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Autore: Shion Magarin    02/10/2015    2 recensioni
{ raccolta di one-shot ~ status: 4/7 }
{ IN PAUSA fino a data da destinarsi }
La prima volta che Mana vide Atem, fu da bambina. Sul subito non gli stette particolarmente simpatico; Atem era serio, silenzioso, introverso. Lei, l’esatto opposto. Erano gli unici bambini a palazzo, e purtroppo non c’era nessun altro della sua età con cui stringere amicizia.
{ Vaseshipping ~ Atem/Mana }
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atemu, Mana
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota: Finalmente aggiorno, dopo una vita intera! Mi spiace aver tardato così tanto, avevo da fare con l'università e varie cose, senza contare che ho in corso altre due storie (e si prospettano molto lunghe, soprattutto Shuffle!); il capitolo di per sé non lo trovo proprio un granché, forse è frettoloso. Ma abbiate pietà, ho perso l'ispirazione per questa raccolta secoli fa. Ma dovevo finirla. E il prossimo capitolo, la prossima one-shot, chiuderà il tutto. Buona lettura!

4. Segreto

 

Da quando si era confessato a Mana, la ragazza sembrava quasi evitarlo. Non era più venuta a svegliarlo, né gli aveva chiesto di aiutarla a nascondersi. Tanto meno lo aveva invitato a fuggire da palazzo. Tutte le piccole cose a cui era abituato erano svanite nel nulla, scomparse insieme alla ragazza. Lo strano comportamento di Mana l'aveva fatto riflettere parecchio; non era abituato a stare così lontano dalla sua migliore amica, vederla così distante lo metteva a disagio.
Sapeva benissimo che la colpa era solo sua. Non avrebbe dovuto confessarle la sua stupida cotta; aveva rovinato ogni cosa. I sacerdoti sembravano aver notato lo strano comportamento di entrambi, e più volte Mahad aveva cercato di parlargli, ma il giovane principe si era chiuso in sé stesso.

Le giornate scorrevano lente e noiose, il caldo lo affaticava parecchio ed ogni volta che si decideva a parlarle, Mana sembrava non esistere affatto. Aveva controllato ogni angolo del palazzo, anche dentro i vasi, ma non c'era traccia della giovane incantatrice. Sembrava essersi dileguata.

"Ho rovinato tutto, sono uno stupido."

Cercò quindi Mahad, sperando ne sapesse di più - dopotutto era il suo maestro. Doveva parlare con Mana, e urgentemente. Doveva chiarire quella strana situazione e ritornare alla pace di prima.

«Mio faraone» si inchinò il mago, porgendogli i suoi saluti. «Mi ha mandato a chiamare?»
«Sì, Mahad. Ho bisogno di sapere quando vedrai Mana per le tue lezioni. Ho bisogno di parlarle.» spiegò, cercando di non sembrare a disagio.
«Questo pomeriggio, nella solita stanza.» rispose. Lo guardò poi accigliato. «È successo qualcosa? Mana ha combinato qualche disastro?»
«No. Temo che questa volta la colpa sia mia. Vai pure.»

Lo congedò, lasciandolo parecchio perplesso. Atem sospirò, spostandosi poi nei giardini del palazzo. Doveva aspettare ancora qualche ora.
Erano passati giorni ormai dal loro ultimo incontro, e dopo la sua confessione Mana era scappata via senza dirgli nulla. L'aveva spaventata? Nemmeno lui sapeva cosa pensare. L'unica cosa di cui era certo, era di aver rovinato il loro splendido rapporto, con poche e semplici parole.

