Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Elenie87    28/09/2015    9 recensioni
A seguito della scomparsa della Sfera dei Quattro Spiriti, Kagome non è più riuscita a riattraversare il pozzo. Inuyasha e la ragazza vivranno le loro vite separate e moriranno nelle rispettive epoche. E se il destino avesse ancora un'ultima carta da giocare? Se il loro amore fosse soppravvisuto al tempo? Le loro anime si reincarneranno nel futuro, e con loro ci saranno anche Sango e Miroku. Riusciranno Inuyasha e Kagome ad incontrarsi? Riusciranno a ricordarsi del loro passato? Tutto dipenderà da un unico elemento: l'amore. Ed un pizzico di mistero.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Ehm... eccomi... posso uscire allo scoperto senza venire fucilata vero? Ok. Dopo varie minacce di morte per aver terminato il capitolo precedente con la suspance.. ecco il seguito^^'
Ragazze grazie davvero per i vostri meravigliosi commenti :) Sono davvero contenta che vi piaccia....
Spero in questo capitolo di rendere bene l'idea di cosa succeda dentro uno dei nostri protagonisti. Nel caso faccia schifo datemi consigli e vedrò di sistemarlo....
Aspetto le vostre recensioni incrociando 10 dita nella speranza sia venuto in grazia di Dio.
Un bacione a tutte! Manu




 CAPITOLO 13 - COSA PROVI?
 


-Io.... credo che per fare onore a mio padre accetterò l'incarico-
Dopo aver pronunciato quelle parole, Inuyasha osservò la reazione di Sango e Miroku. Aprirono la bocca, con occhi sgranati, come se volessero dire qualcosa ma senza che uscisse alcun suono, nonostante era palese nel loro sguardo il dispiacere, la sorpresa ed una palpabile punta di rimprovero.
Spostò poi gli occhi su Kagome. La vide pallida come un lenzuolo, le labbra strette in una morsa. La osservò chiudere gli occhi mentre, qualcosa di simile ad un cenno di dolore passò sul suo volto.
Vedendo quell'espressione sofferente una fastidiosa sensazione lo attanagliò, non capendone la causa.
Che aveva fatto ora di sbagliato?
Poi lei si alzò sbattendo le mani sul tavolo e facendo strisciare la sedia sul pavimento.
-Sei uno stupido, Inuyasha- mormorò, per poi andarsene in camera sua sbattendo la porta.
-Ma cosa cavolo le ha preso?- chiese guardando i due ragazzi rimasti a tavola.
-Beh, che ti aspettavi. Hai sganciato una bomba. Come volevi che reagisse?- lo ammonì con voce pacata Miroku.
Inuyasha abbassò gli occhi. Ma insomma, perchè doveva sentirsi in colpa nei suoi confronti? Lei.. cos'era per lui? Un'amica?
Strinse i pugni.
"Dannazione...", perchè la parola "amica" era così fuori posto?
Infondo non avevano mai avuto un vero appuntamento, non si erano mai baciati, non avevano fatto nulla di ciò che fanno due persone che si frequentano, eppure... sentiva qualcosa. Quando stava con lei, lui era diverso. Quando l'aveva stretta a sè, quando si erano scambiati quei piccoli baci innocenti il suo cuore era impazzito. Quando era assieme a lei si sentiva ardere da emozioni contrastanti ed era... bello, piacevole. Aveva la sensazione di uscire da un guscio ad assaporare per la prima volta la libertà.
"Quindi lei... mi piace, infondo..."
Sbuffò, arrossendo. Dunque era questo il fastidio che avvertiva, era quella ragazzina il problema.
Si alzò dalla sedia e si diresse verso la camera di Kagome.
-Inuyasha, ma dove vai?- chiese Sango.
-A parlarle-
Si fermò di fronte alla porta. Prese un respiro profondo. Ma che poteva dirle? Che sarebbe tornato dopo un anno? E poi, a lei sarebbe importato?
Bussò, e senza attendere risposta aprì piano la porta.
La vide seduta sul letto, appoggiata al muro con le gambe raccolte al petto.
Sentendo la porta aprirsi, Kagome alzò lo sguardo.
-Che vuoi?- la sentì borbottare.
-Accidenti, la rucola ha fatto effetto?- rispose con un ghigno.
