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Autore: Raven_Phoenix    25/09/2015    1 recensioni
ATTENZIONE: Questa fanfic é l'atteso seguito di "Chocolate and Smoke on the School" quindi consiglio di leggere prima quella ^^
Molte cose sono cambiate da quella partenza, ma molte altre sono rimaste sempre le stesse, come i ricordi che lottano per tormentare Mello. Nuovi e vecchi personaggi daranno vita a nuove avventure deliranti in una delle città più stravaganti e imprevedibili del mondo: Londra
"Dopo circa un’ora, grazie ai pochi e semplici passaggi di: una lunga doccia rigeneratrice, crema idratante per il corpo, asciugatura/lisciatura dei capelli, controllo brufoletti, controllo eliminazione di qualunque pelo superfluo sul mio viso, passaggio di cremine energizzanti, un filo di correttore e scelta dei vestiti con obbligo di abbinare la cravatta al colore dei calzini… potevo dire di avere un aspetto presentabile. Sembravo il perfetto uomo d’affari carismatico, il gilet nuovo di pacca che avevo messo era indubbiamente la chicca della giornata.
Ora si poteva dirlo seriamente: Ecco a voi Mihael Keehl in tutto il suo splendore!"
Mettetevi comodi, afferrate una tavoletta di cioccolato e qualche biscotto al burro by Harrods e buon divertimento!
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: L/Light, Matt/Mello
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonsalve a tutti, miei lord e mie lady u___u 
Se pensavate che sarei sparita di nuovo per mesi e mesi...avreste avuto tutte le vostre buone ragioni per farlo ^___^''' ma CE L'HO FATTA!
Diciamo che questo periodo no é proprio dei miei migliori, però ho fatto il possibile per essere qui di nuovo con voi siccome una delle cose che mi fa sollevare di più il morale e vedervi sempre così appassionati e pronti a leggere un nuovo capitolo ** vi amo <3 
Diciamo che adesso con il freschetto che aumenta la tematica feste natalizie é un po' più vivibile rispetto allo scorso capitolo postato in pieno agosto XD (così tanto per dirvi, da me si vedono già le montagne innevate o__o e io sono felice come una bimba *__*).
Sto già pensando ai regali di Natale u___u'' pardon, che volete farci. Del resto vedere Mello che trangugia cioccolata calda anche con 40 gradi all'ombra non é d'aiuto é__è *colpa suaaaa*
Bene, vi lascio al capitolo, buona letturaaa ^__^/



Capitolo 15:
 
 
-Tesoro, mi raccomando! Chiamami appena arrivi e fammi sapere se non ti hanno svaligiato l’appartamento!-
-MAMMA!- urlai esasperato cercando di divincolarmi dalle sue piccole manine che cercavano di sistemarmi la sciarpa rossa chilometrica che mi ero messo.
-Non si sa mai.- rispose lei per niente preoccupata del fatto che suo figlio stesse per avere una crisi omicida nei suoi confronti.
-Tanto fra due settimane, quando verrai per quella conferenza, te ne potrai accorgere da sola se mi hanno rubato tutte le mutande!- gracchiai gesticolando istericamente e mancando di poco il trolley viola di Rox.
-Tu chiamami comunque, hai capito?-
-SEEEH MAMMA!- tuonai facendo voltare parecchia gente vicino a noi.
-Che adorabile famigliola.- commentò Ryuk che sosteneva Rox intenta a piangere dal ridere.
-E voi siete degli adorabili grattaculo!- ribattei guardandoli di traverso.
-Tsé, noi facciamo dei complimenti e lui ci insulta. Sei peggiorato con la nostra lontananza.- disse Light, si stava difficilmente trattenendo anche lui dal ridere esibendo soltanto un ampio ghigno mentre accarezzava innocentemente il pelo arruffato di Misa.
-Io non mi lamento, con me ha diminuito notevolmente gli insulti.- si aggiunse Near che se ne stava accovacciato su una delle poltroncine di plastica, con accanto Ryuzaki nella stessa identica posizione.
-Potrei recuperare i tempi perduti anche da adesso, sai?!- gli tirai una gomitata all’altezza delle tempie.
-Beh, avrai tempo un mese per escogitare le battute più cattive di cui sei capace.- disse Ryuzaki con un sorrisetto.
