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Autore: Tactolien    12/10/2015    1 recensioni
Questa storia è ambientata dopo L'Ultimo Guardiano. Inizia con un matrimonio particolare e spero di portarla avanti fino in fondo. Dopo Una pagina di Diario e Il Sigillo di Scilla ecco questa nuova storia, magari un po' assurda, che spero possa piacervi
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Il porto è dritto davanti a voi, ci vediamo là. I miei compagni vi scorteranno. Gemma, tu vieni con me”.
“Agli ordini, caposquadra”. Annuì entusiasta quell’ultima.
Detto questo, le grandi ali meccaniche della Caposquadra si spiegarono; mentre Gemma evocò direttamente la magia per farne apparire un paio tutte sue: azzurre e luccicanti dalla forma a libellula.
Entrambe si librarono in aria verso l’isola.
“Wow! Avete visto che roba?! -esclamò il diavoletto- Ma come fa?!”.
“Gemma Twist è una fata. Solo loro sono in grado di evocare le ali in quel modo”. Spiegò l’elfo Amaro.
“E sono fatte interamente di magia?”. Chiese Artemis per la sua pura abitudine di raccogliere informazioni.
“Sì. Le scintille azzurre si uniscono tra loro, compattandosi, prendendo forma fisica”.
“Immagino che questo richieda un certo spreco di magia: dovrebbe eseguire il Rituale più spesso”.
“No, non in questo caso: le fate hanno un incremento di energia maggiore, rispetto alle altre razze del Popolo. Per compensare. Comunque è vero: devono stare attente a non evocare le ali troppo spesso, o rimarrebbero a secco”.
“E ce ne sono altre come lei?”.
“Non a Cantuccio, se è questo che intendi. E neanche ad Atlantide. Gemma idolatra Spinella Tappo: segue la sua carriera da quando entrò nella Lep. Quasi svenne dalla gioia quando seppe che stava venendo qui”.
Artemis annuì. Non era ancora sbarcato ad Avalon e quel viaggio si stava già rivelando pieno di sorprese.
Un momento…
“A proposito di sorprese… Bombarda, come mai sei qui?”.
“Io che mi perdo una gita ad Avalon? Non sia mai detto”.
“E come sei salito a bordo?”.
Il nano rise scoccando occhiate astute dal ragazzo a Leale: “Caro Fangosetto, se riesco a fare avanti e indietro da Casa Fowl senza farmi beccare dal grand’uomo, posso anche intrufolarmi su una nave”.
La guardia del corpo grugnì nel ricordare che Sterro aveva un rifugio tutto per sé sotto la proprietà dei Fowl; e che ogni qual volta gli serviva qualcosa se lo prendeva per conto suo senza dir niente a nessuno; come i pregiatissimi vini trafugati dalla cantina, o le pellicce ecologiche della signora Angeline.
Una grave pecca del sistema di sicurezza che neppure lui era riuscito a sistemare.
“Meglio che vada ai comandi –sbuffò scostando via il nano- ormai siamo quasi arrivati”.
 