Atem era sempre stato molto legato a Mana, erano amici da anni e lei era la sua unica confidente intima. E forse era stato proprio questo a farlo cadere lentamente nella trappola dell'amore. Più volte aveva cercato di fermare quei sentimenti inopportuni, tentando di non guardarla con gli occhi di un ragazzo ma con quelli di un sovrano. Non aveva mai funzionato. Mana era speciale, l'unica in grado di farlo sorridere in ogni momento.
Erano cresciuti insieme, e negli ultimi anni aveva visto coi suoi occhi il cambiamento che aveva fatto la ragazza. Non solo il suo corpo si era sviluppato, rendendola una splendida giovane donna, ma anche il suo carattere si era fatto meno infantile - per quanto fosse sempre una gran pasticciona. Atem l'aveva sempre trovata parecchio graziosa, ma lei aveva raggiunto l'apice della sua bellezza solo nell'ultimo anno.
E per quanto avesse cercato di non farci caso, di ignorare la cosa, il faraone aveva iniziato a guardarla con occhi diversi. Aveva sempre saputo di essere attratto da lei, ma aveva lasciato correre, pensando si trattasse di una semplice cotta passeggera. Una cosa da nulla. Questa, però, si era solo fortificata, e col tempo aveva iniziato a pensare a lei in modo diverso. Non solo un'amica, ma una donna. Una possibile amante. Una sposa. Una madre per i futuri sovrani.
"Ma questo è impossibile, perché io sono il faraone. Lei ha giurato di proteggere me e l'Egitto, non di amarmi." pensò con amarezza.

Arrivò il tanto atteso momento della lezione di Mahad. Si era accordato col mago per cancellare la lezione; aveva bisogno di parlare a Mana, in privato. Ma doveva prima trovarla e obbligarla ad ascoltarlo. Sperò con tutto il cuore che la giovane maga non avesse intenzione di saltare proprio quella lezione. Spesso la ragazza aveva il vizio di sfuggire alle "tediose" ore con Mahad, senza ovviamente farsi trovare dal povero e paziente maestro. E, Atem lo sapeva, Mahad non gli avrebbe concesso un'altra lezione per parlarle - o almeno non di sua spontanea volontà, ma il principe non era solito imporre i suoi capricci agli altri.
Per fortuna, quando il ragazzo arrivò nella stanza delle lezioni, la trovò dentro. Era girata di schiena. Non lo vide avvicinarsi.
Atem si schiarì la voce, facendola sobbalzare. Mana si voltò, e non appena incrociò il suo sguardo si paralizzò. La vide sgranare gli occhi, come terrorizzata. Non voleva proprio vederlo, evidentemente.

«Mana, dobbiamo parlare di...quella cosa.» iniziò lui, avvicinandosi.
«Non ce n'è bisogno, va tutto bene Principe..!» indietreggiò.
«No, invece. Mi eviti da giorni. Anche adesso stai cercando di allontanarti.» la guardò dritto negli occhi. Mana abbassò lo sguardo.
«Pensavo fosse meglio per noi...standoti lontana magari...ti passerà...»

Atem si bloccò, confuso da quelle parole. Come poteva essere un bene il non parlarsi più, non vedersi? Evitarsi? Sospirò, portandosi una mano sulla fronte. "Ho rovinato tutto". E, allo stesso tempo, pensò a quanto fosse ingenua la ragazza. Come poteva risolvere tutto quanto evitando il 'problema'? Sospirò, sedendosi su una sedia lì vicino. Fece cenno a Mana di avvicinarsi. "Questo mio atteggiamento da vecchio lo ha sempre detestato, chissà cosa starà pensando". Mana gli aveva spesso rimproverato di avere un comportamento da "vecchio saggio che dispensa consigli", e la cosa lo aveva sempre fatto ridere parecchio.
Quando la ragazza si avvicinò, sistemandosi accanto a lui, iniziò a parlare.

«Mi dispiace se ti ho turbata con quelle parole. Ho sbagliato, non avrei dovuto dire nulla di tutto ciò.» disse, guardando a terra.

"Perché rinnegare i propri sentimenti è così difficile? Più difficile del confessarli."

