Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: WibblyVale    26/09/2015    2 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La giornata era cominciata bene, fin troppo, pensava Tsunade. Dopo lo scontro con Orochimaru lei e i suoi compagni si erano fermati qualche giorno a riprendere le forze. Ormai, però, era arrivato il momento di partire. Il sole era alto nel cielo e gli animi allegri, cosa sarebbe potuto andare storto?
Aveva avuto qualche difficoltà ad accettare il suo nuovo ruolo, ma pensandoci bene lo doveva al Villaggio e alla memoria delle persone che aveva amato. Suo fratello, Dan e persino Sarutobi-sensei volevano solo il bene di Konoha e dei suoi abitanti. Lei non era forse adatta come loro al compito che le era stato assegnato, era piena di difetti e vizi, ma avrebbe fatto di tutto per coprire al meglio quella posizione.
Sorrise in direzione di Naruto. Era anche merito del ragazzo se aveva deciso di intraprendere quel cammino. Aveva un carisma tale da…
Un rumore cupo, simile ad un tuono, risuonò tra loro. Un bagliore li accecò. Jiraiya lanciò un urlo per verificare che tutti stessero bene. La Senju allungò una mano verso Shizune, la ragazza la strinse, facendole tirare  un sospiro di sollievo: stava bene.
Quando finalmente Tsunade riuscì a riaprire gli occhi si ritrovò circondata da saette. I fulmini si intrecciavano, racchiudendo al loro interno lei ed i suoi amici. Il giallo, il blu e l’argento formavano quella scatola di elettricità che li conteneva. Sopra alla gabbia stava un ninja con una maschera calata sul volto.
Il futuro Hokage si scambiò uno sguardo con il suo più caro amico. Entrambi sapevano che la bella giornata che li aveva accompagnati fino a quel momento era finita. Era arrivato il momento di combattere.
 
Shiori e Kakashi arrivarono sul terreno di scontro poco più tardi, ma i loro compagni erano già ricoperti di lividi e bruciature. Naruto sedeva in un angolo ansimante, mentre Shizune tentava di curarlo. Jiraiya era altrettanto ferito e Tsunade aveva attivato il Byakugou. Si lanciava contro i fulmini che li accerchiavano senza temere di venire colpita, ma non riusciva a liberarsi.
Il nemico sembrava mantenere il proprio vantaggio. Il terreno sotto i loro piedi si stava riempiendo d’acqua, attraversata da scariche di elettricità. Nel giro di poco tempo sarebbero tutti morti fulminati.
Il Copia-ninja cercava di mantenere la mente fredda, ma in quel momento gli pareva difficile non lanciarsi contro il nemico. Shiori gli posò una mano sulla spalla, riportandolo alla realtà.
“Io entro in battaglia e lo distraggo, tu trova un modo per liberarli da quella gabbia.”
L’uomo annuì liberando l’occhio rosso. Seguì i movimenti della sua compagna.
La Ninja Solitaria entrò nel campo di battaglia e lanciò una sfera infuocata in direzione del nemico. Questi riuscì a schivarla e focalizzò la sua attenzione su di lei.
Fece dei segni con le mani e una saetta cadde dal cielo verso la donna che si scostò, ma venne colpita alla spalla.
Shiori si strinse il braccio bruciato, ma non si arrese. Usando pallottole infuocate per coprirsi si lanciò verso il nemico. Questo schivò i suoi attacchi, ma non poté evitare le sue unghie infuocate quando lei le fu abbastanza vicino.
Nel frattempo Kakashi si avvicinò alla gabbia. Tentò di sciogliere la tecnica apportando su di essa dei sigilli, ma fu tutto inutile. Intanto il livello dell’acqua continuava ad aumentare.
Tsunade e Jiraiya dall’interno tentavano di dargli indicazioni. Anche loro però erano a corto di idee. Qualunque cosa avrebbe fatto rischiava di colpire anche i prigionieri.
