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Autore: eli_mination    30/09/2015    3 recensioni
Il Barian World è scosso da una minaccia imminente. Una divinità sconfitta millenni fa si sta per risvegliare, portando distruzione e morte. L'unica soluzione? Sette umani, ai quali è stato tramandato un potere particolare, in grado di debellarla. Riusciranno nel loro intento?
[STORIA SOSPESA]
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Sette Imperatori Bariani, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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Pov: Juan

“Ragazzi, che ne dite di uscire un po’? Sapete com’è, stare in una casa senza fare nulla è noioso. Visto che siamo a New York, approfittiamo per farci un giro…” propongo io. In un certo senso parlare con gli altri è stato abbastanza divertente, fino a un certo punto. Beh, dopo un po’ gli argomenti di discussione erano stati esauriti del tutto.

“Si! Io non sono mai stata a New York, vorrei tanto visitarla!” dice Masumi, totalmente esaltata dalla mia idea.

Dopo un po’ finalmente ci decidiamo a uscire, tutti insieme. Siamo in quattordici persone, la più grande comitiva in cui sia stato. I due gemelli Nathan e Juniper ci dicono tutto sulla Grande Mela. E dopo un’ora e mezza abbiamo visitato tutti i posti possibili e immaginabili (anche se non tutti, New York è troppo grande!), dal porto in cui si trova la Statua della Libertà al World Trade Center, posto che ha suscitato in noi un grande magone per il disastro avvenuto tempo fa, quando due aerei si schiantarono contro le Torri che prima si trovavano qui. Dopo il giro siamo andati in un ristorante (uno dei tanti, anzi, uno dei TROPPI ristoranti dove mangiare qui), dove ora stiamo mangiando gratuitamente, visto che i genitori di Nathan e Juniper conoscono i proprietari.

“Uhm, dunque…” diceva Arito, leggendo il menù. “Io… Beh, direi che prendiamo una porzione di tutto ciascuno!”

“CHE?!” diciamo tutti improvvisamente.

“Arito, credo che tu stia esagerando un po’…” fa Ivan, ma viene interrotto da Gilag.

“Suvvia, direi che ordinare solo due cose è troppo poco!”

“Ma qui le porzioni sono grandi…” dice Elise.

“Sciocchezze!” dice Arito, schioccando le dita. “E direi che per saziarci tutto il menù non basta.”

“Di preciso…” dice Durbe, sistemandosi gli occhiali. “Quando venite sulla Terra pensate sempre a mangiare? Vector, di’ qualcosa anche tu…”

Vector però era contrariato.

“Argh, stai zitto, Durbe! Prendo anche io tutto il menù! DOPPIO!” dice, facendo scorrere il dito su tutto il foglio.

“Ok, ora esagerate davvero… Sono il vostro capo, e per gerarchia decido io cosa fare! Vi concedo solo un primo e un secondo, niente dessert!” dice Nasch, zittendoli tutti.

“Non è giusto… Volevo il dolce…” mormora Gilag.

“Grazie, Nasch. Se avessimo ordinato tutto il menù ci avrebbero fatto pagare sicuramente! Ma la regola vale anche per noi poveri umani?” chiede Juniper. Nasch annuisce.

“Con la sola eccezione che potete avere il dessert!” mi risponde.

“YEEEE!!” diciamo noi Mezzi-Bariani in coro. Una soddisfazione in più.

“Peccato… Mi piacciono i dolci…” dice Durbe, abbassando lo sguardo.

“Se vuoi te ne do un po’ io…” dice Elise. Lui la guarda negli occhi, per poi abbassare lo sguardo subito dopo, arrossendo e mormorando un “Sei davvero gentile…”

Aspettiamo le portate chiacchierando su tutto.

“Sapete… Ora che ci penso, potremmo allenarci insieme, qualche volta… Basterebbe teletrasportarci insieme ai nostri Bariani!” dice Juniper, ma Merag sembra contrariata.