«Non temere, tornerà tutto come prima. Dimenticati delle mie parole. Fai finta che sia uno scherzo; io stesso smetterò di pensarci e ritorneremo i soliti Atem e Mana di sempre.» concluse la frase con un sorriso, dirigendo lo sguardo verso i due occhi smeraldini della giovane.

Mana non sembrava per nulla rincuorata. Anzi, sembrava addirittura...arrabbiata. La giovane aveva aggrottato la fronte, assumendo una buffa espressione imbronciata, che lasciò Atem alquanto basito. Di certo non si aspettava una reazione come quella. Ma si sapeva: Mana era imprevedibile, sempre e comunque.
Fece per parlare, quando la ragazza lo interruppe sventolando una mano di fronte a lui, facendogli cenno di tacere.

«Quindi stai dicendo che non è vero che mi ami?» domandò all'improvviso.

Atem non seppe cosa rispondere. Non era una domanda molto normale. "Nemmeno questa situazione lo è, dopotutto". Rifletté velocemente.

«Se la cosa distruggerà il nostro rapporto, allora smetterò di amarti.» concluse.
«Non puoi importi di non amare più qualcuno!»
«Dovrei quindi continuare ad amarti?»
«Ma è sbagliato, e tu lo sai.»

Rimase in silenzio. "Che diamine dovrei fare?". Mana sembrava parecchio irritata, e al tempo stesso confusa dal loro discorso. Il principe sospirò, portandosi una mano alle tempie, massaggiandosele.

«Non possiamo semplicemente tornare a com'eravamo prima? Cancelliamo quella giornata dalle nostre memorie.» guardò la ragazza «Per favore, Mana. Non mi va di perderti.»
«Cancellare quella giornata?» farfugliò lei. «Quindi...fingere che tu non mi abbia mai detto...quella cosa?»
«Esatto.»
«Così però non cancellerai i tuoi sentimenti.»
«Lo so, ma anche tu hai detto che non posso farlo. Li terrò per me, nessuno saprà niente. Com'è sempre stato.»

Il ragazzo sentì una fitta allo stomaco. "Perché deve fare male? Non posso averla, e non voglio perderla. Devo scegliere la cosa migliore da fare. E dimenticarmi dei miei sentimenti è l'unica soluzione possibile".
Mana si rabbuiò, silenziosa. Sembrava parecchio disturbata da quella situazione così insolita, così difficile. Atem si grattò la nuca, cercando qualcosa di sensato da dire. Avrebbe volentieri cancellato la memoria di Mana, riportando il loro rapporto a com'era all'inizio: una splendida amicizia, così intensa e splendente da far invidia a chiunque.

«F-forse c'è un'altra soluzione, però.» balbettò la ragazza, interrompendo il silenzio.
«Sarebbe?» alzò un sopracciglio,

Notò le dita della ragazza andare a giocherellare con le ciocche brune dei suoi capelli; il suo sguardo sfuggì alle iridi ametista di Atem, andando a girovagare per la stanza, come in cerca di qualcosa. Il ragazzo conosceva fin troppo bene quello sguardo: stava cercando il coraggio - e le parole giuste - per dire qualcosa, probabilmente qualcosa che l'avrebbe messa nei guai. "Cosa vuoi dirmi, Mana?" si domandò. Aveva un aspetto così innocente, così buffo, che per poco non scoppiò a ridere. Quante volte aveva visto quello sguardo, quando per sbaglio la giovane rompeva qualcosa, falliva clamorosamente nel lanciare un incantesimo (creando disastri in giro). Cosa doveva dire di così 'pericoloso', in quel momento? Cosa l'avrebbe cacciata nei guai?
Solo dopo essersi creata un paio di nodi nei capelli, posò di nuovo gli occhi sul principe, con determinazione, ed un lieve rossore sulle gote.

«Anche io sono innamorata di te!» gridò; il rossore sul viso aumentò notevolmente.