Uno squarcio si aprì nella gabbia di lampi e Shiori fu gettata all’interno, rovinando al suolo con un tonfo. Si rialzò a fatica, aiutata dai Ninja Leggendari.
Le attenzioni del nemico si focalizzarono sul Copia-ninja, che fortunatamente era più veloce. L’unico problema era che il suo sguardo veniva catturato più e più volte dai suoi amici in pericolo di vita.
Shiori lanciava palle infuocate dall’interno della gabbia, ma niente scalfiva la sua superficie. Jiraiya e Tsunade intanto la guardavano scioccati dalla sua esistenza. Aveva urlato: “Non ho tempo di spiegare!”, lasciandoli a bocca aperta. Si erano persi molte cose in quegli anni.
“Come possiamo fare?” chiedeva, mentre Kakashi veniva scagliato dalla parte opposta della radura.
Il suo nemico era veloce aveva schivato tutti i suoi attacchi e usava il fulmine generato dai suoi stessi poteri, muovendosi su di esso. Era praticamente impossibile stargli dietro se non quando si preparava ad attaccare.
L’Hatake si rialzò in piedi e con il Drago d’acqua attaccò il nemico, pronto a sua volta a colpirlo con una scarica di fulmini che partiva dalla sua mano. Il ninja di Konoha fu più veloce e il nemico dovette assaggiare un po’ della sua stessa medicina. Infatti, acqua e fulmine avevano reagito insieme, fulminando l’assassino prima che avesse tempo di attaccare lui stesso.
Cadde a terra per qualche secondo, dando il tempo a Kakashi di raggiungere i suoi compagni. L’acqua aveva smesso di salire, segno che era controllata dal loro nemico, ma i fulmini ancora li circondavano.
“Che facciamo?” urlò a Shiori sopra il rumore dei fulmini.
Lei e il resto del gruppo si avvicinarono alle sbarre.
“Abbiamo provato di tutto.” gridò Tsunade.
“Non proprio tutto.” rispose Shiori, guardando il compagno intensamente. “Non abbiamo usato i fulmini.”
Il ninja dai capelli argentati ci pensò per qualche secondo.
“No! È troppo pericoloso.”
“Cosa?” intervenne Jiraiya.
“Un sovraccarico.” spiegò la Nara.
“Rischierei di ferire voi!”
“Non necessariamente.” Lo scrittore gli sorrise. “Fidati di me.”
Il Copia-ninja sapeva che l’uomo non avrebbe messo in pericolo nessuno di loro se non fosse stato certo di farcela. Quindi annuì ed evocò quattro copie, che si misero tutte ai lati della gabbia. Allo stesso tempo Jiraiya attivò il Ninpou Gama Guchi Shibari e i cinque ninja all’interno della gabbia furono circondati dallo stomaco di una rana. I quattro Kakashi a quel punto attivarono il Raikiri e lanciarono una scarica elettrica per tutto il perimetro della gabbia.
I fulmini aumentarono esponenzialmente, finché con uno scoppio la prigione in cui i ninja di Konoha erano incarceranti non si disintegrò, ricadendo in una pioggia di stelle elettriche, che svanirono prima di toccare il terreno.
L’Hatake raggiunse i suoi compagni che stavano uscendo dalla stomaco che li aveva protetti.
“Sensei ce l’ha fatta!” gioì Naruto, per poi fissare con uno sguardo terrorizzato un punto dietro di lui.
Kakashi si voltò esasperato, per vedere che il loro avversario si era rialzato in piedi. L’uso prolungato dello Sharingan ormai si faceva sentire. Shiori gli passò davanti scrocchiandosi le dita.
“Lascia fare a me. Mi ha rinchiuso in quella maledetta gabbia. Non ho intenzione di fargliela passare liscia.”
