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Autore: BrokenArrows    13/10/2015    1 recensioni
Dimenticate vampiri, licantropi e ibridi. Ma non le streghe.
Catapultati nel mondo di Harry Potter, i protagonisti di The Vampire Diaries e The Originals, vedranno le loro azioni svolgersi nell'insidioso castello di Hogwarts.
Preparatevi a incantesimi, pozioni, filtri d'amore e intrighi oscuri!
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Originari, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Matt?- chiamò Hayley, spuntando da dietro la libreria della Sala Comune di Grifondoro. Trovò il ragazzo disteso sul divanetto davanti al camino, intento a leggere un libro –Per caso sai se stasera c’è qualcosa? Tipo una festa clandestina dai Serpeverde?-
Il ragazzo sbuffò, mettendosi a sedere e lasciando spazio alla mora –Rebekah non mi ha detto nulla. Perché?-
-Come, perché? È l’ultimo giorno dell’anno!- esclamò balzando in piedi –Non vorrai mica passarlo seduto sul divano, no?- 


Toc toc
Nessuno aprì. 
Toc toc toc. 
Ancora nessuno aprì.
Toc toc toc toc. 
-Chi diavolo è a quest’ora?- mugolò Edith, guardando la sveglia che segnava le 8:24.
-Maledizione, Rebekah! Edith! Qualcuno apra la porta!- esclamò una voce femminile scocciata, dall’altra parte della porta.
-Oddio, scusa Katherine!- Rebekah si alzò dal letto velocemente, ancora in pigiama, andando ad aprire la porta, mentre Edith tirava le tende, facendo passare la luce. 
-Kat!- esclamarono le bionde, abbracciando poi la ragazza.
-Come mai sei tornata?- le domandò Edith, aiutandola con la valigia.
Katherine alzò gli occhi al cielo, ravvivando i boccoli dei capelli –Mia sorella Elena cominciava a rompere le balle, così abbiamo deciso di tornare qui per vederci e parlarci il meno possibile. Non sapete che lagna- mollò la borsa per terra, sedendosi sul letto per parlare con le amiche. 
-Non a caso al secondo anno venne soprannominata Elagna…- lasciò intendere Rebekah –Comunque per fortuna ci sei tu! Abbiamo bisogno di idee per Capodanno. Qui non c’è niente da fare stasera- 


-Monopoli? Trivia Pursuit?- 
Danielle non ci credeva –Sei serio, Jackson?- 
Davina scosse la testa –Io passo. Non sto qui a giocare ad uno stupido gioco da tavola l’ultimo giorno dell’anno!- esclamò alzando le braccia al cielo –Piuttosto vado da Kol e passo con lui la serata- 
-Non intenderai lasciarmi sola, vero?- chiese rattristita Danielle. Dopotutto non aveva voglia di passare quella serata chiusa nel dormitorio. Se solo avesse potuto stare con Elijah Mikaelson… aveva delle idee su come passare del tempo con lui. Sorrise a quei pensieri maliziosi, ma poi si fermò.
No, aspetta. Cosa diavolo sto facendo? Elijah Mikaelson, seriamente? È un professore, non va bene avere pensieri strani su un pr- ma lui è così... attraente. Anche se fosse illegale avere dei pensieri così “strani” su un professore, comunque continuerei ad averli, ehhhh. Sospirò.
-Cos’hai?- Jackson la risvegliò dal mondo dei sogni. 
Danielle lo guardò storto –Grazie mille, Jackson- disse sarcasticamente –Comunque mi sono appena ricordata che devo portare una ricerca al professor Mikaelson!- esclamò in fretta, improvvisamente contenta –Penseremo dopo a cosa fare- 

Mancavano ormai poche rampe di scale per raggiungere l'ufficio di Elijah Mikaelson e Danielle si ritrovò a pensare come in ben cinque anni non vi avesse mai messo piede.
Percorse il corridoio del secondo piano e, svoltato un angolo, si trovò di fronte a un'imponente porta dall'aspetto piuttosto robusto e antico. Per alcuni lunghi istanti restò lì ferma a pensare come presentarsi. Se bussare e aspettare una risposta o bussare ed entrare subito.
