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Autore: Maryangy91    13/10/2015    0 recensioni
"La bellezza sta in tutto ciò che non si vede, io la vedo. Per ora sono sola ma domani incontrerò altri occhi che, come me, la guardano. Io ci spero, io ci credo".
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza dalle unghie corte
 
Era uno di quei giorni primaverili, quando il sole tiepido riscalda ogni cosa permettendo ai fiori di sbocciare e agli uccelli di cinguettare allegri.
Io me ne stavo seduta sul davanzale della finestra aperta, in camera mia, con gli occhi chiusi assorbivo tutta la vitamina D possibile. Dopo tanti giorni di pioggia e di freddo pungente ne sentivo davvero il bisogno.
Mentre mi rilassavo ascoltando il cinguettio delle rondini iniziai a pensare a ciò che mi tormentava da sempre: la superficialità della razza umana che permettere di soffermarsi alla scorza perdendosi il bello che esisteste al suo interno.
Sono sempre stata una bella ragazza pur non curando molto il mio aspetto fisico, o meglio senza esserne fissata. Mi preferivo al naturale. Eppure tutti si soffermavano alla mia bellezza esteriore senza interessarsi di se avevo un cervello, delle idee, principi, carattere. Sin dalla mia adolescenza cercavo di essere una persona migliore sfidando me stessa, mettendomi alla prova tutti i giorni. Uno dei miei principali obiettivi era quello di essere sempre fiera di me. Ora mi sentivo esattamente come i fiori che stavano sbocciando, tutti restavano affascinati dai loro colori ma pochi o nessuno si lasciava travolgere dal loro buon profumo, oppure come un cane di cui tutti ammirano il suo bel pelo ma nessuno fa caso al suo scodinzolare di gioia alla sola vista del padrone.
Fu così che decisi di crescere e migliorare solo la mia bellezza interiore. Il mio fisico lo curavo al minimo indispensabile. Ogni mattina mi guardavo allo specchio ed amavo ciò che vedevo. Ero narcisista della me più profonda, quella nascosta dietro gli espressivi occhi azzurri, boccoli dorati ed esile e aggraziato corpo. Amavo anche il mio aspetto esteriore, ma mi dava fastidio sapere che veniva notato solo quello.
Quando mi dicevano “sei bella” rispondevo “lo so”, qualcuno mi scambiava per una di quelle ragazze che credono di stare minimo un gradino al disopra del mondo, ma la mia risposta era un invito a vedere oltre. Dietro a quel “lo so” c'era un “tutti mi dicono che sono bella, per favore vedi oltre il guscio, quello è opera di madre natura, vedi so uso il mio cervello. Vedi dentro la mia anima, quella sono io”. Eppure nessuno capiva la mia risposta, trovavano della superficialità in quel “lo so”, senza sapere che io vedevo della cecità nei loro occhi intenti a guardare solo l'involucro.
Anche la bellezza esteriore conta, lo so e sono la prima ad ammetterlo, ma non è tutto.
 
Aprii gli occhi e decisi di uscire di casa in cerca della mia ispirazione artistica, amavo l'arte e la pittura. Dipingere era l'unica cosa che mi permetteva di rilassarmi. Ogni volta che guardavo un quadro o una scultura che raffiguravano esseri viventi mi soffermavo a guardare gli occhi per capire se erano allegri o no. Da ciò mi sforzavo di capire se l'artista era allegro o meno quando aveva dato vita a quell'opera, e da questo cercavo di coglierne il significato più profondo, quello che si nasconde agli occhi dei superficiali.
Per lo stesso motivo guardavo anche gli occhi delle persone che conoscevo, ma chi guardava i miei notava solo il bel colore.
 
Ero stanca di tutto questo, a volte desideravo essere più brutta per far avvicinare le persone per il mio carattere. Ma ero costretta a convivere con questa realtà in questa società. Appena conoscevo qualcuno cercavo di far fuoriuscire il mio io, parlando delle mie idee, dei miei sogni e progetti. Facevo anche delle domande per capire le capacità intellettive e fin dove fosse superficiale o no il mio interlocutore.
Conoscevo molte persone e pochi conoscevano i miei modi di pensare e di agire, molti pensavano fossi moralmente fragile perché vedevano il mio corpo minuto. Io ridevo e rimanevo sbalordita nel vederli incapaci di distinguere la forza fisica da quella morale.
 
Ancora assorta tra i miei pensieri mi ritrovai in aperta campagna, tra i fiori di pesco: i miei preferiti. Iniziai a fotografarli ed ad odorarli. Io non mi consideravo come la maggior parte del mondo, cercavo la bellezza nascosta. Li toccavo con gli occhi chiusi e pensavo a ciò che avrei scritto dietro ogni foto per ricordarmi le sensazioni che provavo.
 
In quel momento capii che non dovevo smettere di sperare, prima o poi qualcosa sarebbe cambiato. Qualcuno che rimaneva affascinato dall'atteggiamento dell'insetto e non solo dai suoi colori esisteva nel mondo, non ero l'unica, lo sapevo, lo sentivo, oppure volevo semplicemente illudermi che era così.
Avevo atteso tutti quegli anni e non mi andava di abbattermi proprio ora.
“Non mi sentirò a vita una bambola ammirata da mille occhi che non guardano oltre, non sarà così per sempre” ecco cosa mi ripetevo mentre, in aperta campagna, osservavo le farfalle danzare e saltare da fiore in fiore e continuavo a dirmi: “La bellezza sta in tutto ciò che non si vede, io la vedo. Per ora sono sola ma domani incontrerò altri occhi che, come me, la guardano. Io ci spero, io ci credo”.
   
 
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