Gli occhi di lei subito si accesero minacciosi.
-Se sei venuto per rompere le palle, perchè non torni da dove sei arrivato?-
Inuyasha scrollò le spalle e si sedette vicino a lei.
-Prima devo compiere la mia missione: scoprire che cavolo ti ha preso. Allora? Perchè sei fuggita a gambe levate?-
Kagome arrossì e distolse lo sguardo.
-Non sono affari tuoi- replicò secca.
-Cocciuta- bisbigliò lui di fronte la sua testardaggine.
Inuyasha le prese il mento con una mano e la obbligò a voltare il viso per far si che lo guardasse negli occhi.
Trattenne il fiato, nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono.
"Dio...", pensò. Quegli occhi l'avrebbero fatto diventare pazzo. Erano la cosa più bella e dolce che avesse mai visto, ed ora erano così pieni di pena.
-Tornerò, Kagome- mormorò, come a voler placare il dolore che leggeva in quelle iridi nocciola. Sempre che ne fosse lui la causa.
La vide sussultare, mentre gli occhi le si inumidirono.
Si scostò dalla sua presa e rivoltò il viso, lasciando cadere delle ciocche dei suoi capelli neri in avanti, in modo che non potesse più vederle il volto.
-Non te l'ho chiesto-
La rabbia per quella risposta lo colpì in pieno stomaco. Si alzò dirigendosi verso la porta.
-Sai che ti dico? Hai ragione, non sono affari tuoi ciò che faccio della mia vita. Non so perchè sia venuto qui, chissà cosa diavolo mi è venuto in mente. Buona notte, Kagome-
"Dannata mocciosa! Ed io che avevo pensato..... che vada al diavolo, non devo certo giustificarmi con lei! Partirò e la dimenticherò in meno di uno schiocco di dita!"
Uscì dalla camera sbattendo la porta e torno in soggiorno dove Sango e Miroku aspettavano.
-Inuyasha, tutto bene? E Kagome?- chiese Sango.
Lui fece un sorriso forzato.
-Oh, non preoccupatevi, sta benissimo. Se credevate che fosse in pena per me vi sbagliavate di grosso. Probabilmente ha solo digerito male e l'acidità le ha dato alla testa. Io me ne vado. Ci vediamo- sentenziò afferrando la giacca.
-Ma, aspetta Inuyasha..!- provò a fermarlo Miroku, ma lui aveva già chiuso la porta d'ingresso ed era già sparito dalla loro vista.
 
Se ne era andato. Aveva sentito la porta di ingresso sbattere.
"Bene. Così non ce l'avrò più fra i piedi...visto che vuole andarsene a New York"
Appoggiò la testa al muro, mentre una lacrima solitaria le scese sul viso fermandosi sulle sue labbra.
Ed ora perchè piangeva? Insomma, era ridicola. Chi era Inuyasha per lei, tanto da farla piangere? Nessuno.
Solo.. qualcuno che era entrato nella sua vita per caso. Già, era iniziato tutto con uno stupido scontro al Luna Park. E se non si fossero incontrati li, a quanto pare, ci avrebbero pensato Sango e Miroku a farli conoscere.
Era destino? Destino che dovesse conoscerlo?
Si sentiva tremendamente confusa. Il suo cuore, all'idea di non vederlo più, si stringeva in una morsa sempre più forte.
-Che mi prende...- bisbigliò, mentre un'altra lacrima le rigava il volto.
-Kagome?- la voce di Sango la fece sobbalzare.
-Ciao- bisbigliò.
L'amica entrò e si sedette fianco a lei.
-Tesoro.... mi spiace tanto per quanto è successo. Forse Inuyasha ora sta agendo d'impulso, spinto dal ricordo di suo padre-
Kagome fece un sorriso tirato.
-Dovrebbe importarmi? Può fare quello che gli pare, non deve certo rendere conto a me-
Sango la guardò torva.
-Smettila di mentire. Sono la tua migliore amica. So benissimo che stai male perchè sei innamorata di Inuyasha-
Kagome sobbalzò avvampando.
-Sango ma che cavolo dici? Io non sono innamorata di lui. Come potrei? Lui è...è..- non riuscì a continuare la frase, non le venivano in mente aggettivi sufficienti per trovare una scusante.
L'amica fece un gesto di sufficienza con la mano.
