Crossover
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Autore: Crybaby    17/10/2015    2 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Tripla Battaglia Per Il Destino Del Mondo (Prima Parte)

Naruto si ritrovò disteso a faccia in giù su un pavimento bagnato.
Il contatto col freddo liquido fece immediatamente riprendere i sensi al ninja che si rizzò in piedi, realizzando di trovarsi in un luogo buio e invaso da una nebbia sulfurea.
-E-Ehi! Ma dove sono?!
-Eh, eh, eh… Non riconosci più l’interno del tuo stesso stomaco, moccioso?
Due occhi stanchi ma divertiti brillarono nella penombra. Solo in quel momento Naruto si rese conto di essere al cospetto della volpe a nove code.
-C-che accidenti di faccio qui?! E chi è stato ad aprirti il cancello, si può sapere?!?
-Tu stesso, poco fa. Evidentemente, hai capito di aver bisogno di me…
-NA-NA NA-NA NAAA! Non ti sento! Non ne voglio sapere! Ciao ciao! Adesso mi sveglio!
Come un bambino l’Uzumaki chiuse gli occhi, si tappò le orecchie e contò fino a dieci. Quando riaprì gli occhi, purtroppo per lui, non era cambiato nulla.
-Perché sono ancora qui, maledizione???
-Sei in fin di vita, mi pare ovvio. Quella ragazza, Eudial, non è proprio andata per il sottile con te…
-E tu che ne sai? Non eri in coma o qualcosa del genere?
-Lo ero… ma da quando i cancelli si sono alzati, ho potuto sentire e vedere tutto…
-Beh, spero che lo spettacolo ti abbia divertito! Adesso però fammi un favore, tornatene a nanna così posso uscire da qui e riprendere da dove mi ero fermato!
-Intendi… strangolato da Eudial e pronto ad esalare l’ultimo respiro? Accomodati pure…
Una vena sulla fronte di Naruto si gonfiò di rabbia.
-EHI! Dovresti fare il tifo per me, non prendermi in giro!
-E rieccolo con la sua mania di protagonismo…
-Parlo sul serio! Se uno di noi due muore, muore anche l’altro! Quindi ti conviene sperare che io sopravviva!
La volpe si girò su un fianco, annoiata.
-Quel che mi dici è vero, purtroppo. …ma è anche vero, se voglio ambire a un’esistenza migliore, che la morte è una tappa obbligatoria…
-Che cosa?!
Incredulo e iracondo Naruto sbatté un piede sul pavimento, sollevando schizzi d’acqua.
-Ma sei diventato matto?! Pur di rovinare il piano di mio padre, preferisci morire?!?…
-Del Quarto Hokage e dei suoi sogni pacifisti non me ne frega un cazzo. Per quanto riguarda me…
Kyuubi si concesse un vistoso sbadiglio, prima di continuare.
-…non ci sei ancora arrivato? Io non sono un essere vivente come gli altri. Come i miei otto fratelli, io sono una creatura fatta interamente di chakra, che non potrà mai scomparire definitivamente. Che ci volgano giorni, mesi o anche anni, poco mi importa: prima o poi la mia essenza dovrà ricompattarsi, ed io tornerò a vivere!
Naruto rimase scioccato da quella rivelazione. Fino a quel momento aveva sempre creduto che la sua esistenza e quella del Kyuubi fossero mutuali; il sapere d’improvviso che non era mai stato così fece crollare di colpo la sua sicurezza.
-P… però- balbettò l’Uzumaki, tentando di costruire un’obiezione sensata -però… tu non potrai decidere dove ricomparirai, giusto? Potresti riapparire qui dove sono io adesso… o in mezzo a un deserto… o in mezzo al mare col rischio di annegare subito… o a qualche migliaio di metri d’altezza col rischio di precipitare e sfracellarti… o peggio ancora, dritto dritto nelle mani dell’Akatsuki! Pensaci, desideri davvero correre questi rischi?! Eh?!
Il demone incrociò le zampe anteriori sotto al muso, mettendosi comodo.
-Ci stavo pensando sul serio, in effetti… Prima di realizzare che il luogo del mio ritorno alla vita è già stato deciso. E non potrei esserne più felice.
-Eh… Eh? E quale sarebbe… questo… luogo?
-Eudial, ovviamente. Lei possiede il mio cristallo e gran parte del mio chakra, quindi è lecito pensare che sarà in lei che io rivivrò.
-N-no… No…
-E non dovrò nemmeno temere di essere di nuovo costretto alla schiavitù. Considerato che quella splendida ragazza e il mio chakra sono praticamente diventati una cosa sola, non si accorgerà nemmeno della mia presenza nel suo corpo!
-E se… se ne dovesse accorgere?
Con uno sforzo non indifferente, la volpe si rizzò in piedi.
-In quel caso… Meglio ancora! Io e lei siamo accomunati dal disprezzo, dall’odio per il ragazzino viziato, ipocrita e infantile che sei! Ora vai, vai a morire, e porta i miei saluti a quel sognatore di tuo padre!!!
Il demone ruggì, producendo una corrente d’aria che scacciò Naruto dal suo antro.

