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Autore: cin75    09/10/2015    7 recensioni
Dal testo:
"....“Non possiamo, Cas. Io non posso.”
“Perché?!” domandò quasi esasperato l’amico.
“Perchè Sam non sarà d’accordo. Perché dirà esattamente le stesse cose che mi ha detto tu. Perché proverà in tutti i modi a dissuadermi e lui , al contrario di te, ci riuscirà.” ammise candidamente...."
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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PARTE SECONDA
 
Erano di nuovo al bunker.
Sam aveva ripreso il suo lavoro di archivio. Dean si era rimesso completamente e Castiel si era fermato con loro perchè aspettava notizie di un nuovo gruppo di angeli da contattare.

“Ehi Dean!! Visto che tu hai preferito farti torturare pur di non fare la spesa, esco a comprare qualcosa!!” scherzò il minore.
“Che carino!!” replicò sorridendo Dean. “Già che ci sei, fa il pieno alla mia piccola!”
“Già che è la tua piccola …” ribadì Sam: “…sborsa , fratellone!” fece allungando una mano in attesa di avere altri soldi.
Dean abbozzò e rifilò al fratello una banconota da 50. “Dovrò fare qualche altro tiro a biliardo tra un po’!!” vedendo il suo portafoglio languire e mentre Sam gliele sfilava velocemente di mano e si avviava ad uscire.
 
Qualche minuto dopo, Dean era appoggiato ad una libreria e fissava in silenzio l’angelo , ancora intento nella lettura di alcune carte.
Castiel, però, si sentì osservato. Alzò lo sguardo dai fogli che aveva tra le mani e guardò di sfuggita Dean che guardava lui.
Abbassò di nuovo lo sguardo per poi alzarlo ancora e rendersi conto, effettivamente, che Dean lo stava fissando.
“Ho….ho fatto …qualcosa!?” chiese nel suo solito imbarazzo.
Dean, senza muoversi o mutare minimamente nell’espressione seria che aveva in quel momento gli rispose.
“No!” e poi: “Non ancora!”
Il cacciatore finalmente si spostò dalla parete libraria a cui era appoggiato e si avvicinò all’amico.
“Devi aiutarmi, Cas!” fu la strana richiesta.
Castiel lo guardò preoccupato. Si alzò dal suo posto e gli andò incontro.
“Stai male?...forse…forse non ti ho guarito del tutto. Se è così, posso…”
“No, Castiel. No. Il tuo tocco magico ha fatto il suo dovere!” lo rassicurò Dean.
“E allora di che aiuto hai bisogno?” domandò perplesso.
“Di questo!” rispose l’altro, mostrandogli l’oggetto che teneva nascosto sotto l’immancabile camicia a scacchi. “Ho bisogno che tu mi aiuti ad usare questa!”

L’angelo strabuzzò gli occhi quando vide tra le mani dell’amico cacciatore, la siringa con cui tempo addietro aveva estratto ciò che rimaneva della grazia di Gadreel dal corpo di Sam.
Per un attimo rivide la sofferenza del più giovane dei Winchester. Risentì le sue urla di dolore. Provò la frustrazione per quella sofferenza causata indirettamente ad un amico.
“Che cosa ci devi fare con quell’affare?!” chiese non sapendo a che cosa dovesse servire a Dean quella siringa.
Dean sospirò profondamente e poggiando l’oggetto su un tavolo loro vicino, raccontò a Castiel tutto quello che quel demone gli aveva riferito sul marchio, credendolo Sam.
Castiel ascoltava in silenzio e di tanto in tanto era sicuro di scorgere vero e proprio terrore sul volto del ragazzo.
 
Dean gli aveva detto anche di lei, di quella presenza nell’Oscurità, quando tutto ebbe inizio dopo che l’incantesimo lo aveva liberato dal Marchio. Di quella sorta di gentile minaccia: “Siamo sempre stati legati. Lo siamo ancora. Lo saremo sempre!
Fino a quel momento, il cacciatore, non si seppe spiegare il perché fosse sopravvissuto al di fuori dell’Impala.
Ora, forse, sì.
Il Marchio “risuonava” ancora dentro di lui e lei, l’altra, la donna, quella presenza, l’Oscurità o chiunque lei fosse, lo aveva risparmiato.
 