Sorridemmo tutti quanti a trentadue denti.
-Allora fatemi sapere a che ora dovrò venire a prendervi e a che aeroporto atterrerete.- dissi allegramente trattenendomi dal saltellare come un bambino iperattivo dopo aver ingurgitato dosi massicce di zucchero.
Non solo Danielle ci  aveva fatto un regalo immenso con quei biglietti, ma ci aveva dato una scusa irrevocabile per porteci riunire di nuovo tutti insieme, stavolta sotto i cieli britannici.
Near, Light e Ryuzaki non avevano esitato a chiamare subito la loro ditta, comunicando che avevano deciso di prolungare le loro vacanze per tutto il mese. Avevano optato per fare un breve tour per l’Europa, terminando con la tappa a Londra.
-Inizia a preparare le difese anti-sommossa per questi qui.- disse Light indicando Near e Ryuzaki che dondolavano entrambi pericolosamente, intenti in chissà quale crisi mistica.
-Come minimo dovrò noleggiare un esorcista.- risposi guardandoli alquanto preoccupato.
Non avevo idea di come avrebbero potuto reagire in una città tanto grande e con così tanti spunti per commettere idiozie perfettamente in loro stile, però, mi dissi, se Ryuk era riuscito a non farsi arrestare neanche una volta per atti osceni in luoghi pubblici potevo nutrire ancora un po’ di speranza.-
Mia madre ci salutò tutti e dovette scappare; aveva lasciato a casa mia zia ancora immersa nella perenne sbronza in cui era caduta dalla sera di capodanno (ricordavo solo vagamente il momento in cui lei e Ryuzaki si erano messi a cantare Frozen di Madonna al karaoke tenendosi a braccetto), e restammo soltanto noi, con ancora qualche ora a disposizione per dire le ultime idiozie prima si separarci.
-Ricordati di portarmi qualche souvenir dalla Germania.- intimai a Near con un’occhiata eloquente.
-Mello, ti ho già detto che non mi faranno passare alla dogana con quella tavoletta di cioccolata da un chilo che mi hai chiesto.-  ribatté lui con una nota di disperazione nella voce.
-Non mi interessa, tu la farai passare anche a costo di ficcartela su per il cu…-
-OH, GUARDA! Andiamo a comprare la settimana enigmistica per il viaggio!- censurò la mia minaccia Ryuzaki che ci prese tutti a braccetto, trascinandoci verso il piccolo chioschetto in mezzo a tutti i duty free (dove avevamo perso Rox e Ryuk circa una ventina di minuti prima).
Aspettammo Light, che era andato a consegnare una riluttante Misa per farla imbarcare, assicurandosi che ci fossero tutti i mille e uno servizi per lei che avevano descritto nel depliant del loro volo “animal-friendly”, inutile dirvi quanto mi ero ammazzato dalle risate quando avevo sentito i suoi piagnistei, insistendo per volersela portare dietro per tutto il loro tour, e risi altrettanto per vedere i mille tentativi di Near e Ryuzaki che cercavano di convincerlo a lasciarla ad un dog-sitter quando sarebbero rientrati brevemente a Tokyo per rimpolpare le valigie.
-Fatemi un fischio quando quell’idiota inizierà ad incatenarsi nelle piazze per qualche protesta animalista.- dissi sottovoce a Near quando lo vedemmo tornare con aria affranta.
-Fidati, non credo che gli lasceremo mettere piede fuori di casa se anche solo minacciasse di fare una cosa simile.- disse allungandomi un pugno che feci scontrare con il mio.
Chiamarono prima il nostro volo, e grazie alla mezz’ora di saluti per poco non arrivammo in ritardo all’imbarco.
-E mi raccomando, ricordati di prenotare già al ristorante di Gordon Ramsey appena arrivi, o giuro che potrei decapitarti!- mi urlò Light mentre ci allontanavamo.
Sentivo come un mattone sullo stomaco, anche se sapevo che ci saremmo rivisti prestissimo. In quei pochi giorni mi ero riabituato alla loro presenza, e mi sembrava di essere ritornato indietro nel passato a quando ci eravamo salutati prima della mia partenza.
-Quanto vorrei che si trasferissero tutti a Londra.- sospirai mentre eravamo in fila per prendere posto sull’aereo.