Perché portare un compito mi crea così tanti problemi? Pensò tra lei e lei, guardando la busta nelle sue mani. E se non ci fosse? Potrei lasciare la busta qui fuori così, appena arriverà la troverà. 
A quel pensiero assolutamente assurdo, scosse la testa vigorosamente e se non si fosse sentita ancora più stupita, si sarebbe addirittura data uno schiaffo. Alzò il braccio verso la porta e bussò convinta.
Peccato che nemmeno un secondo dopo averlo fatto, la porta si spalancò, come se qualcuno fosse lì pronto ad aspettare. La persona che le si presentò davanti fu Katherine Pierce.
Perfetto! Si disse mentalmente, mentre gli occhi delle due studentesse si squadravano dalla testa ai piedi. 
Quando la Corvonero riuscì a pensare razionalmente, si rese conto che gli occhi di Katherine non lasciavano trapelare la solita arroganza e strafottenza; per qualche motivo, che lei poteva ben intuire, sembravano lucidi e sconfitti, come se avesse pianto o fosse sul punto di farlo.
-Hey- salutò Danielle, ancora bloccata nell'atto di bussare, per rompere il silenzio.
Per tutta risposta, la Serpeverde la squadrò nuovamente ed emise un grugnito infastidito, passandole accanto e spintonandola volutamente.
La mora represse l'istinto di insultarla e sospirò profondamente, rivolgendo ora l'attenzione all'interno dell'ufficio.
-Buongiorno, signorina Payne- disse cordialmente Elijah, facendole cenno di accomodarsi in una delle sedie davanti alla scrivania.
-Mi scusi, dovrei passare in un altro momento?- chiese un po' sulle spine.
Lui scosse la testa, con un piccolo sorriso sulle labbra che rifletteva il disagio in cui probabilmente si sentiva -Non c'è nessun problema. Non sono impegnato ora-
La ragazza entrò e andò a sedersi -Mi dispiace comunque di... avere interrotto-
-Per qualche strana ragione quest'anno hai il dono di presentarti nei momenti meno opportuni, ma non preoccuparti, come avrai capito non c'è più nulla da nascondere- affermò, accomodandosi a sua volta dall'altra parte della scrivania -A cosa devo la visita?- domandò, accennando alla busta che teneva in mano.
Danielle posò l'involucro sul tavolo -È la ricerca sulle Creature Notturne che non avevo consegnato-
-Molto bene. Non vedo l'ora di leggerla- disse il professore prendendola e aprendola -Se attendi qualche minuto qui, posso dirti subito cosa ne penso, così potrò archiviarla insieme a quelle dei tuoi compagni-
Danielle annuì, ritornando con la mente a quello che stava pensando prima, nella Sala Comune, quando Jackson l'aveva riportata alla realtà. In qualche strano modo il suo sogno si stava avverando.
Per quanto breve fosse il suo saggio, quei minuti sembravano passare al rallentatore. Prima aspettò guardando gli oggetti sulla scrivania e il volto attento del professore che leggeva, ma per paura di essere vista tornava a scrutare le svariate piume e fogli impilati agli angoli del tavolo. Quando anche quel passatempo non la intrattenne più, osservò le pareti attorno a lei, trovandole piuttosto spartane e fredde. Un po' come il proprietario di quell'ufficio, se ci pensava. Un alto mobile pieno di libri dal pavimento al soffitto catturò la sua attenzione. Per quanto aguzzasse la vista, non riusciva a leggere i titoli di quei libri dall'aspetto così antico e usurato.
-Puoi andare a vedere, se lo desideri- le suggerì Elijah che, sempre leggendo, in qualche modo si era accorto del suo interesse.
Danielle si alzò e andò davanti alla grande libreria. Per quanti libri avesse letto in tutta la sua vita, non ne conosceva nessuno. Addirittura alcuni erano in altre lingue. Ne prese uno che sembrava essere scritto in qualche idioma nordico antico e lo sfogliò con interesse, soffermandosi solamente sulle immagini: Dissennatori, draghi, strani oggetti simili a delle bacchette e Acromantule gigantesche.
-Che dire...- iniziò Elijah -come sempre, un ottimo lavoro, Payne-
-La ringrazio, professore- rispose lei in automatico, riponendo il libro sullo scaffale -Potrei farle una domanda?-
-Certo- acconsentì un po' sorpreso. Di solito gli studenti non vedevano l'ora di uscire dal suo ufficio o di dileguarsi quando dovevano parlare di qualcosa.