Quando Dean finì il suo resoconto, aspettò che l’angelo si esponesse.
“Perché non hai detto tutto questo quando c'era Sam?!” gli chiese Castiel.
“Perché siamo appena usciti da quel casino “biblico-fraterno” e non voglio che Sam ci ripiombi dentro di nuovo. E ora con tutta questa storia dell’Oscurità  e delle visioni o sensazioni o come diavolo vogliamo chiamarle…io….non volevo appesantire il carico!” si giustificò. “Questa, se mi dai una mano, è una delle poche cose che forse possiamo risolvere al momento. Cotta e mangiata!” esclamò. “Ma non posso farlo da solo, Cas. Mi devi aiutare tu, amico!” fece sinceramente, sperando che l’angelo accettasse.
Castiel guardò l’amico. Guardò l’oggetto sul tavolo degli Uomini di Lettere e poi fissò ancora l’uomo su cui avrebbe dovuto usarlo.
“Cas ?!”
“Farà male, Dean!” sembrò volerlo far desistere.
“Più dell’Inferno?!” ironizzò Dean.
“Rimpiangerai l’Inferno!” replicò secco, l’essere celeste.
Dean si ammutolì all’istante. Quando Castiel faceva un paragone, cavolo!, se andava a segno.
“Ok!” rispose deglutendo a fatica. “A quanto pare ci divertiremo!”
“No, Dean. Non credo che tu abbia….”
“Lascia stare, Cas! Sto’ solo provando a non pensarci!” lo fermò Dean, esasperato dall’ennesima mancanza di ironia dell’amico.
 
I due entrarono in quella stessa stanza in cui Cas estrasse la grazia a Sam.
“Allora come funziona la nostra amica!?” chiese Dean mentre si sistemava sul lettino imbottito.
Castiel prese tra le mani l’antica siringa.
“Dovrò andare a fondo per raggiungere ciò che è rimasto del Marchio.” Disse mostrando l’ago. “Sarà diverso da come lo è stato con Sam e la grazia di Gadreel.”
“Lo sarà di sicuro dato che Sam non odia gli aghi!” scherzò ancora.
“Se ti fa paura allora perchè lo vuoi fare?!”
“Ho detto che li odio e non che mi fanno paura!” ci tenne a precisare il ragazzo.
“Non hai comunque risposto alla mia domanda!” insistette l’angelo.
“Perché è la cosa giusta da fare Cas.” Disse senza pensarci.
“Ma tu…”
“Ascolta. Qualunque cosa sia. Un residuo, uno strascico, un impronta..è..è qualcosa di maligno, di malvagio. Fatto di puro male. Non lo voglio dentro di me, Cas. Dopo quello che mi ha fatto fare, dopo avermi spinto fino a dove mi ha spinto…Dio! stava quasi per farmi uccidere te, per farmi uccidere Sam…..” spiegò esasperato. “Ti prego, cerca di capire. Prova a capirmi! Non lo voglio dentro di me!” quasi supplicò e Cas non potè che cedere a quella sorta di preghiera disperata.
“Ok! Aspettiamo Sam, però. Avrò bisogno del suo aiuto per …” asserì Castiel anche se Dean lo fermò prima.
“No. Niente Sam. Fallo adesso. Subito!” fece risoluto il cacciatore.
“Dean, no. Non posso. Te lo ripeto è diverso da ciò che feci con Sam.” rispose Castiel in evidente agitazione.
Sapeva che Dean avrebbe provato un enorme dolore e se lui doveva concentrarsi per non ucciderlo con quella siringa, qualcun altro avrebbe dovuto sostenerlo fisicamente.
“Perché? Devi solo infilzarmi con quell’affare e tirare fuori tutto il marcio che ancora mi porto dentro.” sostenne Dean, cercando di convincere l’angelo che sembrava sempre meno convinto di proseguire.
“Dean, la grazia di un angelo fluttua nell’animo del suo ospite. Il male, invece….quel male, il male del Marchio, è diverso. Sarà sicuramente radicato in te. Per essere rimasto lì dov’è anche dopo l’incantesimo di Rowena, vuol dire che una parte della sua essenza si sta aggrappando a te con ogni forza.” gli spiegò senza troppi giri di parole Castiel.
“Beh! allora dovrai sfiancarlo Castiel e tirarlo fuori comunque.”
“Non resisterai al dolore, Dean. Potresti…io potrei…” ma non volle andare oltre in quella assurda previsione.
“Non succederà Cas. Starò bene, vedrai!” lo incoraggiò intuendo il timore dell’angelo. “Infondo me la cavo sempre, no?”
“Ti prego, aspettiamo Sam!” lo implorò ancora e solo allora Dean si tirò su dal lettino e  si rimise seduto decidendo di rivelargli il vero motivo di quella specie di fretta.
“Non possiamo, Cas. Io non posso.”
“Perché?!” domandò quasi esasperato l’amico.
“Perchè Sam non sarà d’accordo. Perché dirà esattamente le stesse cose che mi ha detto tu. Perché proverà in tutti i modi a dissuadermi e lui , al contrario di te, ci riuscirà.” ammise candidamente. Imbarazzandosene.
“Ma..”
“Mi dirà che troveremo un altro modo per …ripulirmi del tutto. Mi dirà che farà di tutto per aiutarmi e mi guarderà con quei suoi stramaledetti occhi da cucciolo abbandonato e io mi arrenderò Cas.  Come ogni volta. Mi lascerò convincere. E questa volta non voglio essere convinto. Per questo dobbiamo farlo adesso che lui non c’è!”  gli disse Dean.

