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Autore: eugeal    04/10/2015    1 recensioni
Regina aveva creduto di aver trovato il suo lieto fine con Robin Hood, ma lo ha visto dissolversi quando Emma ha salvato Marian, riunendola al marito.
Guy di Gisborne è tormentato dai sensi di colpa dopo aver ucciso Marian, l'unico amore della sua vita.
Cosa avranno in comune questi cuori oscuri?
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lady Marian, Regina Mills, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Storybrooke – Presente

Ancora una volta per lei non c'era un lieto fine.
Regina si chiuse la porta alle spalle e vi si appoggiò, chiudendo gli occhi con aria sconfitta.
A che serviva avere un cuore se doveva fare così male?
Due volte aveva creduto di poter essere felice ed entrambe le volte il suo amore le veniva strappato un attimo prima di realizzarsi del tutto.
Per anni aveva odiato Biancaneve per averle rovinato la vita, aveva lasciato che il dolore la trascinasse nell'oscurità e proprio ora che era riuscita a riemergere dalle tenebre Emma aveva salvato Marian, riunendola a Robin Hood e strappando a lei, Regina, ogni speranza di essere felice.
A cosa era servito comportarsi come uno dei buoni, quando poi il lieto fine le sfuggiva sempre?
Forse è perché non sono buona. I cattivi non vivono mai felici e contenti, forse non è questo il mio destino.
Si coprì il viso con le mani e si stupì di sentirlo bagnato.
Lacrime? Lei stava piangendo?
Le asciugò con la magia, muovendo le dita con un gesto brusco e raddrizzò la schiena.
Dopo il dolore veniva la rabbia e Regina la sentiva agitarsi nel suo cuore, ridandole le energie che credeva di aver perso per sempre solo pochi minuti prima.
Non c'era un lieto fine destinato a lei? Allora se lo sarebbe preso da sola, decise.
Se la felicità le veniva strappata, lei avrebbe lottato per conquistarla e nessuno, nessuno le avrebbe più impedito di ottenere ciò che voleva.
Scese le scale del suo mausoleo e scelse gli ingredienti per un incantesimo: li mescolò in una ciotola che appoggiò a terra. Ad essi aggiunse una delle lacrima che si era asciugata dal volto e una goccia del proprio sangue: rabbia e dolore mischiati insieme avrebbero avuto la forza di piegare il destino.
Tra lei e il suo lieto fine c'era una donna, Marian. Eliminata lei, Regina sarebbe stata felice, ma non poteva farlo con le sue mani oppure Robin avrebbe finito per odiarla.
Passò una mano sulla superficie del liquido nella ciotola, facendolo tremolare.
- Portami una persona capace di ucciderla, fai apparire l'assassino di Marian. - Disse, poi riversò tutto il suo potere nell'incantesimo.

Locksley – Contea di Nottingham – 1193

Demoni, demoni che arrivavano non appena provava a chiudere gli occhi, strisciando fuori dalle ombre e straziandogli la mente con i loro artigli…
Guy di Gisborne era steso sul letto e fissava il soffitto, esausto, ma troppo terrorizzato per pensare di provare a dormire. Se si fosse lasciato andare, se avesse permesso ai pensieri di vagare abbandonandosi al sonno, i demoni sarebbero tornati a tormentarlo e alla fine lo avrebbero costretto a ricordare, a rivedere l'unica scena che avrebbe voluto poter cancellare dalla propria mente.
Marian.
L'unico amore della sua vita, l'unica luce in un'esistenza oscura.
Marian e il suo abito candido come quello di un angelo.
Marian che rideva nell'umiliarlo.
Marian che calpestava il suo amore, l'unica cosa pura che Guy avesse mai avuto.
E poi un vuoto, una tenebra che aveva avvolto il suo cuore e, quando si era dissolta era rimasto il rosso, un fiore rosso di sangue che si allargava sul candore del suo vestito, un fiore il cui stelo era la lama della spada di Guy.
Gisborne strinse le dita intorno all'impugnatura del suo pugnale dalla lama ricurva. Il sonno si avvicinava strisciando ed era un nemico da combattere, un nemico che avrebbe portato solo ricordi e altro dolore.
Strisciò la lama sul palmo della mano, desiderando di poter scendere più giù, di affondarla sulle vene del polso e trovare il coraggio di lasciarsi morire, ma come poteva porre fine alla propria vita quando ad aspettarlo c'era solo l'inferno?
Si incise la pelle del palmo, premendo abbastanza da far uscire il sangue, punendo quella mano che aveva impugnato la spada, la mano che aveva spezzato la vita di Marian. Il dolore lo fece sussultare, svegliandolo del tutto e Guy scoppiò in una risata che sapeva di pianto: aveva scacciato il sonno, aveva vinto un'altra battaglia contro il nemico.
Una freccia entrò dalla finestra, mancandolo di pochi centimetri e conficcandosi nella testata del letto, poi una voce temuta e familiare la seguì pochi attimi dopo, chiamando il suo nome.
Guy osservò l'asta della freccia che vibrava ancora.
- È arrivato. - Sussurrò.
Robin Hood era tornato per vendicare la morte di Marian e lui, Guy, era certo di non poter sopravvivere a quel confronto.
Robin Hood...
Senza di lui Marian sarebbe stata sua.
Sarebbe stata viva.
Gisborne si alzò dal letto, animato da una nuova furia: Robin era lì per vendicare Marian, ma anche Guy avrebbe vendicato la sua morte, uccidendo l'uomo che la aveva causata.
Si avviò verso la porta, barcollando, ma non riuscì mai a raggiungerla: una nebbia oscura lo avvolse all'improvviso, privandolo di ogni energia e facendolo precipitare nelle tenebre.
Quando la nebbia si diradò, la stanza era vuota.

   
 
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