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Autore: xingchan    11/10/2015    4 recensioni
“Merry la conosceva: sapeva che dopo aver litigato con il fratello era necessario che sbollisse in pace prima di avere un qualsivoglia contatto verbale con chiunque; eppure quel giorno, chissà perché, aveva deciso di importunarla.”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Estella Bolgeri, Merry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Once upon a time

 

 

Invernume*, anno 1399 secondo

il Calendario della Contea.

 

 

Il fiato stava diventando via via sempre più corto, ma Estella continuò imperturbabile la sua corsa.

Sapeva che la sua timidezza la spronava sempre a nascondersi da chi non conosceva, ma suo fratello Fred non aveva il diritto di riprenderla così duramente, ricordandole quanta così poca forza di volontà riversasse nel provare ad uscire dal suo guscio perenne.

D’altronde, a Boldigenio era conosciuta soprattutto per la sua eccessiva ritrosia verso gente che non rientrava nelle sue uniche ed abituali compagnie, le stesse che condivideva con Fredegario, e non era la prima volta che eludeva le visite di coloro che lei reputava perfetti sconosciuti, sebbene avesse dei legami di sangue. Ma quella volta Fredegario, solitamente talmente adorabile che sua sorella era convinta che avrebbe potuto vivere per sempre accanto a lui, aveva preteso da lei un atteggiamento diverso; le aveva perfino consigliato di non arrossire così facilmente, perché in fondo non c’era niente di cui vergognarsi. Già, niente che lui riuscisse a capire.

‘Sei una Tuc, oltre che una Bolgeri’ ripeteva sempre come una nenia.

Non si accorgeva che sua sorella fosse così di natura, e che di Tuc avesse soltanto la sua sete di avventura, la sua spropositata curiosità e talvolta l’abilità di cacciarsi nei guai. Per lei incontrare persone nuove era come tuffarsi in un precipizio: troppe emozioni che si accumulavano nella testa, troppo batticuore che rischiava di renderla incapace persino di salutare cortesemente. Era troppo, decisamente troppo per una come lei. Neanche lei stessa in fondo capiva il perché di tutto questo. Solo con Fred, e quando erano insieme ai loro amici in comune Estella riusciva ad essere un po’ più estroversa. Si rendeva conto che lui in quei frangenti tirava un sospiro di sollievo, ostentando un certo orgoglio nei suoi confronti. Ma avrebbe potuto essere orgoglioso di lei a prescindere, magari basandosi su ciò che lei sapeva fare, e non su come si rapportava con gli altri.

Non poteva essere come lui voleva, tanto meno poteva sopportare le sue paturnie, la cosa molto probabilmente più fastidiosa che ci potesse essere in tutta la Contea.

Arrivò all’estremità Est del Campoponte, sulla riva sinistra del Brandivino, e si sedette sull’erba umida raccogliendo le gambe in un abbraccio ed affondando il viso fra le ginocchia. Non aveva neanche voglia di osservare l’acqua che scivolava via dalle pietre immaginando come il corso del tempo le erodesse insieme alla corrente; e questo era davvero grave.

Le venne l’impulso di piangere, ma si trattenne. Lasciarsi andare alle lacrime l’avrebbe rammollita.

C’era una volta una Hobbit timida di nome Estella...

Arrossì nel sentire il suo nome in un momento come quello, ma non appena si rese conto che a parlare era stato Merry roteò gli occhi esasperata: quel che voleva adesso era rimanere sola, e non era un bene che qualcuno senza alcuna colpa si prendesse l’onere di ricevere dei rimbrotti da parte sua. Merry la conosceva: sapeva che dopo aver litigato con il fratello era necessario che sbollisse in pace prima di avere un qualsivoglia contatto verbale con chiunque; eppure quel giorno chissà perché aveva deciso di importunarla.

Estella provò a lanciargli un’occhiata in tralice, giusto per mettergli addosso un po’ di soggezione - a volte funzionava -, nel mentre si rese conto che lo Hobbit aveva la sua pipa accesa in una mano e nell’altra un libro aperto. Ciò che catturò la sua attenzione, però, fu che in risposta Merry cominciò a ridere, e subito Estella rituffò la testa fra le ginocchia, molto più rossa di vergogna e rabbia di prima.