Il corpo di Naruto fu attraversato da un fremito violentissimo.
Il ninja si risvegliò, riscoprendosi immerso in una pozza del suo stesso sangue sul pavimento della stazione della metropolitana. Di Eudial, non vi era alcuna traccia.
“Do… Dov’è… Forse mi ha creduto morto e se n’è andata… Devo ritrovarla… assoluta…”
Il ragazzo tentò di rimettersi in piedi, ma, indebolito com’era, fu solo in grado di muoversi strisciando sul ventre.
-N-non… non mi posso arrendere così! Devo… riprendermi il cristallo… e rimettere a cuccia la volpe… Non posso morire… o il mondo sarà spacciato! Non posso arrendermi… Non devo arrendermi! Tutto… Tutto dipende soltanto da me!

Pur sapendo di poter contare sull’immenso potere appena acquisito, temendo un eventuale contrattacco Kaolinite avanzò con cautela verso ciò che restava della sua avversaria.
Tsunade, distesa a faccia in giù sulla pietra, non pareva comunque essere in grado di far più nulla: a seguito del colpo subito dalla strega, l’Hokage era stata mutilata di più di metà del proprio corpo, conservando intatti solo il busto e il braccio destro.
-Tanto per non correre rischi… !!!
Non appena ebbe sfiorato il polso della nemica, Kaolinite indietreggiò disgustata: la pelle di Tsunade si era raggrinzita rapidamente, così come il biondo dei suoi capelli si era spento, divenendo grigio e poi bianco.
-Guarda, guarda. Chi l’avrebbe detto, a quanto pare Tsunade custodiva un segreto molto simile al mio. È quasi un peccato non poterlo condividere.
La strega calciò con veemenza Tsunade, spingendola poco lontano. Quindi, tracciando dei cerchi nell’aria con degli ampi gesti, la donna concentrò appieno le energie sul suo obiettivo principale.
-Luce di Sailor Moon, tenebra di Chaos! Io vi comando! Spalancate per me l’accesso ai mondi alternativi! Scardinate per me i cancelli inviolabili delle altre dimensioni! IO VI COMANDO!
Battuto da una violenta folata di vento, lo spazio intorno a Kaolinite vibrò e si deformò come se ella si fosse trovata all’interno di una gigantesca bolla di sapone. Un istante dopo, si materializzarono nell’aria svariati varchi dimensionali: come la donna aveva desiderato, ognuno di quei portali si affacciava su un luogo non appartenente all’universo conosciuto.
-Lo sapevo, lo sapevo! Sapevo di aver fatto la scelta giusta!- esclamò Kaolinite, spalancando gli occhi per la gioia -il potere di Chaos fuso a quello di Sailor Moon… niente mi è più impossibile! Posso sconfiggere qualsiasi avversario, posso alterare l’essenza stessa della realtà… posso perfino rinfacciare a Petirol le sue infantili minacce! Non ho più bisogno di lei, né di Eudial! …fortunatamente per loro, il volere di Chaos viene prima di tutto.
Calmatasi, Kaolinite introdusse una mano in uno dei tanti varchi e si concentrò.
“Grazie al cielo non ho bisogno di setacciare da cima a fondo ogni dimensione, mi basta percepire se in essa vi è o meno l’aura di Sailor Saturn. Data l’immane quantità di dimensioni parallele possibili mi aspetta comunque una lunga ricerca, ma…”
La donna tirò fuori la mano dal portale, richiudendolo.
“…poco importa, la vittoria sarà comunque mia alla fine.”

Non vista, con le ultime briciole di forza Tsunade mosse l’unica mano rimasta per toccarsi la fronte.

Nonostante fosse da poco passata la mezzanotte, le autostrade e le superstrade situate fuori dai confini della capitale erano state congestionate da un traffico intenso. Migliaia di persone nelle loro automobili avevano abbandonato in fretta e furia la città per sfuggire alla catastrofe provocata da Eudial, creando purtroppo senza volerlo un ingorgo disordinato che si era esteso a tutte le corsie.
-Che buffi! Assomigliano a tante piccole termiti scappate dalla tana a cui un bambino pestifero ha provato a dar fuoco!
Appollaiata sopra un cartello segnaletico luminoso, Petirol stava ammirando divertita il marasma di panico e disperazione sottostante, pregustando quello che avrebbe fatto di lì a poco.
-Poveri ignoranti! Non lo sanno che il bambino di solito, dopo aver distrutto la loro casa, si diverte anche a calpestare gli insetti e ucciderli tutti fino all’ultimo?
Restando seduta, la strega mise le mani in posizione per eseguire una tecnica che non aveva ancora avuto modo di provare.
-Vediamo, cosa potrei fare di questa strada… Una pista da bowling? O da pattinaggio? O magari la mia galleria dei trofei! …bah, ci penserò un’altra volta. Ma una cosa è certa: dopo stasera, nessuno oserà più disobbedire agli editti della regina Petirol! KA-ME-HA-ME…

-KONOHA SEMPUU!!!

