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Autore: PsYkO_Me    28/10/2015    1 recensioni
-Speciale Halloween!-
Questa è la storia di Sora, un ragazzino che ha sempre vissuto nella semplicità della vita di un villaggio.
Una notte però, degli occhi gialli verranno a cercarlo e da allora la vita del giovane diverrà un incubo.
(Nota: i capitoli saranno brevi).
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sora, Vanitas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Domande.
 
 
«Ogni fiore che hai incontrato, ogni bellissimo e luminoso fiore, era una luce che ho divorato.»
Sora non riusciva a pensare ad altro. Che cosa gli sarebbe accaduto ora? Seduto, solitario, alla grande tavolata, ingoiò di malavoglia una mela. Aveva senso mangiare quando si era prossimi alla fine? Gli appariva tutto come una presa in giro alla propria vita. Buttò il frutto sul pavimento e lo fissò apatico. Nella sua mente i pensieri si mischiarono. Gli occhi ambrati, i fiori, la luce di una persona che si levava verso i cieli… Vanitas. Per quale motivo quell’essere si nutriva di luce? E più ci pensava, più voleva comprenderlo.
«Vanitas, perché ti nutri di luce?» Domandò all’aria. Sapeva che il demone era sempre in ascolto. Attese di vederlo ma non arrivò. «Sto cercando di comprenderti. Magari prenderei la mia morte con maggior serenità.» Giocò con la forchetta e si accasciò sulla sedia. Ma il demone non arrivò e il giovane comprese: la sua morte non sarebbe dovuta essere serena.
 
A cena, Sora si sforzò di mangiare di più. Aveva pensato di reagire in un modo positivo per avvicinare il demone nuovamente a sé. Non aveva un piano preciso, avrebbe improvvisato, ma era deciso a scoprire di più sul suo conto. Mangiò un’intera coscia di pollo con contorno di patate e tracannò una bevanda indefinita ma gustosa.
«Van?», si sentì di dargli confidenza. «Mi faresti un po’ di compagnia? Mi sento solo.»
Non funzionò ma Sora non demorse. Vanitas era un demone? Anche lui poteva esserlo. Iniziò a spogliarsi, lentamente. «Vorrà dire che il bagno me lo farò da solo.» Abbandonò i propri abiti creando una scia sul pavimento. La vasca di ottone era nella camera da letto, dietro a un separé di legno intagliato. Sora si immerse nell’acqua calda e assaporò il suo momento. Era orgoglioso di sé, sapeva di esser riuscito a risultare sexy, ma quando i secondi di attesa si fecero pesanti, iniziò a dubitare delle sue capacità. Fu allora che il demone fece la sua comparsa.
«Mettiamo subito in chiaro una cosa… Quello che seduce, qui dentro, sono io.»
Sora udì quelle parole e di sfuggita vide le sue ambre farsi vicine. Il bacio sensuale lo invase e lo trascinò in un vortice di lussuria. La mano di Vanitas sui suoi occhi lo aveva reso cieco ma col tatto lo sentì: era nudo, nella vasca, assieme a lui. Avvampò a quella scoperta e una curiosità che non conosceva di sé prese vita. Avrebbe voluto esaminare il corpo del corvino, scoprirne i segreti. Passò le mani sul suo torace: era liscio, tonico, eccitante. Poi le passò dietro la schiena, scendendo verso i fianchi. Aveva un corpo da invidia…
«Come sei curioso, Sora…» La voce del demone era deliziata. «Nessuno aveva provato a toccarmi così da oltre seicento anni.»
«S-seicento?» Balbettò il giovane.
«Rilassati, Sora.» Gli sussurrò all’orecchio con libidine. «Non pensarci, noi demoni siamo diversi da voi umani in questo campo. Ma soprattutto…» Gli accarezzò l’interno coscia. «…sappi che siamo abilissimi nel farvi godere.»
Sora sentì di dover trattenere un gemito quando le mani di Vanitas avvolsero il suo sesso. Quella notte, il ragazzo non avrebbe scoperto nulla della vita del demone ma di certo avrebbe scoperto le sue incredibili abilità.
   
 
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