Senza tanto indugiare corse verso di lui con il braccio infuocato attivo. L’avversario, che ormai non poteva più attivare la sua tecnica mortale, non era più così temibile. Schivò una volta il pugno infuocato della donna, ma la seconda fu colpito in pieno, cadendo a terra senza più speranze di alzarsi.
“Chi ti ha mandato?” lo interrogò Kakashi, dopo essersi inginocchiato al suo fianco e averlo alzato prendendolo per i lembi della maglia.
“I nemici sono molto più vicini di quello che immagini, Copia-ninja.” affermò.
L’Hatake lo lasciò, facendolo ricadere a terra. Si voltò verso i suoi compagni, cercando di stabilire un piano per procedere. In un nanosecondo, però, il ninja misterioso attivò una carta bomba nella sua tasca e si uccise.
“Ma… ma…” balbettò Naruto.
“Certi ninja preferiscono la morte al fallimento.” spiegò Kakashi, posandogli una mano sulla spalla.
Perse però presto l’equilibrio. L’ultima cosa che vide fu Shiori corrergli incontro e sperò proprio che riuscisse a prenderlo prima che toccasse terra. Poi fu tutto nero.
 
Shiori aveva spiegato la situazione ai compagni, mentre Tsunade e Shizune curavano le ferite di tutti. Kakashi dormiva della grossa e riprendeva le forze perse con l’uso dello Sharingan.
Ci fu un attimo di sorpresa da parte dei Ninja Leggendari, soprattutto di Jiraiya, che erano anni che stava sulle tracce di Orochimaru, riguardo a questa missione segreta indetta dal precedente Hokage.
“Se non altro sono contenta che tu sia viva!” esclamò Tsunade ad un tratto.
“Cosa vuole che faccia di questa missione?” chiese più per educazione, perché sapeva dentro di sé che l’avrebbe portata a termine in ogni caso.
“Se pensi che ne valga la pena, chi sono io per mandare a monte tre anni e mezzo di lavoro?”
Lei sorrise.
“Allora concordato ciò, avrei qualcosa da chiederle.” Si tolse la maglietta a maniche lunghe, facendo sbarrare gli occhi ai due uomini ancora svegli. Alzò le spalle in risposta, non aveva tempo per il pudore, poi Jiraiya sarebbe potuto essere di aiuto. Nessuno conosceva Orochimaru meglio di lui.
“Questo me l’ha lasciato Orochimaru. Inibisce i miei poteri. L’ho fatto vedere ad un medico, ma forse lei ha qualche risposta in più.”
Tsunade si avvicinò sfiorando delicatamente il marchio con le dita. Poi, cominciò a studiarlo con il chakra.
“Inibisce i tuoi poteri, dici?”
“Si, non posso più usarli.”
“Orochimaru ti ha detto niente?” chiese Jiraiya avvicinandosi a sua volta.
“Solo che serve per farmi capire l’importanza di ciò che ho perso. Credo che…”
“Prima o poi perderà la sua efficacia.” concluse l’Eremita per lei, mostrando che a modo suo riusciva a capire i piani dell’ex-amico.
“Sembra che mandi un leggero flusso di chakra nel tuo sistema circolatorio, impedendoti con quel rumore di sentire l’esterno.” spiegò Tsunade. “L’unico modo per disattivarlo è… non usare le tue capacità.”
“Ma quelle per me sono sempre attive, a meno che non chiudo le porte. E se non ho niente da sentire non so nemmeno come impedirgli di entrare.”
“Dovresti rimanere senza chakra.” suggerì la Senju.
“E poi sarebbe in grado di togliermelo?”
“Io? No. Orochimaru sa farli bene i suoi dannati sigilli. Tu saresti in grado?” chiese infine all’amico.
Questo sbuffò. “No.” ammise dispiaciuto. “Non sono riuscito a fare niente per Sasuke e questo pare persino più elaborato.”
“Accidenti.” Tsunade si portò un dito alle labbra e cominciò a mordicchiarsi l’unghia.
