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Autore: PsYkO_Me    27/10/2015    2 recensioni
-Speciale Halloween!-
Questa è la storia di Sora, un ragazzino che ha sempre vissuto nella semplicità della vita di un villaggio.
Una notte però, degli occhi gialli verranno a cercarlo e da allora la vita del giovane diverrà un incubo.
(Nota: i capitoli saranno brevi).
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sora, Vanitas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Oscurità.
 
 
Il ragazzo si appoggiò contro il portone e si concesse una breve pausa per respirare. Ripose nuovamente il coltello sotto la maglia e si guardò il braccio leggermente sanguinante confrontandolo con quello intatto. I graffi erano minuti ma bruciavano come fuoco. Da come avevano arrossato la pelle, appariva come ustionata dal sole di mezzogiorno. Portò le mani al petto dandosi coraggio per continuare e si decise a guardare dove fosse finito. L'interno di quel palazzo era fiabesco e allo stesso tempo circondato da un'aura oscura. Cautamente, Sora si portò al centro di quello che doveva essere stato un atrio facoltoso in tempi passati. Le colonne, a quei tempi, dovevano aver illuminato l'ingresso con le loro candele riposte nei candelabri d'oro fino alla raffinata scalinata centrale. Ora per terra vi erano tappeti usurati e pieni di polvere, delle sedie imbottite e ricoperte di velluto (talune con i piedi spezzati) erano sparpagliate sul pavimento, drappi di tende stracciate nascondevano il pavimento di marmo freddo e i ragni avevano allegramente deciso di tessere le proprie ragnatele in ogni angolo dell'edificio per loro adeguato. Il giovane si portò una manica al naso, cercando di non tossire per l'eccessiva polvere e scavalcò i vari oggetti che trovava sul proprio cammino. Il fiore lo aiutò a non inciampare quando il buio nascose la presenza di un poggiapiedi e Sora ringraziò se stesso per l'idea che aveva avuto. Avrebbe voluto evitare di svegliare una possibile bestia feroce che avrebbe potuto ammazzarlo con un solo morso. Deglutì amaramente al solo pensiero e salì i primi gradini della lussuosa scalinata. Nonostante la polvere, Sora passò la mano sul corrimano per osservarlo nella sua bellezza. Da dove proveniva lui non vi era mai stato tanto fasto, per quel ragazzo era tutto una novità. La pietra era liscia, scura e con venature grigie e gli occhi di Sora si riempirono di meraviglia quando, all'apice delle scale, vide il corrimano trasformarsi in due splendide bestie dall'aspetto regale. Zampettò fino in cima, cercando di non far rumore e oltrepassando altri oggetti abbandonati al tempo. Purtroppo una delle due bestie aveva una zampa spaccata ma quella posta a sinistra era ancora integra. Dinnanzi ad essa, Sora dimenticò per un momento le ferite e la paura. La bestia aveva le fattezze di un felino, due corna di ariete e sulle zampe ampie e lunghe ali di uccello. Poteva sembrare una creatura pericolosa (e di certo lo sarebbe stata) ma Sora vide in questa solo fascino e splendore. Continuò comunque a camminare e imboccò un lungo corridoio. Lì si domandò dove potesse andare. Aprì la prima porta, girando lentamente la maniglia, per controllare l'interno ma vi trovò solo mobili coperti da un telo bianco. Una dopo l'altra, le stanze si presentarono nello stesso modo. Sora iniziò a credere che non avrebbe trovato nulla di utile all'interno di quelle mura. Una volta in fondo, le dita sfiorarono titubanti la porta socchiusa. Questa era differente e il ragazzo poteva sentire chiaramente un'energia anormale provenire da essa. Si fece forza e la spinse.
 
Sora si trovò in un luogo senza mura, oscuro e senza limiti. Provò un tuffo al cuore ma sentì che doveva farsi coraggio. Ripensò agli avvenimenti che lo avevano scosso in quelle ultime ore e si rincuorò mentalmente: «Sei stato bravo, Sora. Ce la farai anche stavolta.» Passeggiò con attenzione in quel limbo nero che sembrava il nulla facendo affidamento sull'unica luce in suo possesso. Le sfere di luce del fiore volteggiavano verso l'alto senza mai fermarsi, senza mai incontrare ostacoli. In un momento di dubbio si voltò con affanno ma la porta era sparita abbandonandolo nell'oscurità.

 
   
 
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