Sfida con Kaho_chan, perciò a lei dedicata;
dedicata a chi festeggia San Valentino;
a chi orgogliosamente non lo festeggia;
e infine anche a Sasuke e a Sakura.
Disclaimer: I personaggi citati appartengono a
Masashi Kishimoto, che ovviamente si prende tutti i diritti del loro uso. Il
set 'Delta' delle parole lo trovate a questo link
(http://1sentenceorder.livejournal.com/1531.html), nella community 50themes.
Il titolo e l'ispirazione si devono ai Marlene
Kuntz, che di solito non mi piacciono molto ma sono riusciti a strapparmi
un sospiro con questa canzone.
La
canzone che scrivo per te
E
fanno presto a farsi vivi i miei sospiri
che alle pareti vanno a dire "Ti vorrei qua"
Air.
Come medico, sapeva bene
che un corpo umano senza ossigeno raggiungeva la morte nel giro di dieci
secondi.
Come paziente, Sakura si chiedeva perchè senza di lui riuscisse
ancora a respirare.
Apples.
"Pomme de terre" pronunciò compita Sakura, "mela di terra letteralmente".
"E quindi?" fece il ragazzo stranito, gli
occhi neri agrottati dal dubbio.
"Mela, pomodoro, rosso, insomma è la
stessa cosa!" rise lei indulgente.
Il giovane si grattò insistentemente la nuca, ancor più meditabondo, senza
aggiungere altro.
"No, tu alle associazioni logiche non ci sai proprio giocare,
Sasuke-kun!"
Beginning.
"Mi chiamo Haruno Sakura" sorrideva
leziosa la bambina, "Vorresti essere il mio fidanzato, Sasuke-kun?"
Il ragazzino l'aveva squadrata con sufficienza e l'aveva superata senza
degnarla neanche d'una risposta. Prima di voltarsi,
gli occhi pieni di lacrime, Sakura aveva udito distintamente un sussurro:"...Sei noiosa."
Bugs.
Guardando Sasuke, mentre Kakashi-sensei le
chiedeva qual era la sua più grande paura, senza
esitare la ragazzina aveva risposto: "Gli insetti."
Ma Kakashi non le aveva creduto: i suoi occhi erano fissi sempre lì, puntati
sull'ombra che avvelenava il cuore di Sasuke.
Coffee.
C'erano notti lunghe, fin troppo. Notti inquiete in cui, tormentata dai pensieri, si rigirava insonne
nel letto sfatto.
Le tazzine di caffè vuote erano sparse ovunque, sulla scrivania, sul comodino,
sul pavimento della sua stanza, per ricordarle le mille, diecimila altre notti
in tutto e per tutto simili a quella.
Dark.
Gridava al buio di lasciarla. Il buio
si era portato via troppe cose perchè lei potesse concedergli ancora qualcosa:
stava ritta e lo sfidava, quel buio, mentre una parte di lei
moriva, perchè gli occhi del buio profondo avevano un color rosso familiare e
pericoloso, erano gli occhi di Sasuke insanguinati dallo Sharingan.
Despair.
"Non te lo sei
ancora perdonato, Fronte Spaziosa. Lo ami ancora, lo ami disperatamente,
controvoglia e senza condizioni, dimenticando l'orgoglio e l'amor proprio, e
ritorneresti mille volte a quella sera per tentare un'ultima volta di
trattenerlo qua, a Konoha."
Doors.
Era davanti a lui e, semplicemente,
sorrideva. Attraverso il suo sorriso, Sasuke poteva vedere la strada, una strada felice e placida, snodarsi infinita nel cielo
notturno. Scegli me, diceva Sakura senza
parlare, scegli me e saremo felici, nonostante tutto,
perchè è così che deve essere.
Sakura era un varco
reso evanescente dal bagliore tenue delle stelle d'autunno, era una
porta verso un mondo tranquillo.
Sasuke, senza scusarsi, oltrepassò i Cancelli del Villaggio e scelse l'altra.
Drink.
La musica esplode, supernova d'emozioni e luci in quel
popolare locale notturno. E, come da copione, nell'isteria della danza il
gomito del figlio del Presidente viene colpito dalla
scapola di un ballerino d'occasione, il gomito scivola inesorabile in avanti, e
il Martini con ghiaccio del figlio del Presidente decora come un velo di
ragnatela le scarpe, le gambe e il corto abito nero della piccola archivista.
"Tu saresti?"
"Haruno. Haruno Sakura. E lei è in debito con me."