Un calcio rotante simile a un lampo verde e arancio colpì Petirol a un fianco, staccandola di prepotenza dalla sua postazione e gettandola nel grande prato confinante con l’autostrada.
-DYNAMIC ENTRY!!!
Rock Lee balzò quindi subito e con il successivo calcio diretto si schiantò con tutto il suo peso sullo stomaco della strega, affossandola nel terreno.
“Sono riuscito a tramortirla, ora devo trovare il modo di immobilizzar…”
-Ti sei fatto tutta quella strada a piedi solo per starmi dietro? Comincio a pensare di piacerti.
Il ragazzo trasalì. Nonostante il suo piede fosse saldamente schiacciato sul suo ventre Petirol appariva fresca e rilassata, con le braccia dietro la testa e le gambe accavallate.
“N-non le ho fatto niente!…”
-La vuoi sapere una cosa buffa? Anche tu stai iniziando a piacermi! Con questa faccia che ti ritrovi, oltre che mio servo personale potresti essere un perfetto giullare di corte!
-YAAAH!!!
Rock Lee affondò un pugno, poi un altro, poi una rapida successione. Anche se già aveva capito di non poterle fare molto, il ninja era comunque intenzionato a tenere la strega impegnata il più a lungo possibile. O quantomeno fino al ritorno dei suoi amici, sulla cui sopravvivenza non aveva ancora smesso di credere.
Sulla propria, invece, stava cominciando ad avere più di un dubbio. E Petirol se ne accorse.
-Hai paura di morire, vero?
Lee interruppe l’assalto per un istante, che la strega sfruttò per sgusciare via, rialzarsi e portarsi alle spalle del ragazzo.
-Non devi vergognarti ad ammetterlo, sai? Chiunque proverebbe la stessa sensazione al mio cospetto…
-Ti sbagli!
Rock Lee si voltò di scatto, rabbioso, e assunse una posa da combattimento.
-Ti sbagli, Petirol! Io non temo la morte! Così come ho affrontato il demone Shukaku, sono pronto ad affrontare anche te! Per impedirti di far ancora del male alla gente… e per riprendermi i cristalli che hai rubato e restituirli ai miei amici… GUARDAMI!
Con aria menefreghista, Petirol si era girata verso l’autostrada e aveva puntato un dito verso un veicolo a caso.
-Ambarabà ciccì coccò… tu, vieni qui.
Dall’automobile uscì una donna, che contro la propria volontà corse nel prato per finire dritta dritta con la testa fra le braccia di Petirol.
-Puoi tentare di convincermi e convincere te stesso quanto ti pare ma la verità è che hai una gran paura di crepare, e ora lo dimostrerò… dandoti una possibilità di salvezza. Uccidila.
-C-cosa?! No!
-Uccidila e ti risparmierò, altrimenti sarai tu ad essere giustiziato. Decidi in fretta.
Sul momento, Rock Lee strinse fortissimo i pugni e i denti. Ma non ebbe modo né tempo di fare altro.
-Lo sapevo, te la stai facendo sotto. Se davvero fossi così determinato mi avresti dato subito una risposta.
Facendo finta di esser delusa, Petirol chinò il capo e si voltò.
-Poco male, vorrà dire che ti porterò in giro per il mondo come un fenomeno da baraccone. Venghino signori, venghino ad ammirare l’impavido eroe che ha sconfitto un demone grande trecento volte lui, ridotto a lacrimatoio umano da una strega vestita alla marinara! …beh, allora aspettami qui. Il tempo di sgomberare la strada, e poi cominceremo il nostro tour mondiale.
La strega si avviò, a passo lento e inesorabile.
Totalmente distrutto, Rock Lee cadde su un ginocchio e picchiò un pugno in terra.
“Sono un idiota! Un completo idiota! Cosa speravo di ottenere? Cosa!? Con Gaara e Neji me la sono cavata, ma Petirol… lei è su tutto un altro livello. Potrebbe uccidermi semplicemente con lo sguardo. E io…”
Il ragazzo alzò la testa, rivolgendo alla strega uno sguardo carico di rabbia.
“…io non ho paura di morire. Ho paura della morte di coloro che ho giurato di proteggere. Ho paura di non essere più in grado di proteggerli. Non ho paura di morire… ma allo stesso tempo non voglio morire.”
Lentamente, Lee si rimise in piedi e scacciò con un avambraccio le lacrime.
“E non morirò. Non come un cane, ma come un uomo. Se la mia morte servirà a dare a quegli innocenti almeno qualche altro minuto di vita… Così sia.”
La Bestia Verde fece qualche passo, poi iniziò a correre.
Era ormai pronto a partire per un ultimo, disperato attacco, quando con la coda dell’occhio avvistò qualcosa in cielo. Un’ombra in movimento, dalle sembianze familiari.
“Ma quello è!… No, non è lui… Però…” -EHIII!!! È QUI!!! PETIROL È QUI!!!