-Ognuno è quel che è, tutti abbiamo difetti e pregi. Credi forse che tra me e Miroku sia sempre rose e fiori? Affatto. Ma io ti ho osservata, sai? Da quando l'hai conosciuto sei cambiata. Prima con i ragazzi eri chiusa in un guscio. Non ti lasciavi scalfire nè da complimenti, nè da gesti plateali. Invece con Inuyasha.... sei diversa. Sei te stessa-
La frase di Sango la turbò profondamente. Che fosse davvero così?
-Perchè Sango... perchè se vi conoscevate da anni, avete deciso di presentarmelo solo di recente?-
Vide l'amica irrigidirsi.
-Ah.. non saprei. E' stata una decisione... del momento. Non ci avevamo mai pensato prima e poi un giorno, parlandone io e Miroku... ci è sembrata una buona idea... pensavamo che.. potevate piacervi a vicenda-
Kagome osservò l'amica. Non è che avesse molto senso quanto le stesse dicendo e Sango sembrava all'improvviso agitata per quella sua domanda.
Sospirò, preferendo lasciare cadere il discorso.
-Capisco. Ora, se non ti spiace, vorrei riposare. Mi sento stanca-
Sango annuì.
-Certo- l'amica le prese la mano stringendola amorevolmente -Pensaci su, Kagome. So che può fare male ma... prova per una volta a lasciarti andare, cerca di capire cosa provi per Inuyasha-
Kagome sorrise, mentre Sango lasciò la stanza.
Si buttò sul cuscino e chiuse gli occhi, mentre di nuovo il senso di oppressione al petto si fece sentire più forte che mai.
"Cosa provo per lui?"
 
Erano passati due giorni dalla sera in cui aveva discusso con Kagome. Due giorni in cui i pensieri non erano stati altro che dei tormenti.
Si infilò la tuta, le scarpe da tennis e si diresse verso il parco per fare una corsa. Aveva bisogno di pensare.
Non aveva ancora chiamato la "ACC" per una risposta. Ci aveva provato due volte, aveva iniziato a comporre il numero del Signor Rider e per due volte aveva annullato la chiamata.
Aveva costantemente lei in testa. Kagome. L'idea di non vederla per un intero anno, di non vedere quel sorriso, la sua voce, i suoi occhi... lo ossessionava. Il peso che sentiva nel petto lo schiacciava e la cosa strana era che quella schifosissima sensazione non era affatto nuova.
Si sentiva tremendamente ansioso. Come se accettare di partire l'avrebbe fatto ritrovare per una seconda volta in una situazione di estrema sofferenza. Eppure lui ci teneva, voleva rendere onore all'azienda di suo padre, voleva dimostrare che era diventato un uomo in grado di dare rispettabilità alla società in cui suo padre aveva faticato per anni portandola ai massimi livello di eccellenza.
Scosse la testa, aumentando il passo.
"Esci dai miei pensieri, Kagome. Vattene!"
 
Erano le undici di mattina. Passeggiava per il parco senza una meta precisa. Era una bella giornata di sole, aveva deciso di uscire un po' per svagarsi. Alle quindici avrebbe dovuto recarsi al lavoro e voleva approfittarne almeno ora per prendere una boccata d'aria e sgranchirsi le gambe.
Il suo aspetto non era dei migliori, aveva dormito poco nelle ultime notti. Si passò una mano stanca nei capelli, gli occhi erano ancora velati da uno strato di tristezza.
Si guardò attorno. Era incredibile come ogni persona vivesse una sua vita indipendente da quella degli altri.
I bambini giocavano sorridenti, chi sull'altalena chi sullo scivolo mentre le mamme li osservavano amorevoli, c'era chi leggeva all'ombra di un albero e chi seduto su una panchina con sguardo assordo.
Si soffermò su quest'ultima persona. Le sembrava di conoscerla. Era una signora sulla settantina, le rughe le solcavano il volto.
"Ma quella... è la Veggente del Luna Park"
Si avvicinò curiosa alla donna.
-Buongiorno- disse per attirare la sua attenzione.
Vide la vecchia alzare lo sguardo ed osservarla con attenzione.
-Salve-
Kagome si sedette affianco a lei sulla panchina.
-Si ricorda di me? Mi ha provato a leggere il... passato... una sera di circa un mese fa al Luna Park-
La vecchia alzò un sopracciglio.
