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Autore: eugeal    19/10/2015    0 recensioni
Regina aveva creduto di aver trovato il suo lieto fine con Robin Hood, ma lo ha visto dissolversi quando Emma ha salvato Marian, riunendola al marito.
Guy di Gisborne è tormentato dai sensi di colpa dopo aver ucciso Marian, l'unico amore della sua vita.
Cosa avranno in comune questi cuori oscuri?
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lady Marian, Regina Mills, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Forse dovresti lasciare a casa la spada. - Disse Regina, squadrando l'uomo accanto a lei. Era alto e forte, i capelli lunghi e il suo aspetto gradevole sarebbero stati già sufficienti ad attirare su di lui l'attenzione di tutti gli abitanti di Storybrooke anche senza che lo vedessero andare in giro armato.
Guy la fissò, diffidente. Da quando era arrivato in quel posto non aveva fatto altro che sentirsi sperduto e fin troppo vulnerabile e la spada era l'unico oggetto che riusciva a dargli un senso di sicurezza, anche se probabilmente era solo un'illusione.
- No.
- Non farà una bella impressione sugli altri.
- Non sono qui per fare amicizia.
Regina sospirò e scosse la testa.
- Probabilmente è un errore. - Disse in tono amaro e Guy la guardò, preoccupato.
Quella donna aveva la possibilità di rimandarlo indietro da dove era venuto e lui non voleva. Quel nuovo mondo era spaventoso ed estraneo, ma era sempre meglio del destino che lo aspettava nel suo tempo.
Senza l'incantesimo di Regina che lo aveva trascinato a Storybrooke, ormai sarebbe stato ucciso da Robin Hood, oppure sarebbe uscito vittorioso dallo scontro col fuorilegge per ritrovarsi solo con le mani sporche di altro sangue e l'anima gravata da nuovi rimorsi.
Non disse nulla, ma si slacciò la cintura che sorreggeva il fodero della spada e consegnò l'arma a Regina. La donna gli lanciò uno sguardo stupito, poi mosse una mano e la spada svanì in una nuvola di fumo per riapparire un attimo dopo nel portaombrelli accanto alla porta.
Regina concesse un leggero sorriso a Guy, approvando la sua decisione.
- Non la toccherà nessuno. - Disse in tono incoraggiante e Guy annuì, poi Regina aprì la porta di casa e Guy fece il suo primo passo in quel mondo sconosciuto.

A Gisborne servì tutto il proprio coraggio per non tornare indietro e chiudersi nella casa di Regina già solo dopo pochi passi. Quel luogo era incomprensibile e talmente diverso da quello a cui era abituato da farlo dubitare dei propri sensi e della sua capacità di ragionare. Praticamente ogni oggetto su cui posava gli occhi era qualcosa di sconosciuto e che non riusciva a capire.
Si guardava attorno atterrito, ma il suo orgoglio gli impediva di chiedere spiegazioni per ogni cosa come avrebbe potuto fare un contadino ignorante.
Osservava tutto quello che lo circondava, concentrandosi sulle poche cose familiari e ripetendosi che col tempo avrebbe capito tutto il resto, ma non poté evitare di sussultare quando una carrozza di metallo senza cavalli passò lungo la strada a gran velocità.
Istintivamente afferrò la mano di Regina e la donna si voltò a guardarlo.
- Quella è un'automobile. Nessuna magia, solo progresso tecnologico. Quasi tutti ne hanno una ormai, se lo desideri più tardi ti mostrerò come funziona.
Guy arrossì leggermente, imbarazzato per aver mostrato tanto apertamente il proprio timore, ma non pensò a togliere la mano da quella di Regina, confortato dal calore di quel tocco umano che non sperimentava da troppo tempo.
Rivolse alla donna un sorriso tirato.
- Niente cavalli da queste parti?
- Non come mezzo di trasporto. Chi cavalca lo fa per sport o per divertimento.
- Sembra che tutte le cose che so fare meglio, in questo posto siano diventate inutili.
- Ne scoprirai di nuove.
Guy annuì e guardò passare altre automobili, cercando di osservarle nei dettagli: erano rumorose e lasciavano un cattivo odore, ma erano innegabilmente più veloci di qualsiasi carrozza trainata dai cavalli.
Regina gli strinse le dita per attirare la sua attenzione e indicò il cielo.
- Guarda lì.
Gisborne alzò lo sguardo e scorse un oggetto che si muoveva, lasciando dietro di sé una scia candida. Lo osservò per qualche secondo, poi si voltò verso Regina.
- Un drago? Esistono davvero allora?
- Oh, sì, a Storybrooke potrebbe capitarti di vederne uno in effetti, ma quello è solo un aereo. Una macchina volante costruita dall'uomo. Anche in questo caso, nessuna magia.
