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Autore: barb_s91    03/10/2015    1 recensioni
A volte ritornano.. Ma sarà davvero sempre così? Gli amori, quelli veri, sono destinati a ritornare o è solo un'illusione?
Beatrice ritorna a New York dopo tre anni, in vista del matrimonio di sua cugina. Sapeva in cuor suo che avrebbe dovuto rivivere il suo passato, o quantomeno doveva farne i conti.
Cosa succederà quando si troverà di fronte al suo passato? riuscirà a lottare per il vero amore, o scapperà come è abituata a fare?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Non possiamo dire in quale preciso momento nasce l'amicizia. Come nel riempire una caraffa goccia a goccia, c'è finalmente una stilla che la fa traboccare, così in una sequela di atti gentili ce n'è infine uno che fa traboccare il cuore.

-Fahrenheit 451

 

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«Pensavo fossi partita».

Zayn era ancora immobile davanti a me, lo sguardo sul mio, e un sorriso pieno di gioia.

Il nostro era uno di quegli incontri inaspettati, imprevisti come un temporale durante una giornata di sole, come una di quelle piogge estive che ti risollevano dal calore del sole sulla pelle. Fin dalla prima volta che avevo visto Zayn, nonostante la sua apparente sicurezza, avevo capito che in lui c'era qualcosa di più. Il suo atteggiamento mascherava un animo dolce e sensibile, proprio come un Flan, come un dolce al cioccolato duro all'esterno che, non appena tagliato, mostra tutto il suo cuore liquido e caldo.

Non credevo che lo avrei rivisto, tantomeno così presto.

New York era una grande città e, a meno che non frequentassi sempre gli stessi quartieri, incontrare una persona per due volte, era quasi impossibile. Invece eravamo lì, uno di fronte all'altro, dopo nemmeno un giorno dal mio trasferimento. Nello stesso quartiere, nello stesso supermercato, a fare la spesa alla stessa ora.

A volte il destino decide di metterti sul cammino di un'altra persona, senza un motivo apparente, senza una spiegazione, lo fa e basta. Forse non scoprirai mai il motivo per cui tutto questo succede, spesso pensi che il destino ti sia avverso, che ti metta di fronte difficoltà troppo grandi per te, insormontabili. Altre volte invece non puoi fare a meno di ringraziarlo, perché riesce a donarti persone uniche, persone che non passeranno mai, come Harry. Altre volte ancora ti manda persone che non capisci che ruolo avranno nella tua vita, come Zayn. Te le manda e basta, e tu sai che in fondo quella persona avrà un ruolo nella tua vita, non sai per quale motivo, cosa farà e dove ti porterà, sai solo che è giusto così.

Mi avvicinai a lui, non potendo fare a meno di sorridere. 

Ero felice di averlo incontrato, ero felice che il destino avesse messo proprio Zayn nel mio cammino. Camminai verso di lui, quasi intimorita dalla sua presenza, perché non potevo fare a meno di chiedermi: perché proprio lui?

«Ero partita, ma sono ritornata» dissi una volta davanti a lui.

Potevo vedere la sua felicità nel rivedermi dal luccichio dei suoi occhi, dal sorriso dolce che mi stava rivolgendo. Le sue labbra carnose erano distese, per permettere al suo splendido sorriso di far capolino sul suo volto, mostrando i suoi denti perfetti.

«Pensavo non ti avrei più rivista dopo 'quella sera'» e nella sua voce mi parve di leggere quasi sollievo, come fosse felice di essersi sbagliato.

«Ti riferisci alla sera dell'addio al nubilato?» dissi, facendomi uscire una risata quasi isterica al ricordo di quella sera.

«Esattamente».

Con lui riuscivo a parlare anche senza formulare la frase. Bastava guardarci negli occhi per capire quello che pensavamo, e ciò era anche strano visto le poche volte che avevamo avuto l'opportunità di parlare e stare insieme.

Sapevo a cosa stava pensando. 

Quella sera ero distrutta, rotta in mille pezzi, come non lo ero da tanto tempo, e lui era riuscito a non approfittarne, a raccogliere addirittura i pezzi di quel cuore distrutto, e a ricomporlo, quando aveva deciso di riportarmi da Harry. Non avevamo più parlato di quell'avvenimento, non ne avevamo mai avuto occasione, era stata l'ultima volta che ci eravamo visti.

Eppure dal suo sguardo non percepivo nessun cambiamento, nessun imbarazzo. Avevo temuto che, vedendomi in quello stato, avesse potuto cambiare l'opinione che si era fatto di me, che mi disprezzasse, ma ero felice di constatare il contrario.

«In ogni caso, come mai qui?» mi chiese, mentre ci stavamo dirigendo verso le casse, io con il carrello pieno di cibo, lui solamente con una confezione di birra e un pacco di patatine al formaggio. 

«E' una lunga storia» risposi non potendo fare a meno di sospirare.