Al termine di un’arrampicata che pareva interminabile, il sempre più sanguinante Naruto salì infine l’ultimo gradino delle guaste scale mobili e giunse nuovamente all’aperto.
-Ce… l’ho… fatt…
Aveva appena posato una mano sul marciapiede, che questa venne trafitta da un tacco a spillo.
-Sono felice di sapere che sei ancora vivo, Naruto! Stavo cominciando ad annoiarmi, sai?
Stringendo i denti Naruto cercò di alzare la testa, ma un dolore troppo forte da sopportare glielo impedì.
-Eudial… A-ascoltami… AAAH!!!
La strega gli rispose premendo più a fondo il tacco.
-Ecco, bravo! Urla! Strepita! Solo questo voglio sentir uscire dalla tua bocca! E non vorrò sentire altro fino a quando la stanchezza non ti avrà ucciso!
-Eudial… AAAAAHHH!!! …se io… la volpe… il demone… si reincarnerà in te!
La strega cessò la tortura.
-…come dici?
-S-sì… l’ho… scoperto… adesso… Il demone… non si può uccidere… prima o poi tornerà…
-E rivivrà dentro di me, giusto? È questo che stai cercando di dirmi? Temi che il demone possa prendere il controllo della mia psiche e mi consumi dall’interno?
-Sì… e-e-esatto… ti prego, Eud…
Naruto si sentì afferrato per i capelli, e costretto con la forza a sollevare lo sguardo verso la nemica.
-E cosa ti fa pensare…
Quello che vide, gli fece congelare la spina dorsale.
-…che io e lei non siamo già UNA COSA SOLA?
Le pupille di Eudial erano diventate sottili e verticali, e i suoi denti si erano fatti storti e aguzzi, dando al suo volto un aspetto animalesco.
-Niente, NIENTE di quello che dirai potrà convincermi a rinunciare a questo potere! L’Akatsuki? Non mi preoccupa. Il demone? Che venga pure: lo accoglierò a braccia aperte, e gli permetterò di sfogarsi e spassarsela come non ha mai potuto fare in vita sua. Dopo una vita trascorsa ad ascoltare le stronzate e subire gli abusi di un ragazzino viziato, ipocrita e infantile che sei, ne avrà più che bisogno, non credi?
Detto questo Eudial sbatté la fronte di Naruto sul cemento, e si allontanò.
L’Uzumaki, tuttavia, non ne voleva ancora sapere di demordere: a tentoni trovò una fessura in un vicino muretto, ci si strinse con le unghie e con uno sforzo immane si issò fino a rimettersi in ginocchio.
-Eudial… Tu non sai… Non quello che dici! Non sai di cosa è capace quel demone! Se gli permetterai di controllarti, sarà la fine per tutti! Dammi ascolto, ti prego! Ascoltami! As… Aah… AAAAHHH…
Senza voltarsi, la ragazza sbatté le sue tre code di chakra sul cemento. Dal punto colpito si propagò una scia di fuoco che fuse il terreno e raggiunse i piedi di Naruto, ustionandolo.
-AAAAHIAHIAHIAHIAHIAHIUUUU!!!
Il ninja fece un salto che andò oltre le sue capacità fisiche. Eudial saltò a sua volta con la mano protesa, la strinse intorno al suo collo e ricadde insieme a lui per schiantarlo ed affossarlo in un muro di mattoni.
-“Ascoltami, Eudial! Il mondo è in pericolo! Il futuro è incerto! Devi darmi retta!”…io non so cosa farmene dei tuoi avvertimenti! Non me ne importa niente della pace nel mondo! NIENTE!!!
Naruto fece per replicare, ma la strega strinse ancora di più la presa sulla gola.
-D'altronde, se a te non è importato nulla delle mie sofferenze passate, non puoi pretendere che io mi interessi delle tue cazzate!
Eudial allentò la presa, ma solo per mettere le dita nella bocca di Naruto e costringerlo a spalancarla.
-Torturarti e vederti soffrire è un piacere, ma non lo è di certo continuare ad ascoltarti. Ti strapperò la lingua, Naruto!
La strega affondò le unghie protese.
Naruto serrò gli occhi, rassegnandosi alla dolorosa sorte.

Sorte a cui scampò quasi miracolosamente.
Ad un passo dall’affondare il colpo, Eudial si sentì trascinare indietro da una forza invisibile.
-MA CHE DIAVOLO!…
La strega si guardò alle spalle, non trovando nessuno.
Trovò invece qualcosa sul cemento. Qualcosa di dannatamente familiare.
Una striscia d’ombra, sinuosa come un serpente, si allungava da sotto i suoi piedi e arrampicandosi sul un pilastro metallico saliva fino a una rotaia sopraelevata, per congiungersi ai piedi di un ragazzo, armato di uno speciale fucile,

Petirol si fermò, più curiosa che preoccupata, e si voltò verso Lee.
-E adesso che ha da strillare tanto… Ma quello è… !?
Anche la strega si accorse della creatura che fluttuava in cielo: grassa, bianca e gelatinosa, era identica in tutto e per tutto al pacioso Majin Bu eccetto per le gambe, sostituite da una coda fatta di fumo.
-N-no, non può essere lo stesso ciccione che ho rinchiuso nella bolla magica! S-sarà un suo parente! …ma cosa fa?
Dopo averla fissata a lungo, il Fantasma Kamikaze creato da Majin Bu cominciò a sbattersi i pugni sul petto come un gorilla, producendo suoni simili a quelli di un tamburo di guerra.
-Adunataaa… Adunataaa… Adunataaa…
Lesto, Rock Lee scattò verso Petirol e le sottrasse la donna che la strega aveva preso come ostaggio.
-Ehi! Tu! Cosa pensi di fare?!…
-Adunataaa… Adunataaa… ADUNATAAA…
La luce della luna fu rapidamente oscurata da decine di Fantasmi Kamikaze, che in coro imitarono il primo per richiamare l’attenzione dei loro fratelli sparsi per il mondo.
-ADUNATAAA… ADUNATAAA… ADUNATAAA…
Raggiunta l’autostrada, dopo essersi assicurato che la donna fosse uscita dal controllo di Petirol Lee urlò a pieni polmoni a tutti i civili ancora nelle loro automobili.
-Lasciate le vostre macchine e scappate! Tra pochi secondi non sarete più al sicuro qui! CORRETE!
Le decine divennero centinaia.
-Qualcuno mi vuol spiegare cosa sta succedendo?!
-ADUNATAAA!!!
-CORRETE!!!
Le centinaia divennero un migliaio esatto.
-Fratelli! Guardate laggiù! È quella la strega che sta seminando il panico nel mondo! DISINTEGRIAMOLA!!!
Il primo Fantasma Kamikaze si gettò in picchiata su Petirol, esplodendo al solo contatto.
-CARICAAA!!!
Uno dopo l’altro i suoi fratelli lo seguirono a ruota, generando una catena di esplosioni sempre più devastante.

