A.A.
Salve a tutti, sono nel periodo film fantascientifici,
dall’influenza
di Chappie o meglio conosciuto in Italia come Humandroid e Come creare
il
ragazzo perfetto è nata quest’idea. Mi sono
piaciuti molto come coppia e per me
la fine doveva andare in maniera diversa ma ehi, è pur
sempre un film della
Disney quindi non mi aspettavo troppo. Vi lascio alla lettura del
brano, ho
scritto di getto spero non ci siano errori o ripetizioni in tal caso
ditemi
pure che provvederò a correggerli: D
Clara
Cuore
e
Anima
Era tutto
assolutamente fantastico, d’altronde… il mio
ragazzo era un robot, era stato progettato affinchè tutto
fosse perfetto, però
dal momento in cui l’avevo scoperto non ero riuscita a
togliermi dalla testa il
fatto che lui non fosse reale, che fosse frutto di un esperimento
scientifico
militare e che il suo scopo non era quello di essere il mio
“toyboy” ma di
salvare vite, fare del bene all’umanità, per non
parlare poi che lui non era vero.
Cosa ci rendeva
così diversi? Lui era in un corpo di
metallo io in uno in carne e ossa, i robot non provano sentimenti, non
hanno un
anima, noi esseri umani
sì, allora perché
mentre lo aspetto sulla soglia dell’ingresso per andare al
ballo ho la
sensazione di sbagliarmi?
Sto quasi per
entrare da sola, chi voglio prendere in
giro? Ormai lui è a mille miglia da me a fare del bene,
perché mai dovrebbe
tornare?
Poi una limousine si ferma e il mio ragazzo di latta scende con
eleganza
mostrandosi in tutto il suo fascino, mi sorride come è
solito fare e nonostante
io pensi che sia finto non posso impedire al mio cuore di battere
così veloce.
L’incoronazione,
la riappacificazione con la mia
migliore amica, arriva tutto così veloce che non ho nemmeno
il tempo di
riflettere sul da farsi.
Rientro in sala,
la musica del lento è già iniziata,
tutti si aspettano che io e il mio ragazzo apriamo le danze ma quello
che
faccio sorprende tutti, persino me stessa.
Gli prendo
timidamente la mano “Albert possiamo parlare
un attimo?”
Sempre
sorridente
mi segue mentre lo conduco sul retro, un balconcino dove non
c’è praticamente
nessuno che può interromperci.
“Albert,
incontrarti è stata la cosa più bella che mi
sia mai successa, questi ultimi due giorni sono stati intensi e ho
vissuto un
sogno, ma” esito, lui non perde una parola del mio discorso.
“ma… tu sei un
robot, tutto questo” gesticolo con le braccia indicando me e
lui. “non è reale,
tu non mi ami davvero, non puoi provare questo tipo di sentimenti per
me, io
devo finirla con questa storia,” lo guardo negli occhi, so
che sono frutto di
qualche fialetta in laboratorio, ma il suo azzurro sembra
così vero… “prima che
mi innamori seriamente di te.”
Ecco, ho finito,
adesso lui dirà sicuramente che capisce
come mi sento e che la sua missione è compiuta.
“hai
ragione Mae” abbassai lo sguardo
“io
sono un robot e le cose non potranno mai essere
diverse, però riesco a provare davvero delle emozioni per
te, io ti Amo”
“no
Albert, tu non sei umano, non puoi provare questo
tipo di sentimenti!” insisto io
“solo
perché non sono di carne e ossa questo non vuol
dire che io non possa provare emozioni, solo perché non ho
un cuore non vuol
dire che non sia in grado di amare.”
Cavolo,
perché diceva tutte quelle cose carine? Adesso
sarebbe stato sempre più difficile per me frapporre il
raziocinio ai sentimenti
personali.
Arretrai di
qualche passo cercando di convincermi,
convincerlo, che
…che…
“insomma,
tu mi ami perché io ti ho programmato! Io ti
ho detto che dovevi farlo! Non hai una tua coscienza!”
Lui non si
scompose anche se percepii qualcosa di
diverso, non era più calmo e tranquillo ma era come se provasse rabbia, frustrazione.
“All’inizio
poteva essere solo questo, solo una missione
da portare a termine, ma passando con te ogni giorno della mia
esistenza ho
visto quanto tu sia meravigliosa, gentile,
intelligente.
Se come
dici tu non posso provare emozioni perché sono una macchina,
perché nonostante
tutto ho una gran voglia di baciarti?”
Le sue parole mi
sconvolsero, forse era possibile…era
davvero possibile che mi
amasse veramente?
“io ho
un corpo di metallo, tu ne hai uno di carne, ma
quello che provo dentro, quello che ho
dentro, è lo stesso che hai tu.
Se mi
rifiuti solo perché sono diverso, non lo accetto. Se mi
rifiuti perché non mi
ami mi ritirerò con dignità e non mi
farò più vivo.”