"...Posso... posso..." Infine cede, il
figlio del Presidente:"Posso... offrirle un
drink?"
Duty.
Sasuke Uchiha aveva un solo
imprescindibile dovere, al quale immolava ogni istante della sua
esistenza: la Vendetta, nel suo più alto e sublime significato, un dovere che
aveva schiacciato e ucciso sul nascere tutti gli altri
doveri della sua vita
Di solito, se gli capitava per sbaglio di pensarci, gli si affacciavano alla
mente un paio d'occhi verdi, vividi d'emozioni.
Per questo Sasuke preferiva decisamente non pensare.
Earth.
Lei aveva occhi di terra, placidi,
talvolta mesti, in cui poteva germogliare il più tenero seme o scatenarsi il
più crudele dei temporali.
Ma lui era un Falco, e i Falchi, si sa, possono
vivere soltanto nel cielo.
End.
Se ne stava andando. Se ne sarebbe andato. Se ne stava andando,
Sasuke-kun stava andando via.
Via...?
Un istante prima di svenire, Sakura penso che quella fosse davvero e per sempre
la fine.
Fall.
Naruto e Sasuke cadevano: le loro
gambe non reggevano lo scontro con la gravità e retrocedevano, s'impuntavano,
si graffiavano, scalciavano e infine capitolavano, trascinando nella caduta la
corteccia spugnosa degli alberi.
Sakura invece saliva sempre più in alto, finchè la cima dell'abete non
sprofondava nel cielo limpido. Quando si guardò
indietro, i suoi occhi abbracciarono i visi stravolti dalla fatica dei compagni
di Squadra. E allora rise, rise fino alla follia ( non sono inutile non lo
sono non lo sono sono come loro sono brava almeno in
questo sì sono come loro come loro come loro come loro ! )
Fire.
"L'hai abbracciato. Stronza. Ti
ho visto, sai! L'hai proprio abbracciato, Fronte Spaziosa del cavolo. E stà un po' ferma, questa frangia ti sta venendo uno
schifo!"
"L'hai abbracciato. Ti ho visto benissimo. Ti ha visto
Shikamaru, ti ha visto Choji. Che diavolo credevi
di fare, eh?! Rubarmelo?! Sasuke-kun è MIO, punto, non si
discute."
"L'hai abbracciato. Piccola smorfiosa."
Sakura non rispondeva, e Ino si stancava di giocare al monologo.
"...Avanti dimmelo. Cos'hai sentito?"
Sakura, stralunata, con uno strattone tagliò da sola le ciocche rosa che le
cadevano scomposte sul viso:"... Fuoco."
Flexible.
Le piaceva guardarlo combattere: era
come guardare la lama di un fulmine che, scivolando
sulla superficie della terra, si fletteva e si piegava bruciando viva di pura
elettricità.
Flying.
Non era tanto per l'idea, o per
l'aspetto, o per il sogno: era che soltanto quando stava assieme a lui Sakura
si sentiva come se una parte di lei si sollevasse
nell'aria, svanendo nell'arco del sole.
Food.
La prima volta che Sakura aveva
provato a cucinare, si era spazientita e, in un impeto di rabbia, aveva finito
per gettare la scodella con la zuppa di miso dritta nel lavandino. Sasuke
allora aveva fatto capolino sulla soglia, le aveva
tolto il coltello dalle mani e, in perfetto silenzio, aveva preparato la cena.
Sakura, senza aggiungere una parola, aveva osservato ogni suo movimento
nascondendo a fatica lo stupore.
"Ecco" aveva detto infine, porgendole la terrina di vetro,
"Insalata di pomodori".
Foot.
"Hai i piedi freddi"
risatine soffocate dall'altro lato del letto.
"Hai i piedi freddi!"
Neanche il tempo di
controbattere, che il peso e il calore di un corpo deliziosamente estraneo
gravavano sopra il suo. 'Gravavano':
un po' troppo importante come verbo per un corpo agile, flessuoso e
perfettamente modellato, corpo di stupida Medic-nin che non riesce mai
a capire quando è il momento di dormire e non quello di scherzare.
"Te li scaldo io, mh?"
"...Ti odio."
"Sì anch'io, Sasuke!"
Grave.
"Sasuke-kun."
Il temporale infuriava fuori dalla grotta. Naruto
russava sonoramente, satollo di ramen e di altre
schifezze, mentre Kakashi era immerso nella lettura di quello strano libretto
arancione, suo inseparabile compagno di viaggio.