-ENSLAVING MANDALA!!!
Le deflagrazioni si susseguirono a un ritmo incessante. Circa la metà dei fantasmi si era ormai sacrificata, quando uno di essi si accorse di una stranezza in mezzo al nuvolone di fumo.
-Ragazzi, fermatevi! Stop! Stop!!…
Non potendo arrestarsi in tempo per la troppa foga parecchi fantasmi sbatterono maldestramente l’uno contro l’altro, autodistruggendosi.
Quando il fumo si fu diradato, la delusione si impadronì dei Kamikaze superstiti: Petirol si era infatti rinchiusa in una delle sue bolle d’energia, e grazie a questo espediente le centinaia di esplosioni che l’avevano bombardata non le avevano nemmeno lasciato un graffio sul viso.
-Ah ah ah ah ah!!! …chi l’avrebbe detto? La stessa tecnica che ha impedito al vostro fratellone rosa di uscire, adesso impedisce a voi di entrare! Finché rimarrò qui dentro, nessuna fonte di magia od energia potrà mai avvicinarsi a me! Coraggio, fatevi sottAAAH!!!
Un calcio sotto al mento proiettò la ragazza verso l’alto, separandola dalla sua zona franca.
-Ma chi si è permesso… !
Petirol scorse sotto di lei Rock Lee che, distrutta la sfera magica con un calcio rotante, era immobile con le braccia davanti al viso come per caricarsi di energia.
-Terza porta del chakra, porta della Vita! URA RENGE!!!
Abbassate di colpo le braccia, il ninja dalla pelle ora rossa e incandescente spiccò un salto e centrò la nemica con un altro calcio, spedendola addosso ad uno dei Fantasmi; quindi, senza aspettare la fine dell’esplosione Lee ripeté l’attacco ancora, ancora e ancora, mentre i restanti Fantasmi, compresa la sua strategia, si sparpagliavano per meglio accogliere al varco la strega.

-A-AH! LO SAPEVO! SAPEVO CHE FOSSI ANCORA TRA NOI, SHIKAMARU! SEI GRANDE!
La gioia provata da Naruto era ampiamente giustificata. Nonostante fosse ormai pallido come uno spettro, Shikamaru era ancora vivo.
Fermo sull’orlo del binario sopraelevato, il ragazzo puntava con una mano l’Heart Buster di Eudial contro la sua stessa creatrice, mentre con l’altra si teneva il kunai che aveva ancora conficcato in gola, per far sì che non si muovesse.
Guardandolo, Eudial capì subito come il suo acerrimo rivale aveva fatto a sopravvivere.
“Ma certo, che sciocca sono stata! Quando ha afferrato il pugnale prima di cadere in acqua non l’ha fatto per toglierselo, ma per bloccare l’emorragia! Avrei dovuto assicurarmi che fosse morto… e invece gli ho anche lanciato addosso l’Heart Buster! Mi… mi sono scavata la fossa con le mie mani!”
Incuranti delle inevitabili ustioni, Naruto si portò alle spalle di Eudial e la bloccò, per tenerla ancora più immobile.
-È tutta tua, Shikamaru! SPARA!
Eudial cercò di divincolarsi, ma la tecnica del controllo dell’ombra era inespugnabile.
Mantenendo la più completa fermezza, il Nara strinse il dito sul grilletto.
“Per te… è finita… puttana.”
La pallottola d’energia, l’ultimo colpo rimasto nella canna del fucile, uscì dalla bocca di fuoco. Attraversò l’aria a gran velocità. Scavò nello strato di chakra del Kyuubi. Raggiunse il petto di Eudial.

E lì, spegnendosi lentamente come una stella, concluse in fallimento la sua corsa.