-Com'è successo?- chiese senza distogliere lo sguardo dai libri. Non che fosse interessata da tutti quei tomi enormi, ma affrontare lo sguardo del professore sarebbe stato impensabile -Intendo... con Katherine-
Il silenzio che seguì fu come una lama affilata, tanto era tagliente.
-Mi scusi, non volevo...- si affrettò subito a dire Danielle -Era solo curiosità, non volevo essere invadente e capisco perfettamente se non-
-Si può dire che non sia interamente colpa mia- iniziò a spiegare, interrompendola e sorprendendola. Danielle infatti si voltò all'istante, incredula che avesse deciso di rispondere a una domanda del genere. Diavolo, non sapeva nemmeno perché l'aveva fatta, quella domanda!
-Credo che tu sappia come possa essere testardo un Serpeverde. E questa caratteristica, insieme al carattere e alla personalità forti di Katherine, credo mi abbia fatto cadere nella tela del ragno, come si suol dire...-
-Classico di una Serpe, se mi permette- ironizzò la ragazza, sentendo che se non l'avesse fatto, probabilmente sarebbe uscita di corsa da quella stanza.
Quei pochi secondi in cui i loro sguardi si incrociarono dopo quel particolare discorso a Danielle parvero lunghissime ore. E la cosa strana che le faceva più paura era che, all'inizio non voleva entrare in quella stanza, e adesso invece non voleva più uscirne. Per un attimo l'idea di andare dalla Pierce e chiederle se anche lei si era sentita così, le attraversò la mente. Ma ricordando come l'aveva guardata con odio qualche minuto prima, aveva subito cambiato idea.
-Ti senti bene, Payne?- domandò Elijah con tono preoccupato.
Evidentemente la sua espressione doveva essere così turbata come lo era la sua mente.
-Sì, certo!- esclamò, suonando finta anche alle proprie orecchie -Sono solo stanca, credo- mentì nuovamente.
Ovviamente il professore se ne accorse, ma fece finta di nulla. Dopotutto non lo riguardavo i motivi per cui quel giorno Danielle Payne si comportava in modo così strano. Anche se, per quanto si sentisse infantile a pensarlo, voleva esserne a conoscenza.
La ragazza andò verso la porta e l'aprì -Arrivederci, professore... e buon anno!- augurò sorridendo e voltandosi verso l'uscita.
-Buon anno anche a te, Danielle- disse quando ormai nello studio era rimasto solo lui.

All'ora di cena, i pochi studenti rimasti a Hogwarts si riunirono nella Sala Grande per consumare “l'ultima cena”.
Molti di loro erano delusi che nessuno avesse organizzato una festa. Di solito, negli anni precedenti, i professori non badavano al coprifuoco nella notte di Capodanno in modo che gli studenti potessero festeggiare. Ma quell'anno, sebbene tutte le richieste dei Prefetti di ogni Casa, non avevano dato il permesso. “È troppo pericoloso” dicevano.
-Si può sapere perché diavolo non hai pensato a niente, Katherine?- chiese Kol con impazienza -Di solito sei la prima a voler bere così tanto da non ricordare il tuo nome-
La ragazza lo fulminò con uno sguardo agghiacciante -Non ne avevo voglia- sentenziò monotona -Adesso smetti di parlarmi-
Tutti quelli seduti lì accanto la guardarono spaventati e tornarono subito ai loro piatti.
Per quanto Edith adorasse l'atteggiamento arrogante della compagna, quel giorno voleva schiantarla -Kat, vuoi dirmi cosa succede?- le domandò sottovoce, in modo che nessun altro sentisse.
-Niente che ti riguardi, Grant- sputò tra i denti.
A quelle parole, la bionda sospirò, prese il piatto e andò a sedersi all'altro capo del tavolo. Sapeva bene che discutere con lei in quelle condizioni non andava a vantaggio di nessuno. E soprattutto, ora come ora, non sarebbe stata in grado di sostenere una conversazione che non contenesse tre parole e quattro insulti.
