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Autore: eleCorti    03/10/2015    2 recensioni
E se ChiChi, dopo la morte di Goku, si fosse risposata? Goku come prenderà la notizia? Cosa accadrebbe una volta che il sayan è ritornato in vita? Troverà ChiChi, che una volta mollato il suo nuovo marito, lo riaccoglierà a braccia aperte, oppure dovra conquistarla di nuovo? Oppure sarà costretto a farsi pure lui una nuova vita?
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pensava che finalmente con il suo nuovo marito sarebbe stata felice, ma si sbagliava. Dopo quella sera, infatti, i due coniugi iniziarono a litigare, perché Kenji era geloso poiché sua moglie dava così importanza a Goku e alla sua nuova compagna.
E la donna si era intristita, perché litigava sempre con il castano. Aveva anche iniziato a incolpare Goku di tutto ciò; perché doveva tornare in vita, ma non se ne poteva stare lassù? Si domandava spesso.
I suoi figli, in particolare il più grande, erano preoccupati per la mamma, ma quest’ultima li rassicurava sempre, dicendoli che tutto sarebbe andato bene e che lei e Kenji avrebbero fatto pace.
Spesso andava da Bulma, con la quale si confidava. E ovviamente la scienziata aveva capito che c’era qualcosa che non andava, poiché, ogni volta che l’amica veniva, non salutava il suo consorte.
“Io non capisco, sembravate così felici insieme!” ammise la donna dai capelli azzurri.
La mora sospirò: nemmeno lei capiva.
“Lo credevo pure io!” la asserì.
“Ma mi spieghi il motivo dei vostri litigi?” domandò.
“è geloso” rispose ChiChi.
Bulma sgranò gli occhi.
“Geloso di cosa?” chiese, incredula.
“Perché secondo lui, io sono innamorata ancora di Goku” replicò la mora.
“E tu lo sei?” azzardò l’amica.
La donna si alzò in piedi, infuriata.
“Certo che no! È tutta colpa sua se adesso sono in questa situazione!” le urlò in faccia.
“E tu gliel’hai detto che non sei innamorata di lui?” fece finta di crederle.
Bulma, infatti, non credeva alle parole di ChiChi, perché la conosceva fin troppo bene e sapeva che il sayan avrebbe occupato un posto nel suo cuore per sempre.
“Sì, ma non mi ha creduto!” replicò sempre arrabbiata.
E Bulma non si stupì, in quanto il suo collega non era per niente stupido.
“Dai ChiChi, sono sicura che tutto si risolverà!” la tranquillizzò.
“Grazie Bulma sei un’amica” la ringraziò.
Poi uscì dal suo ufficio e decise di andare a fare shopping, così si sarebbe calmata.
Nel frattempo, la moglie del principe dei sayan decise di aiutare la sua migliore amica, così a passo spedito si diresse nell’ufficio di Kenji, decisa a farli riconciliare.
Bussò e, dopo aver sentito “avanti” da parte del collega, entrò, sedendosi su una delle poltrone di pelle.
“Bulma a cosa devo l’onore di una tua visita?” domandò il castano.
“Tranquillo non sono venuta qua per licenziarti” scherzò.
“Allora perché sei venuta qua?” chiese, curioso.
“Volevo parlarti di ChiChi” rispose la donna.
“Ti ha detto tutto non è vero?” domandò.
“Sì” annui la scienziata.
“Senti io le voglio bene e voglio che lei sia felice, fate pace e non litigate per queste sciocchezze” lo intimò.
“Anch’io le voglio bene, anzi la amo, ma lei non mi ama, o almeno non mi ama quanto ama il suo ex, quindi è inutile provare a fare pace, sapendo che è tutto inutile” disse.
“Che cosa intendi dire?” domandò.
Kenji estrasse dal cassetto della sua scrivania un fascicolo, che poi porse alla collega. La donna lo aprì e, quando vide ciò che c’era scritto all’interno, le venne un colpo.
“Perché Kenji?” domandò.
“Perché è l’unica soluzione, non ce la faccio a vivere così” rispose, con un tono serio.
Bulma appoggiò il fascicolo sulla scrivania e uscì da quell’ufficio.
