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Autore: Cloe87    20/10/2015    4 recensioni
E se quelli che all’inizio erano sembrati degli Angeli salvatori si rivelassero invece dei diavoletti tentatori?
Beh… Atena potrebbe finire a ballare sul cubo e Poseidone a chiedere consulenza su come rimorchiare le ragazze…
Tra dubbi, ripensamenti, oscuri presagi di una guerra imminente e sfiancanti allenamenti per recuperare le lacune, gli Emissari si ritroveranno ad architettare uno strampalato piano per far capire a tutti che essere uomini è meglio che essere dei, soprattutto se si è dei ricchi ereditieri con patrimoni da far impallidire chiunque … in nome del Cosmo!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Che il Cosmo sia con noi'
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TANTO VA LA GATTA AL LARDO CHE CI LASCIA LO ZAMPINO!

E poi Katy la rincorre per prenderla a padellate!

 

«Ma dico io; farci i cazzi nostri no, eh?» fu la mia considerazione, mentre correvo a gambe levate per le stradine del Grande Tempio. Hyoga accanto a me mi fece capire con uno sguardo che era pienamente d’accordo, per poi esordire con un: «E pensare che Shiryu ci ha sempre detto di non lasciarci immischiare nelle iniziative di Alexis, salvo volersi ficcare nei guai!»

«Ah, si? Quindi è questo che dice di me quell’ingrato dopo che gli ho salvato il culo contro il Lancillotto dall’Excalibur facile??» intervenne quindi piccata Alexis, cosa che le fece guadagnare un’occhiata glaciale del biondino russo, che le disse:

 «Taci e corri, perché se ci raggiunge ci rifà la faccia a suon di padellate, per non parlare di Camus. Durante l’allenamento di oggi pomeriggio mi pesterà a sangue, mentre voi finirete sicuramente in una bara di ghiaccio»

“Uhmmm, che bella prospettiva! Ma perché mi faccio sempre coinvolgere in questi casini?” mi domandai, mentre buttavo l’occhio sul libro preso in prestito dalla biblioteca del Santuario che, se fossi stata più furba, avrei letto tranquillamente spaparanzata in salotto! Invece no! Dovevo farmi incastrare d’Alexis in una missione suicida! Ma vaff…

Purtroppo però ormai il danno era stato fatto e quindi non restava che darmela a gambe insieme a Hyoga ed Alexis, sperando che Katy prima o poi si stancasse di rincorrerci armata di padella in acciaio inox e cosmo sparato a palla (e pregando che Camus non se la fosse presa!).

E pensare che la giornata era iniziata in modo piuttosto positivo! Ero infatti passata come di consueto in biblioteca per delle ricerche, ed ero incappata in un piccolo volume del 1500 che, dopo una breve sfogliata, mi era parso interessante. Infatti vi era riportato il nome di Iorgos che, anche se non aveva una grande utilità contro Poseidone, a detta di Morgana era collegato alla disfatta dei nostri predecessori. Di conseguenza avevo ritenuto opportuno prenderlo in prestito per analizzarlo con calma alla Nona Casa. Peccato che giunta al Tempio del Sagittario incrociai Hyoga in cerca di Katy. I geni di Seiya e Jabu avevano infatti fatto una gara a chi riusciva a mangiare più prugne, con il risultato di essere finiti inchiodati al water (quanta pazienza!). Fu così che nella conversazione s’intromise Alexis, dicendo che la Guaritrice si era recata dal Saint dell’Acquario per chiedergli aiuto su un esame che verteva sugli effetti dell’ipotermia, per poi uscire con un “Dai pulcino, che ti accompagnano anche zia Alexis e zia Arianna dal cattivone del tuo maestro”, nonostante la giusta osservazione del Cigno, sul fatto che forse era meglio non disturbare. Peccato che sia io che il povero Hyoga fummo agguantati dalla Sensitiva e trascinati fino all’Undicesima Casa, dove non ottenemmo nessuna risposta alla porta degli appartamenti privati del cavaliere. Di conseguenza, e a rigor di logica, una persona normale avrebbe dovuto lasciar perdere e tornare sui suoi passi, ma ovviamente Alexis non era dello stesso parere, portando come scusa il fatto che, se Seiya e Jabu fossero morti sul cesso, non ce lo saremmo mai perdonati. Finimmo così a rischiare di scassarci l’osso del collo per cercare di entrare all’Undicesima Casa dal giardino sul retro, che dava su uno strapiombo roccioso, nonostante sia io che Hyoga continuassimo ad insistere che non era il caso. Peccato che Alexis ci fece il dito medio, forte del supporto del suo Cosmo Positivo che le permise di scavalcare agilmente la recinzione, per poi però impigliarsi in un ramo e cadere addosso a Katy e a Camus, proprio mentre l’algido saint dell’Acquario si era dato una svegliata e stava per sfiorare le labbra dell’Americana.

