L'ennesima sigaretta tra le labbra vermiglie e le gambe accavallate, in una posa sensuale nonostante l'età. L'aria della stanza era lattea a causa del fumo. Aveva sempre avuto un rapporto inconsueto con il tabacco: finiva tre pacchetti al giorno, non per vizio ma per abitudine. Aveva iniziato da molto giovane e si sentiva vuota se tra l'indice e il medio della mano sinistra non c'era una Marlboro o una Lucky Strike. A lei piacevano solo americane. Fumava tanto per sentire la gola bruciare e per la nuvola che si formava attorno al suo viso; quando aveva vent'anni la rendeva ancora più affascinante di quanto già non fosse, mentre ora nascondeva i segni del passare del tempo velatamente ed elegantemente.

Aveva amato molto durante la sua vita. Baroni, poeti, poetesse, pittori, dottori e pittrici. Aveva amato ognuno di loro allo stesso modo, senza remora e con tutta sé stessa. Era stata lasciata, ma molte più volte aveva lasciato. Non sopportava la possibilità di dimenticare qualcuno, di cadere nell'oblio della monotonia, perciò si separava dalle persone prima che il rapporto diventasse abitudinario in modo da ricordarlo solo con passione. E li ritraeva. Prendeva colori e pennello ed imprimeva i loro volti sulla tela, cosicché se la memoria l'avesse tradita ci sarebbero stati quei dipinti a ricordare per lei. Un paio di volte si era sposata, altre volte aveva rifiutato le proposte di fidanzamento perché non aveva tempo per maritarsi.

Ora le rughe le solcavano il volto e di amanti non ne aveva molti. Usava il fumo per nascondersi, ma tutto ciò che avrebbe voluto era poter splendere come un tempo. Prepararsi per andare ad un ballo, la noia di alcuni ricevimenti mondani, i pretendenti che venivano immediatamente sedotti dalle sue labbra rosse e le donne che venivano ammaliate dai suoi movimenti fluidi.

Colori, sfarzo, luci. Ma tutto ciò che le rimaneva era una Lucky Strike e dei dipinti.