“Si potrebbe, ma costa molte energie ai Bariani, che si recuperano molto, ma molto più tardi. Teletrasportarvi, ad esempio, da New York a Nizza e viceversa in una sola giornata fa esaurire la nostra energia…”

“Già, e visto che siete ancora poco esperti nei combattimenti, nonostante alcuni di voi abbiano già combattuto e vinto, i nemici potrebbero approfittare della nostra debolezza per attaccare.” Continua Arito. “È una cosa che abbiamo già considerato, ma sarebbe meglio far passare un giorno tra un teletrasporto e l’altro. Il che significa che qualcuno dovrà ospitare due persone per una notte.”

“Per me non ci sono problemi… Ormai ho la casa sempre libera, quindi un po’ di compagnia vostra non mi farebbe male!” dice Elise.

“Che fortuna!” dico io, ma Elise sbotta.

“Fortuna? Perdere i genitori e rimanere totalmente sola… Ehm, quasi sola, secondo te, è una cosa fortunata?!”

Ha… perso i genitori? Non lo sapevo, nessuno me ne ha parlato!

“Scusa, non mi ero informato…” dico, abbassando lo sguardo. Mi sento male per lei e al tempo stesso imbarazzato. Elise si calma, per fortuna.

Più tardi arrivano le nostre portate. Appena iniziamo a mangiare, già sento la parola “Finito!”.

“Arito, ma come diavolo…” dico io, osservando quello che c’è nel su piatto. NULLA! Completamente pulito!

“Amico, il piatto si deve gustare, non finire in un attimo… Capisco che hai fame, ma datti una calmata!” dice Gilag.

“Era proprio buono!” dice Arito, toccandosi la pancia.

“Rischiavi di strozzarti…” dice Masumi, mettendosi in bocca una forchettata di noodles.

“Allora, ragazzi? Come si mangia qui?” dice Nathan, cercando di cambiare argomento. “Come sono i primi assaggi?”

Molti annuiscono. Io ancora non ho mangiato nulla. Avevo ordinato del riso fritto e non l’ho ancora assaggiato. La ciotola scotta da morire. Ho provato ad afferrarla ma mi sono ustionato. Che male!

“Attento, che ti scotti!” dice Masumi.

“Grazie per avermelo detto in ritardo…” le dico.

Assaggio. E devo dire che non è per niente male. Senza pensarci, mi ci fiondo e per poco non finisco in tre secondi, esattamente come Arito.

“Qualcuno ha fame…” dice Juniper, soffiando sui suoi spaghetti.

Più tardi, dopo aver mangiato, usciamo dal ristorante e torniamo al nostro giro. Quasi non ce la faccio a camminare, sono troppo pieno. È vero che erano solo tre portate, dolce compreso, ma erano porzioni belle abbondanti. Gli altri, Masumi in particolar modo, si sono tenuti più leggeri. Juniper mi ha spiegato che è la sua regola dei turisti: mai mangiare troppo per poi tornare a visitare la città.

“Mi immagino domani quanto ti tratterrai al bagno…” dice Ivan, provocando una risata generale.

Nick non ride. Piuttosto si guarda intorno, come se cercasse qualcosa. Provo a chiedergli cos’ha che non va, è la sua risposta è:

“Solo io mi sento osservato?”

Gli spiego che è normale, visto che qui passa un casino di gente. Lui in un primo momento annuisce, poi torna alla sua “ricerca”.

Chissà cosa gli prende…

 
Pov: Masumi

È così strano dover passeggiare con dei ragazzi più giovani di me. Ma l’idea mi sta bene, soprattutto se si tratta di una città così viva come New York. Sembra un po’ Tokio, ma sotto sotto è tutt’altra cosa. Parliamo di tutto.

“Odio la scuola…” dice Juan, esasperato. Non posso compatirlo, io non ci vado più. “Tutte le ragazze mi guardano con aria di disprezzo perché dicono che ho tradito gente e bla bla bla. Inventano tutte queste cose per cosa? Per giustificarsi di avermi tradito? Mah, io non le capisco…”

“Ti accorgerai che sono cose futili… io, prima dell’arrivo di Gilag, ero preso di mira da tre bulletti del cazzo. Per cosa? Boh, solo loro lo sanno. Non lo so nemmeno io.”