L’angelo non riusciva a ricordare l’ultima volta in cui Dean gli aveva parlato così francamente. Senza nascondergli cosa provava e cosa temeva.
Sapeva , lo vedeva negli occhi di quel giovane uomo, che non avrebbe trovato il modo di farlo  desistere se non quello di negargli il suo aiuto.
Ma Castiel non era mai riuscito a negare un qualsiasi aiuto a Dean Winchester.

“Metti le mani nelle cinghie. Non risolveranno la situazione, ma almeno la agevoleranno. Dovrai muoverti il meno possibile mentre farò l’estrazione.”
Dean obbedì e stendendosi di nuovo, lasciò che l’angelo lo legasse al lettino.
 

Nell’area di sosta dove Sam aveva fatto il pieno all’Impala, c’era anche un supermarket e per quello che serviva loro – birra, snack vari per Dean, e un po’frutta e verdura per lui – il posto era più che attrezzato. Quindi decise di prendere lì dentro quello che occorreva.
Quando ebbe finito, si diresse alla cassa e rimase decisamente imbarazzato quando si accorse di aver dimenticato il portafoglio e aveva già usato i soldi di Dean per il pieno alla macchina.
Si scusò con il commesso, dicendogli di tenergli da parte la spesa e che sarebbe tornato poco dopo a prenderla e pagarla. Uscì scusandosi ancora e si mise in macchina per tornare al bunker.
Fermò la Chevrolet nel parcheggio del rifugio. Salì le scale che dal parcheggio portavano alla sala grande ridendo di sé e di quella dimenticanza che reputò così stranamente normale.
 
