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Autore: Queen59Yaoi    02/10/2015    1 recensioni
Tornato nella sua amata Contea, Bilbo Baggins si getta anima e corpo a trascrivere le sue avventure in un libro; accanto a sé ha il piccolo Frodo, curioso e intraprendente, che ama ascoltare le sue storie.
Ma in una notte di pioggia, un'inatteso ospite si presenta a casa sua, riportando alla memoria ricordi di un'isolata e lontana montagna.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Bilbo Baggins, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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Ciao a tutti! Innanzitutto volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto la mia storia … e mi scuso fin da ora se per caso avete notato degli errori di qualsiasi genere J
Se avete qualche dubbio riguardo alla storia, o se ho tralasciato qualche particolare, non esitate a chiedere.
Alla prossima, allora! Ciao J
 
 
 
 
 
La stanza si affacciava sul piccolo mulino e sulla valle circostante … l’arredamento era semplice e curato, e una candela profumava l’aria.
Mi sedetti sul letto e sospirai … avevo viaggiato a lungo, e la cena era squisita: era meglio che mangiare bacche e bere dai torrenti.
Dopo un bagno caldo, iniziai a scrivere una lettera … ma le parole erano vuote, non riuscivo a esprimere i pensieri che mi turbinavano nella mente..
Più volte strappai la pergamena e ricominciai, ma mi arresi quando l’inchiostro scivolò sul tavolo.
Quanto mi sarebbe piaciuto avere un consiglio dallo Stregone … ma ero ritornato lì per una ragione, e volevo che fosse Bilbo il primo a sapere del mio ritorno.
 
 
 
“Vedo il dubbio dentro di te … ma puoi fare una sola scelta, nobile Thorin.”
Varda, la sposa di Manwë, si avvicina a me e appoggia una mano sulla mia spalla.
“Ti possiamo concedere un momento per decidere.”
“Vi ringrazio, dal profondo del mio cuore.” Con un fruscio, essi svaniscono e rimango solo a riflettere.
 
I suoi occhi verdi sono pieni di lacrime, mentre mi incoraggia a resistere. Ma vedo i contorni del suo viso come sfocati, mentre sento il dolore nel petto crescere sempre di più; non voglio lasciare questo mondo, non voglio lasciare lui, Bilbo.
Troppo tardi ho compreso la debolezza che mi attanagliava il cuore, non mi rendevo conto che proteggendo il tesoro stavo perdendo lui … era lui il tesoro più prezioso che esistesse: timido quanto coraggioso, leale e altruista, e con un cuore gentile.
Cerco di sorridere, e mi congedo da lui, mentre le sue lacrime scendono sul mio volto … poi non sento più nulla, ma vedo il dolore nel suo sguardo.
Anche se la mia anima dovesse vivere in eterno, perfino l’aldilà sarebbe insopportabile: dovrei rivedere in ogni momento il suo viso, e non potrei perdonarmelo.
Chiedo a Nàmo se può richiamare i Valar, e loro tornano dopo pochi secondi; sospiro, mentre mi inginocchio davanti a loro.
“Ho preso la mia decisione: voglio tornare a vivere, o Saggi!”
“Molto bene. Fratelli, concediamo una benedizione a Thorin, in modo che il suo futuro sia meno travagliato.”
“Mio signore, vorrei concedere un mio dono al nobile Thorin.”
Alzo lo sguardo sulla dea dai capelli ramati, vestita con una veste verde giada, che portava sul capo una corona di fiori.
“Io posso farti rivedere i tuoi nipoti, se lo desideri … sono sicura che vogliano salutarti e augurarti buona fortuna.”
Vedendo le mie lacrime, la dea chinò il viso, e davanti a me comparvero Fili e Kili.
“Zio!” Li abbraccio a me e osservo i loro sorrisi, imprimendoli nella memoria.
“Non essere triste … puoi ancora compiere delle avventure zio … e poi la compagnia ha bisogno di te, e anche Bilbo.”
“Bilbo sarà così felice di rivederti, caro zio … è stato un valido collaboratore e un caro amico per te e per noi … e si merita di essere felice con te.”
Mi asciugo le lacrime dal viso e scompiglio i capelli ai ragazzi
“Sono così fiero di voi, nipoti. Farò ricordare il vostro nome e il vostro coraggio nelle storie del nostro popolo. Che i saggi Valar vi benedicano, Fili e Kili: voi siete della dinastia di Dùrin, siete stirpe di re!”
Mi sorridono per l’ultima volta, prima di svanire.
I Valar si mettono a cerchio intorno a me, e pronunciano una benedizione in una lingua sconosciuta, ma così musicale che sembra un canto dimenticato. Poi Manwë mi porge una ciotola, spigandomi che bevendo da essa sarei ritornato a vivere.
Appena bevvi, sentii come un calore bruciante sul petto, poi tutto svanì in un turbinio di colori … vidi le stelle più luminose del cielo, e la luna piena di luce bianca …
 
Mi ritrovai disteso sulla fredda terra, mentre il sole spariva dietro gli alberi.
All’alba m’incamminai lungo il sentiero, e dopo un giorno di cammino arrivai nei pressi di un villaggio. Cercai un posto in cui pernottare, e un mercante di vino m’indirizzò alla Locanda del puledro impennato. Ripresi le forze, e chiesi indicazioni per la Contea e continuai il viaggio.
Finalmente riconobbi il villaggio hobbit ed entrai nella piccola locanda, dove ordinai una birra e qualcosa da mangiare.
Un ragazzino dai capelli neri entrò sorridendo, rincorso dall’amichetto biondo e paffuto e ridendo, corsero lungo la sala.
“Non vedo l’ora di rivedere Gandalf, Sam; quando è ripartito, mi ha promesso che mi avrebbe fatto partecipare a una delle sue prossime avventure".
“Non hai paura? Ci sono esseri cattivi oltre la Contea…”
“Sam, se sarò con Gandalf, non mi succederà niente.”
Presi la collana che portavo al collo e la rigirai tra le dita … poi andai di sopra, cercando la stanza che avevo pernottato.
  
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