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Autore: Bloodred Ridin Hood    16/10/2015    3 recensioni
Commedia sperimentale sulle vicende di vita quotidiana della famiglia più disfunzionale della saga.
Immaginate la vita di tutti i giorni della famiglia Mishima in un universo parallelo in cui i suoi membri, pur non andando esattamente d’accordo, non cerchino di mandarsi all'altro mondo gli uni con gli altri.
[AU in contesto realistico] [POV alternato]
[Slow-burn XiaoJin, LarsxAlisa] [KazuyaxJun] [Accenni di altre ship]
[COMPLETA]
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Jin Kazama, Jun Kazama, Lars Alexandersson
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Gossip Game pt.1 

(Jin)

 

“Dai Jin! Ti ho chiesto scusa!” esclama Asuka esasperata “Che cosa devo fare?”
Niente, non c’ niente che possa fare, per questo continuo ad ignorarla completamente. Per me lei oggi non esiste.
“Zia Jun se l’è presa così tanto?” chiede mordendosi un labbro.
Ancora una volta non rispondo e accelero il passo. Asuka mi segue imperterrita e si ostina a tentare di instaurare un dialogo con me.
Ma perché dovevo dimenticare gli auricolari a casa proprio oggi? Avrei sostituito molto volentieri il sottofondo della sua vocetta irritante con un po’ di buon vecchio technical death metal spacca-orecchie.
Arriviamo davanti alle strisce pedonali e spero che il verde del semaforo scatti velocemente.
“Non volevo arrivare a tanto, davvero, però anche tu che ti metti a dire quelle cose riguardo a Hwoarang!” continua Asuka che inizia a sembrare un po’ irritata “Dico sul serio, Jin! È stato molto scorretto!”
Scorretto?! Ora sarei io a fare il gioco sporco secondo lei? Ma per favore!
“E comunque eri davvero completamente fuori strada!” aggiunge dopo roteando gli occhi “Non c’è assolutamente niente tra me e Hwoarang. Lo conosco appena, ma non potrei mai uscire con un tipo del genere, come ti è potuto venire in mente?!”
Mi osserva e aspetta una mia possibile risposta o reazione, che però non arriva. Sbuffa e sposta lo sguardo in avanti. Ottimo, forse sta finalmente cominciando a stufarsi di questa conversazione unilaterale che va avanti da quando siamo usciti di casa!
“Jin, seriamente cosa devo fare?!” continua con un tono di voce serio “Ti ho chiesto scusa un milione di volte, capisco che sia ancora arrabbiato, ma almeno degnami di un po’ di considerazione.”
Ancora non rispondo e lei si esaspera.
“È per colpa di questo tuo carattere di merda che non riusciamo ad andare d’accordo!” mi dice stizzita.
D’accordo, vuole davvero la mia considerazione? Ci tiene davvero così tanto?
“Va al diavolo Asuka.” le rispondo prima di attraversare la strada per raggiungere i cancelli di scuola.
È rimasta indietro e non mi interessa voltarmi per vedere quanto se l’è presa.
Si merita questo e altro. Deve solo ringraziare che non ho tempo e voglia di vendicarmi come si deve.
Ad essere totalmente onesti, in realtà mia madre non se l’è presa così tanto, però stamattina ho comunque dovuto sorbirmi una sorta di paternale di cui non sentivo per niente la necessità. Secondo lei starei diventando troppo arrogante e aggressivo, e mi ha persino suggerito di prendermi una pausa dagli allenamenti, che è decisamente l’ultima cosa che intendo fare.
Potrà sembrare da sfigati, ma combattere è ormai una delle poche cose che mi fa sentire in pace con il mondo. Al diavolo Asuka, al diavolo tutto, io non rinuncio a combattere!
Entro a scuola e vedo Julia che mi viene immediatamente incontro.
“Hanno messo i risultati dei test di fine semestre.” dice un po’ agitata.
“Hmm.” rispondo con fare annoiato “Li hai già guardati?”
“Non ancora! Stavo aspettando te o Shin, ma quell’idiota non si vede da nessuna parte. An-andiamo?”
“Andiamo.” alzo le spalle.
