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Autore: Ops25    10/10/2015    0 recensioni
Cavolo di nuovo non ho contato fino a 10 prima di aprire bocca...
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Lei... Eravamo rimasti che sarebbe passato a prendermi verso le 9. La notte la passai quasi totalmente in bianco pensando a questa colazione, sembra strano a dirlo, ma non vedevo l’ora che arrivasse quel momento. Parliamo chiaro lui non è proprio Argentero o Bova ma per me è bellissimo così com’è e poi mi fa ridere come nessuno ha mai fatto. Comunque… Alle 7 già sono sotto la doccia, il tempo di vestirmi, truccarmi e sistemarmi i capelli si erano fatte le 8.58 ma nel momento in cui mi avviavo verso la scarpiera suonò il citofono così corsi a rispondere ed eccolo. “Ei, ti aspetto qui sotto!” “Arrivo!”. Le gambe mi tremavano come se dentro di me ci fosse un terremoto, mi diressi nuovamente verso la scarpiera e presi le Cinti color perla, afferrai la borsa appoggiata sopra il letto anch’essa perla, le chiavi dal piattino sul mobiletto, aprii la porta e la chiusi alle mie spalle. Chiamai l’ascensore che arrivò dopo pochi secondi e il nostro momento si avvicinava sempre di più; arrivata al piano terra scesi dall’ascensore, scesi i due scalini che mi dividevano da lui. Aprii il portone ed eccolo lì. Jeans, camicia bianca e Adidas nere. “Che bella che sei” mi disse appena mi vide, “Grazie” risposi abbassando il viso, “Andiamo?” “ Si certo” “Dove vuoi andare?” mi chiese porgendomi il casco, “Non saprei… Decidi tu!” “Okay”. Salimmo sul suo motorino e ci dirigemmo verso il bar della zona famoso per i cornetti; mi avvinghiai a lui perché il mio appoggio sulle pedanine non era molto stabile. Arrivammo davanti all’entrata e il mio primo pensiero fu ‘Ma quanto costerà un posto del genere?!’ “Siediti” mi propose indicandomi un tavolino che non era ne’ vicino al passaggio ma nemmeno molto appartato, posai la borsa su una delle tre sedie e su quella affianca mi sedetti lentamente mentre lo cercavo con lo sguardo, poco dopo lo vidi arrivare con un vassoio in mano che portava due cappuccini e due cornetti. “Wow grazie” “Solo per te, se vuoi altro basta chiedere!” “Nono è perfetto così” a questa risposta mi sorrise e con uno sguardo in cui esprimeva la sua felicità, non potei fare altro che ricambiare entrambi con la stessa intensità. Ero felice e per la prima volta ne ero consapevole fino alla fine. “Allora … come hai dormito stanotte?” ma che domanda è? Perché non mi chiede come sto? O cosa penso di lui? “Ho dormito tranquillamente, tu?” “Come sempre …” la nostra colazione prosegue in silenzio nell’imbarazzo assoluto guardandoci ogni tanto e sorridendoci. Lui rientra nel locale uscendone poco dopo con il portafogli in mano e cercandomi tra i passanti, alzo la mano per farmi vedere dirigendomi verso di lui facendo lo slalom tra la gente. Siamo a pochi centimetri l’uno dall’altro. Sentivo il suo respiro il suo viso, mi posa una mano a metà schiena dicendomi “Andiamo, si sta facendo tardi …” delusa ci incamminiamo verso il motorino, ci allacciamo il casco e salimmo. Mise in moto e poco dopo eravamo sulla via principale che ci portava verso il Nord della città. Mi ha portato a casa così che avessi potuto prendere il mio motorino e andare separati. Arrivati sotto al palazzo spegne il motorino e mi fa scendere, nel momento in cui feci un passo verso il portone mi afferra per un polso facendomi voltare sussurrandomi “Sono stato molto bene, grazie” “Si anche io …” ritorno sui miei passi, infilo la chiave nella serratura e lo apro. Arrivo fino al 3° piano, prendo le chiavi, rinfresco il trucco e mi do una sistemata ai capelli. Riscendo e trovo lui al lato del motociclo che mi aspettava. “Non dovevi aspettarmi” “Mi ha fatto piacere!” mi dice sempre con il suo bel sorriso, ci prepariamo e saliamo nello stesso momento sui nostri scooter; facciamo tutta la strada insieme e arrivati a destinazione parcheggiamo i nostri mezzi vicini, come se fossero inseparabili. Alcuni ragazzi erano già lì ma la maggior parte arrivò dopo; arrivati tutti ci incaminammo verso l’ingresso, pagato e tutto potemmo entrare in questa grande sala piena di opere. Ci sparpagliammo ma io e lui rimanemmo sempre vicini commentando qualche quadro ma a volte stando in silenzio e ascoltando solo i nostri respiri. Uscimmo da lì verso l’una. Era ora di pranzo. E ora che si fa?
   
 
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