Era indecisa: non sapeva se doveva o no avvertire la sua amica di quello che le attendeva.
Intanto Gohan e Goten erano a pranzo con il loro padre.
Goku, vedendo l’aria assente dei figli, pensò che fosse successo qualcosa.
“Qualcosa non va?” domandò.
“Sono triste perché la mamma e Kenji litigano sempre” rispose il piccolo Goten.
E Gohan lo guardò storto, facendolo rattristare ancora di più.
“Mi dispiace spero che facciano pace presto” disse.
Era dispiaciuto per la sua ex moglie e voleva che fosse felice.
“Anch’io. La mamma è davvero triste, perché lei e Kenji litigano quasi ogni giorno” ammise il giovane sayan.
“Ma sai il motivo dei loro litigi?” domandò, curioso.
“No” mentì il sedicenne.
Non voleva dire al padre che il suo patrigno era geloso di lui, perché non sapeva come avrebbe reagito e poi poiché lui era felice con la sua Aida.
Finirono il loro pranzo in silenzio, poi i due ragazzi andarono a casa, mentre il padre andò dalla sua ragazza, perché avrebbe passato il pomeriggio con lei.
Frattanto ChiChi era arrivata a casa e si era messa a fare le pulizie, poiché la distraeva; poco dopo arrivarono anche i suoi due figli.
“Ciao ragazzi, com’è andata con vostro padre?” domandò.
“Bene” rispose il più grande, prima che il fratello facesse ulteriori danni.
“Mi fa piacere. Ed eravate solo voi tre?” chiese.
“Sì” rispose il sedicenne.
Poi salirono sopra, andando nelle loro rispettive camere a fare il cosiddetto riposino pomeridiano.
La donna ritornò alle sue pulizie, dedicandosi alla cucina, quando sentì chiudere la porta, segno che suo marito era appena rientrato.
“Ciao” gli disse sorridendo.
E stava per baciarlo a fior di labbra, quando lui si scansò, tirando sul tavolo un fascicolo.
“Che cos’è?” domandò, titubante.
“Aprilo” disse solamente.
La mora prese il fascicolo e lo aprì. All’interno vi era un documento e, quando ebbe finito di leggerlo, una lacrima si fece largo sul suo volto.
“Perché?” domandò sull’orlo di un pianto.
“Perché non ce la faccio a vivere così. Tu non mi amerai mai quanto ami lui, e non provare a negarlo, perché tanto non ti crederei!” rispose, con un tono serio e senza emozioni.
La donna posò il documento sul tavolo e scoppiò a piangere.
“Ti do tempo fino a domani per lasciare questa casa” proseguì.
La mora alzò la testa e si diresse al piano di sopra.
“Non c’è bisogno di aspettare fino a domani” disse tra i singhiozzi, prima di salire.
Entrò prima nella camera del suo secondogenito e lo prese in braccio, perché non voleva svegliarlo, poi si diresse in camera del più grande, ridestandolo dal suo sonno.
“Che succede mamma?” domandò ancora assonnato.
“Fa le valigie, ce ne andiamo” rispose.
“Perché?” chiese, incredulo.
“Kenji ha chiesto il divorzio e dobbiamo lasciare la casa” replicò.
Poi uscì dalla stanza, andando nella sua camera; posò il bimbo sul letto e fece la valigia. Gohan di là fece la stessa cosa, poi, quando ebbe finito, andò nella stanza del fratello, prendendo le sue cose.
Dopodiché scesero in salotto, dove vi era il castano.
Prima di andarsene, però, il sayan più grande decise di lasciare un ricordino al suo ormai ex patrigno.
“Sei uno stronzo” gli disse.
Poi gli tirò un pugno in pieno viso, facendolo cadere sul pavimento e causandogli la fuoriuscita del sangue dal naso.
ChiChi non fece niente, anzi pensò che il figlio avesse fatto bene.
Uscirono e presero la macchina e una volta dentro Gohan fu assalito da un dubbio.
“E ora dove andiamo?” domandò.
“Dal nonno” rispose la madre, premendo sull’acceleratore.
E così si diressero verso la casa del padre di ChiChi, Giuma, ma non erano gli unici che avevano dei problemi.
 
 
   
 
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