Anche l’ultimo Fantasma Kamikaze si sacrificò con gioia.
Pur mantenendo la forma acquisita con l’apertura della terza porta del chakra Rock Lee ricadde pesantemente al suolo, sudando copiosamente e col fiatone, rimettendosi in ginocchio appena in tempo per veder Petirol precipitare a una decina di metri da lui.
“È ancora viva… ma ormai è alle strette! Posso anche farcela!”
Cercando di ignorare la fatica che lo appesantiva, Lee si rialzò e caricò a testa bassa per un insperato colpo di grazia.
Ma, a circa tre metri dall’obiettivo, impattò contro un qualcosa di invisibile e fu sbalzato all’indietro. Il ragazzo provò l’assalto un’altra volta, con lo stesso esito.
-N-non… capisco… perché non riesco ad avvicinarmi…
-Ah ah ah. Ah ah ah. AH AH AH AH AH!
Decine di spettri fatti interamente di energia apparirono all’improvviso, fluttuanti intorno a Petirol. Quello che fece spaventare maggiormente Lee fu però proprio la strega: di nuovo in piedi, e senza nemmeno una ferita superficiale.
-N-no… NO!
-Invece SÌ! E francamente mi sorprende che tu te ne stupisca! Io adoro infrangere le speranze altrui, non ricordi più?
-M-ma… Ma allora… non hai fatto altro che recitare… per tutto il tempo…
-Bingo! Ho finto di temere quegli obesi fantasmi esplosivi, ma in realtà ne assorbivo l’energia! È la mia specialità, rammenti?
Il ninja tentò ancora una volta di avvicinarsi, ma uno degli spettri scattò e gli esplose quasi in faccia, costringendolo a mantenere una distanza di sicurezza.
-Ovviamente- continuò Petirol, fiera di sé -non potevo assorbire tutta l’energia, altrimenti il mio fisico ne avrebbe risentito. Così ne ho rimodellata un po’, per copiare i fantasmi che mi hanno aggredita. Che te ne pare, non sono più belli i miei?
L’ennesima, stridula risata di Petirol fece piombare Rock Lee nello scoraggiamento. Scoraggiamento che il ragazzo riuscì a mutare in determinazione, anche se traballante.
“No. Non devo farmi prendere dal panico. Il mio obiettivo principale non era quello di ucciderla, ma di tenerla occupata. E in questo posso ancora riuscire. I suoi fantasmi non mi sembrano più veloci di me, quindi penso di poter riuscire a disperderli. Una volta che me ne sarò sbarazzato… poi toccherà anche a me.”
Dopo aver inspirato profondamente, Rock Lee si mise in posizione.
“Spero solo che le cure di Shizune siano sufficienti… per quello che sto per fare…” -Quarta porta del chakra, porta della Ferita!!!
Come fosse lui sul punto di esplodere, la Bestia Verde di Konoha caricò a testa bassa il gruppo nemico: cinque spettri si fecero avanti per intercettarlo, ma il ninja fu veloce quasi quanto il suono e cambiò direzione, disorientando gli avversari e facendoli scontrare fra loro.
-Cosa state combinando, idioti?! PRENDETELO!!!
Uno dopo l’altro gli spettri esplosivi si gettarono sulla scheggia umana chiamata Rock Lee, ma nessuno di essi riuscì nell’impresa di fermarlo.

-…nemmeno qui.
Uno dopo l’altro, per mano di Kaolinite tutti i varchi dimensionali si stavano richiudendo. La caccia alla dimensione contenente Soichi e Hotaru sembrava giungere all’inevitabile conclusione, ma la strega non ne era del tutto convinta.
-Speravo di avere maggior fortuna. Mi seccherebbe se la dimensione giusta fosse proprio fra le ultime… E se invece l’avessi già trovata, ma nella fretta non me ne fossi accorta? …poco male. In tal caso ricomincerò la ricerca da capo. Non ho alcuna urgenza dopotutto, e né Petirol né Eudial possono più infastidirmi ormai…
-Ma io posso ancora.
Kaolinite non credette alle proprie orecchie,. E voltandosi, nemmeno ai propri occhi.
Tsunade era ancora viva, con il corpo ricostruito e, cosa ancora più incredibile, era tornata giovane e bella come all’inizio del duello. Il particolare che saltava più all’occhio erano però i due segni colorati paralleli, assenti in precedenza, che le solcavano il viso.
-N-non è possibile!- balbettò la strega -dovresti essere morta! Tsunade, tu mi hai ingannata!
-Niente affatto, Kaolinite. Io ero davvero sul punto di morire. E devo farti i complimenti, in questo senso: finora nessuno mi aveva mai costretta a ricorrere al Byakugou.
-Il… Byakugou?
Sorridendo, Tsunade indicò con il pollice il segno romboidale posto sulla sua fronte.
-Avrai sicuramente notato questa specie di tatuaggio. Ebbene, mia cara, si tratta in verità di un sigillo in cui, grazie ad una tecnica di mia invenzione che ho battezzato Rinascita, immagazzino continuamente una grande quantità di chakra extra. Rilasciando parzialmente il sigillo, questa scorta di chakra può curare automaticamente le mie ferite sostituendo le cellule danneggiate del mio corpo con cellule nuove.
-Proprio come quella lumaca, Katsuyu…
-Esatto. Ammetto di essermi servita di lei, invece che adoperare subito Rinascita, perché ho commesso l’errore di sottovalutarti. La… “ferita” che mi hai inflitto poco fa era troppo grave perché Rinascita da sola riuscisse a curarla, per questo mi sono vista costretta ad aprire completamente il sigillo ed attuare il secondo livello della tecnica, ovvero il Byakugou.
Tsunade concluse la spiegazione, assumendo una posizione di attacco.
-In parole povere, da ora in avanti posso rigenerarmi da qualunque ferita tu mi infliggerai, leggera o grave che sia!
L’Hokage si aspettava una reazione spaventata o arrabbiata da parte della strega. Invece, Kaolinite si limitò a sospirare delusa.
-Capisco. Quindi… tu non sei per niente come me. E io che mi ero illusa…
-Ti eri illusa di cosa? Spiegati!
-Non… Non ti riguarda! E ora sparisci!
Con un gesto rabbioso, Kaolinite trasformò i restanti varchi dimensionali in sfere chiodate che aizzò contro Tsunade. L’Hokage ne schivò alcune e fu tagliata superficialmente da altre, ma avanzò comunque ed assestò un pugno al volto della nemica.
A contatto con la pelle dorata della strega, la mano di Tsunade si accartocciò e deformò come se avesse colpito a folle velocità un muro di amianto.
La kunoichi arretrò, strillando di dolore, e continuò a farlo anche dopo che la mano fu rigenerata dal Byakugou.
-Che ti succede, mia cara?- la irrise Kaolinite, ritrovando il sorriso -la tua tecnica tanto decantata dovrebbe risparmiarti certe sofferenze, se non ho capito male. O, forse, sono io ad essere diventata troppo forte persino per te?
-Ahhh… Ahhh… Taci! Ho solo sottovalutato la tua nuova forma, tutto qui! Ma adesso… ?
Kaolinite avanzò lentamente, quasi con tranquillità. Tsunade si mise sulla difensiva, ma invece di attaccarla la strega le posò con dolcezza una mano prima sulla fronte e poi sul petto.
-Sudore freddo, palpitazioni incontrollate… Non ci sono dubbi, mia cara: tu hai paura. E a questo punto non ci vuole un genio per capire che il tuo famigerato Byakugou non è altro che un bluff!
-NO! Ti sbagli di grosso!
-Allora spiegami perché non l’hai usata sin dall’inizio, invece di ricorrere a quella stupida lumaca. Eri convinta di potermi battere senza, come mi hai appena detto… o forse sapevi che il Byakugou non può essere utilizzato a lungo?
-Tsunade deglutì, e Kaolinite capì di aver fatto centro.
-Come sospettavo. Una simile magia non può essere esercitata senza dare nulla in cambio. Di questo genere di cose me ne intendo molto bene.
La strega schioccò le dita due volte. Alle spalle di Tsunade si innalzò una lastra nera da cui spuntarono diverse braccia che la immobilizzarono.