 
A quella velocità ci misero poco più di un quarto d’ora per arrivare.
Il porto era sgombro; attraccarono con facilità. E appena la passerella si spiegò davanti loro per farli scendere… Artemis storse gli occhi.
Dicevano che non c’erano mai stati umani ad Avalon. Be’ quello che vide lassù lo fece non poco dubitare.
C’era un uomo a poca distanza davanti a loro. Un uomo adulto sulla trentina, fiancheggiato da Spinella Tappo e Gemma Twist. Alto circa un metro e settantacinque; impettito in un abito poco convenzionale in stile ottocentesco, a guardarli sorridendo benevolo.
Esteriormente non aveva nessuna caratteristica insolita; sembrava veramente un tipo ordinario: capelli castani, occhi verdi. Un essere umano.
O almeno in apparenza.
Artemis, Leale, Bombarda e N°1 li raggiunsero. Quell’ultimo andò subito a mettersi appresto a Spinella.
“Amici, vi presento Baltus Ferroso. Il Sindaco di Avalon”.
L’espressione del giovane Fowl non mutò, ma il suo cuore perse un colpo nel riconoscere quel nome.
Baltus Ferroso. E’ il tizio che ha spedito la lettera.
Per una frazione di secondo il ragazzo provò una strana antipatia nei confronti di quell’uomo. Era del tutto irrazionale, lo sapeva… tuttavia non riuscì a non considerarlo come il responsabile per l’allontanamento di Spinella.
Quello avanzò di due passi: “Artemis Fowl, Leale e il Demone Stregone N°1, siate il benvenuti ad Avalon. La vostra fama vi precede, le storie delle vostre gesta sono arrivate fino a noi”.
“Ehi, non sta dimenticando qualcuno?!”. Si mise le mani sui fianchi un indispettito Bombarda.
“Non rivolgerti così al nostro Sindaco!”. Gli sbottò subito contro Gemma.
L’altro la calmò con un cenno, tornando a rivolgersi al nano: “Se ho commesso qualche errore vi prego di scusarmi. Con chi ho il piacere di parlare?”.
Artemis inarcò un sopracciglio. Quell’individuo aveva uno strano modo di parlare; perfino più formale del suo.
“Bombarda Sterro –gonfiò il petto quell’ultimo, mostrando la medaglia che non aveva più lasciato da quando gliel’avevano data- Il nano che in più di un occasione ha salvato il mondo a rischio della vita”.
“Oh certo, ora ricordo. Il Caposquadra Tappo mi ha parlato di te: avete gestito un’agenzia investigativa insieme”.
“Solo questo vi ha detto?! Spinella come hai potuto?!”.
L’uomo ridacchiò: “Si rincuori signor nano, la nostra Spinella ci ha detto molte altre cose su di lei e i suoi amici. Anzi… devo ammettere che sono rimasto sorpreso quando la LEP ha deciso di tenere nascosta la vostra partecipazione fino a poco tempo fa”.
“Eh, che le devo dire –allargò le braccia Bombarda, con aria da martire- La grande LEP non è in grado di accettare che uno come me possa essere la loro unica speranza”.
Sorridendo, Spinella scosse la testa. Sempre il solito testone.
“Sir. N°1 mi dicono che siete in visita”.
“Sì, signor Sindaco”. Annuì felice il diavoletto mettendo in mostra il suo documento.
“In tal caso lasciate che sia io a guidarvi tutti in un giro turistico dell’isola”.
“Sì, volentieri. Vieni anche tu, Spinella?”.
“No, io sono ancora in servizio. Finirò il turno tra tre ore, poi vi raggiungerò”.
“Di questo non dovrete preoccuparvi –parlò ancora Baltus Ferroso- Dato che siamo qui il nostro giro comincerà subito dalla Centrale. Così avrete modo di conoscere il mestiere del Guardiano”.
Come un incantesimo quelle parole ridestarono subito l’interesse di Artemis Fowl.
Giusto. Il mestiere del Guardiano. In cosa consisteva? Se Spinella aveva accettato non poteva essere un lavoro inferiore a quello della Ricog.
Una folata di vento freddo scompigliò loro i capelli; ad eccezione di N°1 e Leale, ovviamente; e in quella frazione di secondo, Artemis riuscì a vedere le orecchie del Sindaco, dapprima nascoste. Leggermente a punta, seppur molto più piccole rispetto alle altre razze del Popolo.
Quindi non è un essere umano. Intuì. Mi pareva strano. Che sia un Lucente? (vedi la storia Il Sigillo si Scilla) Eppure non vedo segni sul suo corpo. Di sicuro sarà interessante scoprirlo.   
 