“Io ora ho un problema a scuola. Non grave, per fortuna. Sarò costretta a prendere lo stesso pullman su cui salgono quel ritardato del mio ex e quell’analfabeta della sua ragazza.” Dice Elise, mettendosi le mani nei capelli per il nervosismo.

“Poi non ci farai più caso…” dico io, cercando di essere comprensiva. Non mi va di rivelare loro cosa mi è successo tempo fa… Non voglio sconvolgerli.

“Già! Te ne dimenticherai presto grazie a qualcun altro…” dice Juniper, dando una spallata a Durbe.

“Ehi, ma che…” protesta lui.

“Niente… hehehehe…” sghignazza Juniper.

“Mi fai paura!” dice Elise, arrossendo.

“Non capisco…” dico io. Juniper fa finta di schiarirsi la voce e indica il Bariano di Elise senza farsi vedere da quest’ultimo. Ah! Ecco!

Provo a socializzare anche con gli altri. Nick per ora non sembra che abbia detto molto.

“Ehi, Nick. A te invece? Come va la vita?” gli chiedo. Lui non risponde subito, e dopo un istante dice:

“Cosa? Scusa, non ti stavo ascoltando, avevo la testa altrove…”

“Ti ho chiesto solo come ti va la vita!” dico io, sorridente.

“Ah, beh, non male…” dice lui, voltando la testa altrove. Poi si ferma bruscamente, fermandoci tutti con un braccio.

“Ma che-“ dice Nathan.

“Ragazzi, dobbiamo allontanarci da qui!” dice Nick, girandosi verso di noi con fare serio.

“Nick, avverti anche tu presenze maligne?” chiede Durbe, evidentemente allarmato.

“Ragazzi, torniamo a casa!” dice Merag, girandosi e correndo. Tutti, compresa me, fanno lo stesso.

“Cosa sta succedendo?” chiede Ivan.

“Ora correte, poi diamo le dovute spiegazioni!” dice Arito.

È un po’ strano correre nel centro di questa città, ma ora la nostra priorità è quella di salvarci, qualunque cosa stia succedendo.

“Di qua!” dice Juniper, svoltando un angolo. E un altro. E un altro ancora. Abbiamo praticamente corso per quasi tutta New York, tra un’Avenue e l’altra. Alla fine usciamo dal centro e arriviamo in periferia, vicino casa di Juniper e Nathan.
“Teletrasportatevi tutti a casa! TUTTI!” dice Nasch. “Dobbiamo far perdere le nostre tracce! Noi andremo da un’altra parte!”

“Masumi, qui!” dice Misael, avvicinandosi a me e creando un varco, quasi lo stesso con cui siamo venuti.

Velocemente ci catapultiamo dentro. Qualche secondo dopo siamo a casa.

“Salvi…” sussurra Misael, tirando un sospiro di sollievo.

“Cosa stava succedendo?” gli chiedo.

“Ops, pare che qualcuno vi abbia seguiti…”

Una voce ha parlato. Una voce femminile. Mi giro. E davanti a me c’è questa ragazza giovane, alla quale non do più di quindici anni. Occhi verdi e capelli ricci castani, un po’ sul biondo. La sua corporatura non è magra, bensì un po’ robusta.

“Maledizione!” dice Misael, scagliandole contro lo stesso attacco, credo, che ha usato per distruggere le luci del concerto. Lei sparisce e ricompare pochi metri più avanti.

“Oh, andiamo, almeno dammi il tempo di presentarmi, visto che ho viaggiato con voi! Io mi chiamo Alice… Volevo combattere contro uno di voi in particolare, visto che ho dei conti in sospeso con questa persona, ma ho visto che stavate tentando la fuga e vi ho seguiti nel portale. Che sciocca mossa, Bariano!” dice lei, arricciandosi una ciocca di capelli intorno al dito.

“Cosa vorresti?” chiedo, mentre lei si avvicina a me e mi colpisce improvvisamente in faccia. Che dolore!

“Ma è ovvio che voglio combattere!” e così dicendo mi dà un altro pugno sulla guancia, stavolta più forte. Cado a terra dal dolore e mi rialzo con un po’ di fatica. Nel frattempo, Misael si è lanciato contro di lei, mollandole un pugno avvolto da una luce abbagliante, che la colpisce in pieno e la fa cadere.