“Lui ha detto che me lo toglierà, ma speravo di potermene liberare prima. Ne ho bisogno.” fece delusa.
“Mi dispiace.” risposero in coro i due Ninja leggendari.
Shiori cercò di riprendersi, non voleva farli sentire in colpa, e sorrise.
“Non c’è problema. Ora andate pure a riposarvi, ne avete bisogno. Resterò io a vegliare il bell’addormentato.”
Quando i quattro ninja uscirono sospirò e si sdraiò accanto a Kakashi nel letto. Anche lei aveva bisogno di qualche ora di sonno.
 
Era notte fonda quando il Copia-ninja si svegliò. La stanza era illuminata da una luce soffusa ed era vuota. Shiori nel sentire il frusciare delle coperte accanto a lei, scattò a sedere.
“Stai bene?”
“Si, dovevo solo dormire un pochino.” Le sorrise sedendole accanto. “Gli altri?”
“Stanno dormendo nelle loro stanze.”
L’uomo sospirò sollevato.
“Hai fatto vedere il marchio a Tsunade?”
“Si, ma non può fare nulla.”
“Mi dispiace.” Le accarezzò il volto.
“Non fa niente.” Sorrise anche a lui. “Cercherò di sopravvivere. Tu, invece, dovresti cercare di risolvere questo problema dello Sharingan, perché mi fai morire di paura ogni volta!” lo sgridò.
“Mi dispiace, ma non so controllarlo. Per quanto riguarda la tua missione?” chiese, cambiando argomento.
“Mi ha detto di continuare, ma…” si bloccò, ora cosa le prendeva? Era lei quella che diceva di non alimentare false speranze.
“È sempre bello combattere al tuo fianco.” disse Kakashi, togliendola dall’impiccio.
“Lo stesso vale per me.”
“Shiori?”
“Si?”
“Non mi importa del passato, o del futuro. Uno porta solo a pensieri cupi e l’altro potrebbe non realizzarsi mai. Noi siamo qui e ora. Io ti amo ancora e non m’importa se presto ci dovremo separare e non ci vedremo per un po’.” aveva dichiarato tutto d’un fiato. Era stanco di non osare per paura di soffrire. Era ora di avere maggior coraggio dei propri sentimenti.
“Kakashi, lo sai che è più complicato di così…”
“Non lo è. Lo è solo perché ti sei dimenticata chi sei veramente, perché continui a nasconderti dietro a Kasumi.” Con una mano le sfiorò i capelli. “Togliti la parrucca.” ordinò.
“No. È troppo rischioso e… non mi piaccio con i capelli corti.”
“Fallo, ti prego.”
Non riuscì a dirgli di no, forse perché anche lei stessa voleva risentirsi la ragazza che era una volta. Prese i lembi della parrucca tirandola via lentamente. Si passò una mano tra i capelli lunghi non più di qualche centimetro, quasi in imbarazzo. Si era vista allo specchio molte volte così, ma non vi si riconosceva ormai più.
“Non sei così male, sai?”
“Non dire balle.”
“No, è la verità.” Le arruffò i capelli sorridendo. “Ho sempre amato il loro colore.” La sua mano scese ad accarezzarle il volto.
“Siamo due incoscienti.” Affermò lei chiudendo gli occhi e gustandosi il calore di quel contatto.
“Forse.”
“Ho avuto davvero paura di non uscire da quella gabbia stavolta, paura di non poterti…”
“Shhh.”
Kakashi le si avvicinò, sfiorando dolcemente il naso contro il suo. Le loro bocche si accarezzarono lievemente, per poi premere l’una conto l’altra con maggior sicurezza. Erano incapaci di separarsi, tanto era il desiderio di stare insieme, sentirsi di nuovo in pace, completi.
Il mondo là fuori presto li avrebbe separati, ma poteva aspettare. Erano ninja qualunque cosa poteva accadere loro durante la più semplice delle missioni e, di solito, le loro missioni non erano affatto semplici.