In realtà ho sempre odiato queste stupide classifiche. L’acquisizione della cultura dovrebbe essere una crescita personale, non motivo di competizione fra gli studenti, e in ogni caso ho già un’idea del punteggio che dovrei aver preso. Ho dei voti piuttosto soddisfacenti in tutte le materie, a parte fisica in cui, dato che Lee Chaolan mi odia, ho solo una patetica sufficienza.
Julia invece ha una strana fissazione per questo genere di cose. È molto orgogliosa dei suoi traguardi, e soprattutto è piuttosto competitiva.
Mentre camminiamo mi accorgo che è talmente nervosa che le tremano le mani.
Arriviamo fuori dalla porta dell’aula magna e cerchiamo i fogli con i risultati del nostro anno.
“Sono qua.” dice Julia con un filo di voce, a qualche passo di distanza da me.
Sorride, ma come mi avvicino noto che il suo sorriso si trasforma presto in una smorfia inorridita.
Do un’occhiata alla tabella con i risultati degli esami e ne capisco subito il motivo, Julia non è riuscita ad avere il punteggio più alto della scuola nemmeno quest’anno.
Non solo infatti è a pari merito con me, cosa per cui ho il sospetto che in questo momento desideri uccidermi, ma c’è dell’altro che probabilmente la turba ancora di più.
Siamo entrambi secondi.
Il primo posto, con una media di quindici centesimi più alta della nostra, è occupato da uno studente che di nome fa…
“Steve Fox?” legge Julia a voce alta con voce insolitamente squillante “Chi è?”
“Non lo conosco.” rispondo.
“L’anno scorso non c’era… o comunque non era tra i primi o mi ricorderei il suo nome.” anche se cerca di non darlo a vedere, è molto irrequieta.
“Sarà arrivato quest’anno.” alzo le spalle.
La osservo dubbioso, sembra così delusa!
“Tutto bene?” chiedo.
Lei mi guarda come se le avessi chiesto la cosa più inopportuna possibile.
“Cosa vuol dire tutto bene?” mi chiede a sua volta con un sorriso fintissimo “Certo che sì! È un ottimo risultato e sono pienamente soddisfatta.”
“Sicura?”
Lei alza gli occhi al soffitto.
“Certo che sì, Jin!” risponde un po’ infastidita “Vado in classe, ci vediamo a pranzo.”
Si volta e se ne va salutandomi con un cenno della mano.
La seguo per un po’ con lo sguardo mentre si allontana verso l’altra ala dell’edificio scolastico. Sono leggermente preoccupato.
Ho sempre pensato che Julia prenda questa storia dell’eccellenza scolastica un po’ troppo a cuore. Va bene essere perfezionisti, ma se esagera rischia di diventare poco salutare.
Sì, penso che Julia abbia decisamente bisogno di cercarsi degli altri interessi al di là della scuola e della salvaguardia dell’ambiente.
Mi dirigo verso la mia classe e lungo il tragitto nel corridoio incrocio alcuni gruppetti di ragazze. C’è qualcosa di strano però nel loro comportamento. Noto infatti che al mio passaggio sembrano diventare silenziose e scambiarsi degli strani sguardi tra di loro. Non è come al solito, quando al massimo mi lanciano sguardi e sorrisini, oggi sembra proprio che stiano parlando di me.
Mi viene di colpo in mente il discorso di ieri sera con Xiaoyu, e di come aveva predetto che oggi si sarebbe parlato della mia punizione. Mi ricordo del suo racconto riguardo al mio nome scritto in mezzo a cuoricini colorati e rabbrividisco.
Ma la gente non ha proprio nient’altro a cui pensare?! Forse non è solo Julia che dovrebbe trovarsi dei nuovi hobby.
Intravedo Kamiya poco prima di arrivare in classe e appena mi vede si affretta a raggiungermi.
“Kazama, cosa è questa storia di cui parlano tutti?” mi chiede ridacchiando.
“Che storia?!” chiedo con sguardo interrogativo “Sono finito in punizione, ebbè?”
Mi guarda confuso e scuote la testa.
“No… a quanto si dice in giro qualcuno ieri ti avrebbe visto in atteggiamenti intimi con una ragazza di un altro anno.”
Ascolto sbigottito e rimango in silenzio in stato di confusione per qualche secondo.
