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Autore: Vi_Chan_Miha    01/10/2015    3 recensioni
Shanks il Rosso si trova nella sua cabina dolorante a causa della sindrome dell'arto fantasma, attorno a se non vuole nessun compagno, vuole solo che questo male scompaia il più presto possibile ma, non fa altro che aumentare. La ciurma, preoccupata per il proprio capitano, non ha altra scelta che chiedere aiuto all'unica persona che riesce a superare ogni barriera che l'imperatore costruisce per stare solo con se stesso: Mihawk.
Occhi di Falco riuscirà ad aiutare il Rosso in questo momento di debolezza?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Drakul Mihawk, Shanks il rosso | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap I
Pain


La porta della sua cabina venne chiusa con un tonfo sordo che riecheggiò nel vuoto delle stanza, rimbombando per qualche minuto, stordendolo.Solo allora permise alle sue spalle di tendersi, nel dolore, e al suo sorriso finto si sparire dalla sua faccia, facendo posto a una smorfia.Si gettò sul letto, affondando la testa nelle coltri, schiacciando l'arto mutilato sotto il suo peso, sperando che il dolore che si stava auto-provocando sostituisse, anche se solo per un attimo, quello che il suo cervello invece registrava. Per rafforzare la sensazione strinse la presa dell'unica mano rimasta attorno al moncone, neanche potesse fermare il movimento che invece avvertiva, irreale. Affondò i denti nel labbro inferiore, assaporando il sapore del sangue che gli invase la bocca.
« Ti prego, fa che smetta presto. Ti prego, ti prego ... » Si ripeté mentalmente, come un mantra, raggomitolandosi nel suo mantello nero come un gatto spaventato.
Sentiva il sudore attaccargli i vestiti e i capelli addosso, soffocandolo, e inzuppando le coperte sotto di lui, facendolo rabbrividire dal freddo e dal caldo insieme nonostante i sensi ovattati. Il dolore, infatti, era talmente intenso e penetrante che le uniche cose che riusciva ad avvertire oltre quello erano il suo corpo e ciò che toccava direttamente. Il battito del suo cuore, incessante, gli assordava i timpani e gli faceva tremare il polso, i polsi...
Si lasciò sfuggire un verso di dolore a una fitta più forte, sentendo le lacrime cominciare a bagnargli il viso.
Era un pirata, aveva affrontato innumerevoli battaglie, subito innumerevoli ferire ma, quel dolore, era straziante. Era come rivivere costantemente il momento in cui l'arto gli veniva strappato via violentemente dai denti del mostro marino. E per la sua sanità mentale rivivere quelle ore non era mai una buona cosa. Gli faceva ricordare che era successo tutto a causa sua, che se solo fosse stato più razionale avrebbe potuto usare l'haki fin da subito, evitando così di perdere il braccio. Ma così non era stato, e si faceva logorare dal dolore e dai sensi di colpa...
« Basta, ti prego ... » implorò, ancora, mentalmente, non sapeva nemmeno bene chi.
Forse qualche Kami, forse Roger stesso...
Serviva solo a farlo in qualche modo distrarre dalla sensazione di un arto che non c'era più che si muoveva senza il suo controllo, torcendosi su se stesso, tranciando muscoli, vene e arterie e rompendo qualche volta anche l'osso.
Sapeva che era solo l'inizio, che presto il dolore sarebbe stato così forte da farlo urlare, da farlo contorcere mentre adesso riusciva ancora stare fermo. Sapeva che sarebbe durato ore, lasciandolo stanco e spossato, accasciato sul letto come un bambino dopo un incubo orrendo talmente realistico da essere confuso con la realtà.
Lo sapeva e si dondolava avanti e indietro in silenzio, piangendo, implorando che questa volta durasse meno delle altre, senza sperarci davvero.
Intanto, sull'isola dove vi era attraccata la Red Force, una persona si stava annoiando poiché, il temporale non gli permetteva di uscire ad allenarsi, come faceva di solito, e di ispezionare l'isola alla ricerca di qualche avversario da testare e da sconfiggere. 
Una delle cose che lo spadaccino odiava era quella di annoiarsi e, per chi non lo sapeva, la noia era una delle prime voci che stavano nella sua top ten di cose detestate. Più precisamente era la seconda.
Visto l'andamento del pomeriggio e la sua mancanza di sonno - il che era strano - decise di perdersi nella lettura di qualche libro storico. 
I libri che riguardavano il mistero, l'occulto e la storia erano i suoi preferiti e se un libro raggruppava tutto e tre i generi, tanto di cappello! 