Quando fu nel grande atrio , quasi istintivamente si ritrovò ad esclamare: “ Ehi!! Dean…non ci crederai mai, ma ho dimenticato il portaf……” ma non riuscì a finire la frase che un urlo straziante gli gelò il sangue.
E la cosa più atroce fu che in quell’urlo riconobbe la voce di Dean.
Si armò immediatamente e corse in direzione del secondo gridò, ancora più doloroso del primo, se la cosa fosse stata possibile.
Corse, veloce. Ma silenzioso.
I sensi allarmati fino quasi a fare male. Le mani strette intorno al calcio della pistola. Nella mente un unico pensiero: Dean.
Voltò e svoltò per tutti i corridoi in cui la sofferenza di suo fratello risuonava implacabile e sa da un lato la cosa lo terrorizzava , dall’altro non riusciva minimamente ad immaginare che cosa potesse causare un simile dolore. Stranamente, gli venne in mente, che l’ultima volta che si era aggirato nel bunker  in soccorso di Dean, era perché lo aveva sentito gridare durante la notte e lo aveva trovato immerso in uno dei tanti incubi che il Marchio gli causava.
Scacciò via quel pensiero. Il Marchio era andato. C’era qualcos’altro che stava torturando suo fratello. Giunse nella zona medica del bunker e si diresse verso quelli che ormai erano solo gemiti affannati.
 
Quando entrò nella piccola stanza da cui ebbe conferma arriva la voce della sofferenza di suo fratello, Sam, aprì con un calcio la porta, facendola sbattere fragorosamente contro la parete interna della camera e la scena che si trovò davanti lo mandò decisamente in confusione.
Dean legato al lettino. Era sfinito, fradicio di sudore, sconvolto dal dolore.
Castiel, chino su di lui, che lo infilzava in pieno petto con quella strana siringa che lui conosceva fin troppo bene.
Non lasciò alla sua mente il tempo di capire. Ma agì semplicemente di istinto.
“Allontanati da lui, Castiel. Allontanati da Dean immediatamente o giuro che ti sparo!!” fece con deciso e furioso, mentre puntava l’arma contro l’angelo.
I due all’interno della stanza spostarono immediatamente lo sguardo sul giovane cacciatore.
“No…no…no…” si lamentò Dean che sembrava cercasse di riprendere fiato. “Sammy, no…”
Sam si addentrò maggiormente nella stanza. Sempre cautamente.
“Ho detto allontanati da lui!!” gridò all’angelo.
“Non posso.” rispose con calma Castiel. “Se lo faccio, rischio di ucciderlo!”
Sam lo guardò perplesso e poi tornò a fissare suo fratello decisamente sfiancato. La pistola costantemente puntata verso l’angelo.
“Sam…Sammy…ascolta…Non è….non è come pensi.” riuscì a dire Dean. “Castiel…Castiel mi sta aiutando.”
“Aiutando?? A …a fare che?? A morire??!” domandò ironico. “Che diavolo ci fa con quell’affare piantata nel tuo petto.”
“Sto estraendo ciò che rimane in lui del marchio di Caino!” rispose immediatamente Castiel.
Sam lo guardò basito. Incredulo. Aveva sentito bene? C’era ancora qualcosa di quell’antico male in suo fratello?
“Dean…ma cosa….come ??” balbettò incerto.
“Abbassa la pistola, Sammy. Abbassala!” sollecitò il maggiore anche se affannosamente.
 
Sam guardò il fratello negli occhi. Obbedì. Abbassò l’arma. Ma restò comunque in allerta.
 
“Ti prego…spiegami!” fece il minore vedendo l’angelo che sembrava fatto di ghiaccio tanto stava fermo in quella sua posizione..
“Lo farò! Te lo giuro. Ma ora…ora devi permettere a Cas di finire quello che sta facendo. Per favore lascia che mi tiri fuori questo schifo, fratellino!” fu la semplice richiesta.
Sam si sentiva confuso. Sapeva che Dean stava soffrendo. Aveva sentito le sue urla. Cavolo, se le aveva sentite!!! Quelle grida di dolore sarebbero state la colonna sonora dei suoi incubi per molte notti.
Ma sapeva anche quello che significava il Marchio per Dean. Il dolore , la sofferenza e la frustrazione che aveva causato. Capì quello che stava facendo Castiel e in un certo senso comprese il perché suo fratello non lo aveva voluto durante il….trattamento. Non glielo avrebbe permesso.