Finale della favola? Katy incazzata nera che ci rincorreva per tutto il Santuario con intenti omicidi!

«Dannazione, ma dove siamo finiti?» esclami quindi io, non riuscendo più a orientarmi nel dedalo di casupole della zona destinata agli inservienti.

«Se ci siamo persi è tutta colpa di Hyoga!» intervenne Alexis, facendo accigliare il biondino.

«No, è tutta colpa tua e della tua idea geniale! Comunque non ci siamo persi! Venite, per di qua!» e detto questo il Cigno svoltò un angolo e ci ritrovammo a correre per un sentiero che portava all’arena degli allenamenti.

«L’abbiamo seminata?» chiesi speranzosa io, ma mi risposi da sola girandomi e vedendo la capigliatura bionda e la padella brandita a mo’di spada sbucare infondo alla stradina. “A quanto pare non c’è verso di levarsela di torno” pensai mentre facevo irruzione nell’arena insieme agli altri due fuggitivi, interrompendo l’allenamento di Saga e Shura. Poco da dire sul fatto che non fui mai così contenta di vedere Gemini in vita mia. Infatti la prima cosa che feci fu quella di nascondermi dietro di lui.

«Ehi, ma che sta succedendo?» fu la sua domanda, mentre mi rivolgeva uno sguardo giustamente perplesso.

«Katy, padella, aiuto» riuscii però solo a dire io, cercando di riprendere fiato.

«Eh?» il comprensibile commento di Saga, mentre Hyoga riassumeva brevemente l’accaduto.

«Task, un giorno finirai ammazzata, Alexis» fu la conseguente considerazione di Shura, mentre scuoteva la testa.

«Tu fottiti! Mi hai fatto passare un soggiorno d’inferno a casa tua e ora ti sorprendi se volevo divertirmi un po’?» fu la risposta di Alexis che fece risentire notevolmente lo spagnolo:

«Soggiorno d’inferno? Ma se sei stata servita e riverita dai miei inservienti, nonostante fossi un potenziale nemico!» le rinfacciò infatti il Capricorno.

«Oh, per carità, nulla da dire, tolto il fatto che ho dovuto fare la monaca di clausura! Per colpa tua niente alcol, e niente sesso per più di un mese! Due palle così! Sai cosa vuol dire stare in astinenza forzata quando si ha un figo senza senso che gira per casa, che nemmeno si accorge che ci stai provando, in quanto troppo preso dai suoi doveri?» sbottò Alexis.

Un silenzio glaciale calò tra i presenti, mentre gli sguardi miei, di Saga e di Hyoga si spostavano sbalorditi da Alexis a Shura, che nel frattempo aveva assunto una colorazione tendente al bordeaux.

«Eh? Ma che cacchio avete capito? Guardate che non parlavo mica di lui, ma del biondino che presta servizio in casa sua!» si affrettò quindi a specificare Alexis, mentre Katy arrivava nell’arena. Fu così che Saga si ritrovò anche Hyoga e la Sensitiva dietro la schiena.

«Ehm, Arianna, ma quello che avverto alle spalle di Katy non è per caso un Cosmo Negativo?» mi chiese il povero saint di Gemini, che avevamo appena eletto come scudo umano.

«Ehm, sì. Credo che siamo riusciti a farla talmente incazzare che l’ha risvegliato» ammisi, mentre Saga preoccupato si ritrovava una padella puntata in faccia (e credetemi quando vi dico che Katy armata di padella è pericolosa, dato che pure uno Spectre avrebbe avuto modo di confermare le mie parole!).

«Saga spostati, o prendo a padellate pure te!» gli intimò infatti la bionda, mentre Alexis piagnucolò un “Scusa, ma siamo stati costretti… Seiya e Jabu hanno il cagotto!”, ricevendo però in risposta dalla Guaritrice solo un freddo “Così imparano a fare gare idiote!”.

Ma grazie al cielo a salvarci arrivò Camus… se così si può dire…

Il glaciale saint fece infatti il suo impassibile ingresso in arena, bloccando con eleganza il braccio di Katy, prima che iniziasse a prenderci tutti a mazzate, placando così anche il suo cosmo con il semplice tocco della sua mano.