“Allora?” chiede con un mezzo sorriso.
Sono indeciso se sia il caso di prenderla a ridere o di arrabbiarsi.
“Atteggiamenti intimi.” ripeto senza intonazione.
Sono allibito.
“Chi è?” mi chiede Kamiya con un sorrisetto beffardo “Perché non mi hai detto niente vecchio porco?”
“Non ti ho detto niente perché non è vero.” rispondo acido.
“Beh, non me lo diresti neanche se fosse vero.” osserva lui e sono costretto ad ammettere a me stesso che è una giusta intuizione “Quindi dovrai trovare un’altra spiegazione.”
Sospiro, mi infilo le mani nelle tasche ed entro in classe.
Non è il caso né di ridere, né di arrabbiarsi, affronterò questa ennesima assurdità come ho sempre fatto. L’indifferenza è la chiave di vittoria.
“Kazama… se dicono che ti hanno visto, qualcosa devono aver visto.” insiste Kamiya seguendomi.
“Chi mi avrebbe visto?”
“Non lo so, ma…”
“Ecco, guarda caso non si sa.” rispondo annoiatissimo.
Poggio le mie cose sul banco ed ecco che si avvicina un altro nostro compagno di classe, uno di quei tipici squallidi seduttori falliti. Uno di quegli individui che parlano di tette e culi tutto il giorno, nonostante siano quegli esatti tipi che le ragazze giustamente evitano come la peste bubbonica.
“Kazama! E così te la fai con Ling del secondo anno.”
Ecco, dovevo aspettarmelo.
Oggi qualcuno ha deciso di mettere davvero alla prova la mia pazienza. Seriamente, sarei divertito da tanta stupidità collettiva se solo non fosse così deprimente.
“Non è vero.” asserisco gelido, ma nessuno sembra darmi retta.
“Beh, hai buon gusto!” risponde infatti ignorando la mia risposta e continua con tutta una serie di apprezzamenti nei confronti di Xiaoyu, che deve sperare non arrivino mai alle sue orecchie.
“Hey, non dovresti parlare così della sua ragazza!” lo avverte Kamiya con tono grave.
Lancio uno sguardo torvo a Kamiya. A quanto pare si sta divertendo molto alle mie spalle.
L’altro fa una faccia come se si fosse appena reso conto del terribile errore appena commesso.
“Ma Kazama sa che sto scherzando.” commenta un po’ nervoso “Comunque dato che vi state frequentando, naturalmente, eviterò di provarci con lei.” ridacchia concitatamente “La vostra amica secchiona invece è libera?” domanda tornando serio.
“Chi? Chang?” chiede Kamiya trattenendo a stento una risata “Non pensarci nemmeno, non hai il quoziente intellettivo abbastanza alto per farti notare.”
Smetto di ascoltare e do una distratta occhiata alla classe. Noto che un sacco di gente mi guarda e parlotta.
Sono veramente tutti così pettegoli? Sono sempre più sconcertato.
Qualche minuto dopo mio zio Lee, che purtroppo mi fa anche da professore, entra in aula e tutti si affrettano per andare ai loro posti.
Kamiya si siede affianco a me.
“Dai, a parte gli scherzi, è vero o no?” mi chiede sottovoce.
“Non è vero!” ripeto per l’ennesima volta iniziando a perdere la pazienza “Si è fatta male ad una caviglia e l’ho aiutata a camminare fino all’uscita di scuola! Forse ci hanno visto in quel momento. Atteggiamenti intimi un cazzo!”
Ridacchia.
“Dai, non prendertela! Tanto smetteranno di pensarci non appena troveranno qualcosa di più interessante su cui spettegolare.”
“Infatti non mi interessa!” assicuro “Trovo soltanto ridicolo e squallido che la gente si metta a vaneggiare sulle vite degli altri!”
Il professore batte una mano sulla cattedra per cercare di richiamare l’attenzione e la chiacchiera si dissipa.
“Allora gioventù…” Lee fa scorrere lo sguardo sulla classe “Avrete già visto i risultati nel foglio che ho affisso fuori dal mio studio, ma ho portato i compiti nel caso qualcuno desiderasse vedere gli errori.”
Toglie fuori da una cartella un mazzo di fogli e guarda la classe con un sorrisetto di sufficienza.