“Masumi, tutto be…” dice avvicinandosi a me, ma si blocca improvvisamente quando mi guarda in faccia.

“Misael, cosa è successo?” gli chiedo. “Sto bene, non mi sono fatta nulla…”

“Ma la tua faccia..” dice lui, indicandomi la guancia destra.

Nel frattempo, Alice si è rialzata e ora sta fissando anche me.

“Wow, avevo ipotizzato il fatto che tu avessi un viso perfetto, da bambola… Ma non pensavo che tu fossi fatta davvero di ceramica!” dice lei, sorridendo sadica.

“Masumi… La tua faccia… Ha una crepa!” mi dice Misael, facendomi sussultare.

 
Pov: Ivan

“Forza!” dice Ivan, cercando di creare un portale.

“Argh! Non ci riesco nemmeno io!” dice Arito.

“Ma che diamine sta succedendo?!” chiede Elise, sempre più spaventata.

“Elise, vieni qui. Resta vicina a me!” dice Durbe, prendendola per un braccio.

La situazione è questa: Misael è riuscito a creare il portale, così lui è Masumi se la sono svignata, mentre noi siamo ancora qui, incapaci di fuggire.

“C’è qualcosa che blocca il processo di teletrasporto!” dice Merag, guardandosi intorno per capire che cosa non andasse.

Maledizione! E adesso some ci difenderemo.

“Non siamo arrivati in tempo!” dice Vector, pestando un piede per terra.

“E ora?” chiedo io.

“Ora dovremmo difenderci come meglio possiamo! Potete contare su noi Bariani!” dice Durbe.

“Proveremo ad aiutarvi… Vero, ragazzi?” chiede Nick a noi Mezzi-Bariani. Noi annuiamo cercando di rimanere calmi.

“Tirate fuori le armi.” Ordina Nasch. In breve tempo quasi tutti, tranne me e Juan, sono armati: Nick ha tre anelli molto grandi e dorati, Elise un arco e delle frecce, Nathan e Juniper hanno un bagliore rispettivamente azzurro e argenteo tra le loro mani.

“A voi serve una piccola scossa…” dice Gilag, avvicinandosi a me e prendendomi per il polso. Subisco immediatamente dopo una forte scarica che passa per tutto il mio corpo. Cerco di trattenermi dall’urlare, non voglio che nessuno si insospettisca. Non so quanto dura quest’agonia. Due o tre secondi? Beh, dopo mi piego a terra. A Juan è stato riservato lo stesso trattamento e anche lui, come me, è piegato a terra.

“Cavolo, potevate avvertire prima di torturarci!” dice Juan, rialzandosi e scaldandosi le mani. Ma ovviamente le sue mani non sentono la sua pelle, ma qualcos’altro. Ora ha indosso dei guantoni da boxe.

“E io?” chiedo a Gilag.

“Beh, Ivan, tu sei molto più bravo nel dare pugni. Sei abbastanza forte negli scontri diretti.” Mi risponde.

“Dunque, siete tutti qui?”

Una voce femminile attira la nostra attenzione. Mi giro verso quella direzione e… Bella!

“Tu!” dico io, indicandola.

“Oh, ciao, Lentone!” dice lei, spostando i suoi capelli dietro la schiena.

“E tu chi saresti?” chiede Nathan, caricandosi.

“Bella, servitrice della divinità. Con me c’è anche lui…” dice, spostandosi di lato per darci maggiore visuale. E appare. Un ragazzo che ha quasi la nostra età, capelli neri e occhi ambra. Nel suo volto riesco a distinguere un accenno di tristezza.

“E c’era anche un’altra ragazza di nome Alice, ma ha seguito la ragazza che è riuscita a scappare!” continua poi.

“Allora, che ne dici? Vuoi iniziare a combattere contro sei di noi? Anzi, dodici. Siamo in dodici!” dice Juan, preparandosi.

“In verità…” dice lei, prendendo un respiro profondo. “Non vogliamo combattere contro di voi.”
  
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