Incredulo, stanco, sconfitto, Shikamaru lasciò cadere l’Heart Buster ormai vuoto sulla strada, mentre la sua ombra si staccava da quella di Eudial.
-Shikamaru!- gridò Naruto, che ancora non aveva compreso la situazione -Shikamaru, cosa fai?! Cos…
-Ah ah ah ah ah. Ah ah ah ah ah! AH AH AH AH AH!!!
Le code di Eudial si agitarono e frustarono il biondo, lacerandogli i vestiti e la pelle e facendolo schiantare di nuovo sul muro alle sue spalle.
-Ah ah ah ah… Era l’ultima occasione che avevate per sconfiggermi, e l’avete sprecata miseramente. Anzi, consolatevi, perché avreste fallito in ogni caso!
Ridendo follemente Eudial avanzò con passo fiero, calpestò l’Heart Buster, frantumandolo, e con un solo balzo raggiunse Shikamaru.
-L’immenso potere della volpe a nove code mi ha resa praticamente invincibile. Nemmeno le mie stesse armi possono fare più nulla contro di me. Chi lo sa, forse se vi foste decisi a spararmi subito invece di tergiversare, le cose sarebbero andate diversamente.
-Allontanati da lui, Eudial!
Staccatosi dal muro Naruto fece per correre verso la strega, ma inciampò in un mattone e cadde di faccia sull’asfalto. Eudial lo guardò, con un misto di rabbia e divertimento.
-Purtroppo, caro Shikamaru, questo potere ha un grosso effetto collaterale. Finché Naruto rimarrà in vita, io non potrò dedicarmi ad altro che non sia farlo soffrire. Quindi, Shikamaru… mi duole informarti che la nostra disputa personale finisce qui e subito.

Così come i fantasmi di Majin Bu, anche gli spettri di Petirol andarono tutti distrutti senza essere riusciti ad assolvere il loro compito.
Fermatosi un attimo per riprendere fiato, Rock Lee chiuse gli occhi e dedicò un pensiero alle persone più care: sapeva che il suo momento era giunto.
Quindi, svuotando del tutto la mente, il ninja di Konoha si lanciò in avanti per l’ultimo assalto.
-Tu… Tu… Tu… AAARGH! MI SONO STUFATA DI TE! MARS, FLAME SHARPSHOOTER!!!
Attingendo al potere di Sailor Mars, Petirol creò una freccia di fuoco lunga quanto il suo braccio.
Attese che il suo avversario si trovasse a mezz’aria per un salto.

Con una rapida mossa, Eudial strappò il kunai dalla gola di Shikamaru, che subito crollò su un fianco. Il sangue riprese a scorrere a fiotti, e a nulla servirono i tentativi del ragazzo di otturare la ferita con le mani.
-Starei volentieri a lasciarti morire così, per dissanguamento- commentò la strega -ma, a differenza di qualcun altro, io ho rispetto per gli avversari che mi hanno davvero soddisfatta. Tieniti pronto!
La ragazza alzò una mano e inarcò le dita, per formare con il chakra della volpe degli artigli affilati.
-Eudial… cough… fermati!
Naruto si rialzò ancora e riprese a correre, ma la stanchezza gli fece sembrare Eudial e Shikamaru lontanissimi.
-Shikamaru… SHIKAMARU!!!