“Devo dire che sono andati meno peggio dell’ultima volta. Finalmente state dimostrando che dopotutto c’è qualcosa che funziona dentro le vostre testoline.”
C’è qualcuno che ride. I soliti lecchini e le ragazzine che, senza aver mai cercato di tenerlo troppo nascosto, sono stracotte del professore.
Lee si guarda intorno con un’espressione compiaciuta.
“Dunque, chi ha desiderio di vedere il proprio capolavoro?”
Alcuni alzano la mano, la sollevo anche io. Sono proprio curioso di vedere come giustificherà il mio voto stavolta. Ho studiato tantissimo, non mi meritavo una schifosa sufficienza.
“Ok, due minuti per ciascuno che dopo devo spiegare. Akiyama vieni, cominciamo da te.” fa un cenno con la mano a una ragazza del primo banco.
“Comunque chi è la tua presunta ragazza?” torna a chiedermi Kamiya dopo un po’ “La conosco?”
“Che te ne frega scusa?”
“Beh, lui prima ha detto che è carina.” dice indicando il nostro compagno porco con un cenno della testa.
Gli lancio uno sguardo severo.
“Non stavi uscendo con l’amica di tua sorella, scusa?”
“Stavo, appunto.” sottolinea “Allora è carina?”
“Beh sì, indubbiamente lo è, ma… io non potrei mai davvero uscire con una come lei.” rispondo schietto.
“Perché?”
“Perché ha un atteggiamento da bambina capricciosa e comunque credo che mi odi.” spiego evasivo.
“Ti odia? Quindi dovete conoscervi abbasta bene!” ragiona Kamiya.
Apro la bocca per mandarlo a quel paese, ma Lee mi chiama alla cattedra.
“Kazama!”
Mi alzo e mi dirigo subito verso la cattedra.
Prendo il foglio del mio compito che Lee mi sta porgendo. Lui intanto si mette a sfogliare gli altri compiti.
Do uno sguardo veloce al foglio e mi concentro in particolare sul passaggio finale del problema, dove Lee ha segnato un punto esclamativo rosso.
Rileggo il passaggio e faccio il calcolo a mente, ma non mi sembra di trovare niente che non vada. Potrei aver sbagliato ad approssimare qualche risultato, possibile che mi abbia considerato quello come errore?!
Appoggio il compito sulla cattedra e guardo il professore contrariato.
“C’è qualcosa che non va?” mi domanda lui come se niente fosse.
“Non capisco il mio voto.”
Lee prende il compito in mano.
“Cosa c’è che non capisci? È una sufficienza piena, in generale devo dire che è buon compito, si vede che hai capito i concetti base e come vanno applicati…”
“E allora cosa ho sbagliato?” gli chiedo con arroganza.
Mi fulmina con lo sguardo, poi continua il suo discorso.
“… ma se non avessi avuto la presunzione di consegnare senza rileggere il compito, forse ti saresti accorto dell’abominio che hai scritto nel passaggio del momento torcente.”
Mi sbatte il compito sotto il naso. Lo riprendo.
Di cosa parla? Sono sicuro di aver ricontrollato almeno due volte prima di consegnare!
Vado a cercare il passaggio in cui calcolo il momento torcente e… lo vedo.
Mi irrigidisco e sgrano gli occhi.
Agghiacciante.
Ripugnante.
Disgustoso.
“Perché voglio pensare che quello sia soltanto un errore di distrazione, perché… se così non fosse potrei arrivare a dubitare delle tue conoscenze della matematica elementare.”
Sono un idiota. Sono un imbecille. Sono un essere inutile e me ne vergogno.
Lee ha ragione. Mi sono perso su una banalità incredibile.
È stato anche fin troppo buono a darmi una sufficienza. Per un errore del genere merito di essere sbattuto fuori dalla scuola. A vita.
Una cosa è certa, Julia non dovrà mai saperlo. Mai e poi mai. A costo di dover infiltrarmi di notte a scuola per bruciare quel compito.
“Tutto bene Jin-kun?” mi sussurra Lee con un sorrisetto crudele stampato in faccia.
Deglutisco e gli restituisco il foglio.
“Ho… ho capito l’errore.” borbotto cercando di non far trasparire il mio imbarazzo.
