la cena a Nicoląs e poi vorrei andare a casa a dormire un po'.''
E non aveva torto ad essere stanca.
Negli ultimi giorni, lei ed il suo letto, erano diventati quasi degli sconosciuti.
Aramis annuģ soddisfatta.
Splendida idea organizzare  una serata con Athos, Porthos e D'artagnan per permettere a Lunette di stare sola con Nicoląs, per parlare e chiarire le cose.
'' D'accordo, allora ci vediamo domani.''- fece Athos salutandola.
'' A domani''- e qui divenne severa, fissando i suoi amici come  una madre fissa i figli per ammonirli -'' e mi raccomando... niente zuffe!!!''
Un coro di risate congendņ entrambe le parti.

Convincere il moschettiere che era stato incaricato di portare il pasto a Nicoląs a lasciargli il suo posto non fu affatto difficile per la ragazza, anzi.
Al giovane non era parso vero di poter andare a casa prima e che qualcuno gli facesse una simile grazia proprio cinque minuti prima che si recasse a svolgere quella mansione pił adatta ad un paggio o ad un cameriere che ad un soldato.
'' Amico mio, la vita delle reclute č dura.''- aveva pensato Lunette prendendo il vassoio, avviandosi verso la camera.
Appena arrivata davanti alla porta, il suo primo impulso fu quello di bussare, ma poi si fermņ.
Posņ il vassoio su un mobile vicino alla porta e tentņ di aggiustarsi sia i capelli che il vestito.
Poi riprese il vassoio con una mano, chiuse l'altra a pugno e la fece battere sul legno della porta per un paio di volte.
'' Avanti.''- fece la voce del giovane conte.
Lunette allora entrņ.
''Ti ho portato la cena...''- fece la giovane posando un vassoio con della minestra, del pane ed un boccale di vino sullo scrittoio presente nella stanza.
Nicoląs era in piedi, abbigliato con una camicia bianca, stivali e pantaloni neri.
Il braccio destro era immobilizzato in una specie di tutore.
''Grazie...''-fece Nicoląs sorridendo-:'' intendo dire... per essermi rimasta accanto. Athos mi ha detto che non ti sei mai mossa dal mio capezzale durante la prima notte...''
Lunette abbassņ gli occhi, arrossendo leggermente-:''Beh... era il minimo che potessi fare...per ringraziarti di quello che hai fatto per Aramis...''
''Sei in fallo, stavolta.''- fece Nicoląs prendendole il mento per costringerla a guardarlo.
''Come, prego?''- fece Lunette confusa.
''E' vero, mi sono preso un proiettile destinato a lui. Gli ho salvato la vita, ma non l'ho fatto certo per lui o perchč sono un servo della Francia... l'ho fatto per te.''
Certo, considerava Aramis quasi come un amico e riconosceva in lui un uomo ed un soldato di grande valore, ma il motivo principale per cui gli aveva salvato la vita era che gli avrebbe fatto troppo male vedere Lunette piangere per la morte di qualcuno che considerava un fratello maggiore.
Non sapeva come spiegarselo, ma fin dal primo giorno che aveva incontrato quella ragazza pronta persino a lottare contro una belva feroce e che aveva lottato per il suo re ed il suo paese come un vero soldato... aveva capito che sarebbe andato persino in capo al mondo se la cosa l'avesse resa felice.
Lunette rimase in silenzio, sconvolta da questa rivelazione. Adesso la cosa diventava sempre pił chiara e la veritą la rendeva felice e spaventata allo stesso tempo.
''So che sei molto legata ad Aramis e non avrei voluto mai... per nessun motivo, saperti triste a causa di una sua disgrazia... l'ho fatto perchč... sono innamorato. Di te.''
In quel momento, la fanciulla dai capelli bruni sentģ un tuffo al cuore non indifferente.
Eppure...
''Come fai a sapere che...'''
''.... che sia davvero amore o non mi sia semplicemente infatuato di una serva, come capita a molti nobili?''- concluse il giovane conte-:'' č il motivo per cui sono partito da Parigi... per capirlo.
Ho girato tutte le corti europee... e ho incontrato donne di tutte le risme. Baronesse, duchesse, contesse, principesse...tutte donne bellissime e virtuose, non posso negarlo... ma preferiscono chinare il capo e dire solo si o no, piuttosto che dire una loro idea.''
Qui le si avvicinņ, ma Lunette non fece nemmeno un passo.
''Quando ti ho vista la prima volta ho pensato che anche tu fossi una bellissima ragazza... ma  non č stata solo la tua beltą a farmi innamorare... il tuo coraggio, il tuo disinteressarti di cosa pensano gli altri, il tuo senso della giustizia... ed il tuo dire sempre cosa pensi, indipendetemente da chi sia la persona con cui parli.''
Oramai era divenuto impossibile nascondere il rossore alle guance per la giovane Lunette.
Le sembrava tutto cosģ meraviglioso e surreale allo stesso tempo... lei sapeva per certo ormai di amare alla follia Nicoląs.
Non avrebbe certo pensato a lui in quelli che credeva i suoi ultimi momenti da viva, in caso contrario ma...
''Andiamo Lunette! Credi davvero che mi sarei disturbato a tornare e a venire in tuo soccorso se davvero tu non fossi stata importante? Ti amo. E voglio passare il resto della mia vita assieme a te.''
''Aspetta un momento, stai dicendo...?''- fece Lunette veramente stupita una volta capito dove voleva andare a parare il giovane.
''Che ti voglio sposare? Che voglio passare il resto della mia vita assieme a  te? Che sia tu la madre dei miei figli oltre che la mia legittima consorte? Si, intendo proprio questo.''- qui le prese le mani seppur a fatica dato che un braccio era immobilizzato dalla fasciatura e la guardņ con uno sguardo innamorato e speranzoso-:'' Sposami Lunette...e ci renderemo le persone pił felici del mondo l'uno con l'altra.''
Lunette fissņ il vuoto chiedendosi come mai non le si fosse dipinto un dannato sorriso da ebete sul volto, ma poteva giurare di essere divenuta rossa come un pomodoro maturo.
Il cuore le batteva cosģ forte che temeva che presto le si fermasse in petto.
''Nicoląs... mi cogli totalmente alla sprovvista, io...''
Nicoląs le sorrise rassicurando-:''Non ti sto chiedendo di rispondermi qui e adesso. Fra tre giorni a corte ci sarą un ballo per festeggiare l'anniversario di matrimonio del re e della regina... ti aspetterņ alla fontana del giardino reale. Se verrai... lo prenderņ come un sģ.''

 E voi che ne pensate? Lunette ci andrą o non ci andrą? Ed in quel caso... che gli dirą?
Lo vedremo.

  
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