Per qualche motivo a Guy sembrava più incredibile l'esistenza di un veicolo in grado di volare che non quella di una creatura mitologica come un drago. Spiegare qualcosa con la magia era molto più semplice che non cercare di immaginare i meccanismi e le conoscenze che potevano tenere in aria un oggetto così pesante.
- E così gli uomini hanno imparato a volare…
- Sono anche andati sulla luna, se è per questo.
Guy si adombrò.
- Vi prendete gioco di me?
- No. - Regina lo osservò per qualche istante, poi prese una decisione. - Vieni con me.
- Non lo sto già facendo?
- Lì. - Indicò l'edificio sovrastato dalla torre dell'orologio. - Pensavo di portarti da Granny e farti conoscere qualcuno degli abitanti di Storybrooke, ma possono aspettare. Sai leggere?
Guy la guardò, vagamente offeso.
- Vi sembro forse un contadino? La mia anima sarà macchiata da molti peccati, e forse avete visto soltanto il lato peggiore di me, ma sono nobile di nascita e ho ricevuto un'istruzione adeguata.
- Allora la biblioteca ti sarà utile. - Disse Regina, guidandolo oltre la porta dell'edificio.
Guy fissò gli scaffali, stupito.
Nella sua epoca i libri erano oggetti rari e preziosi, copiati a mano dai monaci e custoditi con cura, mentre in quell'edificio c'erano più volumi di quanti una persona potesse leggerne in dieci vite.
Regina gli lasciò andare la mano e Guy si accorse che una donna si stava avvicinando a loro, osservandoli con aria perplessa.
- Regina. Che ci fai qui? E lui chi è?
Guy notò che quella ragazza era un po' a disagio in presenza di Regina, esattamente come la gente di Nottingham sembrava essere sulle spine quando lui era nei dintorni. Improvvisamente si rese conto che quella sconosciuta temeva Regina o aveva avuto paura di lei in passato e se ne chiese il motivo.
Pensò al libro che gli era stato mostrato da Henry, quello che conteneva anche il suo nome. Se lì dentro erano contenute davvero tutte le storie che riguardavano il passato degli abitanti di Storybrooke, forse avrebbe dovuto trovare il modo di leggerlo, almeno per la parte che riguardava Regina.
Aveva promesso di obbedirle e per il momento non aveva molta scelta, ma sarebbe stato intelligente da parte sua scoprire qualcosa di più su di lei prima di fidarsi troppo.
Per ora quella donna non sembrava una minaccia, anzi Guy aveva l'impressione che stesse cercando seriamente di aiutarlo, ma si era ingannato anche su Marian, aveva pensato che lei tenesse a lui e il suo errore aveva portato entrambi al disastro: lei era morta e lui si era dannato l'anima.
- Mi chiamo Guy di Gisborne. - Disse, prima che Regina potesse farlo al posto suo e la ragazza sorrise.
- Io sono Belle. Sei nuovo in città, vero?
Guy annuì, ma non disse altro, rispettando la promessa che aveva fatto a Regina.
Belle li fissava curiosamente, ma nemmeno Regina si degnò di darle ulteriori spiegazioni. Invece si avvicinò agli scaffali, osservando i titoli sui dorsi dei libri e scegliendone alcuni per poi passarli a Guy.
Gisborne esaminò le copertine dei volumi man mano che Regina glieli metteva in mano: erano diversi dai libri che aveva visto a Nottingham, più colorati e con illustrazioni troppo realistiche per essere state dipinte da mano umana. Magia o tecnologia? Guy si ripeté quella domanda per l'ennesima volta da quando era arrivato a Storybrooke.
Regina prese un altro volume, poi fissò con aria critica la pila di quelli che aveva già messo tra le mani di Guy e annuì.
- Per ora questi possono bastare, potrai sempre sceglierne altri in seguito.
Gisborne la fissò, stupito.
- Io?
Belle gli porse un cartoncino su cui aveva scritto il suo nome.
- Questa è la tessera della biblioteca, con questa potrai leggere tutti i libri che vedi sugli scaffali. Devi solo mostrarmela insieme ai volumi che sceglierai.
Regina lanciò uno sguardo a Belle per accertarsi che avesse concluso tutte le formalità, poi agitò una mano e lei e Guy svanirono in una nuvola di fumo. Si rimaterializzarono di fronte all'ingresso della tavola calda di Granny e Regina sostenne Guy per un braccio, vedendolo vacillare, disorientato.
Il cavaliere le sorrise debolmente.
- Non so se mi abituerò mai a questo modo di spostarmi.
- Camminare sarebbe stato scomodo con tutti quei libri. Vieni.
Entrarono nel locale e gli altri clienti si voltarono a guardarli, stupiti e curiosi, ma Regina li ignorò e fece sedere Gisborne al tavolo libero più isolato.