“Ne sono certo.” annuisce sogghignando.
Non voglio più vedere quel compito in vita mia.
Torno a posto velocemente.
Continua a mostrare le correzioni dei compiti per un po’ animando l’ora con inutili battutine che sembrano divertire un sacco la classe.
“Ricordatevi che io insegno scienza, non magia!” dice infine a gran voce riferendosi alle assurdità dei nostri compiti.
C’è gente che ride di nuovo.
Che disgusto! Ma non si rendono conto che ci sta sfottendo perché ne sappiamo meno di lui?
“Chi si offre volontario per cancellare la lavagna?”
Alcune ragazze delle prime bancate alzano la mano.
“Eccellente!” risponde lui con un sorriso smagliante.
La lezione comincia, e io vorrei ancora morire di vergogna.


Durante la pausa pranzo vedo che continuano le occhiatine e le chiacchiere al mio passaggio. Percorrendo la rampa di scale per arrivare all’ultimo piano, incrocio Eriko Sasaki.
Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?
Chi ero nella mia vita precedente? Uno spietato dittatore che ha causato guerre e spargimenti di sangue in giro per il mondo per seguire i propri interessi?
“Kazama-kun.” mi si piazza davanti.
Ha uno sguardo strano, come se volesse rimproverarmi qualcosa.
“Sasaki…”
Kamiya si allontana lentamente con aria divertita.
“E così… avresti una ragazza?” mi chiede.
Naturale che la voce sia arrivata anche a lei, e a giudicare dal rossore sul suo volto, l’idea di essere stata sorpassata da un’altra la disturba terribilmente.
In realtà sono certo che di stare simpatico a Sasaki più o meno quanto lei sta simpatica a me, ma ha deciso che vuole avermi, ed è tutta questione di prestigio sociale e immagine. Non mi dispiace che in questo momento il suo sangue stia ribollendo di rabbia, anzi è una cosa che mi rende vagamente felice. Certe ragazze diventano così stupide a questa età!
“Non vedo come la cosa possa riguardarti.” rispondo gelido.
Kamiya mi osserva stupito alzando un sopracciglio.
No, non mi sto approfittando della situazione. Anche se una voce simile potesse mai essere vera, non sarebbero comunque affari di Sasaki. Fino a prova contraria non ho confermato niente che non sia vero. Voglio soltanto gustarmi fino all’ultimo l’umiliazione e il disprezzo che leggo sul suo volto.
“Avresti potuto avvertirmi che ti vedevi con un’altra. Così non avrei fatto la figura della cretina che cerca i ragazzi fidanzati!”
Ma sentitela! Come se questo fosse mai stato un problema per lei.
La verità è un’altra, non sopporta l’idea di essere stata scartata per qualcun’altra.
“Ti ho già detto mille volte che non sono interessato a te, mi pare.” ribadisco cercando di sembrare più dispregiativo possibile.
Fa una smorfia, poi ridacchia.
“E così mi hai sempre respinta perché c’era un'altra.” ragiona a voce alta con superbia “E non è nemmeno la Chang. Chi sarebbe dunque questa superdonna?”
Che ragazza insopportabile!
“Non sono affari tuoi.” la ammonisco gelido per l’ultima volta “Lasciami in pace, non rivolgermi più la parola.”
La supero e continuo per la mia strada.
“Sei veramente uno stronzo, Kazama.”
Raggiungo Kamiya.
“Non ho intenzione di parlarne.” lo avverto “Andiamo.”
Ok, potrei aver sfruttato l’ambiguità della situazione per togliermi dalle scatole qualche personaggio scomodo, ma non è niente di poi così grave, giusto?
Spero soltanto di riuscire a tenermi lontano gente come Sasaki per almeno qualche mese. Almeno fino alla mia partenza in Australia, se tutto va bene.
A quanto pare questa stupida voce forse sta portando qualche vantaggio.
Sorrido malvagiamente.
Dopo aver svoltato l’angolo del corridoio, qualcuno mi afferra la camicia da dietro e mi costringe a voltarmi.
Hwoarang di nuovo?
Sto per mettermi in posizione di guardia, ma poi vedo di chi si tratta e mi blocco.
Mi spinge contro il muro.