Sasuke si voltò verso la sua petulante e noiosa compagna di Squadra, la domanda
sospesa nello sguardo.
Sakura non rispose, aveva le ginocchia strette al petto e un vago sorriso
appena accennato le addolciva lo sguardo. Non disse nulla.
Osservava le due meraviglie della natura di fronte a lei sovrapporsi l'una
all'altra, e non c'era nient'altro che la rendesse più
felice.
Green.
Karin, la sua compagna di Squadra, rimase perplessa quando
vide Sasuke calpestare con particolare intenzione il solitario ciuffetto d'erba
malaticcia che aveva attecchito in quella landa desolata. Alla sua occhiata
incuriosita, Sasuke non rispose neppure.
Head.
Quella mattina Sakura si svegliò quasi all'ora
di pranzo, la testa pesante in cui qualcuno aveva incastrato un macigno a viva
forza. Le bastò sbattere le palpebre per ricordarsi tutto e lasciarsi
sprofondare sul morbido materasso del letto, la vista già annebbiata e
un'infinita voglia di dormire per sempre.
Hollow.
Occhi neri, pelle chiara, sguardo
assente: Sasuke era un foglio bianco, aspettava solo che Sakura tendesse la
mano e, semplicemente, scrivesse in lui.
Honor.
"...Le altre ragazze si
sarebbero cavate gli occhi per questo!"
"Smettila."
"E si sarebbero accecate con gli spilloni dei capelli!"
"Mh. Sakura."
"Ma quale onooore! Sposare Sasuke Uchiha!"
"Sì, appunto. Posso chiedertelo o vuoi fare tutto da sola?!"
Hope.
E' la Festa di Obon,
le strade sono immerse nel luccichio colorato delle lanterne di carta.
Solitaria, alla finestra buia di una stanza in fondo al villaggio, brilla una
candela bianca sempre accesa.
(Come la sua speranza.)
Light.
Ogni volta che incrociava lo sguardo
di Sakura, quel suo amabile sguardo palpitante di
scaglie marine, il mondo di Sasuke diventava un po' meno buio.
Lost.
Konoha era molto diversa da come la
ricordava. O forse soltanto Sakura era molto diversa
da come non la ricordava.
Non voleva parlargli nè incontrarlo, le era bastato vederlo di sfuggita una
volta, e nella piega dura delle sue labbra serrate Sasuke aveva letto le accuse
peggiori. Le accuse più fondate.
Solo perchè ho perso non significa che mi fermerò, non significa
che sono ferito, non significa che non ho avuto ciò che meritavo-
...Non significa che sono perso.
Metal.
"A me piacciono tanto gli Oasis,
i Coldplay, i Beatles, Jeff Buckley, i Nickelback e Alanis Morissette. A te,
Sasuke-kun?"
Il ragazzino storse il naso:"... Io ascolto i
Cradle of Filth."
New.
Erano le sue labbra, sapeva che
avevano quel sapore, e cercavano lei, la volevano, volevano
ogni centimetro di lei, reclamavano il suo corpo con un'impazienza quasi
febbrile, era come lottare contro la corrente impazzita dell'oceano e Sakura
cadeva, cadeva, cadeva...
Old.
...E di
botto spalancava gli occhi e nulla era cambiato, era sempre il suo solito
vecchio mondo in cui ogni giorno cedeva metodicamente il passo all'altro, in
cui non succedeva niente e Sasuke le mancava tanto da far male.
Peace.
Meccanicamente Tsunade le raccontava
la storia del Clan Uchiha, la voce piatta e misurata, la voce di una narratrice
fuori dal tempo che ricorda una vecchia favola.
Quando aveva smesso di parlare, il sole si era spento
dietro le colline.
"Non dici niente, mh?"
Sakura pensò a mantelli rossi e neri che, nel vento leggero, ondeggiavano
piano.
Si era alzata in piedi e se n'era andata minuti dopo, sempre in silenzio.
"Non c'è perdono, non c'è pace per lui."
Poison.
Guardatemi, guardatemi tutti,
guardate il mostro, guardate come sono ridotto, guardate l'ultimo degli Uchiha,
(Itachi) guarda cosa sono diventato, guardatemi tutti quanti, il miracolo lo Sharingan il genio, guardatemi, guardatemi e non
smettete di farlo, guardate come mi avete distrutto.
Guardami anche tu, sì. E non voltarti dall'altra
parte, non singhiozzare fino allo sfinimento, guarda cos'hai cercato di
fermare. Guarda bene.