Mentre si baciavano, riprendendo confidenza l’uno con l’altra, capirono che quella notte non ci sarebbero state missioni, doveri, identità false, corazze costruite solo per proteggersi dal mondo. C’erano solo Kakashi e Shiori insieme, non importava che fosse l’ultima volta o se avrebbero potuto riabbracciarsi ancora. Quello che contava era solo il presente e l’amore che li univa.
 
La mattina successiva li colse abbracciati. Kakashi accarezzò un braccio della compagna. Era così fragile. Le era mancato non poter sentire le sue emozioni lo sapeva, ma aveva fatto di tutto per farla sentire al sicuro.
Shiori gli baciò l’incavo del collo e gli sorrise. Non sapeva come in tutti quegli anni fosse riuscita a fare a meno di lui, del suo abbraccio, del suo conforto. Quella notte le erano tornate le speranze. In fondo mancava poco alla fine della sua missione. Presto avrebbe potuto riprendere Amaya, portarla a Konoha, forse lei e Kakashi avrebbero potuto crescerla insieme.
“Stai bene?” le chiese l’Hatake riscuotendola da quegli assurdi sogni.
Lei annuì.
“So che non avere i tuoi poteri…”
“Non importa. Non mi servono i miei poteri per sentire quando sei felice e… se sei felice io non posso che esserlo a mia volta.”
Lui le baciò la fronte. Pensando che forse avevano ancora una piccola speranza, che forse nel giro di qualche mese… Poi si ricordò dell’interrogatorio, di quello sguardo gelido, pronto a tutto.
“Che c’è?” chiese lei.
“Niente.” Cercò di evitare il suo sguardo.
“Dimmi la verità.” ordinò con quel tono che usava quando pretendeva una risposta sincera e subito.
“L’interrogatorio.” Non ci fu bisogno di aggiungere altro perché lei capisse.
“Ho dovuto adattarmi ai metodi della Kumori. Non mi piacevano, ma… Te l’avevo detto che questi anni mi avevano cambiata, se hai un problema con questo…”
“No, no. È solo che mi hai fatto paura.”
“Scusa. Non mi piace farlo, ma a volte è necessario.”
“Presto le cose andranno meglio.”
Lei si morse un labbro e gli sorrise.
“Si, forse le cose stanno andando per il verso giusto.” Gli diede un bacio, sedendosi sopra di lui, mentre lui le posava le mani sui fianchi.
Qualcuno bussò alla porta.
“Visto? Sembra già di essere a casa!” scherzò lui. “Gente inopportuna che ci disturba.”
“Arriviamo!” esclamò lei ridendo.
 
I sei shinobi si ritrovarono nella sala comune del piccolo alberghetto per salutarsi. La stanza era piccola e vuota, la luce del sole filtrava da una grande portafinestra che dava su un magnifico giardino.
“Kakashi al tuo ritorno voglio sapere tutto su questa missione.” Ordinò Tsunade.
“Sissignora.”
“Soprattutto dovremo anche cercare di scoprire qualcosa di più sui mandanti. Se hanno intenzione di attentare ancora alla tua vita, dobbiamo fermarli.” Affermò Jiraiya preoccupato.
Ora si chiedeva se era stata la scelta giusta quella di chiedere all’amica di fare l’Hokage. In quel modo aveva sperato di proteggerla, ma sembrava più in pericolo di prima.
“Sei preoccupato per me?” domandò divertita la bionda.
“Ma figurati! Vorrei solo evitare di dover prendere il tuo posto!” esclamò imbarazzato l’uomo.
“Kasumi, tu tornerai con il sensei?” chiese ad un tratto Naruto.
Shiori scambiò un’occhiata con il Copia-ninja.
“Non ancora, ma spero presto.” Gli sorrise.
“Davvero?”
Lei annuì e il ragazzo lanciò un urlo di giubilo.
“Ora però non esagerare. Devo prima terminare la missione che il Terzo mi ha affidato.”