Silenzio. Assordante silenzio. Atem non poté fare a meno di rimanere sorpreso; fu come sprofondare in un burrone, nel vuoto, come cadere dal letto.
Inizialmente, pensò di aver sentito male. Che diamine aveva detto Mana? Innamorata di lui? Stava sognando forse? Era uno scherzo, o un modo stupido per farlo sentire meno a disagio? Sbatté le palpebre un paio di volte, confuso.

«Come..?» bisbigliò appena.
«S-sono innamorata di te, principe! Da un po'...f-forse un bel po'...non saprei...» farfugliò un sacco di parole sconnesse, alcune a così bassa voce che Atem non capì nulla. «Io volevo dirtelo, quel giorno! M-ma tu mi hai spiazzata, perché non pensavo che tu...che io...insomma...e poi sono corsa via!»

La ragazza cominciò un monologo molto confuso, ubriacando le orecchie di Atem di frasi ambigue, caotiche e quant'altro, abbassando sempre di più la voce, fino ad arrivare ad un bisbigliare incomprensibile, interrotto di tanto in tanto da improvvisi acuti o parole gridate che, prese da sole, non avevano molto più senso del suo sussurrare di poco prima. Il viso della ragazza era ormai più rosso e caldo del disco solare di Ra, le mani si agitavano ovunque, a volte tuffandosi nella sua chioma castana, arruffandola ancora di più.
Il giovane faraone prese fiato.

"Mana è innamorata di me."

Cercò di fare il punto della situazione. Perché lui era così: lucido, riflessivo, trovava sempre una soluzione ad ogni cosa. Ed era il momento di trovarne una adatta alla nuova situazione che si era creata.
Lui era innamorato di Mana. E lei, stranamente, ricambiava. Ed ora entrambi erano a conoscenza dei sentimenti dell'altro. Ma Atem era il faraone, il sovrano d'Egitto, e avrebbe dovuto sposare una principessa degna di diventare la Grande Sposa Reale. Mana, invece, sarebbe diventata un'incantatrice della sua Corte Sacra. Era impossibile, per loro, stare insieme. La sola idea era folle e priva di senso.
Il faraone e un'apprendista incantatrice? L'intero popolo avrebbe riso di gusto, sentendo una notizia del genere.

"Mana è innamorata di me. E io di lei."

La giovane continuò a farfugliare cose a caso, troppo presa dal suo imbarazzo per prestare attenzione al principe. Atem la guardò. Quella che vide non fu la bambina, o meglio, la ragazza che era sempre stata la sua migliore amica: Atem vide una donna, giovane e bella, divertente e goffa, che era sempre stata al suo fianco. E lo sarebbe sempre stata, in un modo o nell'altro.
Prese le mani della ragazza tra le sue, avvicinandosi sempre di più a lei. La colse di sorpresa quando, in un gesto fulmineo ma delicato, fermò il suo sproloquio con un caldo bacio sulle labbra.
Mana si irrigidì. Atem poteva sentire la ragazza immobile di fronte a sé. Ma non si allontanò; proseguì il suo bacio, portando una mano sul viso della giovane, accarezzandole una guancia. Lei sembrò sciogliersi, ricambiando timidamente quell'inaspettato gesto.
Quando il faraone si staccò, la ritrovò ancora più paonazza. Ma, questa volta, era rimasta senza parole. Atem si lasciò sfuggire un sorrisetto. Le fece poi l'occhiolino.

"Forse una soluzione a tutto questo c'è. Forse possiamo stare insieme."

«Non lo diremo a nessuno. I sentimenti non si possono cancellare, ma possiamo nasconderli agli altri.»
«Principe, stai suggerendo di...»
«Esatto. Sarà un po' come le nostre piccole fughe, i nostri scherzi, o quei cocci del vaso che frantumasti tempo fa.»

Si alzò in piedi, porgendo una mano alla ragazza.

«Sarà un segreto. Il nostro segreto.»

 

  
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