Le droghe di Kabuto, la pelle lacerata dal Sigillo, la Kusanagi macchiata del
sangue scuro di un nemico non mio.
Guardami.
...Sto cedendo cedo io cedo io crollo io ho perso non
è vita questa io non ce la faccio sto cedendo io.
Pretty.
I capelli setosi stretti nei
fermagli, la cascata di un vestito bordeaux dalla scollatura mozzafiato e
dall'orlo molto al di sopra delle ginocchia,
decolletés di vernice dal tacco vertiginoso, una vena di malizia compiaciuta
negli occhi verdi e il viso aperto in un sorriso fresco, di un'ingenuità tutta
zucchero.
Con la mascella quasi a terra, la bocca secca e un eloquente rossore sulle guance
-non stava forse iniziando a far caldo?-,
Sasuke deglutendo balbettò un flebile:"Se-sei... sei... sei carina."
Rain.
Si sveglia allo scroscio devastante
di un tuono che fa tremare i sotterranei fin nelle sue viscere. Gli occhi aperti, persi nell'oscurità compatta del sottosuolo,
attendendono che l'aria smetta di vibrare, mentre il suo respiro è quasi
trattenuto. Da bambino aveva paura dei tuoni, però la pioggia gli
piaceva, perchè quando pioveva nessuno si accorgeva se
piangeva.
Il tuono arriva, corre, rimbomba e svanisce.
I ricordi, fastidiosi, rimangono.
Regret.
Sasuke Uchiha, Mukenin, membro
dell'Akatsuki, bruciava in una nuvola di fiamme, vinto dal Fuoco che lo
divorava, stritolava le sue povere ossa con una voracia disumana. E infatti lo era, disumano. Lo era.
Riconobbe le urla straziate che invocavano pietà per lui, e l'ultima
immagine che vide con gli occhi della mente fu il viso distrutto a cui
appartenevano.
Scusa, il fuoco aveva raggiunto la gola, il tempo
il mio tempo è finito troppo presto -troppo!
Roses.
L'avevano seppellita sotto i ciliegi,
perchè quello era il suo nome, e sotto la sua lapide non facevano
mai mancare grandi mazzi di rose pallide. Ma ogni mattina in mezzo a loro veniva posato un garofano, un garofano rosso sempre fresco.
Che pensassero pure che era stata solo un ramo di ciliegio.
Per lui, e soltanto per lui, sarebbe stato diverso.
Secret.
"Ino-chan, sssh, ti dico un segreto: mi piace Sasuke-kun! Mi raccomando non
dirlo a nessuno, nessunissimo, nessuno nessuno!"
Snakes.
Tutti i bambini del villaggio
sapevano di non dover contrariare la vecchia Haruno-sama, una stramba ninja
anziana che parlava più con le sue piante velenose che con gli esseri umani:
era burbera, scontrosa, cupa e, come diligentemente ogni ragazzino ricordava,
dovevano starle lontani perchè non era colpa sua se era diventata pazza, erano
stati i serpenti a mangiarle il cuore.
Snow.
Si sono conosciuti dieci anni fa
-oggi è l'anniversario- e si sono svegliati quasi nello stesso momento, ma non
se ne sono accorti, perciò si sono mossi appena sotto il piumone, per paura di
urtare il leggero sonno dell'altro. Guardano come ogni mattina fuori dalla grande finestra della loro camera e per un
istante trattengono stupiti il respiro, la stessa identica espressione di
meraviglia disegnata su entrambi i volti: sta nevicando.
E' stato a quel punto che lei, sorridendo appena, si è accorta che anche lui
era sveglio.
Solid.
"Elencami in ordine di grandezza
tutti i solidi platonici." Matita
che danza fra le dita, uniforme scolastica inamidata, capelli rosa annodati
sulla nuca -per non deconcentrarla!-, sguardo poco meno che omicida.
Senza battere ciglio, il ragazzo replica atono:"
Tetraetro, cubo, ottaedro, dodecaedro, icosaedro."
La ragazza, Capoclasse Haruno com'è scritto sull'uniforme, arriccia compunta il
naso, le labbra ridotte a una fessura. Il dannato Uchiha ha vinto.
Per ora, si corregge mentalmente, un brillio scaltro dietro le lenti degli
occhiali.
Spring.
Karin si era chiesta molte volte
perchè, nei mesi che andavano da marzo a giugno, Sasuke-kun diventasse, se
possibile, ancora più intrattabile, irascibile e disumano del solito; non ne avrebbe mai capito il motivo, come probabilmente non
l'avrebbe mai capito neanche Sasuke.
