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Autore: Naomi Haruna Chan    26/09/2015    2 recensioni
Il padre di Kagome l'ha promessa in sposa a una persona e lei arrabbia uscì dallo studio del padre senza sapere di chi si tratta e pensa subito che sia uno che non conosce. La madre le dice che se si trovasse un fidanzato, allora il matrimonio combinato potrebbe essere annullato. Allora Kagome si dovrà dare da fare!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Idea assurda



–Cosa?!– chiese allarmata una ragazza dai capelli corvini al padre – Non è giusto!– esclamò a dir poco arrabbiata.
–Basta!– tuonò lui, rosso dalla rabbia per la male ducazione della figlia –Ho preso questa decisione e tu non puoi disobedirmi!–
–Con te non si può parlare.– disse lei a dir poco indignata e uscì dallo studio del padre sbattendo la porta alle sue spalle.
Il padre vedendo la reazione della figlia si limitò a scuotere la testa terribilmente deluso, poi prese in mano dei fogli: erano i documenti che avrebbe dovuto esaminare.
La ragazza, intanto, corse in camera sua il più velocemente possibile, non sapeva per quanto sarebbe riuscita a trattenere le lacrime e non appena arrivò nella sua enorme stanza si buttò di peso sul suo soffice letto con le braccia sul viso e dai suoi occhi color nocciola fuoriuscirono una, due, tre e sempre più lacrime, a non finire.
Stava piangendo da ormai mezz'ora e la madre preoccupata della situazione busso alla porta ed entrò, anche se non aveva ricevuto risposta.
–Su, Kagome, non piangere più o sciuperai quei tuoi bellissimi occhietti.– cercò di consolarla la madre.
–Mamma, non sono più una bambina, fra pocho tempo compirò sedicianni.– disse lei asiugandosi le lacrime.
–Lo so, ma funziona sempre, come quando eri una bambina. Ricordi quando quella volta che hai provato ad andare in bici, ma se caduta a terra sbucciandoti le ginocchia?–
–Sì, e come dimenticarlo. Karen ha dovuto trasportarmi fino a casa, mentre io non smettevo più di piangere.– sorrise ripensando a quel giorno.
–Già, hai fatto preoccupare a morte tua sorella.– e fece un gran sorriso anche lei.
–Senti, mamma, perchè papà ha preso una decisione del genere. Non ne aveva il diritto.– disse lei tornando triste.
–Ascolta, Kagome, questa è una decisione che tuo padre e il signor no Taisho avevano preso da tempo e non credo che cabieranno idea e poi non credo che si poi una tanto brutta idea.– le sue parole le uscirono dalla bocca meccanicamente, inrealtà sapeva benissimo che la figlia aveva perfettamente ragione e, infatti, aveva cercato di disuadere il marito da questa assurda idea, ma proprio non voleva cambiare idea.
–Cosa?! Mamma, ma sei daccordo con papà? Non è giusto! Perché non posso decidere liberamente come le altre ragazze! Perché sono stata promessa sposa a una persona che nemmeno conosco!–
–Sì hai ragione, ma devi capire le ragioni di papà.–
–Sì, come no. A lui importa solo il lavoro, sempre e solo il lavoro. E anche quest'idea del matrimonio combinato fa parte del.suo assurdo progetto!–
–Allora facciamo così, se entro il tuo sedicesimo compleanno ti troverai un fidanzato allora romperemo questo matrimonio combinato, sei daccordo?– le disse ciò pensando che se la figlia trovasse il vero amore non avrebbe più dovuto accettare l'assurda idea del marito. Sì, lui sarà anche un uomo terribile, ma non era senza cuore e non avrebbe imposto alla figlia di amare una persona quando amava già un altro, ma purtroppo non abbastanza perché non la faccia amare una persona quando nel suo cuore non c'é ancora nessuno.
–Sì, va bene.– rispose lei dopo aver ripensando un po'.

–Cosa?! Fammi capire, quindi se non ti trovi un ragazzo entro dicembre ti toccherà sposare uno che nemmeno conosci?– a parlare fu la migliore amica di Kagome.
–Già.–
–Che hai intenzione di fare ora?– chiese l'amica.
–Ma che domanda è, mi sembra ovvio, no? Dovrò trovarmi un ragazzo.–
–E se to presentassi io qualcuno?–
–Non se ne parla neanche!– disse ripensando a due mesi fa –Non ricordi cosa è successo con Hojo?–
–Sì, hai ragione. E poi perché mai ti avevo presentata ad Akitoki non me lo ricordo nemmeno.–
–Va bene, basta pensarci, io torno a casa ci vediamo domani a scuola?–
–Sì, ma solo perché ho da fare.– così le due ragazze si salutarono e si diressero verso casa propria.
Kagome, mentre camminva, stava rifflettendo a tutto quel che era successo per via di questa assurda decisione del padre, lei non aveva mai litigato con il padre, aveva sempre assecondato il suo volere, ma questa volta aveva esagerato: non poteva decidere chi avrebbe amato.
–Ehi, ragazzina. Che fai?– le domandò un ragazzo dai lunghi capelli d'argento, lei non aveva mai capito perché non se li tagliasse e glilo aveva chiesto svariate volte, ma lui la liquidava sempre con un "Tsk".
–Ma quante volte ti dovrò dire di non chiamarmi "ragazzina"!– gli urlò contro –Dopo tutti questi mesi che siamo compagni di classe e ancora lo dimentichi?–
–No, non l'ho affato dimenticato. Tu ti chiami Kagome Higurashi.–
–E allora perché non mi chiami semplicemente Kagome, accidenti!– disse lei alquanto irritata.
–Beh, è più divertente chiamarti "ragazzina".– le rispose sorridendo –Non ti va bene?–
–Esatto, mi da fastido! Vuoi capirlo?!– gli urlò esasperata, doveva ripeterglielo quasi ogni volta che si incontravano e lui sembrava godere nel vederla esasperata.
–Beh, vorra dire che smetterò di chiamarti così.– disse sorridendo nuovamente.
–Eh?! Davvero?– chiese lei alquanto scettica.
–Sì, perché?–
–Ti avrò chiesto almeno un millione di volte di chiamarmi per nome e non mi hai mai dato retta.–
–Beh, sì. Hai ragione, ma poi riflettendoci sopra mi sono accorto che così non adava sembravamo dei bambini.– spiegò e Kagome era ancora più scetttica, Inuyasha che ammetteva di aver, per un certo senso, sbagliato. Stava già pensando che per la storia del matrimonio combinato la sua mente le stesse giocando brutti scherzi, così si diede un pozzicotto sulla mano sinistra: no, non era un sogno.
–Beh, presumo che debba dire grazie.–
–E per cosa scusa? Siamo amici ora, no?– disse con un altro sorriso ancora. "Ah, ecco dov'è che voleva andare a parare! Avrà scoperto che i miei sono ricchi." pensò. A scuola oltre a Sango nessuno sapeva che lei era la figlia minore di una delle famigli più ricche di tutta Giappone, per non avere amici che puntano solo al fatto che lei è ricca. "Ma forse questa non è poi una tragedia." pensò ancora, aveva in mente un'idea.
–Sì, siamo amici.– disse alla fine pensando al suo piano.





Angolo dell'Autrice:
Ciao! Cosa ne pensate? Mi è venuta in mente così dal nulla e l'ho scritta. Pensate che sia un'idea assurda? Sinceramente io un po' sì e voi?
P.S. Il titolo è provisorio, non sapevo quale mettere.

   
 
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