Fece un respiro profondo, deciso a fare la cosa giusta. Posò la pistola su un ripiano lì vicino e si avvicinò alla lettiga piegata in due quasi come se fosse una poltrona.

Slegò i polsi del fratello, contraendo la mascella quando vide i segni rossi ai polsi che ben presto sarebbero diventati lividi e scuri.
“Sammy, no…!” si lamentò Dean credendo che il fratello volesse mettere fine  a tutto. “Tu devi…tu devi lasciarlo finire!” sembrò quasi supplicarlo.
Ciò che fece il minore sorprese entrambi, angelo e fratello.
Sam facendo meticolosa attenzione e invitando Castiel a seguire i suoi movimenti, spinse lentamente Dean verso il fondo della lettiga. Il giusto perché lui potesse sedersi alle spalle del maggiore.
“Ma cosa…” fece confuso Dean che sentiva il fratello sistemarsi alle sue spalle e vedeva le braccia del fratellino circondargli i fianchi e il petto.
“Lui finirà, ma tu non affronterai tutto questo legato ad un lettino. Ti aggrapperai a me e io sosterrò te. E’ così che fanno i Winchester.”
“Sammy!!!” sussurrò Dean.

Dio!!, l’ultima volta che Sam lo aveva abbracciato, lui era decisamente ….morto.
E ora, invece, era lì, pronto a sostenere con lui quel dolore assurdo.

“Castiel!!?” fece il giovane richiamando l’angelo all’attenzione. “Tira fuori quello schifo da mio fratello. Una volta per tutte!”
 
Il trattamento ricominciò. Il dolore pure.
E anche se a volte Dean non riusciva  a non gridare, chissà perché, questa volta la cosa sembrava lievemente più sopportabile. Questa volta Dean non doveva aggrapparsi a delle cinghie di cuoio ruvido per contrastare quelle fitte di dolore che sembravano squarciargli il petto in due.
No!, questa volta c’era l’abbraccio di suo fratello a dargli forza. C’era il suo incoraggiamento che lo spronava a resistere. C’era la voce di Sam che gli diceva “Sono qui, Dean! Sono qui con te!” o “Resisti! Combatti!” a coprire le sue grida di sofferenza  e quando il minore si accorgeva che il fratello stava per cedere, azzardava anche con dei più rischiosi  “Giuro che ti faccio a pezzi l’Impala se mi molli da solo in questo casino!!” e allora Dean riprendeva a combattere e fissava lo sguardo sulla quella maledetta siringa sempre più piena di ciò che del Marchio era rimasto in lui.
E Dean resistette fin quando, però,  lo svilimento non superò il limite.
In quella sua confusione , sentì Castiel dire a Sam, che ormai tutto era stato “estratto”. Solo allora si lasciò andare e svenne tra le braccia di Sam.
 
