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Autore: Malanova    26/09/2015    1 recensioni
Come non detto... HO MODIFICATO LEGGERMENTE LA STORIA!
Ebbene si... perennemente insoddisfatta, ho deciso di fare altre piccole modifiche e cercare di migliorare la storia ed il suo contenuto, grazie anche all'aiuto di Felinala che, con la pazienza di una santa, mi aiuta con la grammatica e mi da qualche spunto XP.
Questa storia narra di Piccolo, figlio del Grande Mago che tenne sotto il suo giogo il mondo per oltre trecento anni, e di Lyrica, la bellissima e alquanto misteriosa fanciulla apparsa dal nulla costretta a prestare servizio alla Famiglia Demoniaca in cambio della sua vita. Sperando di non aver creato un ulteriore pasticcio, vi auguro buona lettura!
P.S. La storia segue la trama dell'opera di Toriyama... se ci sono spazi vuoti vuol dire che la storia è rimasta inalterata
P.P.S Dedico questa storia ad una ragazza molto speciale, di cui non ricordo il nickname (Malanova sei una cretina) che leggeva questa storia, anni fa, ad un gruppo di ragazzini molto speciali... Perdonatemi se vi ho fatto aspettare, non vi ho dimenticati, spero che questa revisione vi piaccia perché grazie a voi che c'è ancora!
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Piccolo, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo sette anni…

Lyrica era alla guida di un piccolo aeroplano rosso e si stava dirigendo verso Yahoi, un villaggio abbandonato cento anni fa a causa di una guerriglia, che si trovava molto lontano dalla Città Centrale. Il Re-Tiranno l’aveva incaricata di trovare, in quella terra, una Sfera del Drago, un incredibile monile dotato di poteri inimmaginabili. Aveva trovato qualche nozione su di esse in un antico tomo nella biblioteca reale, qualche giorno fa: “…In tutto queste prodigiose sfere ambrate sono sette, fatte di un materiale sconosciuto su questo mondo. Esse sono grandi quanto un pugno di un uomo e numerate con delle stelline rosse. Riunite tutte nello stesso punto e urlata la formula magica, apparirà un gigantesco drago serpentino chiamato Shenron, capace di far avverare qualsiasi desiderio…”.

La ragazza guardò il navigatore e virò leggermente verso ovest. Il Grande Mago, in quest’ultimi giorni, era diventato nervoso. Gli era giunto alle orecchie che nei precedenti tornei clandestini di arti marziali, quelli svolti sull’isola tropicale Papaya, uno dei pochissimi piaceri che concedeva al popolo, avevano partecipato guerrieri molto forti e capaci, in grado di utilizzare il loro Ki come faceva lui. Il suo timore era che tra di essi ci fosse qualcuno in grado di utilizzare la Mafuba, l’unica tecnica marziale che più di trecento anni fa lo aveva quasi sconfitto, decimando il grosso del suo esercito demoniaco. Ed ora, che era diventato così vecchio, quella tecnica poteva annientarlo. Aveva triplicato le ronde al castello, ingaggiato spie per tenere sotto controllo la popolazione dalle più grandi città fino al più piccolo dei villaggi ed aveva pensato personalmente a insegnare a suo figlio le VERE arti marziali e le arti magiche. Ora Piccolo aveva quasi quindici anni era diventato un ragazzo forte, intelligente e spietato come voleva suo padre, che gli abitanti del mondo potevano vederlo in azione quando si univa al padre per decimare le città scelte ogni 9 maggio.

Il Re divenne anche il maestro di Lyrica, per un po’. Non si poteva dire che si fosse affezionato alla fanciulla, ma aveva intravisto delle potenzialità in lei: con il suo addestramento speciale sul campo della magia, aveva risvegliato delle capacità strabilianti che l’avevano resa una temibile avversaria per chiunque, se ella avesse voluto e non fosse così devota alle tradizioni della sua sconosciuta patria. Però anche questo non lo rassicurò del tutto… Per sconfiggere la Mafuba doveva tornare giovane… doveva tornare ad essere invincibile.

