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Autore: bloodywimey    02/10/2015    4 recensioni
|Newtmas AU| OOC|
dal testo:"Sai una cosa Tommy?" Newt guardò a lungo il bruno come se non volesse mai lasciare quei bellissimi occhi marroni, "tu mi hai riportato in vita." Thomas sorrise e lo avvicinò a sè in un bacio e, in quel momento, Newt non poteva essere più felice di essere "diverso".
In sintesi la vita di Newt e Thomas nella società di oggi che disprezza gli omosessuali e vive di pregiudizi.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L'aria era densa, fitta, fredda.
Il corpo di Newt stava man mano diventando sempre più freddo: non riusciva a sentire le dita delle mani e dei piedi.
Non si era mosso di un centimetro dal pomeriggio prima e quella notte aveva fatto un freddo glaciale, la sua t-shirt di cotone non aiutava di certo a fargli tornare un colorito normale.
Potè scorgere della luce e capì che era ormai mattina, non aveva chiuso occhio e iniziava a sentirsi debole.
Sentì il rumore delle foglie che si schiacciano, dei passi. Eppure nessuno entrava nel bosco a quell'ora di mattina.
A un certo punto una figura esile, che riconobbe come sua sorella, fece capolino dalla porta della casetta e lo guardò con uno sguardo sarcastico e preoccupato allo stesso tempo.
"Non ti ho detto che non si esce da soli nel bosco?" Sonya sorrise e tese una mano verso il fratello più piccolo che la prese volentieri, sentendo finalmente ritornare la vita nel suo corpo.
Si tennero stretti per tutto il percorso fino a casa della sorella, lei era l'unica persona che avesse mai mostrato interesse e amore per il ragazzo.
Newt adorava Sonya: nonostante non fosse proprio sua sorella, i due erano sempre stati molto uniti. Anche lei era rimasta all'orfanotrofio perchè i suoi genitori erano morti in un incidente d'auto, ma a differenza sua la madre di Sonya era sempre stata una donna gentile e amorevole verso la figlia.
Abitavano a due isolati di distanza e ora Sonya aveva una casa tutta sua, dove a volte Newt restava per diversi giorni. Non che alla ragazza dispiacesse, quei due erano diventati davvero fratelli. Condividevano tutto, e per Newt lei era diventata l'unica persona di cui si potesse fidare. Sonya riusciva a far tornare il ragazzo simpatico e vivace che si nascondeva in Newt, e non poteva che esserne felice.
Raggiunsero la casa della ragazza: si trattava di una piccola villetta a schiera, mattoni colorati e vasi di fiori la decoravano e sembrava che fosse sempre primavera. Newt pensò che quella casa rifletteva perfettamente il carattere della sorella, colorato, perfetto.
L'interno della casa era come l'ultima volta, ordinato e vivace come il resto. Il biondino amava ogni parte di quella casa, lo faceva sentire in uno di quei libri che lui tanto amava, perchè era tutto tremendamente a posto. Nella sua vita niente era mai stato a posto.
La ragazza si sedette sul divano verde mela e fece segno al fratello di unirsi a lei. Quando di sedette avvenne quello che Newt sperava che non avennisse: il momento delle spiegazioni.
"Newt, tu lo sai che ti voglio bene?" la voce di Sonya era dolce e intenta a ricevere risposte. Il ragazzo annuì leggermente lasciandola parlare.
"E lo sai che ci tengo a sapere come stai?" Newt annuì di nuovo e si preparò alla domanda che stava per ricevere.
"Cosa ci facevi nella casetta Newt? Dimmelo con calma." la ragazza si posizionò meglio sul divano e iniziò a mangiarsi le unghie, cosa che fa ogni volta che è nervosa. Newt si grattò il naso e tirò un grande sospiro prima di iniziare a parlare.
"Mi hanno quasi picchiato a scuola, un ragazzo che non conosco li ha fermati. Lui mi piace, ma non voglio che finisca come... come.. lo sai." la voce gli si spezzò in gola e una piccola lacrima fece per scendergli sulle guancie, ma la sorella la asciugò via.
"Newt, solo perchè sei stato coinvolto in un grave incidente questo non fa di te un assassino o un mostro. Se questo ragazzo ti piace devi stargli vicino senza aver paura di quello che gli altri ti diranno." la ragazza lo avvicinò sempre di più, pronta ad abbracciarlo.
"Non tutti la pensano come te Sonya, non mia madre, non i miei compagni. Loro mi odiano." questa volta Newt pianse e la sorella lo strinse forte come per proteggerlo da tutti il male del mondo. Questa era l'intenzione.
Rimasero così per il resto della serata, uniti contro il mondo. Erano una valanga di emozioni che venivano liberate, rimaste chiuse per troppo tempo.

