Libri > The Maze Runner
Segui la storia  |       
Autore: bloodywimey    09/10/2015    3 recensioni
|Newtmas AU| OOC|
dal testo:"Sai una cosa Tommy?" Newt guardò a lungo il bruno come se non volesse mai lasciare quei bellissimi occhi marroni, "tu mi hai riportato in vita." Thomas sorrise e lo avvicinò a sè in un bacio e, in quel momento, Newt non poteva essere più felice di essere "diverso".
In sintesi la vita di Newt e Thomas nella società di oggi che disprezza gli omosessuali e vive di pregiudizi.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Goccie, pioggia, lampi, tuoni.
  Lacrime, pianti, tremiti, urla.
  Thomas era una tempesta: arriva lentamente ma poi distrugge il territorio su cui passa.
  Non importava che avesse tutto, non importava che la sua vita sembrasse la migliore di tutte.
  Sembrava,infatti. Perchè era l'esatto contrario.
  *
  Crepe sui muri della sua stanza. Quante volte aveva passato le sere a tirargli pugni, in qualche modo la violenza lo aiutava.
  Quando colpiva quel muro immaginava suo padre, sua madre. Chiunque gli stesse rovinando la vita.
  "Se la vita è fatta per vivere, Thomas, perchè alla fine si muore?" era stata sua sorella a fargli quella domanda e ancora lui non trovava risposta.
  Un pugno, suo padre e il suo fantastico modo di nascondere le armi.
  Un secondo pugno, sua madre e la sua incessante voglia di spendere soldi in qualche nuovo gioco.
  Un terzo, perchè si muore?
  Rispondi Thomas.
  "Perchè non si vive mai realmente." -   


Tutte le storie che si sentono sui boschi sono vere.
Il buio, la sensazione di essere seguiti, il vento che soffia come se parlasse, gli alberi tutti dannatamente uguali.
A Thomas sembrò di girare intorno da più di tre ore. In effetti era così.
Aveva visto lo stesso albero più o meno dieci volte. Ma non volle arrendersi.
Doveva tornare indietro. Doveva tornare da Newt.
Continuò a pensare a lui, ai suoi occhi neri e profondi, ai suoi capelli così luminosi da far invidia al sole.
Ogni suo passo diventava un passo in più verso di lui.
Doveva farcela.
*
Una sirena.
Nonostante fosse lontanissima Thomas potè sentire quel suono fastidioso e piacevole, in quel momento.
Si fermò.
Il suono vicino, sempre più vicino.
Le sue gambe si mossero da sole e in un attimo stava correndo verso quel suono.
Voleva soltanto andarsene da lì.
Una figura, che riconobbe come lo sceriffo si avvicinò a lui e lo fece riprendere fiato.
"Ehi, ragazzo. Calmati. Ora ti portiamo in centrale e chiamiamo tua mamma, va bene?"
"No,no. Mia madre no. Io devo andare da Newt." Thomas respirava appena, la gola stretta, il cuore che batteva all'impazzata, un espressione a dar paura sul volto.
"Mi dispiace, ma vieni in centrale con noi." lo sceriffo lo prese per un braccio e lo indirizzò verso la macchina, per poi farlo salire.
*
La centrale era il solito caos degli altri giorni: migliaia di persone correvano da una parte all'altra delle stanze cercando di risolvere chissà quale caso.
Thomas rimase colpito dalla quantità di incidenti che avvenivano in quella città che per lui era sempre risultata la meno pericolosa della Terra.
Lo sceriffo continuava a spingerlo per il braccio cercando di passare in mezzo a quella tormenta di persone.
Arrivarono al rispettivo ufficio dell'uomo e quest'ultimo fece accomodare Thomas su una poltrona, dopodichè si sedette esattamente davanti a lui, pronto per iniziare l'interrogatorio.
"Allora, prima di tutto puoi dirmi il tuo nome?" lo sceriffo, Mr. Robson secondo la targetta sulla scrivania, si sedette comodo e appoggiò i piedi su una pila di fogli. "Thomas"
"Bene Thomas, vuoi dirmi cosa ci facevi nel bosco alle sei di mattina?"
Thomas restò in silenzio per qualche minuto. Cosa poteva rispondere?
Ero nel bosco a cercare un mio amico che si nasconde lì.
No, non poteva rivelare il posto segreto di Newt.
Optò quindi per una sensata bugia.
"Volevo cacciare."
Il signor Robson non sembrò crederci, e in effetti Thomas poteva capirlo, era una bugia orrenda.
L'uomo arricciò le sopracciglia e sospirò.
"Thomas, lo capisco quando qualcuno dice una bugia. Diciamo che per questa volta lascio correre e lascerò a tua madre il compito di rimproverarti. Sta giusto arrivando."
Thomas strinse i pugni e trattenne le lacrime.
Quanto avrebbe voluto che Newt fosse lì in quel momento.