“Spero di riaverti presto al Villaggio.” Tsunade le posò una mano sulla spalla. “Proverò a fare delle ricerche su quel marchio. Forse riuscirò a trovare il modo di levartelo prima del tempo.”
“Grazie, Hokage-sama.”
Il gruppo si separò serenamente e pieno di speranza per il futuro. Kakashi era rimasto. La Senju gli aveva dato il permesso di restare a patto che rientrasse il prima possibile.
“Sai non era necessario che mi riaccompagnassi a casa.”
“Invece si.” L’abbracciò e lei posò la testa sulla sua spalla. “Posso chiederti una cosa?”
“Certo.”
“L’Hokage, il Terzo Hokage intendo, ti ha chiesto perdono.”
“Si, credo che si sentisse in colpa per avermi dato questa missione.” Cercò di sviare lei, staccandosi dall’abbraccio e guardando un punto imprecisato nel pavimento.
“Immaginavo. Ma non era questo che volevo chiederti.” Sentiva che lei non voleva parlarne, ma doveva almeno provare a chiedere. “Tu hai detto che non era a te che doveva chiedere perdono e che avresti riferito il messaggio. Di cosa stavate parlando?”
La donna strinse le braccia al petto e cercò di formulare una scusa plausibile in fretta.
“Io… intendevo mio fratello e la mia famiglia.”
“Se non vuoi dirmelo, almeno non mentirmi.” fece l’Hatake risentito.
“Kakashi… è… è molto complicato. Se fosse per me ti spiegherei ogni cosa, risponderei a qualunque tua domanda, ma… ci sono segreti, ci sono risposte che non mi appartengono. Non posso distruggere la fiducia di chi me li ha affidati.”
Le spalle dell’uomo tornarono a rilassarsi e lui le si riavvicinò sorridendole.
“Non sei poi così diversa dalla ragazza di cui mi sono innamorato.” Le accarezzò dolcemente i capelli. “Pensi sempre a sobbarcarti i problemi degli altri come se fossero tuoi.”
“Se invece fossi davvero cambiata, se fossi davvero diventata più simile alla donna che hai visto a casa di lord Fujita?”
“Non è così. Non sarà mai così.”
“Come fai ad esserne così certo?”
“Perché è così e basta.” Rispose sicuro di sé, posandole un leggero bacio sulle labbra.
“Sei sempre così presuntuoso. Credi di sapere tutto.” Scherzò lei, cercando di smorzare un po’ quell’argomento così serio.
“E tu sempre così testarda.”
Lei gli diede un leggero pugno sulla spalla e lui fece una smorfia.
“Forse hai ragione certe cose non cambiano mai.” Acconsentì alla fine.
Presto ripartirono anche loro in direzione del rifugio nel deserto. Kakashi correva qualche passo dietro Shiori. Non mentiva quando diceva che nel profondo non era cambiata, però c’era qualcosa in lei… Non era più completamente la stessa. Se prima cercava di sobbarcarsi il peso del mondo ora sembrava portarlo sul serio.
Una volta l’avrebbe condiviso con lui, ma ora si sentiva tagliato fuori. Per quante cose gli diceva, sentiva che tante altre gliene nascondeva. Il problema era che non capiva più se lo faceva per proteggere lui o sé stessa.
L’amava ancora e sapeva che avrebbe fatto di tutto per proteggere il loro mondo, ma non era più sicuro di fidarsi completamente. Anche per questo sperava che sarebbe tornata a Konoha al più presto. Lì, era certo, le cose sarebbero tornate come erano una volta.
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice.
Salve a tutti!
Dopo l’assenza di una settimana (scusate!) sono tornata. Questo capitolo è nuovo di zecca: quello che avevo scritto prima non mi piaceva per niente. Spero che questo sia venuto meglio.
Vi ringrazio per la vostra pazienza e per continuare a seguire la storia.
Baci!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: WibblyVale