*********************************************************************************************************
(Thomas POV)


Odiava vedere Newt correre via.
Voleva inseguirlo, prenderlo, abbracciarlo, salvarlo.
Quel ragazzo era come un enigma che nessuno riesce a risolvere, ma Thomas desiderava risolverlo più che mai.
L'aveva salvato già molte volte eppure il ragazzo non faceva che allontanarsi da lui. Questo ragazzo non faceva che incuriosire Thomas e ogni volta che lui si allontanava per lui era un motivo in più per avvicinarsi.
Quando il biondino era corso via chissà dove giusto poco tempo prima, il moro era rimasto con un senso di vuoto e il cuore a pezzi. Ma non avrebbe permesso a un'attimo di indecisione di separarlo da Newt.
Decise, quindi, di raggiungerlo a casa sua per vedere come stava il ragazzo e per chiedergli scusa di averlo spiazzato in quel modo. Sperava che così sarebbero potuti diventare amici, almeno per ora.
Raggiunse l'enorme villa bianca e suonò diverse volte prima che usa signora sulla trentina gli aprisse la porta. Dei lunghi capelli neri le ricadevano sulle spalle, era minuta e in generale una bella donna.
"Posso aiutarti" chiese la donna educatamente.
"Si, sto cercando Newt. E' in casa?" La donna fece una faccia alquanto sorpresa e confusa.
"Newt? Perchè dovrebbe essere qui? Non credo che sia mai venito a casa mia in effetti." Thomas spalancò la bocca e rimase fermo per vari secondi, prima di scappare, lascando la donna ancora più confusa di prima.
Prese il telefono di corsa dalla tasca, quasi facendolo cadere e premette sul numero di Newt.Non sentì nulla dall'altro capo della linea a parte la segreteria che indicava che il ragazzo aveva il cellulare spento. Imprecò contro il cellulare e decise di chiamare l'unica persona conosciuta che sapeva dove poteva trovarsi Newt: Minho.
Dopo solo due squilli il coreano rispose, il suo solito buon umore si poteva sentire attraverso il cellulare.
"Yo Thomas, dimmi tutto amico." Thomas lo volle picchiare ma cerco di rispondere il più amichevolmente possibile.
"Minho, mi serve il tuo aiuto. Sai dov'è Newt?"
"Newt? Dovrebbe essere a casa."
"Si, puoi dirmi dove abita?'" Silenzio. Minho non rispose per diversi minuti. Poi sospirò e si decise a parlare.
"Non dovrei dirtelo. Dalla casa che ti ha mostrato devi andare avanti di tre isolati e poi giri a destra. La prima casa distrutta che vedi e la sua."
Distrutta? Thomas rimase colpito da quelle parole e decise di finire lì quella conversazione e preoccuparsi del biondo.
"Grazie,Minho." chiuse di corsa la chiamata e si precipitò tra le strade seguendo le indicazioni.
Arrivò davanti a una casa distrutta, più che altro un rudere.
Thomas rimase a bocca aperta, ora capiva perchè Newt gli aveva mostrato la villa perfetta con la famiglia perfetta. Perchè lui non aveva entrambe le cose. Si sentì terribilmente in colpa verso il ragazzo e il desiderio di trovarlo si fece sempre più forte.
Si avvicinò alla porta storta di quella casa e bussò piano, spaventato dal distruggerla.
Una donna aprì la porta, il moro non potè credere ai suoi occhi quando vide con chi viveva Newt. Il senso di colpa cresceva.
"Scusi, c'è Newt in casa? Sono un suo amico."
"Newt non ha amici." lo bloccò subito la donna, "non deve averli, non dovresti essere qui. Vattene ragazzo." fece per chiudergli la porta in faccia, quando Thomas la fermò.
"La prego, mi dica solo dov'è." cercò, tramite la sua espressione preoccupata, di spingere la donna a rispordergli.
"Nel bosco, è lì che va quando ha dei problemi. Lui scappa. Lo fa sempre, è meglio che tu lo sappia, dato che sei suo amico." detto questo la "madre" di Newt chiuse la porta e tornò nell'oscurità di quella casa inquietante.
Thomas rimase davanti a quella casa per vari minuti pensando alla vita di Newt, a come aveva fatto a sopravvivere a tutto quello. Poi corse verso il bosco, senza sapere dove andare.
Corse e corse.
Un miglio, due, e così via. Il cuore gli si stringeva in petto.
"Newt" questo pensiero gli dava forza.
Perchè se Newt era sopravvissuto a tutto quello, Thomas sarebbe dovuto sopravvivere per salvarlo, per farlo tornare a una vita normale, con una casa normale e delle persone che lo amano.
Corse come se la sua vita dipendesse da quello.
Il bosco diventata sempre più fitto, un po' troppo.
A un certo punto smise di correre, e si guardò intorno e vide il nulla.
Alberi, foglie, nient'altro lo circondava.
Il rumore del vento, l'aria fredda che iniziava a sentirsi, ogni minuto diventò un'ora.
Iniziò a girarsi intorno capendo che non sarebbe più riuscito a uscire da lì.
L'ultimo suo pensiero fu :"Newt,ti prego."
Poi buio.




A/N: note dell'autrice.
Ehilàà
Eccomi di nuovo qui con un giorno d'anticipi :3
Questo capitolo mi ha messo molta difficoltà e spero che sia bello e che attiri interesse.
Come al solito ringrazio le mie culopesche e chiara che leggerà questo capitolo per forza (penso sempre a te eheh)
Ringrazio tutti coloro che seguono la mia storia.
Baci e newtmas per tutti.

Dalia
   
 
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