Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: S i a    26/09/2015    2 recensioni
Ciel Phantomhive, giovane ragazzo di vent'anni, riceve una lettera dalla prestigiosa università di Oxford. Emozionato, preso dalla situazione, racconta tutto ai genitori e al suo migliore amico, pronto a prendere parte alle lezioni.
Purtroppo, il viaggio nel train express gli cambierà radicalmente la vita.
"Il cuore di un diavolo, l'inferno. "
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Rachel Phantomhive, Sebastian Michaelis, Un po' tutti, Vincent Phantomhive
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Uscire da quella /cella/ fu un trauma per Ciel; il posto in cui era stato portato appariva come un luogo avvolto dalle fiamme, pieno di stradine sterrate, tutte rigorosamente di un colore simile al rosso sangue. 
Il caldo era /infernale/ là dentro, quasi non si respirava. Il ventenne dagli occhi oltremare seguiva senza fare storie Sebastian, che sembrava a suo agio con tutto quel calore che li avvolgeva. Le fiamme si lasciavano dominare da quel ragazzo, quasi la temessero, quasi fosse il loro padrone. 
Il volto del più piccolo era imperlato da piccole gocce di sudore, avrebbe voluto tornare nel posto in cui era imprigionato, troppa era la temperatura. 
Ma la parte peggiore arrivò nel momento in cui oltrepassarono il muro rossastro fatto di fiamme: il suo sguardo vagò per l'intera stanza in cui erano finiti, mentre lacrime di paura gli ricavano le guance. 
Vi erano almeno un centinaio di persone in fila, tutte verso la stessa sorte: /morire/ in modo atroce, mentre i loro arti principali per muoversi venivano tagliati, spezzati, e buttati in un lago di sangue. 
Sebastian, invece, guardava il tutto con una certa soddisfazione, quasi provasse piacere nel vedere quelle persone urlare dal dolore. 
Si girò appena per vedere la reazione dell'altro e, proprio come immaginava, era in preda al terrore, alla paura di subire le stesse torture. 
 
— Dove sono finito?—
Domandò. 
— Benvenuto all'inferno Ciel Phantomhive.—
 
Lui all'inferno? Come poteva essere? Perché poi? 
 
Tutte domande a cui Sebastian aveva risposto con un semplice "fra poco lo saprai"; eppure erano in viaggio verso chissà quale meta da circa mezz'ora, mezz'ora in cui il giovane Phantomhive non aveva smesso di versare lacrime su lacrime, balbettando mentre parlava. Il corvino era stanco di quelle continue domande, avrebbe voluto sbattere Ciel da qualche parte e /divorarselo/ in un sol boccone. Pensava che fosse un ragazzo che sapeva il fatto suo, ma di fronte a quello spettacolo reagiva come tutti gli altri. Aveva paura, di morire. 
 
Arrivarono di fronte un cancello nero, dove si intravedeva una villa enorme, forse perfino più grande della sua, ma più macabra e avvolta da un cielo scuro e minaccioso. In confronto a tutto quel rosso, sembrava una casa fuori tema. 
 
— C'è una persona che vuole vederti. Seguimi. — Senza attendere oltre, poggiò la mano sinistra, su cui c'era uno strano simbolo, sopra la colonna del cancello, al che subito dopo si aprì emettendo un piccolo cigolio. 
 
Ciel lo seguì senza fare storie in quel "giardino" privo di piante, in un vialetto di mattonelle. 
 
Al loro arrivo la porta di casa si aprì, rivelando un uomo simile a Sebastian, se non fosse stato per gli occhiali e i capelli più corti. 
 
Oltre a due occhi dorati, e luccicanti. 
 
— Claude. —
— Sebastian. — I due si guardarono in modo truce, con odio. Poi, il corvino dallo sguardo di fuoco, si dedicò al /prigioniero/ prendendolo per un polso e trascinandolo all'interno.
 
L'abitazione era piena di tappeti blu notte, alcuni di un celeste quasi bianco. Non vi era nessuna traccia di un colore simile al rosso, o all'arancione. La maggior parte delle cose erano scure, altre di un celeste paradisiaco. 
 
Sebastian si fermò solo alla fine del corridoio, davanti una porta che poi aprì lentamente. 
 
Ciel si ritrovò al cospetto di un uomo dall'enorme bellezza, quasi più del ragazzo al suo fianco. 
Anche esso aveva capelli corvini, due occhi ardenti, e lineamenti quasi angelici. Una divinità scesa negli inferi, si poteva definire. 
 
— Finalmente sei qui, Ciel. —
 
 
— Io sono Lucifero, e come sai, tu sei all'inferno. — Istintivamente il più giovane portò una mano al petto, nel vano tentativo di fermare quei battiti troppo veloci. Gli risuonavano nella testa, li sentiva in gola, mentre la paura tornava a far spazio nel suo cuore. 
— Sei qui per un motivo. Solo uno. Vendetta. —
 
Non capì affatto cosa volesse dire; tuttavia pochi minuti dopo il Re di quel mondo ordinò al suo servitore più fedele, ovvero Sebastian, di accompagnarlo nelle sue "nuove" stanze. 
 
— Non preoccuparti, qui sarai trattato molto meglio. —
 
— Come se fossi spaventato a morte per quello! — Il demone a quel punto proprio non riuscì a trattenersi; prese i polsi dell'altro, facendo aderire la schiena contro la parete in modo irruento e perfido. 
 
— Ricorda chi hai di fronte.  C'è un motivo se a questo luogo gli affibbiato il nome di inferno, e se non taci anche tu avrai l'onore di far divertire tutti i demoni presenti, compreso me. — Una mano andò a finire sul fondoschiena della vittima, così da poterlo attirare più a se. 
 
— E la lussuria è un peccato a cui noi non possiamo resistere. —
 
[ Angolino~ ]
 
Le me è tornata (?) 
okay non ho idea di quante parole siano, in genere mi prefisso l'obbiettivo di scrivere mille parole, ma credo proprio che stavolta siano di meno. 
Beh spero che il capitolo vi piaccia
heheh Lucifero è presente :^)) 
   
 
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