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Autore: The Three Mewsketeers    16/10/2015    4 recensioni
Una raccolta scritta da tre pazzoidi che amano scrivere, amano TMM e amano delirare. Tutto qui. Ogni capitolo un prompt diverso, cosa accadrà? A voi la sentenza...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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hj

 Buonaseeeeeeera, bella gente, e buon inizio del weekend! Questa volta aggiorniamo in fretta perché la sottoscritta non ha nulla da fare :3

Sìììì HP non ha nulla da fareee! E' sono in Shiroganelandia.

Ho mal di testa e mi affido alle fanciulle che hanno i miei obbrobri capolavori!, io muoio nel mentre @_@

*Lancia cuoricini verso Ria* Comunque, ovviamente, HP si riqualifica la pervertita delle tre, e vi propone il prompt indicato dalla fotina cliccando qua (ho combattutto vent'anni con l'HTML di Kompozer senza riuscire a farla comparire su EFP, se qualcuno ha delle dritte sarei molto grata!)  :3

E ovviamente Danya scrive stupidaggini xD Perché non deve darle soddisfazioni!

Non commento perché sennò sarebbe spoiler, ma non mi lamento comunque della tua scelta :3 Vi lasciamo alla lettura, un bacione!!!

Upiiii @w@ *Fa ciao ciao con la manina*

*evil smile*

 PROMPT 5: Bel maschio che cucina senza maglietta Torso Nudo

Ospitare i giovani alieni nelle loro dimore si dimostrò una grande sfida, specie viste le abitudini differenti che incorrevano fra le due razze.
Minto era dovuta partire un paio di giorni e Kisshu, ritrovatosi solo, si era praticamente autoinvitato a casa di Retasu, giusto per infastidire di fratello maggiore e i nervi della povera ragazza.
Mentre Pai era risultato un ospite tranquillo, silenzioso e soprattutto ordinato, Kisshu era l’esatto opposto e gentilmente, più di una volta, Retasu aveva attinto dalla sua enorme forza interiore per non sbatterlo fuori di casa.
Ciò che distingueva i due fratelli non era solo l’ordine, ma anche il modo di approcciarsi con le persone.
Ad esempio, Pai, nonostante soffrisse molto il clima terrestre, non si era mai permesso di girare mezzo nudo per casa, cosa che a Kisshu non risultava difficile, invece, mandando la ragazza in iperventilazione quando incrociava in verde camminare a petto nudo.
-Certo che voi Giapponesi siete tremendi. Quando andate al mare che fate? - la canzonò il verde. Le tirò la guancia con affetto e disse –Ma scusa, tu e quel simpaticone di Pai…?
L’allusione per nulla sottile le fece venire un colpo –Ccccccche? Noi non… stiamo… abbiamo…nn-n-nn—n-n—n-n…!
-Aaaaaaah! - Kisshu le batté una mano sulla spalla –Scusa, pensavo che si, insomma… va beh! Errore mio! - sorrise sghembo e malizioso mentre la povera ragazza sembrava sul punto di avere un collasso.
 Qualche mattina dopo, accadde l’irreparabile.
Retasu era scesa in cucina di buona lena visto l’ammontare di impegni che l’attendevano e si era bloccata sulla soglia della stanza, arrossendo subito.
Kisshu, chissà perché, si era ritrovato in cucina a bruciacchiare qualcosa sui fornelli.
-Ehilà! Pesciolina, ti sto facendo la colazione di ringraziamento! - disse sorridendo sghembo.
Non notò affatto lo sguardo di Retasu e se lo fece, non gliele importò per nulla.
Kisshu si era evidentemente fatto la doccia, visto i capelli verdi bagnati ed appiccicati alla testa e l’asciugamano attaccato alla vita.
-K…K…Kisshu-san! - Retasu fece qualche passo indietro.
-No aspetta! Guarda che so fare!
Kisshu si voltò verso di lei, ancora incurante della propria nudità e fece saltare quella che doveva essere una crêpe dalla pentola. Il movimento forse troppo brusco fece scivolare un po’ l’asciugamano ma Kisshu era stato abbastanza veloce da bloccare la caduta della stoffa, ma non l’urlo di Retasu che cacciò dalla bocca mentre si tappava gli occhi.
Allarmato dall’urlo, Pai si era precipitato di sotto, trovando Kisshu che teneva con una mano l’asciugamano che aveva scoperto le natiche pallide e con l’altra la padella.
Retasu sbirciò tra le dita il nuovo arrivato, anche lui a petto nudo e in pantaloncini mentre imprecava contro Kisshu e la sua amoralità.
Quello fu troppo: due uomini nudi nella sua cucina!
-Basta! Io vado via!- strillò, rossa di vergogna mentre scappava via al piano di sotto.
I due rimasero fermi nella stanza, incerti su cosa fare.
Kisshu si rimise diritto e si sistemò l’asciugamano –Frigida. Ecco perché non ci hai concluso ancora…ahi!
Pai piantò un pugno in testa a Kisshu, ringhiandogli contro e sparendo dalla sua vista. Il verde si portò le mani alla testa dolorante, dondolandosi per il dolore.
“Io volevo solo essere gentile!”