 
La Centrale della Guardia era ampia e spaziosa, molto più di quella di Cantuccio. A Leale parve impossibile di poter stare in una stanza del Popolo in tutta la sua altezza.
“Come sicuramente saprete oltre a essere un regno indipendente, Avalon è anche una riserva naturale per tutte le creature non convenzionali del pianeta”. Cominciò a spiegare il Sindaco Ferroso.
Artemis lo guardò lasciando che continuasse. Creature non convenzionali?.
“E come ogni riserva che si rispetti, c’è bisogno di qualcuno che vigili su queste creature. E’ questo il compito di un Guardiano di Avalon: si assicura che nessuno lasci l’isola ed entri in contatto coi Fangosi. In caso in cui l’animale riesca a scappare bisogna immediatamente riportarlo indietro e, se possibile, sottoporre a spazzamente chiunque l’abbia visto”.
“Immagino consista anche impedire l’accesso ai Fangosi, ehm cioè agli umani, nel vostro spazio privato”. Parlò Leale, massaggiandosi gli occhi ancora leggermente irritati dalla stordibomba.
“Esattamente. Quello è uno degli incarichi fondamentali. In genere la nostra catena di iceberg è sufficiente, e il tutto è protetto da potenti Distorsori che mandando false informazioni ai satelliti. Ma in caso di necessità mandiamo una squadra a portar via gli intrusi, com’è successo a voi”.
“Quali creature vivono su quest’isola?”. Chiese poi Artemis.     
Baltus annuì sorridendo: “In gergo tecnico parliamo di cripto-zoologia”.
N°1 storse gli occhi: “Cripto zoll… criinco… Cripto che?”.
“Cripto-zoologia –gli spiegò Spinella- Sono animali misteriosi, sconosciuti alla scienza umana”.
“In alcuni casi sono addirittura animali mitologici –s’inserì la fata Gemma- Come il mostro di Loch Ness o gli unicorni”.
“Vuoi dire che esiste veramente il mostro di Loch Ness?”. La guardò interessato Leale.
“Ma certo che sì, uomo-orco, una volta viveva sul serio nel grande lago scozzese. Poi è stato trasferito qui”
“Capisco… -storse gli occhi lui, irritato dal nomignolo- Troppi avvistamenti”.
“Esattamente. Qualunque creatura misteriosa sconosciuta ai Fangosi, o è scappata da Avalon o si trova sulla terra ferma senza mai esser stata trasferita in precedenza. Per questo non mancano creature come gli enormi serpenti marini o i Chupa Kabras. Anche se quelli ormai sono quasi tutti qui”.
Artemis non poté trattenersi dall’inarcare le sopracciglia: quella Gemma, dapprima così timida e
svampita, ora stava lì a far loro da maestrina, prendendo anche in giro la guardia del corpo. Perfino Spinella l’ascoltava ammirata senza interromperla. Sebbene sapesse già tutto.
“Chupa Kabras?”. Chiese Bombarda Sterro, parlando per la prima volta da quando era iniziato il giro.
“E’ una creatura che secondo alcuni succhia il sangue alle capre -rispose pronto Artemis- Alcuni lo paragonano addirittura al vampiro”.
Gemma si voltò di scatto: “Come si permettono di…!”
Il sindaco Ferroso tossicchiò nel pugno quasi a volerla interrompere: “Ti intendi dell’argomento, quindi”.
“Solo da quello che leggo da internet”.
“O da quello che trafughi da Polledro”. Rise Spinella.
Il Sindaco fece per tornare a parlare… quando un grosso lampeggiante rosso prese a brillare sulle pareti d’emergenza.
“La squadra Tre è richiesta in sala controllo –chiamò una voce all’altoparlante- Ripeto. La squadra Tre è richiesta in sala controllo”.
“Ops… -sogghignò il caposquadra Tappo, sempre pronta ad entrare in azione- Andiamo, Gemma. Questo è lavoro per noi”.
“La seguo a ruota, caposquadra”.
Lasciando Sindaco e ospiti indietro, l’elfa e la fata corsero per i corridoi; salirono le scale e si fiondarono all’interno di una stanza.
“Bè, che aspettiamo –batté le mani Baltus- seguiamole. Non vorrete mica perdervi i Guardiani all’azione”.
Senza farselo ripetere due volte, il diavoletto N°1 scattò correndo imboccando la stessa porta delle altre due. Artemis è gli altri lo imitarono tranquillamente, attirando su di loro gli sguardi sconvolti dei presenti. Fangosi ad Avalon?! Come poteva il loro buon Sindaco permettere una cosa del genere?!.
 