«Katy, ora calmati. Gli hai già traumatizzati abbastanza» le sussurrò comprensivo Camus.

«Ma…  loro…» cercò di ribattere la Guaritrice, ma il saint dell’Acquario le posò delicatamente un dito sulle labbra per farla tacere:

«Lo so. Ma fidati che ho in mente una bella punizione per il loro gesto poco galante» e vi posso assicurare che lo sguardo di Mister Culetto di Marmo ci fece rimpiangere la padella!

Infatti, poco dopo, ci ritrovammo a lustrare le latrine del campo d’addestramento maschile dei soldati semplici, ritrovandomi a costatare che è proprio vero che Dio li fa e poi li accoppia! Infatti sia Camus che Katy sapevano essere veramente stronzi quando si mettevano d’impegno! Anche se bisognava ammettere che noi, per colpa di Alexis, c’è l’eravamo cercata.

«Ehi, lì non è pulito bene» mi fece infatti notare Camus, che ci guardava sgobbare a braccia conserte e la schiena appoggiata al muro.

«Già, anche qui, qui e qui» rincarò la dose Katy, anch’essa a braccia conserte vicino al Saint dell’Acquario.

«Ma andate a…»

La protesta di Alexis venne però fortunatamente bloccata da una gomitata di Hyoga, che le sibilò un “Taci e lavora, almeno che tu non voglia pulite le latrine di tutto il Santuario!”.

Il resto della giornata la passammo pertanto a lavare cessi, che non facevano certo invidia a quelli pubblici, fin quando quei due non si ritennero soddisfatti (ovvero fin quando le latrine non furono lucidate a specchio).

Finita la tortura mi sedetti decisamente sfatta, su uno dei rocchi di colonna, sparsi per il campo d’addestramento, insieme a Hyoga ed Alexis.

«Hyoga, toglimi una curiosità… ma come hai fatto a sopravvivere con quei due in Siberia?» domandò Alexis.

«Intervento divino, credo» rispose il biondino russo, mentre l’ombra di Saga catturava la nostra attenzione. Ci ritrovammo così a guardare il volto divertito del Saint di Gemini.

«Che cazzo hai da ridere?» fu il conseguente commento dell’australiana.

«Nulla. Sembrate solo reduci da una battaglia» ridacchiò il greco.

«Fidati che le latrine del Santuario sono avversari di tutto rispetto» gli risposi di conseguenza io, mentre Hyoga si congedava con un “Io vado a farmi una doccia. Puzzo da far schifo”, cosa che decisi di fare anch’io. Avevo infatti seriamente bisogno di un bel bagno, così come Alexis. Peccato che al Tempio del Sagittario c’è ne fosse uno solo. Iniziò quindi una diatriba tra me e la Sensitiva su chi aveva il diritto di usufruirne per prima.

«Ma quanti problemi che vi fate. Prima o dopo che differenza fa?» c’interruppe di conseguenza Saga, dopo aver assistito a venti minuti buoni di trattative, tentativi di corruzione, e minacce.

«Tu sei un uomo. Non puoi capire. Entrare dopo significa dover rimanere ancora per un’ora in queste condizioni» gli fece notare Alexis.

«Allora perché Arianna non viene a fare il bagno da me? Così il problema è risolto?» propose Saga.

L’occhiata che gli lanciai non fu delle più amichevoli, ma, anche se in circostanze diverse gli avrei riso in faccia, in quel frangente non potei non trovare la proposta decisamente allettante:

«Il bagno è sacro. Disturbalo è sei morto» intimai quindi a Gemini e lui alzò le mani in segno di pace:

«Hai la mia parola che nessuno oserà disturbarti a costo della mia stessa vita!»

«Ok, sta sera non vi aspetterò alzata» fu il conseguente commento ironico di Alexis, mentre ci salutava e si avviava verso le 12 case.

Acqua calda, bagnoschiuma, profumo di lavanda e nessuno che urlava di muoversi perché c’erano altre ragazze che si dovevano lavare, o di asciugare la doccia dopo averla usata per evitare gli aloni di calcare… praticamente il paradiso! (sì, la questione bagno al Tempio del Sagittario era faccenda delicata, soprattutto perché sia io, che Alexis, che Eva ci impiegavamo un’eternità, senza contare Katy che sbiellava se non si lasciava tutto intonso ed immacolato dopo l’uso).