-Qualcuno le ha sputato nella succo di zucca- si lamentò mentre si sedeva accanto ai Corvonero.
Stranamente quell'anno aveva instaurato un'inusuale amicizia con alcuni di loro.
-Come?- domandò Danielle, risorta dal suo ennesimo viaggio mentale della giornata -Stavi parlando con me?-
Edith alzò lo sguardo al cielo, esasperata -No, non ti stavo parlando-
-Non darci troppa importanza- intervenne Jackson -Oggi non c'è con la testa. Sarà una specie di reset per l'anno nuovo-
-Non devo resettare un bel niente, Jack!- esclamò, offesa.
Edith durante quei mesi aveva potuto conoscere bene la Corvonero che gli anni precedenti aveva etichettato come una “so-tutto-io”, tanto da accorgersi quando aveva qualcosa di strano che le girava per la testa.
-Hey- la chiamò -Devi dirmi qualcosa?-
In quell'esatto momento, dalle porte della Sala Grande entrarono la professoressa Forbes e la professoressa Mikaelson, camminando velocemente e con un'espressione attenta e sconvolta.
Esther andò accanto a suo marito e bisbigliò qualcosa che lo fece impallidire. Subito, il preside si alzò e, con voce allarmata, si rivolse ai presenti -Tutti gli studenti si rechino subito nella Stanza delle Necessità! Dei Dissennatori hanno infranto le barriere di Hogwarts e ora girano per la scuola-
I pochi alunni dei primi anni che erano rimasti per poco non svennero dalla paura al nome di Dissennatore.
-Ognuno segua il professore della propria Casa e non ci sarà niente di cui preoccuparsi!-
Immediatamente tutti si alzarono dalle lunghe panche, chi urlando, chi piangendo e chi non sapendo più cosa fare.
-Dissennatori?- domandò Matt con aria perplessa -Non ho sentito nessun prigioniero evadere da Azkaban o cose del genere-
Hayley, che l'aveva subito raggiunto dove c'era il professor Saltzman, condivideva la sua perplessità -Non è normale che i Dissennatori vadano in giro se non c'è nessun pericolo... Credi che stia succedendo qualcosa di grave?-
Donovan scosse la testa -Non ne ho idea. Per ora seguiamo Alaric e speriamo non succeda niente-  


Gli ultimi ad entrare nella Stanza delle Necessità furono i Serpeverde, per niente preoccupati della presenza di due o tre Dissennatori nel castello. 
Arrivati nel corridoio del settimo piano, la grande porta ad arco si presentò davanti a loro e si aprì con il consueto cigolio. La stanza, di solito colma di oggetti provenienti da tutto il mondo, era pressoché sgombra e si potevano chiaramente distinguere, attraverso la luce soffusa, gli innumerevoli archi acuti fluttuanti che percorrevano tutta la lunghezza. Solo una cinquantina di studenti erano in mezzo al largo corridoio centrale e si guardavano attorno con aria spaesata.
Ai lati della stanza, infatti, c'erano delle lunghe ottomane imbottite e rivestite da una brillante stoffa rossa, dei tavolini di vetro di forma ovale e in fondo, davanti al camino acceso, un tavolo adorno di bicchieri, bottiglie e pasticcini.
-Che diavolo sta succedendo qui?!- esclamò Rebekah, percorrendo la stanza con lo sguardo e aggrottando le sopracciglia -Non mi sembra ci sia l'atmosfera adatta a un pericolo imminente-
-Perfetto!- applaudì il professore di Pozioni -Ora che ci siete tutti possiamo dare inizio alla festa-
Gli alunni si guardarono perplessi, non capendo affatto la situazione.
-La festa?- ripeté Bonnie, stupita -Ci era stato detto che quest'anno non ci sarebbe stata nessuna festa-
-Volevamo farvi una sorpresa, ragazzi- spiegò il professor Saltzman -Dato che alcuni di voi sono costretti a rimanere qui a scuola anche durante le vacanze di Natale, abbiamo deciso di rendere il vostro soggiorno migliore-
-E quelli sono alcolici?- chiese un Kol stupito ed euforico.
-Sì- intervenne Liz Forbes -Ma sono la quantità giusta che si richiede per festeggiare, signor Mikaelson-
-Beh, non potevo chiedere di meglio- disse tra sé e sé, sorridendo.