Se voleva ridere, poteva andare a divertirsi da un’altra parte. Merry rischiava di attirarsi tutta la stizza che stava provando, ed Estella non voleva. Non era mica per causa sua se era arrabbiata. Comunque una bella mossa, quella di inventare una storiella sulla base di quel che stava accadendo in quei precisi istanti. Merry sapeva come far leva sulla sua curiosità ed il suo amore per le storie. Estella sorrise contro il tessuto del vestito. Si sentiva alquanto vulnerabile, ma la smania di sapere come avrebbe proseguito il racconto fu più forte.

Da quel che ne sapeva Merry, Estella era scappata per via di una sgridata presa da suo fratello. Si era nascosta per non fronteggiare Hobbit che non conosceva nonostante ciò andasse contro la buona educazione e nonostante quegli Hobbit fossero dei lontani parenti. Perch, come abbiamo già detto all’inizio di questa storia, Estella era timida, molto più di un Hobbit qualunque, e presumo non se ne possa fare una colpa. Ma invece di restare a casa, si era avventurata in prossimità del Terminalbosco, nonostante suo fratello glielo avesse proibito per ragioni che il sottoscritto non conosce. Potrebbe chiederglielo, ma non sa come potrebbe reagire Estella, perciò se ne astiene.

Estella rise spontaneamente ma subito tacque, un po’ per non dargli soddisfazione, un po’ per ascoltarlo ancora.

Da bambina si era persa nel Terminalbosco, e fu ritrovata dal fratello soltanto due ore dopo. Sana e salva, ma provata. Solo lei e Fredegario erano a conoscenza del fatto, nessun altro - anche perché si sarebbero trovati in guai seri. Ai genitori avevano detto di essersi attardati dai Baggins, a Hobbiville.

Un giorno glielo avrebbe raccontato.

“Merry andò a cercarla e la trovò. Provò a dissuaderla a tornare subito a casa, ma lei non demorse perché credeva che Merry si fosse messo alla sua ricerca su esclusiva richiesta del fratellone Fredegario. Ma non sapeva che questa era solo una parte della verità. Se n’era preoccupato anche lui stesso.

Estella udì il leggero tonfo del libro che si chiudeva, e  Merry che inspirava un po’ di fumo per poi espirarlo via. Poi si fece silenzio; solo il rumore dell’acqua del fiume rompeva la quiete assoluta che si era creata.

Poi l’odore di erba pipa invase le sue narici all’improvviso, e fu per quel particolare che Estella poté constatare che Merry era a pochi passi da lei.

Si impose di non cedere. Nonostante l’avesse aiutata a calmarsi non riusciva del tutto a perdonargli l’irruzione.

Ficcanaso che non sei altro.

Merry tese la mano verso di lei, e sperò che Estella la accettasse per poi tornare a casa. L’ora di cena era tremendamente vicina, e lei amava mangiare, come tutti gli Hobbit.

Lei non poteva vedere niente, ma era certa che se avesse sollevato gli occhi, l’avrebbe vista quella mano; e molto probabilmente si sarebbe lasciata convincere. E no, ovviamente non doveva succedere. Odiava essere così prevedibile.

Ma Estella era testarda, e tante altre cose insieme. Chissà quando cominciava la parte Tuc e finiva quella Bolgeri, in Estella. Lei lo ignorò, o perlomeno fece finta, perciò Merry non la costrinse” disse Merry, quasi assecondando la sua condotta. “Però, riuscì a strapparle la promessa di tornare a casa prima del buio.

Con un gesto involontario, Estella annuì debolmente. Merry doveva aver visto il suo assenso perché esclamò “Bene!”, così allegro che ad Estella parve di essergli riconoscente.

Lo udì allontanarsi fischiettando, e solo quando fu certa di essere sola Estella fece riemergere la testa riccioluta. Fece per alzarsi, quando notò qualcosa di rotondo davanti a sé.

Una melagrana.

Doveva averla lasciata Merry. Solo lui sapeva che quello era il suo frutto preferito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Invernume corrisponde ad Ottobre.

 

 

 

 

NDA

Questo è un piccolo esperimento - ambientato prima della Guerra dell’Anello - su Estella Bolgeri – la mia omonima *^* - in vista di una ipotetica long, un piccolo abbozzo sul carattere che potrebbe avere. Potrebbe cambiare, o rimanere più o meno su queste direttive. Per chi non ricorda bene, è la sorella minore di Fredegario, figlia di Odoacre Bolgeri e Rosamunda Tuc.

Scusate il titolo banale, ma non ne trovavo altri.

 

 

   
 
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