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Autore: TheLonelyWriter    04/10/2015    0 recensioni
Molti si chiedono come sia vivere da eroe. Ma Luca, una persona comune nel mondo, non ha altro che un diario nel quale rimpiange una sua vita insignificante, persa nella solitudine e nella miseria. Questo diario, giorno dopo giorno, diventa uno sfogo sempre più violento del suo autore, in preda al panico per i suoi fallimenti e per i suoi sentimenti feriti da una società che non lo comprende.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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20 febbraio 2007
Prima di iniziare a scrivere, ho riletto in modo molto superficiale e veloce ciò che avevo scritto tre giorni fa. E posso affermare, a distanza di soli tre giorni, che avevo dipinto un quadro troppo fosco della situazione. Credo che il mio desiderio e la mia ricerca di uno sfogo abbiano influito parecchio sulle mie parole, ma ho la sensazione di sentirmi molto meglio dopo una pagina molto introspettiva, nella quale posso confidarci di tutto, con la certezza che nessuno avrà mai da replicare, da giudicare, da ridire. Purtroppo, diario, nessuna lettera è arrivata in risposta a quelle che avevo inviato poco tempo fa, o almeno, non sono ancora arrivate. Spero solo accada il prima possibile, sia perché ho bisogno di denaro, sia perché ho bisogno di riprendere qualche tipo di relazione sociale col mondo esterno. Sono chiuso in casa da due settimane, solo durante la sera esco a farmi una rilassante passeggiata. E le figure losche nei viali più bui non mi fanno paura. Il vento che spira non mi fa sentir freddo nemmeno per un po'. La luce fioca dei lamponi non mi trasmette nessuna emozione e il mio volto non dà nessun tipo di emozione. Impassibile, cammino avanti e indietro, non pensando praticamente a nulla. E ieri sera, mentre tornavo da una di queste passeggiate, sentii un gatto miagolare in modo stridulo, quasi inquietante. Mi voltai incuriosito e anche un po' irritato. Vicino ad un bidone c'era un gatto con il suo pargolo, che allattava in un modo molto dolce. Ma il gatto, o meglio, la gatta, continuava a lamentarsi e mi accorsi del motivo ben presto, aveva un'enorme graffio sotto la pancia, anche se non comprendo come possa esserselo procurato. Dopo minuti e minuti di lamentele, nei quali cercavo scrupolosamente di capire come il gatto avesse potuto procurarsi quella ferita, l'animale fece un miagolio soffocato, che penetrò dritto nel mio cervello. Credo non riuscirò mai a dimenticare come chiuse gli occhi, ormai morto. Il piccolo, che aveva finito improvvisamente di allattare, sembrava essere incurante di tutto, non si era accorto di nessuno al quanto pare. Provai ad ignorare la scena, ma dopo pochi passi iniziai a sentirmi un mostro. Lasciare un gatto indifeso al mondo urbano, insensibile e rude? Tornai indietro, raccolsi il micio, nonostante fosse davvero molto diffidente, e lo portai a casa. Ora, mentre ti scrivo, è rannicchiato in un angolo della casa, su una coperta che gli ho preparato. Domani ho intenzione di portarlo da un veterinario, dato che voglio assicurarmi che non abbia nessun tipo di malattia. Probabilmente non lo terrò neanche, dato che non ho da vivere nemmeno per me stesso, figuriamoci per un piccolo gatto. Tuttavia gli ho già assegnato un nome, Buddy. Conosco molto bene l'inglese, significa "compagno", "amico". Mettendo da parte questo episodio di mia compassione, oggi sono andato in soffitta. Oltre ai miei quadri, che ormai provo ad ignorare, ho controllato la libreria di mio padre. Era un giornalista, ma scriveva anche libri prevalentemente argomentativi sulla società, sulla geopolitica e sull'attualità. In particolar modo gli piaceva leggere e credo mi abbia trasmesso questa passione. Quindi ho rispolverato i libri, oltre ai suoi dizionari di greco e di latino c'era una copia delle Operette Morali di Giacomo Leopardi. Ho iniziato a leggerne appassionatamente alcune pagine e ho trovato questa frase, che rappresenta al meglio la mia vita: "Tutti gl'intervalli della vita umana frapposti ai piaceri e ai dispiaceri, sono occupati dalla noia.". Nella mia vita mi annoio molto, non ci sono momenti particolarmente belli nè particolarmente brutti. Non che io cerchi divertimento per contrastare questa noia, ma serenità. Una serenità che mi manca, dal momento che vivo ogni giorno come se fosse una condanna del destino.
Luca. 
   
 
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