Mi concessi quindi ancora una decina di minuti per coccolarmi nell’acqua calda, prima di decidere a malincuore di riemergere dalla vasca del Tempio di Gemini che, nonostante non fosse paragonabile al ninfeo roccocò di Dite, era comunque un ambiente piacevole, anche se essenziale, con arredi decisamente più moderni e il rivestimento in marmo grigio.

Una volta asciugata e vestita uscii quindi dal bagno e mi recai in cucina dove trovai Saga che stava apparecchiando la tavola:

«Però, ci sei stata dentro più di un’ora! Nemmeno io, quando ero Grande Sacerdote, riuscivo a stare così tanto dentro la vasca per le abluzioni!» mi disse divertito Gemini, mentre armeggiava con le stoviglie.

«Ora capisci il motivo per cui io e Alexis eravamo arrivate a giocarci il bagno a “carta, forbice e sasso”? Comunque grazie per avermi fatto usufruire del tuo» lo ringraziai, per poi avviarmi verso la porta, ma venni fermata da Saga:

«Perché non ti fermi a cena? Intanto ho già preparato per due!»

Lo guardai sospettosa: «Stai per caso cercando di prendermi per la gola?»

«Oh, andiamo, sono un Saint, non un cuoco! I miei pregi sono altri» mi sfotté quindi Gemini.

«Ovvero?» gli domandai di conseguenza io e lui mi ricambiò con uno sguardo ed un sorrisino da furbetto:

«Mi sembra abbastanza evidente, ma se proprio insisti mi tolgo la maglia»

Ma se questa volta pensava di prendermi in castagna si sbagliava di grosso.

«Beh, da quel punto di vista hai buona concorrenza al Santuario» gli feci notare quindi io.

«Vero. Quindi cosa dovrei fare per sedurti?» mi domandò Saga, accarezzandomi maliziosamente il volto.

«Beh, diciamo che un uomo che sa cucinare ha sempre il suo perché e se c’è da scroccare non mi tiro certo indietro. Quindi vediamo come te la sai cavare ali fornelli, caro il mio Adone!» lo sfidai io e lui con un gesto teatrale mi fece accomodare.

«Subito milady, al vostro servizio» mi canzonò quindi Saga, per poi servire la cena a base di piatti greci e io dovetti ammettere che Saga ai fornelli non se la cavava affatto male, anzi!

«Allora?» mi chiese il Saint.

«I miei complimenti, mi hai stupito»

«Beh, vivendo da soli s’impara ad aggiustarsi» mi sorrise lui iniziando a sparecchiare.

«Lascia, faccio io. Tu sei già stato fin troppo gentile ad aver cucinato» gli dissi, peccato che mentre stavo mettendo i piatti nell’acquaio, mi cadde l’occhio su una busta di carta appallottolata alla belle meglio e buttata alla veloce in un angolo…

«Saga…»

«Sì?»

«Fatti dare un consiglio… quando vuoi far colpo su una donna facendo finta di essere bravo in cucina, abbi almeno l’accortezza di far sparire le prove della gastronomia» gli feci quindi notare, sventolandogli sotto il naso il sacchetto con su scritto “Da Takis. Specialità greche d’asporto”.  

 «Ehm… ecco io… ero di fretta…» cercò di arrampicarsi sui vetri Gemini, facendomi scoppiare a ridere.

«Tranquillo, non importa. Mi hai comunque offerto una cena. Quindi ti ringrazio» gli dissi dandogli un buffetto sulla spalla e lui ne approfittò per afferrare la mia mano e stringerla al petto.

«Mi spiace, ma purtroppo la verità è che non ho molte qualità  fuori dal campo di battaglia e che sono solo capace a combinare guai» mi rispose Saga rivolgendomi uno sguardo malinconico.

«Oh, andiamo, è solo una cena! Non l’avrai fatta tu, ma il gesto comunque l’ho apprezzato»

«Non parlavo solo di quello…» mi ripose Saga: «… ma di tutto il resto. Nella mia vita non ho saputo fare altro che arrecare dolore a chi mi stava attorno e poco importa con che intenzioni e sotto quale nome l’abbia fatto. l’ho fatto e basta. Quindi infondo che diritto ho io di aspirare alla felicità, quando sono il primo ad averla tolta agli altri?»

Le parole di Gemini avevano un tono amaro, mentre si lasciava sfuggire ciò che aveva dentro, ma io gli presi il volto fra le mie mani e lo costrinsi a guardarmi.