Stable.
Naruto li osservava, il volto ebbro
addolcito da un sorriso amaro: il ballo della scuola, la palestra addobbata a
festa, gli alcolici contrabbandati di nascosto da lui e da Kiba, Ino e
Shikamaru spariti da ore e, guarda un po', quei due laggiù in fondo
all'enorme sala, Sakura-chan in piedi sulla vecchia trave da ginnastica buttata
contro la parete e Quel Teme... Quel Teme le tiene la
mano, le tiene la mano mentre Sakura-chan cammina tranquilla, un passo dopo
l'altro, le scarpe col tacco nell'altra mano, e non annaspa nell'aria come
faceva sempre -erano in classe insieme, lui e Sakura-chan, si ricordava le
pazze risate ogni volta che la sua amica provava a salire sulla trave-, non
incespica, non cade, non le tremano le gambe, non è insicura o tesa o nervosa.
Semplicemente Sakura cammina.
In equilibrio.
Strange.
Sakura non voleva vederlo nè parlargli? Bene, benissimo, tanto meglio! Il
villaggio era abbastanza grande perchè entrambi potessero
vivere felici senza curarsi delle rispettive esistenze, figuriamoci, Sasuke non
chiedeva di meglio: gli sembrava un sogno, finalmente in pace, ignorato da
quella noiosissima e petulante kunoichi che aveva passato la vita a
rinfacciargli i suoi errori!!!
Ma intanto, stranamente, non riusciva a spostarsi da sotto casa sua, infantile
testardo e cocciuto come il bambino che aveva smesso di essere da tanto tempo.
Summer.
Se le avessero chiesto qual era stato
il periodo più bello della sua vita, senza esitare Sakura avrebbe risposto:"L'estate dei miei dodici anni", e forse il suo
viso si sarebbe illuminato appena, mentre davanti ai suoi occhi sarebbero
sfrecciati correndo tre sguaiati ragazzini, uno biondo e chiacchierone, l'altro
moro e scontroso, infine una bimbetta un filo saccente dai lunghi capelli rosa,
tre ragazzini che nel sole di quell'estate avevano costruito qualcosa, subito
distrutto con l'arrivo dell'autunno, "...quando Sasuke" avrebbe detto
Sakura senza parlare, "se n'è andato".
Taboo.
"E oggi, per pranzo, stracotto
con ciliegie!"
Karin l'aveva annunciato talmente baldanzosa e fiera che il silenzio che seguì
alla sua esclamazione risuonò ancora più netto.
Immediatamente dopo si sentì lo strisciare della sedia di Sasuke, i suoi passi
misurati lungo il corridoio e lo scatto di una porta che veniva
richiusa.
"Cretina" l'apostrofò Suigetsu qualche minuto dopo, la bocca piena di
stracotto e un rivoletto di sugo sul mento, "Non lo sai che è vietato
nominare le ciliegie in sua presenza?!"
Ugly.
"Ino, ma è... è..." Deglutì
sonoramente, pallida:"...Temo di dover vomitare."
La ragazza dal caschetto color rosa pesca vacillò, quasi franò addosso al
giovane che l'accompagnava, coprendosi il viso con le mani:"O Kami-sama,
Ino cos'hai... cosa diavolo gli hai fatto!!! E' irriconoscibile!!!
I-io... io... IO MI FIDAVO DI TEEEEE! Mi sono fidata quando
hai detto che sapevi tagliare i capelli, e guarda... guarda come l'hai
ridotto... O - SANTO - SANTISSIMO - KAMI!!!"
"Fronte Spaziosa, piantala di drammatizzare, gli ho solo dato una
spuntatina!"
"SPUNTATINA?! Ma hai usato un tagliaerba o cosa, Scrofa?!
Sembra un... un... un... Nonsoneancheiocosa! E'
agghiacciante, letteralmente agghiacciante!!!"
Leggera tosse seccata da parte del sopracitato ragazzo, oggetto dello sdegno
della giovane Haruno:"Grazie mille, eh" sibilò gelido.
"...Inguardabile, inguardabile, come faccio a uscire con lui conciato
così, fà spavento, Ino ti odio, ti odio, ti odio!!!"
Sasuke la fissò, lo sguardo serio e una minuscola vena che pulsava sulla tempia
sinistra:"Sakura. Seriamente. Sono davvero così-"
"Orribile" lo interruppe la Haruno
con un innocente sorriso angelico.