 
“Che cos’abbiamo, Alvin?”. Chiese Baltus all’operatore ai computer.
Quello esitò un attimo prima di rispondere, troppo impegnato a guardare confuso i Fangosi dietro di lui.
“Tranquillo, loro sono nostri ospiti e amici. Allora, l’emergenza?”.
“Ehmm, sì. La squadra Tre capitanata da Spinella Tappo è già in volo. Un grifone è uscito dal nostro perimetro protetto”.
Artemis li guardò sorpreso, cosa che non capitava spesso. Quell’elfo aveva veramente detto “grifone”?.
“Grifone? -ripeté Bombarda, dando voce ai pensieri di tutti- Volete dire quei cosi metà aquila e metà leone?! Quei Grifoni?!”.
“Qwan mi ha dato un libro su di loro”. Annuì N°1.
“Esistono anche quelli?”. Si unì alle domande Leale.
“Sì… tra le altre cose”. Borbottò Alvin.
“Sicuro che si tratti di un Grifone? –continuò a parlare il Sindaco- Di norma sono animali molto territoriali, è strano che si allontani così”.
“Sicurissimi. Pare che questo esemplare si sia scontrato con un giovane drago e abbia avuto la peggio”.
“Capisco. Scappa perché ha perso ed è stato scacciato”.
“Sì, per di più è ferito, quindi la squadra dovrà stare attenta”.
“Draghi?! –rifece ancora il nano- Ha detto veramente draghi?!”.
Contrariamente coi grifoni, Artemis non fu sorpreso come si sarebbe aspettato.
I draghi sono presenti in quasi tutte le culture antiche del mondo. Era ovvio che qualcosa fosse esistito veramente.
Alvin portò una mano sull’auricolare: “Buone notizie, Sindaco; la squadra è già di ritorno, stanno spingendo il grifone verso l’isola”.
“Se davvero il grifone è ferito avrà presto bisogno di un posto in cui riposare”. Intuì ad alta voce il ragazzo.
“Esattamente. Bè, Alvin, appena il grifone sarà sotto le cure dei Guardiani Veterinari avvisa il caposquadra Tappo che sto portando i nostri ospiti al palazzo reale”.
 
 
Appena furono fuori dalla Centrale…
“Ebbene, che ve ne pare?”.
“E’ un posto davvero meraviglioso”. Saltellò entusiasta N°1.
“Hai detto che c’è un palazzo reale… -si strofinò le mani Bombarda- Allora dovrà esserci anche un mucchio di roba di valore. Oro, gioielli, tesori”.
“Ah ah, non ci speri troppo, signor nano. Ci sono Guardiani anche per quelli”.
Artemis non parlò. Prese una profonda boccata d’aria e guardò verso il cielo. N°1 aveva ragione. Un’isola immersa nella natura; boschi, animali e aria pulita. Quello era veramente l’ambiente adatto per un membro del Popolo, nessuna meraviglia che Spinella avesse deciso di andarci. Per lei doveva essere un sogno stare sempre in superficie dopo un’intera vita passata nel sottosuolo.
“Noto che essere Guardiani non è molto dissimile che essere LEP. Animali invece di criminali. E’ un lavoro tranquillo”.
“Dire tranquillo è un parolone. Come in tutti i mestieri anche in questo ci sono alti e bassi. Oggi si tratta di un grifone, ma la prossima volta potrebbe essere qualcos’altro. L’anno scorso uno dei nostri agenti è morto dopo esser stato morso da un Idra. Per noi questo lavoro significa preservare gli ultimi esemplari rimasti sulla terra, col giusto rispetto. Questo è essere un Guardiano”.   
 

 
      





 
  
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