-Suvvia, non disperarti! Ci sono sempre io!- disse Ryuk prendendomi sottobraccio con quello che per lui doveva essere un sorriso convincente.
-Che fortuna, eh!- ribattei estremamente ironico mentre arrancavo verso i posti che aveva già individuato Rox, sventolando una mano verso di noi.
Probabilmente l’unico momento tranquillo fu il momento del decollo, dove tutti e tre restammo a guardare il Giappone farsi sempre più piccolo sotto di noi… poi fu l’inferno.
Non riuscii a chiudere praticamente occhio grazie a quei due idioti che continuavano a farneticare di tutto lo shopping che avevano fatto e ridendo come indemoniati dopo che ebbero ordinato qualche bicchiere di champagne.
-Non vedo l’ora di dare il mio regalo di Natale in ritardo a Rem!- disse a un certo punto Ryuk che si agitava peggio di un bambino su una giostra.
-Cosa le hai preso?- fece eco Rox che lo guardava con occhi sgranati.
-Ero indeciso tra un teschio di serpente e uno scorpione essiccato, e poi…-
Rabbrividii non volendo ascoltare oltre quella conversazione, e mi infilai con decisione le cuffiette del mio i-pod nelle orecchie alzando il massimo il volume, infischiandomene di spaccarmi i timpani a costo di non sentire i particolari macabri della contorta relazione di amore e odio tra Ryuk e Rem.
 
Quando finalmente toccammo di nuovo terra mi lanciai in ginocchio sull’asfalto fuori dall’aeroporto urlando mille ringraziamenti a chiunque mi stesse ascoltando, grato di potermi finalmente muovere liberamente.
Avvertii l’impercettibile cambiamento nell’aria, accogliendo con gioia il tipico odore indescrivibile che per me caratterizzava Londra.
La prima cosa che feci fu infilarmi in uno Starbucks a prendere una cioccolata calda gigantesca e un panino al bacon (il mio accostamento preferito), lanciando una lode al cibo d’asporto. Non che la cucina di mia madre facesse schifo, ma potevo dire di aver fatto il pieno di “tradizione” che probabilmente mi avrebbe tenuto lontano da qualsiasi ristorante giapponese per un bel po’… ok, diciamo una settimana al massimo!
-Allora ci vediamo dopodomani se venite a bere qualcosa da me dopo lavoro.- disse stancamente Ryuk reprimendo uno sbadiglio epico mentre si apprestava a scendere verso la metro.
-Non nominare la parola LAVORO, grazie.- ribatté Rox che sembrava in procinto di addormentarsi sopra alle sue valigie mentre aspettavamo il taxi.
In risposta sentimmo solo la sua risatina stridula prima che sparisse oltre le scale mobili.
Nonostante sentissi anch’io la stanchezza del viaggio mi sentivo inspiegabilmente attivo. Salutavo con lo sguardo tutti i monumenti che vedevo attraverso il finestrino, e quando finalmente arrivammo davanti al nostro palazzo ci mancò poco che andassi ad abbracciare Paul, che ci aspettava già davanti alla porta per aiutarci con i bagagli.
-Oh! Ma guarda chi si vede!- sentimmo appena le porte dell’ascensore si aprirono sul secondo piano ed entrò Britt.
-Ehi, Britt! Ti trovo bene. Come sono andate le feste?- la salutai allegramente.
-Favolose! Non avete idea delle partite di poker che si organizzano da Albert! Sono appena andata a controllare se non avesse scommesso anche le mutande con quella coppia del decimo piano.-
-Ma tu guarda, fate apposta ad organizzare queste cose proprio quando non ci siamo!- esclamò Rox, che dopo aver trangugiato una tazza gigantesca di caffè sembrava essersi ripresa.
-Beh, se volete siete in tempo ad aggiungervi a una delle partite stasera.- rispose lei con uno dei suoi sorrisi complici.
-Prima è meglio se andiamo a sistemare le nostre cose. Ti chiamo più tardi, ok?- dissi mentre psicologicamente mi preparavo a dover disfare le mie valigie stracolme.
Salutammo Britt che si fermò al piano sotto di noi, e quando mi ritrovai davanti il mio amato appartamento mi sentii in paradiso.