-Per fortuna i professori hanno organizzato qualcosa!- esclamò Elena a Davina, entrando nella Stanza delle Necessità, addobbata a festa. 
L'amica rispose solamente con un sorriso, guardandosi intorno -Allora...- cominciò, cercando di addentrarsi in un discorso di cui non aveva più sentito parlare -Tu e Stefan avete più parlato?- le chiese, non sapendo bene come l'avrebbe presa.
Elena fece spallucce -Ci siamo scritti un po' durante queste vacanze- spiegò, incamminandosi verso Danielle, pochi metri davanti a loro.
Davina la seguì, facendosi largo tra la gente -E?-
-Niente. Ci siamo parlati, abbiamo capito che in realtà tra di noi non c'è altro che amicizia- la ragazza era a proprio agio a parlarne e all'amica faceva piacere sapere che le cose tra i due si erano sistemate. 
-Bene! Sono contenta che siate in buoni rapporti- esclamò Danielle, che aveva capito qual era l'oggetto in questione.  le sorrise nuovamente -Però, se devo essere completamente sincera, voi due... eravate carini insieme. Mi dispiace- 
Anche Davina anche lei non poté non dire la sua -Sinceramente a me non piaceva questo granché- 
Elena non capì -Chi?- 
-Stefan- 
Danielle, confusa, inarcò le sopracciglia -E perché? Lui è un bravo ragazzo-
-Ho questa sensazione negativa- cominciò, pensando a cosa dire -Non lo so, probabilmente mi sbaglio- alzò gli occhi al cielo -Ma lasciamo stare! Non voglio giudicare. Basta parlare di queste cose!- 
Danielle annuì, prendendo a braccetto Elena -Andiamo a ballare! Questa è la nostra festa- La ragazza non disse nulla, ripensando a ciò che Davina aveva detto e al motivo per cui lei e Stefan si erano lasciati. L'amica aveva capito che Stefan le nascondeva qualcosa. Ma Elena non era mai stata capace di andare oltre, scoprire quello che il ragazzo nascondeva. E spesso questo era stato motivo di discussione tra loro.
-Ehi, ci sei?- 
Elena tornò nel mondo reale -Sì sì, stavo solo pensando che dovrei prendere qualcosa da bere- 
-Buon'idea!- risposero le due more. 


-Dovevi vedere le facce dei ragazzini del primo anno quando hanno sentito la parola "Dissennatori"! Credevo di morire da quanto facevano ridere- affermò Rebekah, con un calice di vino bianco in mano. Ne sorseggiò un po' guardando i compagni intorno a sé. 
-Soprattutto quelli di Tassorosso. Non per dire, ma quelli non mi sono mai stati molto simpatici- Edith alzò gli occhi al cielo facendo una smorfia di disgusto -Comunque, parlando di altro... dove sono finiti i ragazzi? Non li vedo- si alzò in punta dei piedi cercando di distinguere il biondo dei capelli di Klaus, ma senza successo.
-Non saprei. Ah, Matt è laggiù con... beh, altra gente. Vuoi venire con me?- le domandò la Mikaelson, indicando un gruppetto di persone non molto lontane da loro. 
Edith annuì, delusa che in quel gruppo non ci fosse Niklaus. Facendosi largo tra la gente e pestando più di qualche piede arrivarono dagli altri che stavano discutendo. 
-Sì, assolutamente!- stava esclamando Hayley -Ti ci vedo benissimo a fare l'Auror, Matt!- Il ragazzo sorrise orgoglioso -Tu cosa ne pensi, Bekah?- domandò alla bionda, cingendole la vita con un braccio. 
Lei scosse la testa, scoraggiata -Sai bene cosa ne penso, ne abbiamo già parlato-
Si creò un improvviso silenzio imbarazzate. 
-Ovvero?- ebbe il coraggio di domandare Jackson, che proprio non riusciva a sopportare i Serpeverde. 
-Gli Auror non servono più. Sappiamo bene  che erano stati creati tempo fa per lottare contro le Forze Oscure- rispose pronta Rebekah. 