War.
Non aveva mai immaginato quel giorno,
ma avrebbe preferito qualunque scenario tranne quello: un mostro di chakra
incandescente ruggiva circondato da cadaveri carbonizzati, e Sakura... Sakura gli aveva tolto il respiro con un pugno, animata da
una rabbia così cieca e primordiale che a stento Sasuke era riuscito ad evitare
il secondo. E questa volta era stato il suo turno di
colpirla.
Signore e signori, benvenuti: và in scena la fine del
Team Seven, l'omicidio è iniziato.
I suoi occhi non gli diedero alcun segno di amore,
di affetto o di riconoscimento.
Water.
Si allenava rigorosamente da solo, il bambino sopravvissuto al massacro degli
Uchiha, sul pontile di legno che si gettava sul fiume: non era raro veder
rosseggiare sull'acqua il riflesso di un Katon no
Justu, talvolta esile, talvolta più potente.
Non era raro vedere, in lontananza, la figura esile di una ragazzina
dall'assurda testa rosa nascondersi all'ombra del tronco di un albero, tra le mani una bottiglietta d'acqua fresca che non ebbe mai il
coraggio di consegnare.
Welcome.
Il primo segno emotivo che
aveva colto in lei, non appena Naruto l'aveva scaricato all'Ospedale del
villaggio con entrambe le gambe e tutte le costole fratturate, era stata la
scintilla di una lacrima impigliata nelle ciglia.
Il secondo, un pugno come uno sparo che l'aveva spedito nel
regno dell'incoscienza più in fretta di qualunque anestetico.
Winter.
"Dove non c'è mai il sole è sempre inverno"
Sasuke si allenava respirava sbagliava osservava e viveva
nel buio dei sotterranei, perchè i raggi del sole non arrivavano alle celle
incassate nel sottosuolo dove cresceva deforme, come i germogli privati della
luce (la deformità non si vedeva ad occhio nudo, non c'era abbastanza chiarore
per scorgerla: era nell'anima che bisognava cercarla).
Wood.
Prima che si tuffassero
nel letto, avvolti dalle risate, l'aveva sentita canticchiare una canzoncina
melodiosa e squillante; poi nella sua memoria si apriva un black-out confuso di
qualche ora (i suoi occhi così limpidi, i loro vestiti gettati da qualche parte,
i suoi capelli rosati, la ragione che si annullava), infine s'era svegliato tra
le coperte sfatte, solo.
Sasuke era ebbro di qualsiasi sensazione, ma privo di lei,
sparita nel bagliore del mattino.
E gli tornò in mente d'improvviso il ritornello di
quella canzone, associandone istantaneamente il titolo: era Norwegian Wood.
Fin
Note dell'Autrice
Chaos, spero che le tue non siano pesantemente NaruSaku XD
leggerle altrimenti sarà un suicidio. Mamma mia! Questa sfida mi ha preso più
del previsto.
Comunque non sono impazzita, miei cari lettori, ma ho
superato il mio forte risentimento per quest'idiotissima festa solo ed
esclusivamente per dedicarmi al SasuSaku. Aaaw. Però
non pretendete granchè, purtroppo ho scoperto che è dannatamente difficile
riuscire a scrivere una sola frase su di loro, dunque di frasi 'secche' ce ne
sono pochissime XDDD la mia prolissità non mi ha dato tregua. Sicuramente la
Chaos è riuscita a fare un lavoro ben più decente u.u perciò correte a
leggere la sua!
Note varie&idiozie:
Word#50, Wood: Norwegian Wood dei Beatles parla appunto di una ragazza che,
dopo una notte di divertimento, sparisce.
Word#46, War: L'ultima frase, quella in corsivo, è una citazione (leggasi
copiata pari pari) del racconto "Eveline" di
James Joyce, contenuto in The Dubliners.
Word#34, Regret: Si riferisce a un ipotetico futuro in cui Kyuubi, che ha preso
il controllo di Naruto, sta amabilmente massacrando il nostro Uchiha.
Word#26, Lost: Anche qui, l'ultima frase è la traduzione di "Lost",
splendido pezzo dell'ultimo album dei Coldplay.
Word#22, Hollow: 'Hollow' significa anche vuoto. La
tentazione di fare un richiamo a Bleach era fortissima, ma conosco
ancora troppo poco di quel manga per poterlo citare.
Word#17, Food: Secondo non ricordo quale Databook, il
cibo preferito di Sasuke sono i pomodori.
Grazie dell'attenzione,
Hipatya