-CASAAAAA!- urlai al nulla mentre correvo ad alzare tutte le tapparelle e spalancare le finestre, lasciando entrare gli ultimi sprazzi di luce prima del tramonto. Nonostante il freddo aspettai che l’odore di chiuso uscisse del tutto prima di mettermi a sistemare tutto. Sentii attraverso i muri un urlo simile che proveniva dall’appartamento di Rox, e sogghignai mentre iniziavo a tirare fuori i vestiti, riponendo quelli ancora puliti nell’armadio.
Per ultimo lasciai il piccolo involucro di sacchetti riciclati che contenevano gli occhialini di Matt, e rimasi a fissarlo indeciso sul da farsi.
In un primo momento mi ero detto di non aprirlo e metterlo in fondo all’armadio, ma dopo vari ripensamenti li adagiai delicatamente dentro al cassetto del mio comodino, senza escludere che con il tempo avrei potuto cambiare nuovamente loro posto.
-Devo essere matto.- borbottai tra me e me chiudendo alla svelta il cassetto e uscendo dalla mia stanza, con l’idea di farmi una bella doccia calda con il mio doccia schiuma al cioccolato bianco preferito di cui avevo fatto abbondante scorta.
Dopo tre quarti d’ora sotto l’acqua con i Linkin Park a volumi improponibili uscii tutto imbaccuccato e soddisfatto, dimenticando già la presenza di quei malefici occhialini, e andai ad infilarmi nella mia tuta nera preferita, talmente morbida da far venire un orgasmo all’epidermide ogni volta che entrava in contatto con il tessuto.
Mi stavo asciugando i capelli quando ecco Rox che già si aggirava per il mio appartamento, anche lei in versione casalinga (con alcuni accorgimenti chic ovviamente).
-Dai, ti pregoooo!- miagolò girandomi intorno.
-Sono sconquassato dal viaggio e dal fuso orario, non puoi davvero pensare che io voglia scendere ben OTTO piani per andare a cercare di giocare a poker, anzi, guardare TE che giochi a poker siccome sono totalmente negato. Ricordi quanto ho perso quella volta che siamo andati al casinò?- dissi mentre sistemavo le ultime ciocche bionde ed annusando soddisfatto il profumo dell’olio d’argan.
-Se non ci sei tu a portarmi fortuna di sicuro finirà male, vuoi davvero lasciarmi in balia di quegli infimi giocatori d’azzardo improvvisati assetati di sangue e di vittoria?-
-Anche tu rientri in questa categoria, lo sai?- dissi squadrandola e andando a riporre spazzola e phon in bagno con lei che mi seguiva come un’ombra.
Mi chiedevo quando tempo ci avrebbe messo ad utilizzare la sua ultima arma a colpo sicuro, e io mi stavo chiedendo perché stessi facendo tutta quella resistenza nonostante sapessi benissimo che avrebbe funzionato e io avrei inesorabilmente ceduto.
-Ci sarà un sacco di cioccolata e i biscotti di Britt, lo sai vero?-
Eccola.
Sbuffai e alzai le mani in segno di resa.
-Ci sarà un giorno in cui mi lascerai in pace e poltrire sul divano in santa pace?- replicai mentre andavo a recuperare il cellulare.
-Ovviamente no.- rispose lei con un sorriso soddisfatto e già pronta sulla soglia della porta.
Mi trascinai fino all’ascensore e mi appoggiai svogliato contro la parete di metallo, sperando di riprendermi e di non cadere addormentato su una qualche poltrona nel giro un’ora.
Ancora prima di aprire la porta dell’appartamento di Albert, il signore di mezz’età con il vizio del gioco d’azzardo che organizzava sempre questi tornei (leggermente abusivi), si sentiva già imprecare qualcuno. Quando aprimmo la porta ci si presentò davanti uno spettacolo a dir poco esilarante di un litigio con tanto di roba che volava in giro per la stanza. Nell’occhio del ciclone stavano il tizio del terzo piano che lavorava come somelier e…
-Ryan?!- esclamammo in coro io e Rox.
L’unica volta in cui l’avevo visto così alterato era stato al nostro primo incontro, quando sbraitava conto agli uomini dei traslochi.
