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Autore: udeis    25/09/2015    5 recensioni
Tra Garp e Dragon il rapporto non è mai stato facile. Dragon non riusciva a tacere di fronte alle ingiustizie e Garp non è mai stato troppo bravo a parole. Per questo motivo ci sono state delle volte in cui il Marine non ha potuto fare altro che tacere, sperando che la vita potesse insegnare a suo figlio quello che lui non poteva spiegargli.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Dragon, Monkey D. Garp
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Garp non può fare a meno di tacere quando suo figlio nasconde la faccia tra i cuscini e sussurra “Perché?”
Garp non risponde perché non capisce che cosa è andato storto. Ha mostrato a suo figlio il suo lavoro, l’ha esortato a seguire il suo esempio e gli ha fatto capire cosa succedeva a chi si comportava male.
Garp tace perché i colpevoli erano stati impiccati tutti come da programma, anche i mozzi più giovani.
Rimane in silenzio perché alla vista dei corpi di quei ragazzini aveva detto, sprezzante: “sono pirati, se lo meritano.” Ma sua moglie aveva saputo azzittirlo subito: “hanno l’età di nostro figlio.” Aveva detto.
Garp preferisce ignorare le tacite accuse della sua famiglia perché ha sempre pensato che, se ognuno è libero di scegliere il proprio destino, non deve lamentarsi, poi, delle conseguenze.
 
 
Garp non può fare a meno di tacere quando suo figlio gli urla tra le lacrime che è ingiusto: quelle che vivono in mezzo ai cumuli di rifiuti sono persone, non immondizia.
Garp non risponde nemmeno quando il figlio gli chiede perché nessuno stia facendo niente per loro: “hanno bisogno di cibo, di medicine, di aiuto.” Dice. “Ma non sono neanche considerati umani!”
Garp tace e pensa che la vita funziona in questo modo: più sei in alto, più la tua testa è infarcita di pregiudizi, bisogna farsene una ragione.
Garp rimane in silenzio, perché si è arruolato per difendere tutti, anche gli idioti, ma è fiero di fare un lavoro che gli permette di aiutare anche i deboli e i dimenticati.
Garp, infine, preferisce ignorare le tacite accuse del figlio, perché non lo toccano davvero: lui, nonostante tutto, non ha mai preso il vizio di inquadrare le persone in categorie.
 
 
Garp non può fare a meno di tacere quando viene a sapere che suo figlio si trovava in quella stessa piazza, ma non era accanto a lui.
Garp rimane in silenzio anche quando capisce che Sengoku e sua moglie lo sapevano, ma avevano accuratamente evitato di dirglielo.
Garp tace perché sa che, quel giorno, suo figlio ha preso la strada opposta alla sua ed è una consapevolezza che fa male.
Garp preferisce ignorare le accuse che lo vogliono un padre disattento ed assente. Ora non ha tempo da perdere: deve pensare a un nuovo modo per proteggere suo figlio.
 
 
Garp non può fare a meno di tacere quando suo figlio gli urla che quello che sta facendo la marina è ingiusto. Il figlio e la moglie di Roger, il carpentiere che gli ha costruito la nave e tutti gli altri ricercati non sono colpevoli di pirateria.
Garp non risponde neppure quando il figlio gli dice che questa inutile caccia alle streghe è un disonore per la marina, che sta trucidando donne e bambini innocenti per una stupida questione di principio.
Garp tace anche quando Dragon, con freddo disprezzo, lo accusa di essere un uomo senza ideali, né compassione.
Garp rimane in silenzio, perché suo figlio è giovane e non ha idea di quanto il nome di Roger incuta terrore alla gente.
Garp tace, perché sa che la marina è nel giusto e che la politica è molto più complicata di una semplice questione di principio.
Garp preferisce il silenzio perché questa volta non può ignorare le accuse.
Suo figlio ha ragione: lui, Monkey D. Garp, è un traditore della peggior specie.
Ha scelto di salvare un’innocente e di tenere fede all’ultimo desiderio di un uomo morente, ma, stranamente, questa scelta non gli lascia la coscienza tranquilla come dovrebbe.
 
 
Garp non può fare a meno di tacere quando suo figlio gli affida un bimbo più piccolo del suo pugno e gli raccomanda, con tono amaro, di essere un nonno migliore di quanto è riuscito ad essere padre.
Garp non risponde perché sa che quel bambino eredita un nome pesante e un destino incerto e spera vivamente che possa sopportarli entrambi.
Garp tace e si dimentica perfino di chiedere chi è la madre e perché Dragon, suo figlio, stia affidando quel bambino proprio a lui.
Rimane in silenzio perché sa che il figlio ha ragione e, sempre in silenzio, si augura di riuscire ad essere almeno un buon nonno.
 
 
Garp non può fare a meno di tacere, quando suo figlio gli urla che ciò che ha fatto Tiger è stato l’atto di giustizia più grande che abbia mai visto.
Garp non risponde neppure quando il figlio accusa la marina di macchiarsi le mani di altro sangue innocente.
Garp tace quando il figlio gli dice che è disumano aiutare a sedare la rivolta e riportare indietro i fuggitivi.
Garp rimane in silenzio perfino quando Dragon gli dice che alla Marina non è mai importato nulla della né gente né tantomeno della giustizia.
Garp non risponde perché sa che suo figlio ha ragione.
Sa che la schiavitù è ingiusta, ma sa anche che molti degli schiavi erano pirati e fuorilegge.
Garp tace perché è sicuro che l’odio, il disprezzo e la disperazione trasformeranno in criminali tutti i fuggitivi che ancora non lo sono, rendendo i mari un posto molto meno sicuro.
Garp preferisce rimanere in silenzio perché ha già espresso ad alta voce la sua stima per il coraggio di Fisher Tiger, per questo il Grand’ammiraglio ha dato di matto.
Garp, infine, preferisce ignorare le accuse del figlio, perché Sengoku gli ha dato degli ordini che, lo sanno entrambi, saranno eseguiti solo a metà.
 
 
Garp non può fare a meno di tacere quando suo figlio, Dragon il Rivoluzionario, per la miseria, lo contatta via lumacofonino per chiedergli scusa.
È passato meno di un anno dalla battaglia di Marineford, Ace è morto, Rufy è disperso e Garp ha scelto di tornare a casa.
Dragon il rivoluzionario, Monkey D. Dragon, suo figlio, lo chiama e gli chiede di perdonarlo e lo ringrazia di tutto. Non piange, no, e neppure urla, ormai è un uomo adulto, un comandante, un guerriero, ma la voce è rotta dall’emozione e Garp questo lo sente, anche se a separarli ci sono un milione d’isole.
Dragon parla d’un fiato, quasi avesse paura di non riuscire a finire, e lo ringrazia per aver cresciuto bene il piccolo Rufy, per aver salvato Ace quand’era ancora in fasce, per non aver mai tradito i suoi ideali e per tante, altre, molte cose, che non dice, ma che il vice-ammiraglio capisce lo stesso.
Garp non risponde perché l’emozione è troppa.
Garp tace perché le parole di Dragon (suo figlio Dragon!) sono una boccata d’ossigeno per lui che da giorni è soffocato dal rimpianto.
Garp rimane in silenzio perchè sa che, questa volta, è giusto così.
 
Suo figlio finalmente lo ha capito.



Note: Come al solito se vedete errori di qualunque tipo o avete qualche consiglio scrivetemelo pure.
  
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