"Thomas! Lascetemelo vedere. THOMAS!!"

Il brunetto si girò e lo vide.
Newt stava spintonando diversi agenti che non volevano farlo entrare.
Urlava il suo nome ripetutamente e non si arrese neanche un momento.
"THOMAS!" per quanto il biondino si divincolasse gli agenti non lo lascavano passare.
I loro occhi si incontrarono per un istante e Thomas fece intendere che era felice che fosse lì per lui.
Era la prima volta che qualcuno cercava Thomas.

***********************************************************************************************************

(Newt POV)
"Esci"
"No!"
Era quasi un'ora che Sonya e il suo stupido fratello andavano avanti a urli attraverso a una porta.
Newt si era chiuso in camera e non sembrava aver alcuna intenzione di uscirne.
L'aria all'interno della stanza era pesante e piena di tristezza.
Il biondino era rannicchiato in posizione fetale tra le coperte. Serrande chiuse e l'oscurità che riempiva la stanza.
La sorella stava quasi per rinunciare a riportare il ragazzo alla vita, ma gli voleva troppo bene, quindi adottò l'unica tecnica a cui Newt non poteva restistere.
"Newtie" la sua voce si fece più bassa e dolce. "Se esci ti preparo i pancake che ti piacciono tanto."
Newt aprì un'occhio risvegliato dall'idea di mangiare i perfetti pancake della sorella. Decise di farla finita di deprimersi e di godersi una colazione decente.
Aprì la porta e subito la ragazza gli saltò addosso, abbracciandolo forte.
"Sapevo che sarei riuscita a farti uscire, brutto scemo." gli stampò un bacio sulla guancia e poi scese a preparare la colazione.
Newt accennò un sorriso sulle labbra e la raggiunse.
Mangiarono colazione come fanno le coppie a San Valentino, con la differenza che non erano una coppia e che non festeggiavano niente, a parte la loro felicità.
"Perchè non esci e vai da quel tuo Thomas?" Sonya fece il suo solito sorriso malizioso e Newt volle picchiarla.
"Prima di tutto, lui non è mio. Seconda cosa, non ne ho voglia."
Sonya ne aveva abbastanza del fratello depresso, gli tirò una maglia pulita e lo spinse fuori dalla porta di casa gridando un ultimo "Divertiti!"
*
Newt camminava per la lunga via di casa, cercando un posto tranquillo dove stare.
Avrebbe voluto chiamare Thomas, ma qualcosa nella sua testa gli diceva che non era la cosa giusta da fare.
Aveva più volte accesso e spento il telefono nel tentativo di farlo, e ogni volta finiva con una vocina nella testa che gli diceva "No."
Camminava a passo lento, in direzione del bosco. L'unico luogo veramente suo.
Ad un certo punto sentì l'auto dello sceriffo nei paraggi e seguì l'orrendo suono che la sirena emetteva.
Vide solo due cose: Thomas che usciva, in un pessimo stato, dal bosco; e lo sceriffo che lo portava alla macchina, portandolo via.
Era accaduto tutto così velocemente che Newt non aveva avuto il tempo di reagire.
All'ultimo momento gli venne l'idea di seguire la macchina per vedere cosa stava succedendo.
Sperò che non fosse nulla di grave. Thomas doveva star bene.
"Thomas, ti prego"
*