-Ti avevo detto che non avrei mai e poi mai scommesso la mia collezione di soldatini di piombo! Come te la sei inventata questa?!- stava urlando fuori di sé in piedi su una sedia cercando di prendere di mira l’altro con un biscotto.
-Ieri sera hai detto che se avessi di nuovo vinto tre volte di fila me li avresti dati! È inutile che ti incazzi come una checca isterica, ci sono testimoni!- ribatté imperterrito l’altro che si stava nascondendo dietro a un divano.
-Ma quali testimoni!- ringhiò Ryan scendendo dalla sedia e lanciandosi all’inseguimento.
Fummo gli unici a fissare esterrefatti la scena, gli altri continuavano a chiacchierare tranquillamente o disputavano altre partite seduti ai vari tavoli disposti per tutto l’ampio salotto.
-Chi ha ragione?- sibilai a denti stretti a Britt che si stava avvicinando con un vassoio stracarico dei suoi biscotti con extra cioccolato.
-In teoria ieri sera erano entrambi abbastanza alticci e comunicavano a gesti, nessuno sa esattamente cosa abbiano concordato, e credo non lo sappiano nemmeno loro. So solo che giravano parecchi diti medi.- rispose a bassa voce trattenendo a stento un risolino.
Scossi la testa mentre agguantavo un paio di biscotti.
-Devo dedurre che si sia ambientato più che bene dentro a questa gabbia di matti.- commentai girandomi verso Rox e ritrovandomi a parlare al nulla. Si era già seduta a un tavolo e guardava con aria di sfida Albert.
-Cosa stai aspettando? Paura, Alby?- stava dicendo con il suo solito tono intimidatorio che usava anche a lavoro, con la lieve differenza che lo stipendio di nessuno era legato al suo umore, e quindi nessuno si preoccupava troppo di farla imbestialire.
Sospirai andando a cercare un posto libero, ed andai a sedermi sul divano in compagnia di Meg, una ragazza molto particolare che stava al settimo piano e che aveva il tic isterico di fare il bucato ogni giorno assillando quelli della lavanderia dall’altra parte della strada.
-Ehi! Si può sapere dove eravate finiti? Aspettavano tutti voi per avere un po’ di movimento.- disse passandomi un bicchiere di carta pieno di quello che doveva essere vin brulé non più tanto caldo.
-Vacanze.- risposi senza divagare troppo; se avessi iniziato a raccontare tutto proprio a lei come minimo avrebbe spettegolato gonfiando tutto in una maniera inimmaginabile. L’ultima volta in cui gli avevo raccontato del mio breve soggiorno a Parigi per lavoro, dove l’unica cosa che avevo visto oltre alle riunioni erano stati la sfilata, la mia camera d’albergo e la Tour Eiffel in lontananza, era andata in giro a dire che avevo passato un intero weekend romantico con un misterioso parigino che amava i giochini erotici con la nutella.
Fortunatamente a salvarmi fu Ryan, che si lanciò accanto a me rosso in viso e ansimante dopo l’inseguimento.
-Col cazzo che avrei lasciato la mia collezione a quello stronzo alcolizzato.- borbottò prendendo anche lui un bicchiere di carta e riempendoselo generosamente.
-Grave errore fare scommesse con lui.- commentai ghignando.
-Lo sto imparando a mie spese, ma ha trovato pane per i suoi denti.- disse talmente collerico che probabilmente non doveva nemmeno avermi riconosciuto.
-Basta che tu non sbagli piano quando andrai in cerca di vendetta.- replicai sorseggiando divertito il mio vino.
Solo allora parve rendersi conto con chi stesse parlando e strabuzzò gli occhi.
-Mello?! Ma allora siete tornati!-
-Chi credi che stia prendendo in ostaggio tutto il fondo pensione di Albert in questo momento?- ammiccai verso il tavolo dove Rox era appena entrata in piena modalità giocatrice accanita e senza pietà.
-Cavoli, non me ne ero accorto, scusami.- disse grattandosi la testa imbarazzato –Questi tornei mi stanno ammazzando. Sono giorni che non esco di casa se non per andare a prendere qualcosa da mangiare al take away quando è il mio turno.-
-L’avete presa sul serio, allora.- dissi piacevolmente sorpreso, potendo solo immaginare come si fossero svolte le vicende nei giorni in cui non c’eravamo. Perché non avevo comprato quella GoPro scontata?! Avrei potuto montarla di nascosto per poi divertirmi a riguardare tutto!
