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Autore: MarcoBacchella    21/09/2015    1 recensioni
Un'ultima, ennesima, edizione della Guida vagamente vaga a Oxford e dintorni.
Marco Bacchella, scrittore, studente, filosofo, pilota di autotreni e di gattini, racconta la sua vita a un povero barista che serve drink fin troppo economici.
Di certo Marco ubriaco non tralascerà dettagli. O almeno spera.
Nota: Dal capitolo 19 in poi ci saranno le sempre più recenti edizioni della guida.
A breve uscirà una copia cartacea, mi toccherà levarlo da qua
Genere: Comico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La strada verso casa a Sanremo, di notte, da ubriachi, offre diversi spunti riflessivi che sinceramente sono unici nel loro genere proprio perché sono riassuntivi di tutte le riflessioni che puoi avere in quel poco tempo di camminate in obliquo.
È più difficile da scriversi che da spiegarsi.
Quando si è soli, a riflettere su quello che si è senza un vero e proprio obiettivo, si realizza quanto poco si sia fatto.
Si è sempre soli, che sia per tornare a casa, che sia per scrivere un capitolo appena dopo un pomeriggio di ozio deprimente.
Non ci sono problemi, non ci sono ambizioni a trasformare l'idea che hai di te stesso, e ripensi a quanto avresti potuto fare, a quanto avresti potuto vivere, e rimpiangi quelle occasioni in avresti potuto anche solo rimanere sdraiato su un prato.
Ti ricordi di quanto tu non abbia fatto nulla di quello che ti eri ripromesso di fare dopo quella puntata di Scrubs.

Perché non c'è nulla di peggio di sentirsi completamente soli, ubriachi e inutili, non importa quanta gente ci sia intorno o quanto tu abbia compiuto nella tua vita.



Capitolo Sei
O "Hipster, Hipster che escono dalle pareti"



Gli hipster sono una tipologia di persone che hanno assunto una morfologia particolare durante gli ultimi anni.
In Italia sono spuntati fuori per colpa della globalizzazione, dello scioglimento dei ghiacciai, per la deriva dei continenti e per colpa di Giovanardi[1], tuttavia spesso si fa risalire la colpa a sound particolarmente indie nostrani provenienti da parti d'Italia sconosciute ai più.
Sì, parlo di Bologna, Stato Sociale. I componenti di questa sottocultura applicano tutto ciò che può essere ricollegato alla “bohémien culture”, ovvero di una sotto-sottocultura che si basa sull'anticonformismo generale. Andare in un paese estero con uno strumento musicale, ad esempio, rappresenta la cultura sopracitata.
Diversi studi hanno dimostrato come semplicemente si sia preferito cambiare il nome ad una tipologia di persone già presente e già diffusa equamente su tutto il territorio, ma con picchi in aree molto globalizzate come il Vergante Novarese, la Val d'Ossola e il non più esistente confine Piemonte-Lombardia quale il Lago Maggiore.
Infatti, abbiamo semplicemente deciso di adottare la parola inglese per "alternativo" semplicemente perché se lo dici in inglese fai alternativo.
Urban Dictionary li definisce come trentenni con una propensione alla cultura underground e ai caffè underground con wifi libero. 
In più, sottolinea come alcuni membri di questa nuova categoria sociale adorino sniffare tè verde alle prime luci del giorno urlando "Non c'è niente di meglio dell'odore di Napalm al mattino" per tutta Chicago. 
E queste sono le principali ragioni per cui Urban Dictionary non va mai utilizzato per la scrittura di un libro.
Ma essere hipster non è solo essere alternativo. 
È anche andare contro tutto quello che è mainstream
Il problema è sorto da quando essere hipster coincide con l'essere mainstream. 
Lascio a voi i paradossi generati da queste affermazioni.

Quando ti capita di vedere un ragazzo, che avrà al massimo quattro anni più di te, che tiene una lecture [2] sulla letteratura inglese, vestito in modo tale che tutta la tua attenzione ricada sui suoi calzini blu a quadri, capisci che la tua vita è relativamente completa. 
Prima di morire vorrei ancora partecipare al mio funerale, ma almeno posso depennare la "Lecture con l'hipster" dalla bucket list.
Lui non sarà stato più grande di mio fratello(di cui voi dozzina non siete a conoscenza), eppure si destreggiava con un'abilità quasi naturale tra le slide con la faccia di Shakespeare. 
Folle come Shakespeare faccia capolino per la seconda volta nel mio libro. 
Ma questo è un fatto differente. 
Ecco, forse differente è la parola da usare per Tommy, quell'hipster. 