Era la prima volta che Newt faceva questo genere di cose per qualcuno.
Ormai aveva deciso di restare calmo su una sedia aspettando che rilasciassero Thomas. Sarebbe stato comunque impossibile incontrarlo prima.
La gente attorno a lui lo fissava sconvolta.
Poco prima infatti il biondino aveva preso a pugni un paio d'agenti che lo avevano bloccato dal suo cammino verso Thomas. Non se ne pentiva.
Se ne stava seduto con la testa bassa e un sorrisetto sulla faccia.
Era riuscito a scambiare un'unico sguardo con Thomas, ma era valso più di mille parole. Lui stava bene, grazie a Dio.
A un certo punto una donna sulla trentina, capelli corti e neri, viso duro e quasi mascolino, entrò nella stanza e l'accompagnarono verso la stanza di Thomas.
Newt capì che si trattava della madre.
La donna entrò nella stanza e da lontano Newt potè vedere la tensione nei muscoli di Thomas e la durezza nei lineamenti della madre.
Non sembravano avere un buon rapporto.
Avrebbe voluto esserci lui con Thomas, a dargli forza.
Dopotutto, il brunetto era andato nel bosco per colpa sua.
Newt restò a guardare il dibattito fra i due grattandosi il naso, impaziente di vedere uscire Thomas.
*
L'attesa si faceva ogni secondo più lunga.
La stanza ora era quasi vuota e nessuno era più lì a fissarlo.
Guardò, stanco, il grande orologio che sembrava scandire lentamente ogni secondo.
Tic, Toc.
Tic, Toc.
Il suo rumore riempiva la stanza e andava in sincronia con i battiti del cuore di Newt.
Tic,Toc.
Una porta di una stanza si aprì, la sua stanza.
Newt saltò in piedi e guardò il brunetto uscire dalla stanza.
Due grosse occhiaie gli incorniciavano gli occhi, sembrava distrutto.
Appena arrivò vicino a Newt, quest'ultimo gli corse in contro e lo abbracciò.
Thomas rispose subito all'abbracciò, era allo stesso modo felice di vederlo. Restarono così per vari minuti e poi si guardarono sorridendosi.
"Sei stato qui tutto il tempo?" Thomas sembrò non crederci, dopo l'ultimo loro incontro.
"Si, dovevo in qualche modo farmi perdonare per il mio pessimo carattere"
Risero. Ed era il suono più bello che aveva sentito in quella strana giornata.
A spezzare quel momento perfetto fu la madre di Thomas.
"Ora andiamo a casa." disse prendendo il moro per il braccio, nonostante lo sguardo d'odio che il ragazzo le stava lanciando.
Thomas guardò un'ultima volta Newt e gli sorrise, sparendo poi dalla sua vista.
Newt sentì improvvisamente una sensazione di solitudine.
Mai in vita sua aveva desiderato la presenza di qualcuno vicino a lui.
Thomas lo stava cambiando. In meglio.





A/N: note dell'autrice:
Ciaaao pivelli,
come state?
nonostante la pila di cose che ho dovuto fare, ecco qua il capitolo. Spero cha vada bene perchè non ho avuto consigli da nessuno
quindi se ci sono errori non abbiate paura a farli notare.
Spero che piaccia la continuazione della storia, ringrazio tutti coloro che seguono, recensiscono e aggiungono ai preferiti questa storia.
Ringrazio as always le culopesche del mio cuore.
Baci a tutti,

Dalia
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: bloodywimey