Dopo due ore di volo Lyrica atterrò nei pressi del villaggio. Yahoi era quasi interamente inghiottita dalla natura: alcuni alberi erano cresciuti, indisturbati, anche all’interno di ciò che rimaneva delle case, le piante rampicanti avevano coperto i vialetti piastrellati e l’erba era cresciuta ed è diventata alta tra le fenditure delle strade. I sentieri non erano più piani a causa delle radici degli alberi e, tra le crepe formate dalle piogge, erano sbocciati denti di leone e soffioni. I raggi del sole filtravano attraverso le fronde e tutto l’insieme faceva ricordare alla ragazza un paesaggio fatato. Si sedette sopra al cornicione di un pozzo e tirò fuori dalla sua borsa da viaggio una serie di mappe che iniziò a studiare con perizia. Se la Sfera del Drago si trovava qui da quando questo posto era abitato, poteva iniziare le ricerche nei ruderi delle case. Tirò fuori un pennarello rosso dalla tasca della borsa e segnò tutte le abitazioni con un cerchio. Per sua fortuna, Yahoi era un villaggio piccolissimo, formato da una cinquantina di edifici in tutto mentre il resto era un’infinita foresta naturale già esistente quando fu fondato. Alzò lo sguardo dalle carte e lo indugiò sulla distesa d’alberi. Rabbrividì al pensiero che il monile potesse trovarsi infognato lì, ancora non era del tutto pratica nel comunicare con la natura. Al primo pomeriggio, dopo essersi riposata dal lungo volo, si mise all’opera. Varcò la prima soglia e sentì che la fortuna era dalla sua parte…

Dopo tre ore… “Stront!” Lyrica stava lanciando una serie di imprecazioni nella sua lingua madre “Tso’a!”. Si lasciò cadere a terra, esausta sia dall’infruttuosa ricerca che dalla sfuriata, e tirò un sospiro d’esasperazione. Odiava dover servire i Daimao, erano dei mostri senza cuore che uccidevano le persone per puro divertimento, facendo vivere nel terrore i sopravvissuti e le spremevano come limoni nei lavori finché non morivano di fatica. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Non c’era momento che non pensasse ad un modo per tornare a casa… Scosse la testa, afflitta. Il Re avrebbe fatto di tutto per rintracciarla, compreso far del male a tutti i servitori del castello che l’avevano accolta tra loro come una di famiglia. E, anche se fosse riuscita a sconfiggere i tre demoni guerrieri, aveva pochissime possibilità contro Piccolo e nessuna contro il Grande Mago. Alla fine non era altro che una bambolina nelle loro mani. Una voce le domandò “Ehi, stai bene?”.

La giovane aprì gli occhi, scattò a sedersi e fece un sussulto quando vide chi era a rivolgerle la parola. C’era un ragazzo al suo fianco, più o meno della sua età, dai folti capelli neri così spettinati che le ricordava le fronde di una palma, vestito solo con una pelliccia di tigre gialla che gli avvolgeva i fianchi. Così conciato le ricordava parecchio Peter Pan. Lyrica notò che l’insolito ragazzo, oltre ad avere un bastone legato dietro alla schiena e un sacchetto legato attorno alla vita, aveva una lunga coda scimmiesca dal pelo castano, che si muoveva a destra e a sinistra, irrequieta. D’improvviso si ricordò della profezia che aveva visto nel suo piccolo globo di cristallo, sette anni fa. Era…

Lui si accovacciò in modo che i loro visi fossero alla stessa altezza e borbottò “Hai l’aria di una che ha visto un fantasma…” “No! E’ solo che… ecco…”. La ragazza si morse il labbro inferiore ammutolì. L’antica legge magica le vietava di proferire presagi futuristici ai fautori di tale destino. Il ragazzo inarcò un sopracciglio e la guardò perplesso ma lei fu rapida a cambiare argomento “Pensavo che fosse disabitato…” “Ah! Ma io non sono di queste parti!” esclamò lui con una smorfia “Abito vicino alla cima del monte Paoz. Sono qui solo per allenarmi…” “Allenarti?”. Il giovane annuì, sorridendo “Fra cinque giorni parteciperò al torneo clandestino dell’isola di Papaya”. Le tese una mano e si presentò “Mi chiamo Son Goku”.