“Xiaoyu.” forzo un sorrisetto innocente.
Sembra furente di rabbia, ho l’impressione che voglia picchiarmi.
Avrà sentito la mia conversazione con Sasaki?
“Hey, che cosa succede?” chiede Kamiya.
Xiaoyu si guarda intorno, incrocia lo sguardo di Kamiya, poi torna a guardare me, poi apre la porta di una stanza a pochi passi da noi e mi trascina dentro con lei.
D’accordo, forse è il caso che ci fermiamo un attimo a fare il punto della situazione.
“Torno tra un secondo.” ho il tempo di dire frettolosamente a Kamiya, prima che lei richiuda la porta.
È una specie di ripostiglio per gli addetti alle pulizie o qualcosa del genere. È piccolo e semibuio, ma anche con la poca luce che abbiamo a disposizione riesco perfettamente a vedere l’occhiata omicida che mi sta lanciando.
“Vedo che la caviglia va meglio.” commento con una mezza smorfia.
Non sembra neanche la stessa che solo ieri si stava immaginando il dramma della sua carriera distrutta.
“Alla fine era decisamente meno grave del previsto, grazie per l’interessamento.” dice glaciale “Che diavolo stai facendo?” mi chiede poi “Perché tutti pensano che stiamo uscendo insieme?”
Mi risistemo la camicia e la guardo con fermezza.
“Ieri devono averci visti mentre ti aiutavo a camminare e hanno frainteso qualcosa.” rispondo “Penso che sia inutile dire che io non c’entro niente con questa storia.”
“Ah sì?” dice lei “Perché da come hai parlato poco fa con quella ragazza, mi verrebbe da credere il contrario.”
“Quella ragazza mi tormenta da tempo, potrei semplicemente aver sfruttato l’equivoco per togliermela dai piedi per un po’.” ammetto “Ma se mi hai spiato bene, avrai notato che sono rimasto sul vago e di fatto non ho confermato niente che non sia vero.”
“Non cercare di fare il furbo con me, Kazama!” mi rimprovera “Non mi sta bene che si dica in giro che mi vedo con te! Adesso andrai subito a chiarire l’equivoco, a cominciare da quella ragazza.”
Ha le guance paonazze e la sua voce ha assunto una nota decisamente meno delicata del solito.
Mi scappa da ridere.
“Non ci penso proprio.” rispondo con un sorrisetto cattivo.
Sgrana gli occhi sconcertata.
“Come sarebbe a dire?!” ribatte poi arrabbiatissima “Se non vuoi uscire con quella ragazza, sii uomo e vai a spiegarle le cose come stanno, ma tienimi fuori dai tuoi problemi!”
Quanto è ingenua!
“Spiegarle le cose come stanno? Credi che non ci abbia mai provato?” le chiedo a mia volta “Senti, anche se continuassi a negare questa diceria, cosa che tra l’altro ho provato a fare da quando sono arrivato a scuola stamattina, non cambierebbe assolutamente niente. Non lo capisci? La gente è talmente stupida che preferisce credere ad una voce che passa per centinaia di bocche, piuttosto che da quella dei diretti interessati.”
Sembra sempre più preoccupata. Mi guarda in silenzio per diversi secondi.
“E quindi? Non hai intenzione di fare niente?” riprende arrabbiata “Io devo subirmi gli sguardi di odio e disprezzo dal tuo esercito di ammiratrici fuori di testa, solo perché tu sei talmente scorbutico da non sopportare che la gente ti stia intorno?”
Stringe le mani a pugno.
Mi stringo nelle spalle.
“Vai pure a dire che non è vero.” le suggerisco “Poi dovrai anche spiegare come mai ti sei rinchiusa in un ripostiglio con me durante l’intervallo.”
La guardo con un sorrisetto crudele. Lei sgrana gli occhi con terrore.
Non ci aveva pensato.
L’angoscia lascia rapidamente spazio alla rabbia. Mi guarda con rabbia, talmente tanta rabbia che mi aspetto di iniziare a vedere un’aura rossa sprigionarsi attorno al suo corpo.
“Non finisce qui.” sussurra, poi mi passa a fianco per uscire di corsa dallo stanzino.




 
 
 
 
 
  
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