Edith la sostenne -E le Forze Oscure sono ormai state eliminate tempo fa. Concordo con Bekah, gli Auror non sono altro che Pattuglie di protezione non più utili- 
Jackson non reggeva il modo arrogante in cui le due avevano risposto -Illuminatemi, allora: voi cosa farete?- 
-Io proverò ad entrare nella squadra nazionale di Quidditch- sorrise raggiante Edith -In caso entrerò nel ministero della Magia, i miei mi hanno assicurato un posto- 
-Invece io entrerò nella Confederazione Internazionale dei Maghi- rispose Rebekah sorridente, vedendo Jackson incassare il colpo. 
-Vedo che entrambe avete piani ambiziosi per il vostro futuro- asserì Matt, sorpreso dalle risposte delle due bionde. 
Hayley lanciò una battuta -Piani ambiziosi, certo. Ma due serpi riusciranno a salire piani così alti?- 
In quel momento da dietro le due apparve Klaus che non poté non intromettersi nel discorso -Queste serpi riusciranno sicuramente a raggiungere piani così alti- affermò sicuro, mettendosi tra le due ragazze -Costi quel che costi- 
Detto questo Jackson girò i tacchi e se ne andò, portando con sé Hayley che fece in tempo a dire -Togliamo il disturbo, vi lasciamo complottare contro il mondo, allora- 
-Bene, Rebekah. Sai proprio come rovinare queste feste- dichiarò Matt, andandosene con gli altri.
La bionda sospirò, osservando il ragazzo mentre se ne andava. Scosse la testa incontrando lo sguardo di Nik -Scusate, devo raggiungerlo- affermò guardando poi l'amica -L'ultima cosa che voglio fare è litigare con lui per questi motivi futili- 
Klaus fece un cenno con la testa e la lasciò andare, facendolo restare solo con Edith -Vai pure- disse alla sorella -Andiamo a prenderci da bere?- domandò alla ragazza rimasta con lui. 



Le ragazze di Corvonero erano davanti al tavolo dei dessert e mangiavano con gli occhi tutte le prelibatezze che erano sotto il loro sguardo.
-Mmh!- borbottò Danielle masticando un bignè alla crema -Per la fine dell'anno diventerò una mongolfiera, ragazze-
-A chi lo dici!- le diede ragione Elena, che aveva riempito il suo piattino fino ai bordi.
-Voglio assaggiare questo vino- continuò la prima -Tenetemi un posto a sedere, per favore-
Guardò l'etichetta e capì che doveva essere qualcosa di babbano perché non ne aveva mai sentito parlare. 
-Cham... pagne?- mormorò sottovoce, non sapendo se la sua pronuncia fosse corretta.
-Esatto- intervenne qualcuno dietro di lei -È un vino francese. Famoso per essere consumato il primo giorno dell'anno-
-Professor Mikaelson!- salutò sorpresa, non aspettandosi che partecipasse a un evento simile -Non mi aspettavo di vederla qui-
-In realtà facevo parte dell'organizzazione di questa... festa- spiegò, prendendole la bottiglia di mano e iniziando ad aprirla.
La ragazza si spostò di qualche centimetro, sentendo di trovarsi troppo vicino a quell'uomo che ultimamente, contro la sua volontà, era sempre al centro dei suoi pensieri -Quindi stamattina sapeva già che ci sarebbe stata questa festa! Avrebbe potuto dirmelo- disse, scherzando.
-Mi è stato severamente vietato, purtroppo- 
Il tappo volò improvvisamente verso il soffitto della stanza, provocando un forte scoppio e facendo sussultare tutti i presenti.
-Questo sì che è uno strano vino...- costatò Danielle, sorpresa -Si può davvero bere?-
Per tutta risposta, Elijah prese due calici alti e stretti, ci versò il liquido dorato e frizzante e ne porse uno alla ragazza di fronte a lui, facendoli scontrare piano uno con l'altro.
Lei si portò il bicchiere vicino alle labbra, inspirò il profumo del vino e ne bevve un sorso, schioccando la lingua sul palato -È buono! Molto ricco e denso, ma fresco-
Elijah la guardò con fare piuttosto divertito -Parli come un sommelier, Danielle-
Alla ragazza andò di traverso il secondo sorso che stava per bere. 