Il minore quando si rese conto che Dean aveva il capo abbandonato al petto, si allarmò, ma Castiel lo rassicurò immediatamente.
“No, tranquillo! È solo svenuto e forse è meglio!” precisò.
“Meglio? Perché?” chiese confuso.
“C’è un ultima cosa da fare. Ed è meglio che io la faccia mentre è privo di sensi!” fece l’angelo, mentre appoggiava la sua mano al petto di Dean.
“Aspetta! Aspetta!! Vuoi…vuoi fargli una di quelle tue perquisizioni angeliche!!” chiese allarmato Sam, afferrando il polso dell’angelo, per fermarlo. “Non credi che ne abbia avuto abbastanza per oggi!?”
Castiel lo guardò e comprese l’ansia del suo giovane amico, ma quello che invece lui voleva fare era proprio evitare altro dolore a Dean.
“Se lo faccio adesso, mentre è privo di sensi, tutto ciò che proverà sarà un torpore, al massimo una pressione al petto. Se dovrò farlo quando sarà sveglio…beh!! tu dovresti sapere che cosa si prova!!” e Sam in un secondo ritornò a quando , seduto ad una sedia, dopo averle prese di santa ragione da Dean, sia l’angelo che Dean stesso, scoprirono che se ne andava in giro senz’anima.
“Ok! Ma fa’ una cosa veloce!” volle assicurarsi lasciando la presa al polso dell’angelo.
Castiel appoggiò la punta delle dita al centro del petto di Dean, appena sotto lo sterno e spinse. E poi ancora, fin quando la sua mano si perse, avvolta dalla luce, nel torace del cacciatore.
Dean , come aveva detto Castiel, sembrò lamentarsi appena di quella situazione. Gemette a stento, ma quando Sam rinsaldò la stretta del suo abbraccio, fu come se il maggiore l’avesse percepito e sembrò rilassarsi.
Castiel uscì da lui e sospirò compiaciuto.
“E’ finita. Ora è davvero finita!”
Sam sospirò con lui e poi pronunciò un sentito e sincero: “Grazie! Grazie infinite Castiel!” e si rilassò contro la parte di lettiga che aveva dietro la schiena, con Dean che praticamente gli stava addosso, ancora privo di sensi.
“Credo che dovremmo lasciarlo riposare!” fece l’angelo.
“Sì. Aiutami a portarlo nella sua stanza!”
 
Quella sera stessa, dopo che Dean si fu svegliato e dopo che Castiel e Sam gli ebbero detto come erano andate le cose e che quelle stesse cose erano andate a meraviglia, il maggiore , dopo tanto tanto tempo, si sentì finalmente soddisfatto. Avrebbe osato dire: sollevato.
“Bene, bene! A quanto pare il Team del libero arbitrio può tornare in campo alla stragrande oramai. Niente più sangue di demone…” disse guardando Sam. “…niente più grazia in prestito…” fece rivolto all’amico angelo e poi battendosi la mano sul petto tronfio: “…e niente più marchio biblico!”
“Beh!! puoi stare tranquillo ormai!” si intromise Castiel. “Quando sono stato dentro di te, ho controllato meticolosamente che ….”
“Scusa…scusa…” fece dubbioso e perplesso Dean a quell’affermazione appena sentita dalla bocca di Castiel. “Sei stato dentro… chi?” acuendo di un po’ il tono della voce.
“Ho dovuto entrarti dentro per controllare che non ci fosse più traccia del marchio in te!” rispose innocentemente Castiel, non comprendendo l’espressione di mezzo panico con cui Dean lo stava guardando molto differente dall’espressione di trattenuto divertimento del minore che assisteva a quel loro scambio di battute.

Sam vide Dean contrarre le gambe e muoversi appena sulla sedia come se stesse controllando qualcosa e quando lo sentì sussurrare un perplesso : “No! Lì sotto è tutto a posto!” non resistette e scoppiò a ridere.

Castiel si ritrovò spiazzato da quella situazione. Decisamente spiazzato.
“Dean io ho dovuto controllarti l’anima per questo ho…”
“L’anima??”esclamò decisamente sollevato il maggiore mentre Sam ancora rideva. “Mi hai…perquisito l’anima??”
“Sì!!!, cosa pensavi avessi fatto, Dean?!” chiese ingenuamente l’angelo.
“Cosa?...no…io..no. Niente. Certo, l’anima!! Che altro poteva significare!!?” chiese ironicamente e poi rivolgendosi al fratello minore che stava riprendendo fiato: “Calmati, Sammy!! O ti verrà un infarto!”
“Scusa, ma credo che l’infarto sia appena venuto a te, fratellone!!!” rispose a dovere Sam.

Un attimo di silenzio e poi entrambi i fratelli scoppiarono di nuovo a ridere di cuore e poi ancora di più quando si resero conto che Castiel li fissava e che ancora non aveva capito quello che le sue parole avevano causato.




N.d.A.: E anche questo sclero supernaturalesco è andato.
Che dire??
Perdonatemi il finale!!
Non ho resistito!!!


Baci, Cin!!

 
   
 
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