«Allora ti va di raccontarmi la tua storia davanti ad un bel pranzetto?».

Non eravamo dei veri e proprio amici, eravamo dei semplici conoscenti, che avevano già condiviso più di qualsiasi conoscenti, ma troppo poco per essere amici. Però con Zayn c'era stato fin da subito un legame speciale, come una strana connessione che non si può spiegare. Se non fosse stata la quarta volta nella mia vita che vedevo quel suo bel volto, l'avrei definito un mio amico, quel fratello che non avevo mai avuto. Per questo non ebbi difficoltà a rispondere.

«Con piacere, ma prima devo portare la spesa a casa».

«Certo, ti accompagno».

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«Così sei andata a vivere con lui?».

Dopo aver posato la spesa a casa, io e Zayn c'eravamo incamminati verso l'underground e ci eravamo diretti verso Central Park.

Durante la strada, l'odore libidinoso degli hot-dog aveva invaso le mie narici, e non potei fare a meno di sospirare di piacere. Zayn aveva notato subito quel mio strano gesto, ed era scoppiato in una sonora risata, facendomi arrossire. 

Non gli avevo dovuto chiedere niente.

Continuando a ridere, più compostamente di prima, si era diretto verso la bancarella e aveva comprato due hot-dog con sopra la maionese. Era arrivato davanti a me e me ne aveva dato uno, incamminandoci verso il parco.

Avevamo mangiato in silenzio, seduti su una panchina all'ombra di uno dei grandi alberi. Nessuno dei due aveva aperto bocca fino a quando non avevamo finito di mangiare.

«Si» risposi alla sua precedente domanda.

Lessi dai suoi movimenti uno strano irrigidimento, come se non si aspettasse veramente quella risposta, o come se la temesse. Lo capivo, mi aveva vista stare male per lui tutte le volte che c'eravamo incontrati, ed ero sicura che la sua reazione fosse perché in fondo era preoccupato per me.

«E' una scelta abbastanza impegnativa» riuscì a dire dopo qualche secondo di riflessione.

Non potei fare a meno di riflettere sulle sue parole, su quella panchina al fresco degli alberi, mentre la gente ci correva attorno, mentre urla di felicità dei bambini attorno a noi riempivano il silenzio della natura.

«Probabilmente si. Ma siamo stati così a lungo lontani, così tanto tempo divisi, che questa era la scelta più giusta da fare» sospirai.

«Non sempre la scelta giusta, è quella che si vuole veramente» m'irrigidii alle sue parole.

Avevo avuto sempre attorno a me persone che appoggiavano la mia storia con Harry, che, conoscendoci, ci avevano addirittura spinto a tornare insieme. Non avevo mai avuto accanto qualcuno che non fosse a conoscenza della nostra storia, del nostro amore, Zayn era la prima persona estranea alla nostra storia che mi dava un'opinione disinteressata.

«Io e Harry ci apparteniamo. So che per quello che hai visto non sembra, ma è così - feci una pausa, volendo dire troppo, ma non riuscendo ad esprimerlo a parole - Siamo stati lontani per tre anni, rassegnati al fatto che il nostro amore era finito, e pronti a rifarci una vita. Ci abbiamo tentato con tutte le nostre forze ad andare avanti, perché dai, le possibilità che il tuo primo amore sia realmente l'amore della tua vita, per quanto tu ci possa sperare, sono irrisorie».

Vedevo Zayn ascoltarmi attentamente, fare attenzione ad ogni mia singola parola e gesto, come se mi stesse studiando, come se volesse capire quanto realmente credessi io stessa alle mie parole. Era seduto accanto a me, appoggiato con il costato alla panchina, con un braccio sullo schienale ed una gamba completamente appoggiata sulla panchina.

«Pensavamo entrambi di essere andati avanti, di aver superato tutto il male e tutto l'amore che avevamo provato l'uno per l'altro, ma quando i nostri occhi si sono posati sull'altro, è stato come se i tre anni che avevamo passato lontani non esistessero più. Nessuno dei due ha fatto caso a quanto eravamo cambiati, ma avevamo capito quanto non eravamo cambiati, quanto eravamo rimasti uguali nel nostro amore. Harry non è solo l'amore della mia vita, lui è il centro attorno al quale gira il mio amore, lui mi rende capace di amare, senza di lui non so cosa significhi. Harry è come una pozione magica, è come se senza di lui non avessi potere d'amore».

«Wow! - m'interruppe Zayn, mentre mi guardava con occhi sbarrati - allora è vero che si può provare un amore del genere!».

«Penso di si» abbassai lo sguardo, arrossendo.

«Ma ti sei mai soffermata sul fatto che tu non abbia mai cercato di andare avanti? Che tu in realtà non ci abbia nemmeno provato perché restare ancorata al tuo dolore era più facile?».

«Il nostro amore non è così, Zayn» risposi sicura.

«Se lo dici tu. Forse sono troppo scettico e cinico» disse più a se stesso che a me.