Come poteva
essere una macchina e dire tutte quelle
cose? Forse ero davvero influenzata dal fatto che fosse di
metallo… lui aveva
davvero un animo, uno splendido e meraviglioso animo. Mi
fissò intensamente con
i suoi occhi azzurri poi mi fece un cenno mostrandomi
l’esercito che ci teneva
sott’occhio.
“La
mia missione dovrebbe finire non appena ci baceremo,
loro sono pronti a riportarmi via, lontano da te. Inutile dirti quanto
ho
sofferto la tua lontananza mentre ero via, tu non mi
crederesti.”
Sollevò
le spallucce con aria afflitta.
Era davvero
tornato per me? Aveva davvero fatto una cosa
del genere per essere lì in quel momento ad una festa a cui
tenevo molto?
“guardami
negli occhi e dimmi che per te sono solo una
macchina” mi disse con risolutezza.
Lo fissai negli
occhi e presi un respiro, dovevo fare la
cosa giusta, “tu per me sei solo una macchina,
nient’atro.”
Il suo sguardo
si abbassò ferito. Mi sentii morire,
avevo davvero detto una cosa simile?
“bene,
addio Mae”
Non mi
guardò nemmeno, il suo splendido sorriso era
scomparso. Scostò le tende e lo vidi uscire dalla veranda
così come stava
uscendo dalla mia vita.
Rimasi
lì, ferma immobile come una stupida.
cosa ci
distingue dalle macchine? Un cuore e l’anima, ma
Albert aveva avuto entrambi e mi aveva più che dimostrato di
provare
sentimenti, sia che essi fossero belli o brutti.
Cosa avevo
fatto? Avevo appena ferito la persona più
importante della mia vita. Per
quanto la nostra storia fosse
assurda, per quanto il nostro amore sembrasse impossibile, una ragazza
e un
robot, io l’amavo. Mi ero completamente assolutamente
rimbecillita, amavo
Albert con tutta la sua perfezione e il suo unico difetto, essere una
macchina.
Senza pensare
gli corsi dietro, nella sala tutti stavano
ballando il loro lento, la mia migliore amica stava ballando con mio
fratello,
e sembravano anche abbastanza felici, Albert stava salutando qualcuno
poco
prima della porta spiegandogli che sarebbe andato via per un
po’.
“Albert”
gridai da lontano.
Lui
sollevò lo sguardo, gli occhi gli brillavano. Mi
fecero passare tutti e in un momento lo raggiunsi, mi aggrappai alla
sua
camicia, potevo sentire i suoi muscoli tesi sotto la maglietta, il suo
calore
così vero.
“Non
penso davvero tutto quello che ti ho detto” alcuni
hanno smesso di ballare e mormorano tra loro che lui mi abbia appena
lasciata,
persino Jaden adesso ci scruta con attenzione.
“l’ho
detto solo perché era la cosa giusta da fare, non
potremo mai stare insieme, il tuo posto è”
“il
mio posto è qui con te” mi prese la guancia e
avvicinò
il suo viso al mio.
E quando mi
chiese a fior di labbra se poteva baciarmi
gli risposi solamente che l’amavo.
Mi prese per la
vita mentre uscivamo fuori, tra i
sospiri di tutti, dove c’era il generale ad aspettarlo
impaziente.
“Generale.”
C’erano mio padre e l’esercito, ci avevano
spiati tutto il tempo attraverso le telecamere, sapevano benissimo
quello che
Albert stava per dirgli.
“Collaborerò
con voi, eseguirò le missioni che mi
darete”
“Oh
sia lodato il cielo! Anche questa è fatta.” La
signorina
dai capelli biondi parlò “ci voleva solo un bacio,
visto?”
“ad
una condizione però.” Continuò lui
risoluto.
“e
sarebbe?” chiesero tutti in coro sconvolti.
“io e
Mae saremo liberi di vivere come una normale
coppia.” Poi si rivolse a mio padre.
“signore,
io amo vostra figlia, la proteggerò da
qualsiasi cosa, datemi il vostro permesso, vi prego.”
“ma…
ma tu sei un robot?! Mae tu capisci che…?” mio
padre mi guardò confuso.
“Papà,
so a cosa vado incontro. Ti prego” lo supplicai
anche io. Sapevo qual era la mia scelta, adesso ne ero consapevole ma
avrei
fatto di tutto pur di non lasciarlo andare via.
Dopo qualche
momento di esitazione lui finalmente annuì,
ce l’avevamo fatta!
C’erano
da definire ancora tutte le clausole con il
generale, Albert voleva continuare a frequentare la scuola assieme a
me, quando
il generale l’avrebbe chiamato lui sarebbe andato, anche se
questo voleva dire
stare lontani dei mesi; ci saremmo sentiti al telefono, visti in
webcam,
avremmo trovato il modo di rimanere in contatto, mi sembrava
impossibile ma
finalmente il mio sogno si era avverato.
Io amavo Albert
e lui amava me, io ero un umana e lui un
robot della difesa militare ma ehi! Infondo poteva andare
peggio… potevo
disattivarlo spedendolo in cielo in seguito
all’autodistruzione! ;)