Granny arrivò dopo pochi attimi, chiaramente curiosa, ma Regina si limitò a ordinare per entrambi senza dare altre spiegazioni.
Mentre aspettavano, Guy iniziò a sfogliare uno dei libri. Era scritto con caratteri molto diversi rispetto alla grafia dei monaci, ma riusciva a leggere il testo senza troppe difficoltà, anche se alcune illustrazioni, molto colorate e decisamente strane, lo distraevano un po' e lo lasciavano perplesso.
- Sono libri per bambini. - Spiegò Regina, notando la sua confusione. - Per questo i disegni sono così buffi e poco realistici.
- Mi considerate ingenuo come un bambino, allora? - Chiese Guy, adombrandosi.
- No, ma non conosci nulla del mondo moderno, di come funzionano e cosa sono le cose che vedi intorno a te. Io posso spiegarti molte cose e anche Henry, ma io sono il sindaco di questa città e lui deve andare a scuola, non potremo essere sempre presenti. I libri che ho scelto sono fatti apposta per insegnare in modo semplice e chiaro come funzionano gli oggetti che ti circondano.
- Per insegnarlo ai bambini.
- O a qualcuno che si è perso gli ultimi otto secoli. Guarda. - Regina prese un libro e lo aprì sul tavolo davanti a Guy.
Gisborne esaminò la figura che si trovava di fronte: sembrava una mappa e riconobbe la forma inconfondibile dell'Inghilterra, ma c'erano anche delle terre a lui sconosciute.
- Questo è il mondo? E lo avete esplorato tutto? Non esistono più misteri per voi, per questo avete voluto anche la luna?
Regina indicò un puntino sulla mappa.
- Storybrooke è qui.
- Questa non è l'Inghilterra? Ma parlate tutti inglese. Strano, ma inglese. Come mai?
Regina indicò un libro di storia.
- La risposta a questa domanda la troverai lì dentro.
Guy osservò la mappa, tracciando con un dito la distanza tra Storybrooke e Nottingham.
- Così lontano… - Sussurrò. - E non solo nel tempo…
- Con l'aereo, il veicolo volante, è un viaggio che dura una mezza giornata. E no, non ti sto prendendo in giro.
Guy scosse la testa con un sorriso incredulo e prese il libro di storia, sfogliandolo in fretta fino a soffermarsi su una pagina in particolare.
- Ah! - Esclamò poco dopo con aria soddisfatta.
- Cosa c'è?
Guy girò il libro verso di lei.
- Alla fine il principe Giovanni è diventato re. Avrei voluto vedere l'espressione di Robin Hood quando ciò è avvenuto. - Disse con un sogghigno.
Granny si avvicinò al tavolo portando le loro ordinazioni e iniziò ad appoggiare piatti e bicchieri sul tavolo.
- Se ci tieni tanto ti basta alzare lo sguardo. - Disse la vecchietta, bonaria. - È entrato proprio ora insieme a sua moglie.
Regina sussultò e guardò Robin, addolorata. Se avesse saputo che lo avrebbe incontrato non si sarebbe fermata da Granny, la ferita era ancora troppo fresca e vederlo insieme a un'altra le spezzava il cuore.
Robin non l'aveva ancora vista, perciò Regina avrebbe fatto ancora in tempo a usare la magia per svanire prima di essere notata. Alzò una mano per farlo, ma un gemito simile a quello di un animale ferito la indusse a guardare Guy.
Gisborne era diventato pallido come un fantasma e tremava convulsamente. Regina non lo aveva visto così sconvolto nemmeno subito dopo averlo evocato con il suo incantesimo e si preoccupò seriamente per lui.
- Ehi, che ti succede? Ti senti male?
Gli toccò un braccio e Guy sobbalzò, alzandosi in piedi di scatto, ma non si girò a guardarla. Il suo sguardo era fisso sulla donna in piedi accanto a Robin Hood e non poteva distoglierlo.
Regina mosse la mano e il locale di Granny scomparve intorno a loro. Un attimo dopo erano nel salotto della casa di Regina, con i libri della biblioteca sparsi sul pavimento intorno ai loro piedi.
Guy si guardò intorno freneticamente, poi cadde in ginocchio e si coprì il volto con le mani, scoppiando in un pianto disperato.
Regina lo guardò, allibita, poi si inginocchiò a terra accanto a lui.
Con cautela gli mise una mano sulla spalla e lui la guardò, con gli occhi azzurri pieni di lacrime.
- Cosa è successo? - Chiese Regina, con una gentilezza che non le era abituale e Guy rabbrividì.
- Marian… - Sussurrò con orrore. - Quella era Marian… La donna che ho ucciso...
   
 
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