 

§§§

 

Faceva così caldo, anche per essere Agosto, che Ichigo non si sarebbe sorpresa di svegliarsi senza lenzuolo addosso: era ben più strano ritrovarsi appallottolata nella stoffa e avvertire la sua fresca morbidezza sulla pelle nuda.
Da lì sorgeva la domanda del perché fosse nuda. Completamente nuda.
Arrossì e si sedette prendendosi la fronte tra le mani, l'emicrania martellante che le trapanava le tempie era un indizio del quantitativo di cocktail ingeriti la sera precedente.
Aveva un ricordo confuso. Ma in fondo era così che avrebbe dovuto essere una sera estiva di una giovane universitaria, no? I suoi erano fuori e lei non aveva visto nulla di male nell'organizzare una bella festa con le amiche. Avevano portato da mangiare, da bere, e Keiichiro aveva pensato ad improvvisarsi barman oltre a portare il dessert… E Ryou.
La rossa affondò il viso nel lavandino bagnandosi con l'acqua ghiacciata.
Pregò che a Keiichiro non fosse scappata una sola parola su una certa cosa, ma l'outfit del biondo le lasciava intuire che il suo amico avesse manipolato gli eventi per presentarglielo così. E farle venire un attacco di cuore.
Camicia sportiva a maniche lunghe ripiegate sull'avambraccio, jeans scuri attillati e quei – maledizione! – occhi azzurri così sexy che la sola ragione per cui non aveva fatto stupidaggini – tipo saltargli addosso appena attraversato l'ingresso – era la presenza delle ragazze tra Ryou e lei.
Tornò in camera per sistemarsi i capelli e notò la bomba inesplosa di vestiti: i suoi sandali preferiti con il laccetto alla caviglia, il tubino porpora che le stava così elegantemente e perfettamente aderente, il completino intimo nuovo che aveva acquistato giusto un mese prima e non aveva mai messo, erano tutti abbandonati sulle mattonelle bianche e rosate come se si fosse spogliata di corsa.
Indossò canottiera e pantaloncini cercando di pensare; le venne da ridere, se si fosse trattato di un film romantico si sarebbe svegliata con accanto l'uomo dei suoi sogni.
Un'immagine, che le provocò un acceso rossore, le attraversò la mente e non potè evitare di ricontrollarsi attorno, ma la stanza era vuota e non c'erano vestiti oltre ai suoi sul pavimento.
Doveva essere stato un sogno. Un dolce, appassionato, stupidissimo sogno.
« Sono patetica. »
Aprì la porta della camera e le arrivò al naso uno stuzzicante odorino di pancetta. Il cuore le piombò nello stomaco con la stessa rapidità con cui scese dalle scale.
Si affacciò di soppiatto verso la cucina e vide le spalle toniche di Ryou, i soli pantaloni addosso, che canticchiando preparava ciò che, dal profumo che le solleticava le narici, era una classica colazione americana.
La rossa si premette la mano sul viso e l'intontimento del sonno lasciò posto al ricordo della sera prima.
La testa lievemente annebbiata dal Bellini, la forza di chiacchierare con Ryou con naturalezza; il suo profumo che si alzava dalla camicia e la inebriava più dell'alcool, la sua voce che forse per la bottiglia di birra che teneva tra le dita rideva calda e allegra al suo orecchio. Gli altri che uscivano, e chissà perché Ryou si offriva di aiutarla a sistemare. Le loro mani che si sfioravano, lei che osava lambirgli le labbra e mormorava scuse, prima che Ryou annullasse del tutto la distanza tra loro… Il suo respiro roco che intervallava con il suo nome, il suo calore, la sua bocca, le sue mani.
Per poco Ichigo non crollò sull'ultimo gradino in preda al capogiro per il sangue affluito alle guance. Fece più rumore di quanto immaginasse perché Ryou si voltò a guardarla, con quel sorriso sottile che le faceva tremare le ginocchia:
« Allora non sei solo lenta a prepararti, hai proprio il sonno pesante. »
La sua lingua lunga non fu incisiva come al solito ma Ichigo gli rivolse comunque una linguaccia, nonostante il sorriso radioso che le illuminava il volto.

 

 

 

   
 
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