Scritta per il Drawlloween 2015. Prompt: 26. Rat
Inteso qui come Lab Rat.
Remake di I sogni risplendono.
Scritta sentendo I sogni risplendono (Tiziano Ferro + Linea 77)
Cap.13 I sogni risplendono
Senti
che rompi tutto ciò che hai intorno, ma
senza urto
Vegeta
volava tenendo
gli occhi socchiuse, il vento gli faceva ondeggiare i capelli neri a
fiamma
dietro il capo. Il battito cardiaco gli rimbombava nelle orecchie e
sentiva gli
occhi pizzicare.
“Vegeta”
sussurrò una voce femminile.
Il
principe dei saiyan
si fermò in volo e guardò a destra e a sinistra,
vedendo le nuvole illuminata
dalla luce del tramonto. Sbatté un paio di volte le palpebre
e si deterse le
labbra con la lingua.
-
Che diamine? – si chiese.
“Vegeta,
qui” chiamò la voce femminile.
Il principe dei saiyan
sentì una fitta alla
fronte, scese ed atterrò nel giardino della propria
abitazione. La vista gli si
oscurò, camminò ondeggiando, si
appoggiò contro un albero e scivolò lungo la
corteccia, boccheggiando.
Vegeta
ululò rabbioso, iniziò a colpire una parete,
lasciò i solchi dei propri pugni, graffiandosi le nocche a
sangue. Cadde in
ginocchio, gettò indietro la testa e gridò
più forte, facendo tremare il
soffitto. Sentì dei passi, strinse i pugni conficcando le
unghie nella pelle
fino a lasciare dei tagli a forma di mezzaluna. Smise di urlare e
piegò la
testa in avanti, facendola oscillare su e giù.
“Torna
in te. La tua è una rabbia insana e lucida
quando è al massimo, mercenario” disse la voce
femminile. Vegeta digrignò i
denti.
“Io
non sono un mercenario! Io non sono uno schiavo”
ruggì.
“Il
patto con Wish è ancora valido, mi sembra”
ribatté
la voce.
Vegeta
alzò gli occhi e li sgranò, impallidendo. Vide
delle zampe da uccello grande quanto tutto il suo corpo e
rabbrividì. L’animale
spalancò le ali ed il vento investì il volto del
principe dei saiyan. Vegeta
deglutì guardando il viso della fenice nera, osservando il
proprio riflesso
nelle iridi color ossidiana della creatura.
“Estingui
la tua rabbia. Spazza via tutto ciò che hai
intorno. Non morire innocuo e banale” sibilò la
fenice. Vegeta si alzò in piedi
e negò con il capo.
“Non
farò del male ai miei cari. Sei tu che cerchi di
farmi crollare, di farmeli uccidere?!” sbraitò.
Indietreggiò e andò a sbattere
contro una parete di acciaio, il suono metallico rimbombò
tutt’intorno.
“Da
giocattolo di Freezer, sei diventato il servo
degli dei. Tu sei destinato a essere dio della distruzione, figlio
della luna.
Io sono te e tu sei me, principe!” sbraitò la
fenice. Piume nere infuocate si
alzarono in volo, vorticando intorno a Vegeta. La fenice
piegò un’ala,
lasciando vedere la figura del Son.
Goku
cadde in ginocchio, i suoi occhi erano grigi e la
testa gli ricadde in avanti. Teneva le labbra socchiuse, erano spaccate
e
mugolava piano. Il suo corpo ignudo tremava e il collare di metallo che
indossava gli aveva lasciato dei tagli sulla pelle.
“Kakaroth?”
chiese. La fenice cercò di beccarlo,
Vegeta saltò di lato schivandolo.
“Questo
è ciò che succederà.
Diventerà un topo da
laboratorio. Muori adesso o questo è quello che
accadrà, porterai solo morte”
spiegò la fenice. Vegeta incrementò
l’aura e si trasformò in supersaiyan God.
“Cosa
vuol dire che succederà? Spiegati!”
ordinò. La
fenice si chiuse nelle sue ali e la sua figura divenne più
minuta.
“Avrebbe
preferito inchinarmi alla tomba del suo
sovrano, che perdere tutto a tal punto. Sarà una cavia
deliziosa. Da drago a
topo” spiegò. Riaprì le ali e
mostrò di essere diventata una ragazza dai corti
capelli neri.
“Chi
sei?” domandò il principe dei saiyan. La figura
femminile si nascose nelle ali
nere, alcune piume caddero per terra.
“Io
sono un sogno, un incubo, una maledizione, un
potere… chiamami come vuoi”. Vegeta fu avvolto da
un alone dorato e sentì il
proprio corpo bruciare.
“Potevamo
essere tempo, spazio, la potenza dell’universo
nella nostra mano. Hai reso il big beng attack un attacco
insulso” disse la
figura femminile. La sua pelle divenne bianco latte, emanando riflessi
argenti.
Vegeta allungò la mano verso Goku, che ricadde su un fianco,
privo di sensi.
“Sarai
tu a venirmi a cercare, come una droga, ora che
sai chi è il tuo vero io. Sarò l’acqua
nel deserto, per te” spiegò la donna
alata.
Vegeta
sgranò gli occhi,
boccheggiò e scosse il capo. Alzò il capo e vide
la luce della luna, deglutì
rumorosamente e si alzò in piedi. Raggiunse la porta di casa
e bussò.
-
E’ tardi, a quest’ora
sarà a casa – pensò.
“Bulma
apri!” chiamò.