-Sarei curiosa di sapere quanto tempo impiegherai a tornare ad essere una vecchia decrepita, ma ho cose più importanti a cui pensare.
Compiuto un salto all’indietro, Kaolinite alzò una mano verso il cielo e creò dal nulla un’affilata lama circolare formata di energia nera.
Solo il fatto che una delle mani le stesse tappando la bocca impedì a Tsunade di gridare aiuto.

Petirol scoccò la freccia.

Eudial affondò gli artigli.

Kaolinite lanciò la lama.

Qualcosa o qualcuno colpì Rock Lee alla schiena, atterrandolo al suolo e togliendolo all’ultimo secondo dalla traiettoria della freccia di Petirol, che esplose qualche metro più lontano.

La lama d’energia di Kaolinite si infranse contro una barriera violacea.

Un pugno raggiunse il volto di Eudial a velocità supersonica, allontanandola da Shikamaru e facendola schiantare contro un grattacielo.
Leggermente intontita, la strega si scrollò di dosso i detriti e tornò subito in strada, scoprendo che un capannello di gente, tutta più o meno conosciuta, si era formato attorno a Naruto e Shikamaru per far loro da scudo.

Due persone accorsero al capezzale di Rock Lee, ora tornato normale ed inerme: una ragazza ed un ragazzo, che Petirol riconobbe subito.
-Ma tu… tu sei il servetto! Che cavolo ci fai qui?!
Il ragazzo fremette di rabbia e fu tentato di avanzare, ma una terza persona si frappose. Un uomo somigliante in quasi tutto e per tutto a Rock Lee.
-Controllati, Neji. Tenten, come sta Lee?
-Ha perso i sensi. Fortunatamente siamo arrivati in tempo, Gai-sensei.
Il ninja più anziano annuì, serio. Quindi, voltandosi e caricandosi il pupillo in spalla, se ne andò di corsa seguito dagli altri due allievi.

Choji, Gaara, Shino, Kiba, Temari, Kankuro, Hinata.
Sailor Mercury e Sailor Venus.
Gohan, Pan e Videl.
-A-ancora voi…- balbettò Eudial, incredula -dunque siete tornati… Ma… Come avete fatto? Molti di voi erano ancora separati dai loro cristalli! Con che energia siete riusciti a uscire dal vostro coma?…
-Con la mia. E si da il caso che ne abbia ancora parecchia, praticamente da vendere!

Con un’incredibile prova di forza, Tsunade riuscì a liberarsi dalla lastra che la teneva prigioniera e tornò a respirare.
-Anf… Anf…
-Si sente bene? È ferita?
L’Hokage guardò alla propria destra e alla propria sinistra. Non riconobbe il ragazzo vestito con armatura e mantello, ma si ricordava bene della ragazza armata di scettro.
-Tu sei una guerriera sailor… Le streghe avevano detto che eravate prigionieri in qualche dimensione alternativa!
-Beh, ci hanno visto giusto- rispose Sailor Pluto.
-Ma per loro sfortuna, siamo riusciti a fuggire sani e salvi- aggiunse Endymion.
Tsunade sospirò, immensamente sollevata.
-Quindi anche i miei allievi stanno bene, grazie al cielo… E grazie anche a voi, per avermi salvata…
-Oh, non siamo noi quelli che deve ringraziare.

Rimasta un attimo interdetta, Petirol esplose in tutta la sua ira.
-Voi… apparite dal nulla, rovinate il mio divertimento e ve ne andate senza nemmeno affrontarmi?…
-Questa frase suona parecchio ipocrita, detta da te.
Il cuore di Petirol perse un battito. La strega si voltò: in piedi, sullo spigolo di una grossa zolla di terra sollevata, si stagliava la figura minacciosa di Super C-17.
-Ma non preoccuparti. Adesso non c’è più nulla che possa interrompere il nostro scontro. Nulla… eccetto la tua morte.

Eudial guardò verso l’alto.
In piedi, in cima ad un lampione, si stagliava la figura di uno strano ragazzo: vestito con stivali neri, pantaloni bianchi e un gilet nero orlato di giallo, ostentava una bizzarra capigliatura viola con una striscia nera nel mezzo, e soprattutto una lunga coda da scimmia che gli spuntava appena sopra il sedere.
-Tu… tu chi sei?
Il misterioso individuo sorrise, come se avesse aspettato per tutta la vita di rispondere a quella domanda.
-Io… Io non sono né Goten né Trunks. Sono il formidabile saiyan che porterà la giustizia in questo mondo. Sono l’eroe che ti prenderà a calci fino a farti pentire di tutte le tue malefatte. Io…
Il saiyan compì un balzo e saltò in strada, per eseguire un’intimidatoria posa plastica.
-Io sono Gotenks, l’invincibile guerriero che ti sconfiggerà!

Prima ancora che la barriera d’energia chiamata Silent Wall si dissolvesse, Kaolinite sapeva già chi si sarebbe trovata dinnanzi.
Fra lei e Tsunade si era parata, con la falce sguainata, Sailor Saturn in persona. Quella vista però non turbò affatto la strega, anzi: la fece sorridere di una gioia perversa.
-Sei tornata, Hotaru. E anche tuo padre, immagino…
La piccola guerriera roteò la sua arma, sparando una sferzata d’energia che spaccò in due il terreno e fece arretrare la nemica.
-Tu non toccherai mai più mio padre. Non toccherai mai più nessuno. L’unica e ultima cosa che vedrai sarà il tuo stesso viso riflesso in questa lama.

  
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