Le ore che seguirono furono stranamente piacevoli per entrambi, che si ritrovarono a parlare del più e del meno. La ragazza omise di essere al servizio del Re, casomai si scoprisse che Goku apparteneva a qualche gruppo ribelle, dicendo di essere una semplice ricercatrice di piante curative, che operava in segreto per non destare i sospetti dei demoni. Tuttavia, il ragazzo si sentiva attratto da Lyrica anche se non riusciva a capirne il motivo. Durante le sue avventure era stato a contatto con splendide donne tra cui una dispotica ma geniale turchina di nome Bulma e l’imprevedibile ladra dalla doppia personalità che si chiamava Lunch, eppure nessuna di loro era riuscito ad incantarlo come ci riusciva lei.

Goku le raccontò del bellissimo panorama che si vedeva da casa sua, delle avventure vissute con Bulma, di Yancha e Pual, del suo maestro di arti marziali Muten, del suo migliore amico Crilin ed, infine, del famigerato Red Ribbon. Lyrica lo ascoltava affascinata. Conosceva la spietatezza di quell’esercito, lo stesso generale Red era uno degli assidui ospiti del castello, e lui aveva sconfitto centinaia di uomini preparati alla guerra… da solo?!? Ora capiva perché l’uomo non veniva più a far visita al Grande Mago…

Senza che se ne rendessero conto arrivò il tramonto. Lo stomaco del ragazzo iniziò a gorgogliare “Urca, che fame!” “Ho lasciato la mia borsa con delle provviste dentro ai resti di quel negozio…” disse lei indicando il punto “Potremo mangiare insieme”. Di solito Lyrica non invitava a mangiare insieme a lei persone che conosceva da poco ma, con lui, non riuscì a farne a meno. Il ragazzo sorrise e disse “Per me va bene. Però ti devo avvisare che mangio tantissimo…”. Mentre Goku stava andando a recuperarle la borsa, Lyrica iniziò ad andare avanti e indietro, agitata “Cosa mi è saltato in mente? Perché l’ho invitato? Poi, offrirgli una cena a base di panini… che figuraccia!”. Nel suo andirivieni la ragazza inciampò su una radice d’albero. Ella cadde con un tonfo e imprecò, voltandosi a guardarla. Quasi non credete ai suoi occhi: tra le spire della radice c’era una Sfera del Drago! Velocemente, la prese e la mise nella tasca della giacca prima che lui ritornasse.

Mangiarono in silenzio, lei dei piccoli tramezzini e lui un intero stegosauro che aveva catturato una decina di minuti fa. Sotto a quell’occhiata sbigottita, il giovane borbottò “Te l’avevo detto che mangio tantissimo…” per poi mettersi a ridere, seguito dalla ragazza. Dopo cena parlarono ancora un po’ finché Lyrica fece un sospiro “Meglio che vada a dormire… Domani devo fare un lungo volo…”. Lui annuì, pensieroso, poi arrossì e domandò “P- Perché non vieni a vedere il torneo? Ti farei conoscere Muten, Crilin e tutti gli altri!”. La ragazza arrossì a sua volta “Wow... m-mi piacerebbe tantissimo…”. Goku sorrise, soddisfatto “A quel giorno allora…”.

Stava per inoltrarsi nel folto della foresta quando egli tornò indietro e le diede un bacio sulle labbra. Fu dolce, casto, quasi a stampo. Quando i due si separarono il loro viso era in fiamme. Lei lo osservò mentre si allontanava arrampicandosi come una scimmia sugli alberi, e , per la prima volta nella sua vita, Lyrica si lasciò trasportare in fantasie amorose tipiche di una adolescente.

  
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