Prima di quella mattinata del 15 agosto, pensavo di essere molto hipster. 
O molto vecchio, a seconda di da che punto di vista la si voglia vedere. Diciamo che ero vecchio dentro.
Mi ero sempre reso conto di essere più vecchio, più "vintage" rispetto a tutti gli altri ragazzi che mi circondavano. 
Un esempio è che preferivo ascoltare artisti sconosciuti o artisti che tentavano di imprimere un messaggio profondo nelle loro canzoni piuttosto che il Papeete, tuttavia notai come fino a quel momento io non fossi altro che un'imitazione spudorata di un iconico messaggio contro il capitalismo indiscriminato.
In confronto a Tommy, io ero un ragazzo normale. 

I suoi pantaloni, risvoltati(risvoltinati?) in un modo quasi maniacale, in maniera tale da apparire, o non apparire, né sciatti, né  troppo curati, erano perfettamente, o non perfettamente, abbinati al maglione di lana grigio, anche quello risvoltato(risvoltinato?), che lasciava apparire dal collo una maglia a tinta unita bianca, leggermente lasciato, o non lasciato, largo. 
Insomma, per tutta la durata della lecture, come feci per Oliver, lo esaminai, in lungo e in largo, tentando di capirlo. 
Era nato in un sobborgo dell'Oxfordshire, si era diplomato ad Oxford, forse al Worcester[3] o forse al Queen [3].
Si era diplomato da poco in letteratura, o in teatro, e questo lo evincevo dal tipo di lessico utilizzato. 
Alto, ma poco formale. Un registro linguistico maniacalmente curato fino al minimo dettaglio, ma allo stesso tempo lasciato influenzare da slang di strada e arcaismi in egual misura, tuttavia non come il mio, creato appositamente per distrarre i lettori dalla mancanza effettiva di contenuto del libro, o semplicemente perché adoro obbligarvi a porvi dubbi sulla vostra e sulla mia effettiva conoscenza della lingua del sì, tuttavia un linguaggio curato in modo tale da poter essere capito da ogni singolo studente nella sala.

Evincevo, tuttavia, che qualsiasi teoria potessi formulare non potrebbe essere stata plausibile,[4] tuttavia non perché sono un detective tremendo, bensì perché tutti questi dati non influenzavano la domanda a cui tentavo di dare risposta.
Dove ha preso quei calzini?
Prendere i calzini è un'azione che si fa, o non si fa, a seconda dell'età del soggetto, almeno una volta l'anno. 
Per i ragazzi dagli 0 ai 17 anni, prendere i calzini semplicemente non è. 
Non si fa, o non si fa normalmente. 
Mentre ai 18-19 anni, quando si va a vivere da soli e a comprarsi i propri calzini, le proprie mutande, i propri assorbenti, e così via, hai la possibilità di scegliere i calzini. 
E cosa hanno a che fare i calzini con la vita di tutti i giorni?
Beh, nulla, a meno che tu non abbia i pantaloni con il risvoltino.
[Nota dello scrittore. Non sapevo a che livello sarebbero arrivati i risvoltini. Non mi odiate e non mi fraintendete. A Tommy stavano bene, è al resto del mondo che stanno male.]
Partendo dal presupposto che il pelo che esce da sotto il pantalone sta male, lo devi coprire con dei calzini. 
Quindi, Tommy, volendo, o non volendo, scelse quei calzini per apparire al meglio e fare colpo su quei ragazzini mentalmente instabili che avrebbero tentato di psicanalizzarlo raggiungendo il baratro di una pazzia che stava solamente aspettando di far capolino nel complesso labirinto che è la psiche di Marco Bacchella. 
Che poi sarei io. 
O sarei stato io, se non fosse stato per quei calzini.
Non prestai attenzione alla lecture in sé, anche se espose...cose... su...
Mi addormentai alla terza slide.

Pur essendo una guida, non ho mai dato consigli all'interno del tomo. 
O ne ho dato veramente pochi. 
Non perché voglio che il titolo sia controproducente o fuorviante, o perché non ci sono veri e propri consigli da dare, bensì perché il primo insegnamento che posso distribuire al mondo mi è stato tramandato soltanto quel lunedì a pranzo. 