«È vero. Ciò che hai fatto è incancellabile, non posso negarlo.  Il passato rimarrà per sempre nelle memorie di chi l’ha vissuto, però, oltre che ad essere una debolezza, può anche diventare un punto di forza. Saga, io ho visto quanto anche tu abbia sofferto e quanto lo stai ancora facendo per tutto quello che è successo, ma è proprio per questa sofferenza che sono sicura che tu non rifarai più gli stessi errori del passato e che un giorno riuscirai a riscattarti anche di fronte ai tuoi colleghi e al mondo intero. Per il resto penso che sia tu, che gli altri Saint, dalla vita di batoste ne abbiate già prese abbastanza, quindi non c’è nulla da vergognarsi nel cercare di raggiungere la felicità. Siete umani dopotutto. E tu non fai eccezione»

«Grazie» fu il sussurro di Gemini, mentre le mie labbra sfioravano le sue, prima delicatamente, poi con maggiore ardore al suo ricambio.

Avevo già assaggiato le labbra di Saga, ma quella sera fu diverso. Quello che avvertii tramite il suo bacio fu infatti un profondo bisogno di essere semplicemente un uomo e non un saint ed il disperato e silenzioso desiderio di non essere più da solo ad affrontare il peso che aveva sulle spalle. E io lo ricambiai. Infondo che cos’avevo ormai da perdere? D’altronde non eravamo nulla di più che due anime sole, finite in mezzo a cose più grandi di noi e, anche solo per una notte, anch’io avevo bisogno di lasciarmi tutto alle spalle (senza contare che era un figo da paura. Insomma, le cose vanno dette per intero, no?)

Poco quindi da dire sul fatto che ben presto dalla cucina finimmo nella camera da letto di Saga, dove il saint si lasciò alle spalle ogni remora, iniziando a baciarmi avidamente, mentre esplorava liberamente il mio corpo. Io ovviamente non rimasi con le mani in mano e ben presto i vestiti di Saga finirono sul pavimento, lasciandolo come mamma l’aveva fatto.

«Ehi, non vale! Tu sei ancora vestita!» fu la sua protesta, mentre mi sfilava il vestito e l’intimo e le sue labbra si spostavano verso il collo e poi verso il mio decolté facendomi gemere. La sua mano risalì lungo le mie gambe per poi insinuarsi fra di esse, esplorando la mia intimità, mentre io mi occupavo della sua virilità bisognosa anch’essa d’attenzioni.

Ci regalammo così piacere reciproco fin quando io, stanca dei preliminari, non sollevai una piccola ma basilare questione:

«le precauzioni le hai?»

«Sì, tranquilla! Ho pensato a tutto» mi disse Gemini, estraendo un pacchetto di anticoncezionali  dal comodino. Al ché mi sorse un dubbio…

«Aspetta, non è che la crisi depressiva di prima serviva solo ad impietosirmi?»

Domanda alla quale Saga mi rispose tappandomi la bocca con un focoso bacio alla francese.

“Oh beh, pazienza! Ormai siamo in ballo e dunque balliamo. Mal che vada avrò argomento di vanto con le amiche!” mi dissi quindi mentalmente , lasciando campo libero a Saga, in modo che arrivasse finalmente al dunque.

Purtroppo per il gold  non ero una che si accontentava facilmente e Saga dovette faticare parecchio prima che mi ritenessi soddisfatta del suo operato, dato che non ero certo una che amava fingere: insomma, masochista si, ma fino un certo punto! In certe cose bisognava uscirne soddisfatti in due! D’altronde nemmeno io ero una che amava risparmiarsi quindi pretendevo lo stesso trattamento dal mio partner!

L’alba ci trovò quindi decisamente sfiniti, ma soddisfatti.

«Mi sa che questa mattina salto l’allenamento. Ho già dato questa notte» mi disse infatti Saga, giocando con i miei lunghi capelli scuri.

«Sì, mi sa che anche io me la prenderò comoda. Comunque consolati; un pregio ce l’hai anche tu!» gli risposi sistemandomi meglio tra le sue braccia.

«Davvero?»

«Già. Non è da tutti riuscire ad accontentarmi.»

«Quindi mi perdoni per aver approfittato del tuo vizio di fare la crocerossina?» mi chiese quindi Saga preparandosi in anticipo a ricevere uno schiaffone, che però non arrivò.

«Sì, sei perdonato» gli dissi infatti sfiorandogli le labbra.