Comunque, lo spadaccino era così preso dalla sua lettura che non si interessò più dell'orario dunque, non sapeva che ore si erano fatte e la lettura stava andando avanti e avanti, fino a che ... Egli non fu interrotto da una voce conosciuta ma in quel momento non gli fu ben chiara, magari erano troppo lontani!
Senza pensarci due volte si voltò regalando a coloro che lo disturbarono una delle sue occhiatacce fredde, sinistre e che non promettevano nulla di buono.
Di solito uccideva e/o distruggeva la fonte di rumore qualora fosse una nave difatti, spontaneamente, portò la mano sull'elsa della Yoru pronto a lanciare un fendente. Poco gli importava che si trovava in una locanda, avrebbe scagliato un fendente mirato a loro senza distruggere nulla, o quasi!
Se la noia si trovava in seconda posizione, l'essere disturbato mentre dormiva o leggeva o faceva altro si trovava in prima.
È sì, su certe cose poteva diventare davvero distruttivo s davvero capriccioso ... Ma era fatto così! 
« Yasopp? » Era così concentrato e poi irato dall'interruzione che non si accorse neppure di chi fossero le voci. 
Cosa ci faceva il cecchino del Rosso li? Poi, era completamente zuppo dunque, era appena arrivato nella locanda. Cosa voleva dal sottoscritto? 
Sospirò trovando la calma persa e lasciò la presa dal manico della sua spada.
Se Yasopp, uno dei Nakama che non sopportava la sua presenza, era al suo cospetto, voleva dire che Shanks era nei guai ... Sperò che si sbagliasse.
« È successo qualcosa al Rosso? » Doveva rimanere calmo, rilassato anche se, in quell'istante, voleva correre alla Force per vedere come stava il proprio compagno.
« Il nostro capitano si è chiuso nella sua stanza e non ha intenzione né di uscire, né di farci entrare, né di parlare con noi. Non vuole neppure interagire con Benn ... Magari con te ... » Cercò di spiegare la situazione, restando riluttante all'idea di chiedere aiuto al flottato.
Cosa stava succedendo al Rosso?
Era ferito e non voleva essere medicato? Impossibile! Non era un fifone!
Non aveva molte idee pertanto, la questione era seria.
« Fammi strada! » Esclamò quasi come un ordine e, per la prima volta, il cecchino accettò senza indugiare.
I due corsero alla nave la quale, aveva attraccato sull'isola poiché, avevano visto l'imbarcazione del moro.
Salito sulla Force, per la prima volta assoluta, la ciurma non lo fulminò, segno che erano tutti preoccupati per il loro capitano.
Cosa gli stava succedendo?
L'ansia e la paura di perderlo si fecero avanti nella sua mente facendolo impallidire ... Non era un medico ma, forse non era qualcosa per Phil, il medico di bordo. 
Se a Phil non fu chiesto aiuto da parte del Rosso, non si trattava né di qualche ferita ma, neppure di qualcosa di psicologico ... Cosa aveva or dunque?!!
Corse preoccupato per il lungo corridoio e, per quella volta, sembrava lungo chilometri e chilometri.
« Shanks! » Finalmente fu dinnanzi alla porta della sua stanza e, senza usare modi gentili, bussò forte così da farsi sentire.
Nulla.
Shanks non parlava.
« Rosso, mi senti? » Ancora nulla.
Perché non parlava?
Che fosse caduto e battito la testa? 
Che fosse inabilitato per rispondere?
Che lo avessero rapito?
« Se non rispondi, butto giù la porta! » Doveva restare calmo ...
Shanks non rispondeva e la cosa che più lo spaventava era che non udiva nessun movimento.
« Shanks ... » Se era uno scherzo, era di cattivo gusto! 
Visto che continuava a non rispondere, con un calcio ben accostato, aprì la porta non rompendola, fortunatamente.
"Roger santo!" Fu l'unica cosa che pensò.
Shanks era adagiato sul letto, pallido, dolorante e fu rapido a pensare a cosa fosse dovuto.
« Lasciateci soli ... » Fu l'unica cosa che riuscì a dire alla ciurma che stava dietro di se.
Adesso avrebbe badato lui al suo compagno!
Senza indugio e senza ascoltare le lamentele dei nakama, chiuse la porta a chiave.
« Ehi ... » In quel momento non sapeva cosa dire, né come comportarsi ma, lo avrebbe aiutato a superare quel momento.
« Non sei solo » Bisbigliò prendendogli la testa tra le mani così da fissarlo negli occhi al fine di incoraggiarlo.
Assieme avrebbero superato anche questa difficoltà. 

 

 

Note dell'autore

Salve a tutti, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e, come in: "The Vampire and the Emperor", anche questa fanfiction è nata da una role, ancora in atto, con Shanks la quale ringrazio per aver dato vita a questa meravigliosa storia. 
Detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo!

Vi_Chan_Miha 
 

 
   
 
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