Danielle?! Urlò nella sua testa. Doveva aver sentito male... Erano rare, infatti, le occasioni in cui Elijah Mikaelson chiamava per nome gli studenti. Gli era sempre sembrato un docente molto professionale e distaccato, ma forse avrebbe dovuto ricredersi. In fin dei conti non avevano mai avuto un rapporto abbastanza stretto come lo aveva, per esempio, con Enzo o Marcel, con cui tutti scherzavano durante gli allenamenti di Quidditch. Forse anche lui era una persona socievole.
Danielle ridacchiò sommessamente, più per sdrammatizzare che per la battuta -Che dire... evidentemente ho un talento innato!-
-Elijah, cosa stai facendo?- domandò una voce all'improvviso -Lo Champagne è per quando scocca la mezzanotte!- 
Esther Mikaelson era comparsa accanto al tavolo e guardava il figlio con rimprovero -Oh, buonasera, Danielle! Stavate forse brindando a qualcosa?- chiese con un tono fin troppo sereno, quando vide che anche una sua studentessa aveva un bicchiere in mano.
-Ehm, no- rispose quest'ultima, leggermente perplessa -Volevo assaggiare il vino. Non pensavo fosse per dopo, mi scusi-
La professoressa parve divertita dalla reazione disorientata della ragazza. Evidentemente le piaceva mettere in imbarazzo le persone -Non preoccuparti, cara- le disse, dandole dei buffetti su una spalla -Raggiungi pure la signorina Grant. Credo ti stia chiamando-
Grazie al cielo era così! Danielle scambiò un ultimo sguardo con i due professori in segno di saluto e si volatilizzò seduta stante.
-Grazie, Edith- sospirò, una volta raggiunta l'amica -Mi hai salvata-
-Non capisco ancora cosa stia succedendo tra te e il professor Ghiacciolo, ma vedi alle mie spalle?- domandò, indicando con il capo un punto indefinito dietro di lei -Sono rimasta seduta di fianco a Katherine fino ad ora e credimi se ti dico che se avesse potuto ucciderti con uno sguardo, l'avrebbe fatto!-
Danielle non osò guardare la Serpeverde seduta alle loro spalle -E cosa diavolo dovrei c'entrare io? Ti sembra che abbia fatto qualcosa di male?-
-Beh, se vuoi un parere onesto mi sembra di essere tornata a due anni fa, quando la storia iniziava per la prima volta-
La Corvonero sbarrò gli occhi -Scusa, ma credo che tu non possa dire una cazzata più grande di questa!- sbottò a voce troppo alta. Due ragazzini del terzo anno, infatti, si voltarono per un istante e poi tornarono da dove erano venuti, intimoriti da un'occhiataccia della Serpeverde.
-Edith, io non sono Katherine- spiegò sommessamente, mantenendo la calma -Ascolta, so com'è iniziata la loro storia e credimi... di certo non ho le stesse intenzioni o lo stesso carattere di Katherine Pierce-
La bionda restò un attimo in silenzio, metabolizzando le informazioni -Tu sai come è iniziata? Nessuno lo sa-
-Beh... sì- rispose, senza capire perché si fosse soffermata su quell'aspetto.
-E come fai a saperlo?-
La mora socchiuse gli occhi -È una domanda trabocchetto? Perché davvero non ho voglia di-
-Danielle, chi te l'ha detto?- le domandò di nuovo, con tono più serio.
-Me l'ha detto lui! E chi, sennò?- 
-Vuoi dire che lui ha spiegato come ha iniziato una relazione con una studentessa a un'altra studentessa? Ma soprattutto, perché avrebbe dovuto farlo?-
Uno sguardo attento alla ragazza davanti a lei ed Edith capì -Non ci credo... Gliel'hai chiesto?-
Danielle fece per parlare, ma rimase senza parole -Senti, non so perché l'ho fatto. So solo che c'era questa strana atmosfera tipo “ho assistito in diretta alla loro rottura-ora siamo da soli del suo ufficio-mi fa i complimenti e mi fa leggere i suoi libri”! Mi è venuto spontaneo domandarlo!- disse tutto d'un fiato -E poi non mi sembrava così scocciato-
-Questo perché sta succedendo di nuovo! Ho sempre ragione in queste cose, Danielle- spiegò, andando a sedersi accanto a Klaus -Credimi-
  
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