-Non me ne parlare. Qualche giorno fa ho iniziato a sentire dei rumori strani e per caso ho incontrato Britt. Non ho fatto in tempo a chiederle cosa stesse succedendo che mi aveva già trascinato qui, e le cose non si sono messe meglio quando hanno scoperto che so giocare a qualunque gioco che preveda l’uso delle carte. Credo di essere riuscito a prendermi una sbronza continua per due giorni di fila.- raccontò passandosi stancamente una mano tra i capelli.
Commentai con un fischio.
-Se non altro ti sei ambientato completamente.-
-Potrei quasi pentirmene se continuo così.-
-E dai, non è poi così male. Basta abituarsi ai ritmi e a dire di no a qualche giro, specialmente se Monica inizia a tirare fuori le sue grappe italiane.- ammiccai verso la donna corpulenta che stava preparando alcuni caffè in cucina, correggendoli di nascosto con qualche liquore.
-NON ME NE PARLARE!- urlò lui facendosi il segno della croce, e io scoppiai a ridere.
-Allora hai già sperimentato anche quelle!- dissi mentre cercavo di darmi inutilmente un contegno.
-Quella donna è PAZZA! Non so cosa ci metta in quella roba, ma l’altra sera quando sono entrato in ascensore mi sono visto allo specchio e giuro di avere intrattenuto una conversazione con il mio riflesso, capisci? MI RISPONDEVA!-
A quel punto rotolai giù dal divano invocando pietà.
-Giuro, pagherei per aver potuto vedere una scena simile!- ululai mentre mi sbellicavo.
-Non ridere, era inquietante!- replicò lui diventando paonazzo.
-Ci credo, non preoccuparti. Quando ci sono passato io per la prima volta sono stato saldamente convinto per tre giorni che ci fossero dei draghi dentro al mio forno, e che fossero loro a cuocere il cibo.-
-Che cosa?!- esclamò, e stavolta fu lui a cadere in preda alle risate –Amico, a me avrà anche fatto un effetto strano, ma tu mi batti!-
-Naah, Rox ha fatto di peggio. Mi aveva chiamato nel cuore della notte sostenendo che i suoi cuscini zebrati avessero iniziato a galoppare nel suo salotto, e che la incitassero a puntare sul più veloce.-
Ben presto Ryan mi fece compagnia sul pavimento, cercando di asciugarsi le lacrime inutilmente.
Ero inspiegabilmente felice del fatto che finalmente avesse fatto altre amicizie oltre a noi, forse da un lato perché non avrei più dovuto sentirmi in colpa per non inviarlo ad uscire con noi ogni volta, o forse perché mi faceva piacere nel vederlo solare e perfettamente a proprio agio. Mi ricordava quando mi ero appena ambientato io, e potevo sentire perfettamente la stessa sensazione che avevo provato quando per la prima volta mi ero sentito veramente a casa.
Uscimmo ad orario inoltrato da casa di Albert, e io dovetti sorreggere Rox che aveva alzato leggermente troppo il gomito, e quando ci trovammo nell’ascensore non potei fare a meno di fissare il mio riflesso nello specchio sulla parete, e scoppiare nuovamente a ridere.




Capitolo apparentemente tranquillo u____u ma ne siete poi così sicuri?? é____è 
Spero leggiate in tantissimi, scusate ma necessito d'affetto ç___ç *picchia il suo ragazzo e lo spedisce a prenderle della cioccolata*
Come sempre grazie mille millissimo a tutti quelli che mi seguono e che bramano che i nostri eroi copulino a non finire riempiendo il mondo d'ammooooore *^* 
Quasi inutile ripeterlo ma lo faccio lo stesso *tsé*, se avete domande di qualunque tipo scrivetemi tuuuuutto quello che volete e sarò felicissima di rispondervi ^___^ TRANNE dirvi dove si trova Matt ovviamente MWAHAHAHAHAHAHAHAHAH! 
Detto questo torno nel mio mondo a fare una serie imprecisata di amigurumi e vi saluto sommersa dai gomitoli *_* 
Ciauuuuu <3
Raven :3 
 
  
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