«Wow, allora è vero che il sesso fa miracoli» scherzò Saga, per poi assumere un’espressione seria: «Comunque è vero che il male che ho fatto non può essere cancellato e questo mi tormenta ogni giorno»

«lo so. L’ho avvertito chiaramente questa notte. Ti sei lasciato talmente andare che anche le tue barriere mentali si sono annullate» lo rassicurai, spostandogli una ciocca di capelli dal viso.

«E ne avevo dannatamente bisogno» mi sorrise quindi lui, per poi posare le sue labbra sulle mie.

Vi lascio quindi immaginare che quella mattina ce la prendemmo comoda. Uscimmo infatti dalla Terza Casa che era mezzogiorno inoltrato.

«Ehilà, vi vedo bene oggi» ci salutò infatti Alexis che incrociammo per le gradinate delle 12 case, per poi assumere un’aria compiaciuta osservando meglio i nostri visi:

«Uhmmm, viso disteso, atteggiamento rilassato e sorrisino da ebete di Saga… evviva, sta sera si festeggia! Arianna finalmente è riuscita a sverginare Gemini! Dai che te ne mancano altri otto!» esclamò infatti divertita la Sensitiva, mentre io mi rivolgevo stupita a Saga:

«Aspetta, tu prima di sta notte non hai mai… insomma hai quasi trent’anni e quindi credevo che…»

Cosa che fece sospirare a Gemini un rassegnato: «Alexis, ma tu farti i fatti tuoi mai eh?» per poi aggiungere un: «E comunque non c’è da stupirsi, dato che fin non molto tempo fa avevo qualche problemino di doppia personalità e che tutti credevano che fossi il vecchio sacerdote Sion! Quindi avere un rapporto con una donna sarebbe stato alquanto complicato! Ma cambiando discorso… se i Gold sono 12, ma tu ne hai menzionati solo otto, e tolto Aiolos che è morto,  gli l’altri due chi sono?»

«Beh, uno è il vecchio maestro di Shiryu che, siccome Shunrei in realtà è la sua pronipote, deduco che in gioventù si sia divertito, anche se preferisce non dirlo molto in giro, e l’altro è Aioria che, tra voi, è l’unico ad avere una vita sessuale regolarmente attiva con la sacerdotessa dell’Aquila, mentre Milo è talmente sfigato da essersi beccato l’unica ancella del tempio che non la sgancia senza un anello al dito. Mi spiace, ma i bronzini sono davanti a voi anni luce»

«Allora vorrà dire che cercherò di ripristinare l’onore maschile dei Gold!» rispose Gemini, rivolgendomi uno sguardo decisamente malizioso.

«Quando voi» fu la mia conseguente risposta. Non ero certo tipo da tirarmi in dietro!

I giorni seguenti furono quindi decisamente memorabili, tolta la minaccia di Poseidone nell’aria e il fatto che Sayuko continuasse a gufare con le sue visioni su me, Saga e Ian. Ma se sul Manipolatore non potevo (e non volevo) replicare, su me e Gemini invece storcevo il naso. Io infatti non avevo mai avuto nessun tipo di legame con il re dei mari, come invece sostenuto dalle visioni della Giapponese e per quanto riguardava Saga, ero ampiamente sicura di averlo esorcizzato a dovere, dato che durante le nostre performance  amorose potevo accedere tranquillamente alla sua anima dato che il saint era decisamente più concentrato a fare altro che a erigere barriere mentali. Quindi lo trovavo ingiusto continuare a taggarlo come portatore di sventura! Certo che se solo avessi saputo… non avrei certo detto la stessa cosa!

Tutto infatti capitò un giorno in cui mi ero recata ad Atene per delle compere e trovai Saga ad aspettarmi lungo la strada che portava a Rodorio. Lo salutai quindi con un bacio che, nonostante venne ricambiato, mi lasciò molto perplessa. L’avevo infatti percepito piuttosto freddo, nonostante non mi avesse mai baciata così bene.

«Tutto ok?» gli chiesi quindi io, notando il suo fare piuttosto distaccato, per poi capire che c’era qualcosa che seriamente non andava, quando vidi dipingersi sul suo volto un’espressione poco raccomandabile ed un sorrisetto compiaciuto.

«Ma allora tu non sei..» ebbi quindi solo il tempo di farfugliare io, prima che si facesse tutto nero.     

Se solo avessi saputo che Saga aveva un gemello, quante mazzate si sarebbero risparmiati i Santi di Atena!

  
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