"Mello...Mello...Mello" ormai quel nome risuonava da settimane nella testa del ragazzo, disteso sul pavimento, circondato da dadi e giocattoli vari. 
Egli sospirò tristemente, guardando il suo robot preferito nella sua mano, poggiata sul pavimento.
"Mello...Mello...Mello" l'albino si mise seduto, nel suo modo strano, e guardò nuovamente il giocattolo, portandolo vicino l viso. 
Il suo sguardo pareva quasi scettico, e si muoveva rapidamente sull'oggetto, come se lo stesse esaminando, ed infine strinse i pugni, e gettò con forza il robot sul pavimento.
"Stupido Mello! Dovevi proprio morire?" urlò, portandosi le mani nei capelli candidi, "Sei un buono a nulla, e questa è la prova che sono più forte di te!" continuò. Stringeva forte i suoi capelli, quasi li tirava, ed i suoi occhi neri erano spalancati, e rivolti verso il pavimento. 
Sentì una lacrima solcargli la guancia, scendere sul mento, per poi cadere sul suolo.
"Mello...Mello...Mello" risuonò ancora nella mente di Near, "Basta!" urlò, per poi singhiozzare, "E' solo un idiota che si è fatto uccidere, non era nemmeno mio amico!" urlò ancora. 
Si portò una mano sugli occhi, per asciugare le lacrime, e quando vide le sue candide dita umide le guardò quasi perplesso: "Non era nemmeno mio amico, perchè piango, e perchè sento che non è più necessario vivere?" sussurrò.
"Cosa è per te Mello?" risuonò diversamente nella sua testa, questa volta. Tirò sul col naso, asciugandosi nuovamente gli occhi.
"Cosa è per te Mello?" riecheggiò ancora nella sua mente, ormai erano parole fisse.
"Cosa è per te Mello? Cosa è per te Mello?" ogni volta era più forte e più ripetitivo.
L'albino si portò le mani sulle orecchie, con gli occhi spalancati e le lacrime che gli solcavano ininterrottamente il viso. 
"M-Mello, per me.." sussurrò, "Per me è come la luce in un buio eterno, è come l'ossigeno per una fiamma, è quella cosa a cui vuoi arrivare con tutto te stesso, e sai che essa è di importanza vitale..." sussurrò ancora. 
Tremò per ciò che aveva appena detto, rendendosi conto che era tutto vero.
"T-Ti amo Mello" sussurrò, stringendo ancora più forte i suoi capelli, per poi spalancare gli occhi, e guardare dinanzi ad esso, solo perchè aveva sentito dei passi simili a quelli di Mello, fermarsi sulla soglia della porta in cui l'albino si trovava. 
Non si girò, si limitò ad ascoltare: sentiva il rumore di una carta, pareva sottile. Gli si fermò il cuore quando sentì il tipico rumore che emetteva Mello quando mangiava la cioccolata. 
"Ho vinto io, sono vivo" disse, a quella voce Near smise di respirare, per poi girarsi e trovare Mello che lo guardava, come sempre.