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Autore: marwari_    01/10/2015    1 recensioni
Cap2: Sospirò piano, spostando il peso del corpo dalla gamba malandata, il bastone saldo tra le mani.
Cora, se solo ti ricordassi di me…

{storia composta da capitoli paralleli}
#1 storia della serie "𝓖olden𝓗eart ғairyτale"
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '𝓖olden𝓗eart ғairyτale '
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Cora cercava di non pensare a come si sarebbero svolte le cose una volta arrivati là: ci sarebbe stata Ruby, sua nonna e chissà chi altri avrebbe potuto incontrare. Le famiglie che venivano da lei in cerca di una torta nei fine settimana, i lavoranti che si fermavano da lei la mattina presto o chi comprava da lei il pane per la sera.. ci poteva essere anche ogni singolo abitante di Storybrooke al Granny’s, quella sera, e lei non era minimamente preparata a sostenere lo sguardo di nessuno di loro.

Quando Mr. Gold fermò la macchina infatti, si prese diversi minuti per se stessa, fingendo di cercare qualcosa di estremamente importante nella borsetta. Quando rialzò lo sguardo, l’uomo le aveva aperto lo sportello, le stava offrendo il braccio e la stava osservando con un sorriso

«Prego miss Meel. Ho fatto riservare per noi il tavolo migliore.» annunciò e lei, per un istante, si sentì morire: il tavolo migliore significava quello al centro, dove chiunque avrebbe potuto vederla.. inoltre, se quelle parole significavano che l’appositamente riservato, chi e quanto sapeva di quella uscita? Ed era stato sicuro che lei avrebbe accettato ancora prima di venirla a prendere? Aveva calcolato tutto.. Mr. Gold sapeva legger e prevedere ogni mossa delle persone.. viverlo sulla propria pelle, però, era una sensazione debilitante.

Lei gli rispose con un sorriso gentile, afferrandogli la mano ed attendendolo sul marciapiede mentre chiudeva la Cadillac con le chiavi.

Cora si fece precedere, aprire la porta e non appena incrociò lo sguardo sorpreso di Ruby – sicuramente incuriosita dal fatto di vederla lì – abbassò il capo, dirigendosi di fretta e furia verso il tavolo che il suo accompagnatore le indicava.

Scivolò verso la finestra e si sistemò il più composta possibile sulla poltroncina imbottita.

Cora poteva sentire i mormorii di ognuno dei clienti, poteva sentire i loro occhi che la squadravano, poteva leggere nelle loro menti parole di disapprovazione e, nella speranza che non la disprezzassero totalmente, immaginava anche parole di compassione. Forse avrebbero creduto che Mr. Gold l’aveva costretta.    
Non le piaceva quel pensiero, era una giustificazione inutile, perché nessuno l’aveva obbligata.. eppure si sentiva in dovere di non mostrarsi del tutto favorevole, né di mostrare quel barlume di contentezza e felicità quando Mr. Gold le aveva chiesto di fargli compagnia.

«Buonasera.» la voce squillante di Ruby la distolse dai suoi pensieri «Chiamatemi quando siete pronti.» c’era un silenzio irreale, tutto d’un tratto.. come se loro non fossero clienti, ma attori e le altre persone spettatori di una commedia dal vivo. La donna respirò innervosita, sparendo per minuti interi dietro al menù, durante i quali non lesse nemmeno uno dei piatti riportati

«Può prendere quello che vuole, mia cara.» l’uomo le stava sorridendo, lei richiuse le poche pagine che aveva in mano. Non voleva confessargli di non aver letto nulla dall’emozione, così quando lui le chiese se fosse pronta, lei annuì

«Ditemi tutto.» Ruby estrasse il taccuino. Cora era sicura che le stesse lanciando occhiate per capire cosa stava succedendo, infatti lei la ignorava volutamente, evitando a tutti i costi di incrociare lo sguardo con il suo

«Prima le signore..» Mr. Gold l’aveva indicata con il palmo aperto, per poi congiungere le mani ed incrociare le dita davanti a lui, appoggiandole elegantemente sul tavolo

«Prederò il pollo.» disse con sicurezza: qualunque locale serviva il pollo, giusto?

«Speciale?» speciale? Si chiese allarmata. Che differenza faceva? E se poi avesse portato qualcosa che non le sarebbe piaciuto? Che figura avrebbe fatto con Mr. Gold?

«Sì.» disse con un sorriso, l’uomo raccolse i due menù ed osservò la cameriera

«Anche per me. E del vino. Bianco.» Ruby annuì. I mormorii ripresero in tutto il locale.

Cora si sentiva terribilmente a disagio, eppure, nei momenti in cui pensava di alzarsi da quel tavolo e scappare, incrociare lo sguardo tranquillo e il sorriso appena accennato dell’uomo che aveva di fronte, in qualche modo, la calmava. I suoi pensieri turbinosi si trasformavano in semplici domande: perché no?, si ripeteva ad un certo punto, in fondo non c’è niente di male..

«Voleva parlarmi di qualcosa, Mr. Philipe?» per un attimo sorrise divertita dei sussurri che poteva udire chiaramente, nonostante ciò che credessero i vicini dei tavoli “lo chiama per nome” aveva detto qualcuno “tu lo sapevi che si chiamasse così?” chiedevano altri. Si sentiva speciale e nulla in negativo.

«Non di cose spiacevoli riguardanti le nostre attività, mia cara.» lui le sorrise ancora, versando il vino nei calici non appena furono appoggiati sul banco

«Di cosa allora?» non poteva trattenere la sua curiosità ancora per molto. Lui la scrutò per un lungo istante, un momento che le parve interminabile

«Amo.. il vestito.» le guance della donna si tinsero di un rosa acceso mentre le sue labbra si piegavano in un timido sorriso imbarazzato «Anche se.. personalmente, preferisco il rosso.» nella mente di Cora, per qualche assurda ragione, comparve un ampio vestito da ballo, rosso acceso.. lei scosse la testa per scacciare quello strambo pensiero dalla mente

«Non ho nulla di rosso..» confessò, quasi avesse commesso un crimine. Lui la guardava in modo strano

«Davvero?» le domandò e lei, ancora una volta, non seppe interpretare la sua espressione: era deluso, sorpreso, incuriosito..? O forse tutto allo stesso tempo?

Cora sostenne il suo sguardo, poi annuì.

Non aveva risposto alla sua domanda, ma era incerta se porgliela nuovamente, oppure aspettare che fosse lui a parlare per primo. La proprietaria del Granny’s venne in suo soccorso

«Ecco qua.» annunciò con un sorriso soddisfatto mentre appoggiava i due piatti davanti a loro «Buon appetito.»

Il piatto sembrava delizioso, ma quando Cora alzò lo sguardo su Mr. Gold, capì che qualcosa lo aveva infastidito: stava osservando ostinatamente oltre la sua spalla, forse qualcuno che lei, però non riusciva a vedere

«Tutto bene, Mr. Philipe?» domandò titubante. Lui non rispose.           
Cora non fece in tempo a voltarsi che lo vide afferrare il bastone, alzarsi, e precipitarsi fuori dal locale con l’espressione più scura che avesse mai visto sul volto di un uomo.

   
 
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