-Sei quella che mi ha fatto esplodere la sfera- replicò.
Kagome arrossì.
-B-beh mi scusi ma... io non ho fatto nulla. Nemmeno l'ho toccata-
Sentì la donna ghignare.
-No, infatti, non l'hai fatto tu. L'ha fatto la tua anima-
Kagome la guardò interrogativamente.
-Non capisco. Che significa?-
-Ragazzina, non sono cose che si possano spiegare così. Ci sono delle regole, nessuno te l'ha insegnato?-
Non seppe dire se l'irritò di più il tono di superiorità con cui le rispose la Veggente o quel "ragazzina", tipica espressione che usava Inuyasha nel rivolgersi a lei.
Si alzò in piedi scocciata.
-Io non so di cosa stia parlando- disse piccata -Mi scusi se l'ho disturbata. Buona giornata- aggiunse facendo per andarsene. Che cavolo, ci mancava solo che anche una sconosciuta la trattasse come una idiota.
-Kagome...- disse la Veggente.
Sentendosi chiamare si voltò e la guardò stranita.
-A presto- proferì enigmatica.
Lei fece un sorriso di convenienza e si allontanò.
"Che strana signora.. si ricordava persino il mio nome... ma io glielo avevo detto? Non ricordo....Beh, che mi importa! Uhm.. sento un languorino, qui vicino c'è il chiosco delle brioches. Me ne prendo una..."
 
La vecchia osservò Kagome allontanarsi.
Ridacchiò. Santo cielo che fatica con quella ragazza. Per non parlare di Inuyasha. Per fortuna che a lui ci pensava suo fratello, lei ne aveva già abbastanza con la fanciulla.
Si alzò. Quel dannato vestito, quanto era ingombrante! Ma come facevano gli umani ad andare in giro sempre con quella roba?
Diede un ultimo sguardo a Kagome. Era proprio una brava ragazza. La sera in cui l'aveva incontrata per la prima volta nella forma della Veggente aveva avvertito quel sentimento tipico degli umani.. come lo chiamavano? Si, empatia. Sapeva che sarebbe entrata nella sua attrazione spinta dalla curiosità, e dopo pochi istanti che le stava davanti aveva sentito la sua anima soffrire, lottava per tornare ma era dannatamente bloccata. Così aveva capito che era giunto il momento di intervenire. Aveva chiuso gli occhi ed aveva avvertito la presenza di Inuyasha a pochi passi dalla sua tenda. Così, con un trucchetto, aveva mandato quella inutile e finta sfera in mille pezzi, aveva fatto quattro moine per far spaventare la ragazza e finalmente Kagome era finita dritta tra le braccia del giovane.
"Che pazienza..", pensò sospirando.
Guardò l'ora. Cavolo, doveva sbrigarsi, era quasi il momento. L'aspettava tutt'altra dimensione e tutt'altro compito e non sarebbe stata di certo una passeggiata.
 
Kagome arrivò di fronte al chiosco delle brioches e sbuffò.
"Ma cavolo, quanta fila c'è?"
Si sedette sconsolata su una panchina al sole attendendo che l'orda di gente scemasse un po'.
Incrocio le gambe, allungandole, e rimase ad osservarsi i piedi.
"Come vorrei che Inuyasha fosse qui...", pensò, per poi stupirsi di quel desiderio "Ma cosa vado a pensare.. che stupida... come potrebbe essere qui....sarà ad organizzare tutto per la partenza..."
Sentì di nuovo le lacrime pungerle gli occhi.
Scosse la testa con forza.
"Accidenti, ma perchè Inuyasha tormenta tanto la mia mente!"
Un'ombra la coprì interamente oscurando la luce del sole e si trovò improvvisamente altri due piedi di fronte ai suoi.
-Ma che...- sussurrò alzando lo sguardo.
Si trovò a fronteggiare due occhi neri come la notte che la fissavano preoccupati.
Il respiro le si fermò nel petto.
-Inuyasha...- bisbigliò, quasi credendo che dicendo quel nome più forte lui sarebbe svanito.
-Ciao- disse lui. La sua voce. Gli era.. mancata?
Il ragazzo si accucciò di fronte a lei e portò una mano alla sua guancia catturando una lacrima sulle sue dita.
Kagome tremò a quel contatto.
