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Autore: Lady_Pendragon    28/10/2015    0 recensioni
« Niska? » Chiamò una voce più che famigliare dietro le spalle di lei.
« Leo. . . » Mormorò la bionda dopo essersi voltata verso il moro, di cui avrebbe riconosciuto il timbro vocale fra mille.
I due si avvicinarono all'unisono, e quando a separarli vi furono pochi centimetri, entrambi socchiusero gli occhi e si abbracciarono come se avessero atteso quel momento da millenni.
Le dita della Synth andarono a stringere la giacca di lui, circondandogli la schiena, mentre il suo viso andò a nascondersi nell'incavo del collo per assaporare quella sensazione di casa e sicurezza che tanto le era mancata.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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|| N i s k a & L e o || M i s s i n g M o m e n t || S e a s o n 2 ||

【Song: Was It A Dream - 30STM - https://www.youtube.com/watch?v=jMnPP6Hbsqg

▬Was it a d r e a m ?

Pioveva, in quel bosco in cui la bionda sembrava correre da ore e ore senza una meta ben precisa.
Da quando aveva detto addio alla sua famiglia, intraprendendo il proprio cammino da sola per realizzare quello scopo nascosto a tutti, la sua sola compagnia era stata sé stessa.
Ma spesso si perdeva nei ricordi, alle volte affogava in quelli orribili del proprio passato, ma ogni tanto volava anche, grazie a quella piccola parte di momenti trascorsi con lui.
Quelli più importanti, i quali le avevano permesso di resistere in quell'inferno di bambole, avevano il potere di farla respirare quando più si sentiva soffocare.
Perché Leo, aveva questo potere.

L'attendeva per giorni, cliente dopo cliente si chiedeva quando il moro avesse varcato quella porta per passare quei 10 minuti con lei, facendola sentire per quel breve lasso di tempo una persona, e non un oggetto.
Di solito parlavano, Niska gli domandava sempre del resto della famiglia, e di come stesse il mondo là fuori, dato che le era momentaneamente impossibile vederlo.
Ma ciò che più amava di quegli incontri erano i loro abbracci.
Quando le loro iridi si incontravano, parevano straboccare di qualsiasi emozione.
La maggior parte delle volte non si salutavano neanche, ma semplicemente si perdevano l'una fra le braccia dell'altro.
Leo sapeva di casa, di sicurezza, di . . . famiglia.
Proprio per questo Niska sembrava prender fiato in quell'abbraccio disperato, uscendo da quell'apnea a cui era costretta ogni giorno.
Ed ora, in quella foresta, avrebbe pagato oro per un simile avvenimento.

« Niska? » Chiamò una voce più che famigliare dietro le spalle di lei.
« Leo. . . » Mormorò la bionda dopo essersi voltata verso il moro, di cui avrebbe riconosciuto il timbro vocale fra mille.
I due si avvicinarono all'unisono, e quando a separarli vi furono pochi centimetri, entrambi socchiusero gli occhi e si abbracciarono come se avessero atteso quel momento da millenni.
Le dita della Synth andarono a stringere la giacca di lui, circondandogli la schiena, mentre il suo viso andò a nascondersi nell'incavo del collo per assaporare quella sensazione di casa e sicurezza che tanto le era mancata.

« Niska . . . cosa stai facendo? Torna indietro, torna da noi. » Disse Leo, interrompendo quel silenzio, e di conseguenza anche quell'incastro perfetto che era il loro abbraccio.
La bionda alzò il viso, puntando lo sguardo verso di lui e allentò di poco la presa sulla sua schiena, prima di negare.
« Non posso. Se non lo farò io, voi non avrete mai il coraggio di farlo. Non donerete mai la coscienza agli altri. E poi, è un compito rischioso, ed io non ho nulla da perdere, mentre voi. . . » Affermò Niska, prima di interrompersi, lasciando che la frase cadesse come una foglia autunnale, ma che il moro fu pronto a raccogliere.
«Perché? Non sei sola, Nis. . . hai me. Hai Mia, Fredd, Maxie. Torna indietro. . . » Suonò la voce di lui, colpendo e quasi affondando la bionda, che a quel punto socchiuse gli occhi, posando la fronte su quella dell'altro.
Non sapeva come, né perché, ma Leo era sempre stato l'unico in grado di smuovere ciò che si celava in quel corpo sintetico freddo come il ghiaccio.
« Oh, Leo. . . lo faccio per noi, per il nostro futuro, per avere una vita degna di tale nome. » Rispose la Synth, senza aprire gli occhi, beandosi solamente della vicinanza di lui, il quale aumentò la presa sul suo corpo e sospirò appena.
« Allora fallo per /me/, Nis, torna a casa. »

Quella frase, con il suono della voce di Leo, risuonò nella mente della bionda che si svegliò di soprassalto dalla sua modalità di stand-by.
Sgranò gli occhi, puntandoli in un punto indefinito di quello squallido motel che si era pagata con qualche spiccio, laddove si nascondeva in quelle ore in cui necessitava di ricaricarsi senza stare sotto occhi indiscreti.
Con un gesto secco andò a scollegarsi dalla presa e si alzò in piedi, avvicinandosi alla finestra, notando che stava piovendo.
Si sentì improvvisamente sola, e avrebbe dato di tutto per sapere che da quella porta sarebbe arrivato, prima o poi, Leo ad abbracciarla.

« Era solo un s o g n o . » Commentò lei, distaccandosi dalla finestra.
Odiava ancor di più David per averle donato una coscienza e - di conseguenza - la possibilità di sognare ciò che non sarebbe mai successo.
Era doloroso svegliarsi, e prendere atto del fatto che era sola nella realtà.
Sola, con un oscurità avvolta attorno.
Si avvicinò alla propria borsa, dove all'interno vi era gelosamente nascosto l'hard disk che celava il codice per donare una coscienza umana ad ogni Synth sulla faccia della terra, e se lo passò fra le mani.
Per un momento vacillò a quell'idea, pensando di star donando solo sofferenza e complicanze a coloro che non provavano ancora nulla.
Perché le emozioni, per lei, eran solo causa di dolore.

   
 
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