Fabio è considerabile un santone delle vacanze studio. 
Ha fatto molto nella sua vita, tra cui capire come sopravvivere, ad Oxford, a pranzo, con meno di 1£ a persona. 
Il trucco è molto semplice. 
Si prende una baguette lunga da Tesco[5], integrale o bianca, a seconda della quantità di fibre che si vuole assumere, da 70 centesimi insieme a un barattolo di hummus da 1£ e il tutto si divide per due persone. 
Immagino l'espressione sulle vostre dodici facce. 
"Dovrei dividermi un vasetto di materiale organico parzialmente decomposto e pane con una persona?"
Beh, sì.
Ma l'hummus non è da confondersi con l'humus. 
Entrambi sono parzialmente decomposti ed entrambi hanno un sapore orribile, ma l'hummus è parzialmente commestibile. 
Insomma, perché bisognerebbe ingozzarsi di hummus per sopravvivere? 
Primo motivo, è fin troppo economico. 
È così tanto economico che ti chiedi effettivamente da quanti anni sia scaduto.
Secondo motivo, l'apporto calorico. 
Ora, non voglio fare l'esploratore, ma in un ambiente umido i cui indigeni sono creature scorbutiche e violente, fare un buon pranzo è richiesto per la sopravvivenza. 
Terzo motivo, mantiene i tuoi organi di ricambio ben idratati, dato che è idrorepellente. 
Quarto motivo, è una fantastica fonte di energia fossile. 
Con un pranzo del genere sarei dovuto resistere a tutto. 

Nel primo pomeriggio ci avrebbero comunicato in che classe eravamo e quale prof ci avrebbe infuso sapere. 
Oliver mi diede un leak dicendomi che non ero nel livello più basso. 
Bensì, mi disse "I tried to lower your score, but damn, it was too high.
Non capii che disse, forse qualcosa riferita al fatto che ero bravo, o qualcosa riferito al fatto che puzzavo di ceci e aglio.
Ero preparato a più o meno tutto, da un invasione di polpette mutanti a ben due studenti cinesi in classe. 
Gli studenti cinesi non sono una vera e propria piaga come lo sono le polpette mutanti, ma si avvicinano di molto.
La loro propensione ad essere teoricamente migliori di te e la loro effettiva superiorità teorica te li rende immediatamente antipatici, anche se non meritano per forza il tuo disprezzo. 
Riaprendo il libro delle avventure del 2013, io e Charlotte eravamo in classe con due ragazzi cinesi. Wally era un ragazzo di quindici, forse sedici anni, che aveva totalizzato il punteggio migliore di tutti al test, ma ad ogni domanda che gli si poneva rispondeva con un "WHAT" ben urlato.
Fortunatamente, non successe nulla di tutto ciò. 
Ci dissero che la classe era la Red 2 (non chiedetemi perché si chiami così, era l'ultima classe in un corridoio verde)  e che la nostra prof avrebbe tardato dieci minuti. 


Mi sedetti in classe  e mi guardai attorno. 
Due svedesi, un maschio e una femmina, troppe danesi, un finlandese. 
Alla mia destra, Freddie.
Freddie era questa ragazza di Copenaghen fin troppo alta un metro e ottanta, a quanto pare allergica al profumo e così interessata ad informarmi di ciò che mi picchiò nei seguenti giorni in caso ne avrei messo, sostenendo che stavo tentando di ucciderla. 
Ma questa è un'altra storia. 

Quando Sara, la prof, entrò, ebbi un dubbio esistenziale. 
Sono cresciuto nella media borghesia piemontese, dove il "conformarsi" era d'obbligo. 
I ragazzini vanno in discoteca, si fumano le canne e si infilano oggetti negli orifizi solo per conformarsi. 
Ma in Inghilterra, "conformarsi" significa "non conformarsi".
Meno uno era conformista, più era cool. 
L'esatto opposto della mentalità media piemontese. 
Ma questo vi starà facendo ancor più andare in confusione, nevvero?

Il fatto è che Sara era un hipster. 
In Inghilterra, gli hipster escono dalle pareti. 
Non è che sia una cosa brutta, semplicemente, mette a disagio. 
Non perché Sara fosse particolarmente brutta, ma semplicemente non si conformava agli standard di "insegnante".
Non era né particolarmente alta né aveva delle tette particolari. 
Ma era interessante. 
Dall'outfit e dal caffè in mano si poteva evincere quanta voglia di stare in quel posto aveva, e quanto poco la pagavano. 
I pantaloni da uomo [6] lasciati larghi non rivelavano forme particolari, ma il risvolto lasciava intravedere un gusto per i calzini veramente raffinato. 

Mi accorsi soltanto una volta uscito dalla classe quanto in realtà volessi anche io dei calzini così cool.



[1] Politicante ignorante di destra, ricordato, appunto, per la sua ignoranza.
[2] Una Lecture è una lezione tenuta a mo' università. Tanti posti a sedere, un solo prof, tutti che prendono appunti in una sala enorme.
[3]  Due dei più famosi college di Oxford.
[4] Parafrasi suggerita da un lettore:  "Come evincevo che nessuna teoria potessi avanzare sarebbe stata plausibile"
[5]  Catena di supermercati inglese.
[6] Sono sicuro che fossero da uomo, perché me li provai il giorno prima da Topman



Sei ore dopo mi svegliai in una spiaggia della Liguria con quarantasei chiamate perse dalle mie amiche.

  
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