-Perchè piangi?- le chiese.
"Stavo piangendo? "
-S-scusa...non me ne ero accorta- biascicò incerta.
Perchè diventava sempre così tremendamente imbarazzata con lui di fronte, così vicino?
Inuyasha sorrise.
-Sei proprio scema. Non ti accorgi nemmeno di piangere?-
La ragazza avvampò.
-Già...- rispose, torturandosi le mani nel tentativo di frenare il nervosismo.
-Non dovresti piangere. Sei più bella.. quando sorridi- terminò quella frase incerto, come se avesse fatto uno sforzo sovraumano nel farle quel complimento.
Il fiato le si smorzò in gola. L'aveva detto davvero? La trovava bella?
Ora probabilmente doveva essere completamente rossa, si sentiva bollire le guance.
-Che ci fai qui?- le chiese il ragazzo per cambiare argomento. Lo osservò. Anche lui era leggermente imbarazzato.
-Ah... volevo una brioche ma c'è coda- disse osservandolo di sbieco.
"Kami, quant'è bello..."
Arrossì di nuovo, mentre il cuore era al galoppo.
Vide il ragazzo osservare il chiosco ed alzarsi in piedi.
-Ora non c'è quasi più nessuno, ed anche a me è venuta voglia. Come la preferisci? Cioccolato?-
Annuì come un ebete, guardandolo con la bocca leggermente dischiusa.
Kagome lo studiò per un attimo e smise di respirare.
Inuyasha la stava guardando sorridendo, un sorriso gentile, luminoso... ed era così... così...meraviglioso. Rimase a fissarlo ammaliata, mentre lui si allontanava e si metteva in fila al chiosco.
*E' un peccato che sia così terribile come dici. E' molto bello. E poi.... ti guarda con una tale luce negli occhi...*
Le parole di sua madre le tornarono in mente.
Tu-tum... tu-tum...
"Sembra un tamburo impazzito.."
Si portò una mano al petto, mentre il respiro si fece accelerato.
*Nipote mia... ci sono cose che non si possono spiegare. A volte si provano sentimenti profondi per persone che non ci aspettiamo. Come l'amore....Vedi.... il tempo... a volte non conta nulla. Possono passare secoli o anche solo pochi giorni. Ma questi possono non fare alcuna differenza*
"Il nonno mi disse queste parole...quindi io... mi sento così con Inuyasha...perchè...."
*Smettila di mentire. Sono la tua migliore amica. So benissimo che stai male perchè sei innamorata di Inuyasha*
"Ne sono... innamorata?" , domandò a sè stessa.
Lo vide pagare le brioches, voltarsi verso di lei e sorriderle ancora da lontano.
Si alzò in piedi, mentre anche sul suo viso si delineò un sorriso.
Aprì la mano sul suo petto ed ascoltò il battito del suo cuore. Ogni pulsazione sembrava voler rispondere alla sua muta domanda.
L'ovvietà prese forma nella sua mente. Quei sentimenti di insicurezza, l'imbarazzo costante ogni volta che le era vicino, il desiderio tenuto a freno di scoprire cosa si provasse a baciarlo, lo stare bene tra le sue braccia. Come aveva fatto ad essere così stupida? E quell'oppressione che sentiva da quando lui aveva affermato di voler partire per New York. Non era nient'altro che paura. Paura di perderlo, di non rivederlo, perchè Inuyasha gli sarebbe mancato... sì, gli sarebbe mancato come l'aria.
Ridacchiò piano, mentre gli occhi si riempirono di lacrime liberatorie, come se avesse tenuto a freno quel sentimento per un tempo infinito.
-Io sono innamorata di lui- ammise, dicendolo ad alta voce come a voler rendere quel sentimento reale a tutti gli effetti.
Vide Inuyasha all'improvviso mollare a terra le brioches e correre verso di lei.
"Che succede?"
Lo osservò muovere le labbra, stava dicendo qualcosa con un' espressione spaventata ma non riusciva a sentire le sue parole.
"Che strano... sta diventando tutto nero...", costatò, notando che intorno a lei ogni cosa iniziava a vorticare velocemente e la vista le si annebbiava.
"Non mi sento bene....", fu il suo ultimo pensiero.
Poi il buio la colse e fu trasportata in un sonno profondo.




 
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Elenie87