«Ti sei mai innamorato?».

«No» rispose secco.

Calò uno strano silenzio attorno a noi, come se quella confessione fosse il punto di non ritorno, come se parlare di quell'argomento avrebbe dettato l'inizio reale della nostra amicizia, come se parlare della sua vita fosse il suo limite. 

E non sapevo se potevo varcarlo o meno.

«Cosa si prova? - ruppe il silenzio, stupendomi - Come fai a capirlo?».

«Ci sono tanti modi per capirlo. Ci sono quegli amori che nascono con il tempo, imparando a conoscere tutto della persona di fronte a te. Magari inizialmente non penseresti mai che è la persona della tua vita, ma poi ti accorgi piano piano che senza di lui non c'è vita, che la sua assenza di impedisce di vivere la vita che vorresti. Poi ci sono quegli amori che ti fulminano, che ti colpiscono proprio come un fulmine a ciel sereno, e tu non puoi fare a meno di essere colpito».

Conoscevo l'amore, pur avendo amato una sola persona nella mia vita, Harry mi aveva regalato tutti i tipi d'amore che una persona dovrebbe conoscere nella sua vita. L'amore disperato, l'amore ponderato, doloroso, l'amore coscienzioso e pazzo. L'amore che ti colpisce, senza lasciarti via d'uscita.

«Capire se si è innamorati è la cosa più facile e al tempo stesso più difficile al mondo, perché sei tu stesso a non ammetterlo, sei tu stesso che hai paura di amare. Non perché hai paura dell'amore, ma perché hai paura di poter soffrire per amore - continuai - Ti accorgi di amare una persona quando ti vuoi muovere se lui si muove, quando non ti accorgi che, solo guardandolo, non puoi fare a meno di sorridere. Quando ti guardi allo specchio e, pensando a lui, i tuoi occhi brillano e il tuo sorriso scoppia di felicità. L'amore è semplice, è l'uomo che lo rende difficile».

«Grazie».

«E di che?» dissi poggiando una mia mano sulla sua.

«Grazie di avermi fatto capire cos'è l'amore».

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Restammo a parlare di noi, delle nostre vite, e finalmente riuscì a capire di più su quel ragazzo tenebre che aveva così tanta difficoltà ad uscire dal guscio. Avevo capito che Zayn aveva un modo dietro di sé, un modo tutto da scoprire, piano piano.

Era già tardo pomeriggio quando incominciammo ad incamminarci verso casa mia.

Mi faceva ancora uno strano effetto pensare che casa di Harry, era anche casa mia, ma il solo pensiero mi riempiva il cuore d'amore, perché finalmente il mio sogno si era realizzato e tutto filava liscio, come avevo sempre desiderato. Finalmente potevo guardare al futuro, potevo pensare in grande, potevo sognare una vita con Harry, tutta una vita.

«Siamo arrivati!» dissi una volta di fronte casa.

«Ormai so dove abiti. Posso venire a disturbarti quando voglio» disse Zayn sfoggiando un suo meraviglioso sorriso.

«Non mi dispiacerà più di tanto, credo» risi anche io.

«Beh, allora - fece una pausa, non sapendo cosa dire, mentre spostava il peso del suo corpo da un piede all'altro - ci si vede in giro?» e dopo avermi fatto un cenno di saluto, si girò per incamminarsi verso casa sua.

«Zayn» lo chiamai facendolo fermare.

Lui in tutta risposta si girò di scatto, con una strana espressione in volto.

«Puoi venire quando vuoi. Anzi, mi farebbe piacere avere la tua compagnia. Harry lavora tutti i giorni, e un amico è proprio quello che mi serve».

«Siamo amici, quindi?» chiese, ravvicinandosi piano a me.

«Penso di si» dissi titubante, quando lui arrivò proprio di fronte a me.

«Amici allora!» disse allungando la mano verso di me.

«Amici» risposi stringendogli la mano.

«Ok, allora verrò a disturbarti. Intanto prendi il mio numero» e mi porse un bigliettino stropicciato.

Lo aprii e vidi un numero scritto a penna e sotto il suo nome, scritto con una bella calligrafia, rovinata però dalle condizioni logorare del foglietto.

«Ti chiamerò» sorrisi.

Si girò di nuovo per andarsene, ma mancava qualcosa. 

Era come se dovessi dirgli qualcosa, come se mancasse un tassello fondamentale nel nostro discorso.

«Ah, Zayn - lo chiamai, ma non si girò del tutto, solo il necessario da poter capire che mi stesse ascoltando - troverai qualcuno che ti amerà. Devi solo lasciarti andare, farti conoscere per quello che sei, perché se lo permetterai, nessuno potrà fare a meno di innamorarsi di te».

Lui rispose con un cenno del capo e qualcosa che non riuscii a sentire, ma forse non era poi una cosa così importante visto che l'aveva pronunciata sottovoce.

Così presi le chiavi di casa, e aprii la porta.

   
 
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